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Autore: annies    06/01/2013    3 recensioni
Avrebbe riconosciuto quei capelli rossi anche bendato: Terry Lovelock aveva i capelli più rossi di Wolverhampton. Persino Eva Finnigan, l'irlandese della città, non li aveva così rossi.
Liam Payne l'osservava dalla vetrina di quello squallido bar di periferia da più di un'ora e mezza: sapeva di poterla trovare sempre lì, a pulire il bancone e ad ingannare il tempo canticchiando canzoni dei Green Day.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Oh well, she's a local girl

no make-up, 'cos she know me well

1st July 2010, Wolverhampton

Avrebbe riconosciuto quei capelli rossi anche bendato: Terry Lovelock aveva i capelli più rossi di Wolverhampton. Persino Eva Finnigan, l'irlandese della città, non li aveva così rossi.

Liam Payne l'osservava dalla vetrina di quello squallido bar di periferia da più di un'ora e mezza: sapeva di poterla trovare sempre lì, a pulire il bancone e ad ingannare il tempo canticchiando canzoni dei Green Day. 

Incrociò le dita per infondersi un minimo di fiducia ed entrò nel bar, provocando un fastidioso scampanellio sopra di sé: odiava da morire quegli aggeggi che in Inghilterra chiamavano tutti cacciaspiriti ma che in verità scacciavano soltanto persone dotate di buon senso come usava definirsi Liam.

«Buonasera» cercò di dire, guardando circospetto gli sgabelli di fronte al bancone: Terry non lo guardava ancora, era occupata a pulire la macchina del caffè. 

La sua nuca nivea era scoperta poiché i suoi capelli rossi erano raccolti in un delizioso chignon alto sul capo - probabilmente per non avere fastidi mentre lavorava - e, facendo scorrere sempre più attentamente gli occhi castani sulla sua figura, notò che indossava un semplice grembiule bianco con su scritto il nome del bar. Sapevano tutti che Terry Lovelock lavorava in quel postaccio soltanto per i soldi: il suo desiderio più grande era sempre stato quello di trasferirsi a Parigi per andare a ballare, ma di balli a Wolverhampton al massimo ne vedeva il sabato sera e lei non si azzardava neanche a buttarsi in mezzo alla mischia e ballare appiccicata a qualcuno che neanche conosceva.

«Vuoi da bere?» chiese la rossa girandosi di scatto.

Liam credette di stare per sentirsi male: quel viso delicato, senza neanche un filo di trucco, quelle labbra rosate e quegli occhi verdi lo facevano proprio stare male. Era dai tempi del primo superiore che Liam guardava Terry a lezione: avevano sempre avuto letteratura inglese in comune ed era per quello che forse aveva cominciato ad andare a scuola sempre più volentieri.

Scosse un po' la testa, accorgendosi solo in quel momento di sembrare un fesso con le labbra schiuse e gli occhi concentrati sulla sua figura. 

«Ah giusto, no, in realtà non voglio da bere» disse sottovoce il ragazzo, grattandosi la nuca imbarazzato. 

Terry si dondolava da un piede all'altro impaziente di sapere l'ordinazione del ragazzo: in realtà quel  ragazzo lo conosceva fin troppo bene. Liam Payne era stato il suo segreto più grande, non aveva mai confessato a nessuno - neanche al suo migliore amico - il suo interesse per lui, sebbene non fosse poi così forte.

«Allora da mangiare?» domandò impaziente lei, cercando di liberarsi dall'imbarazzo che le attanagliava lo stomaco: più si sarebbe sbrigata, servendo Liam, più non l'avrebbe dovuto guardare negli occhi.

Il castano si tastò le tasche alla ricerca di qualche sterlina da dare alla ragazza per ordinare qualcosa da sgranocchiare, ma non aveva neanche un penny, il che era ancora più ridicolo: Liam entrava in un bar senza soldi e pretendeva di risultare normale. 

«Mh, no, in realtà non ho soldi con me» borbottò Liam, mentre sentiva che le guance gli diventavano violentemente rosse: era nel più totale imbarazzo davanti alla ragazza che gli piaceva da più di quattro anni e non sapeva neanche cosa dire.

«Vabbè, ho capito» Terry si girò nuovamente riprendendo a pulire la macchina del caffè: certo che ne venivano di tipi strani in quel bar, dove spesso c'era solo lei - come quella sera - ma Liam era tra quelli più strani: le veniva da ridere, ma non poteva prendersi gioco di un ragazzo che magari non aveva soldi per dei suoi problemi, quindi cercò di mordersi le labbra e trattenere la risata impellente.

Si guardò intorno con circospezione, sperando che il suo capo non fosse nei dintorni e mise velocemente della birra in un boccale, mettendolo di fronte agli occhi di Liam, che adesso aveva preso a guardarsi la punta delle scarpe per il violento imbarazzo.

«Questa la offre la casa» provò a dire Terry sorridendo, mettendosi una mano sul braccio sinistro e buttando il peso sul piede destro; assumeva quella posizione quasi sempre quando era davanti ad un ragazzo. Era perennemente in imbarazzo quando si trovava di fronte ad una persona del sesso opposto.

«Oh no, sono i ragazzi che di solito offrono da bere alle ragazze non al contrario» esclamò Liam mettendo le mani avanti e spingendo la birra verso Terry.

«Non è mica una legge!» disse Terry assumendo un'espressione divertita: dove stava scritto che le ragazze non potevano offrire niente ai ragazzi? Soprattutto se in un caso come quello, lei era la barista e lui il cliente.

«Ok, accetto, ma io cosa posso offrirti?» domandò lui sorridendo e afferrando il boccale per il manico e bevendo un lungo sorso di birra: era assetato in realtà, vedere Terry gli provocava sempre un'arsura allucinante. Terry Lovelock era il miglior stupefacente che si potesse trovare in piazza, la Nutella in un barattolo da cinque chili, la panna montata sulle fragoline. Terry era tutto ciò che di bello esistesse sul pianeta e Liam questo lo sapeva fin troppo bene.

«Non mi serve niente, giuro -  sorrise e appoggiò entrambi i gomiti sul bancone, appoggiando il mento sui palmi delle mani - ma piuttosto, non eravate tu e i tuoi amici a dire che questo fosse il bar peggiore della città? Come mai sei qua?»

«Mi hanno detto che fanno una birra fantastica» rise lui, prendendola palesemente in giro: era ovvio che fosse venuto per vederla, anche se Terry non lo credeva e non l'avrebbe mai creduto possibile.

Si stava parlando di Liam Payne, il ragazzo più desiderato della scuola ma allo stesso tempo quello di più odiato: sapevano tutti che non era un bene stargli vicino, frequentava posti strani durante il weekend, nessuno lo vedeva mai in discoteche o posti che tutti i ragazzi di Wolverhampton frequentavano.

«Guarda che di solito non è gratis, eh!» disse, sorridendo di rimando. Liam aveva un sorriso deliozoso e soprattutto contagioso, e poi Terry aveva la risata facile anche se tutti a scuola la chiamavano pezzo di legno, forse per il suo poco interessamento in nottate devastanti e verso il mondo maschile.

«Allora sai ridere - la prese in giro il castano - tutti a scuola affermano di non averti mai vista con una faccia divertita» 

Probabilmente era anche vero, dal momento che lei a scuola ci andava solo per frequentare le lezioni e per stare con il suo migliore amico, Niall.

«Sono un essere umano» si rabbuiò per un attimo la rossa, cercando di togliere una macchia dal bancone, dove qualcuno aveva lasciato delle arachidi schiacciate.

«E anche meraviglioso» Liam puntò gli occhi sulle sue iridi chiare.

Per un attimo fu come se il tempo intorno ai due si fosse bloccato, come nei film, quando passa tanto tempo, come in New Moon, dove Bella Swan rimaneva bloccata per mesi e mesi di fronte ad una finestra, insomma, si guardarono per dieci minuti buoni: Terry aveva ancora la mano sul bancone, teneva lo straccio sulla stessa macchia che stava provando a togliere cinque minuti prima.

«L-Liam...» balbettò la rossa, diventando dello stesso colore dei suoi capelli.

«Devo andare» sussurrò il ragazzo, alzandosi lentamente dallo sgabello e sorridendo alla ragazza: ce l'aveva fatta, finalmente c'era riuscita a farla avvicinare a lui.

Terry gli fece un lieve cenno con la mano quindi Liam si avvicinò e le lasciò un bacio sulla guancia, mettendosi il cappotto e andando via.

Tell her that she's more 

than a one-night stand 

tell her that she turns my cheeks

the colour of my hair

1st July 2011, Wolverhampton

«Lo sapevo, non dovevo crederti!» esclamò Terry infuriata, gettando tutte le sue cose in una valigia: aveva Liam davanti, ricoperto dai sensi di colpa.

Terry non si era mai fidata dei ragazzi proprio per questo motivo, lo sapeva che poi la sua gelosia avrebbe instaurato una serie di meccanismi che l'avrebbero fatta uscire pazza.

Era gelosa, Terry era gelosa di qualsiasi  cosa passasse sotto il naso di Liam: dopo quasi un anno insieme aveva raggiunto il culmine proprio quando Tina Houston le aveva confessato di aver passato una notte con il suo ragazzo. Proprio il suo Liam, quel Liam Payne che quel giorno di Luglio era entrato nel bar dove lavorara per vederla solo per un attimo.

«Ma vuoi ascoltarmi?! Theresa, diamine, non ho passato nessuna notte con nessuno!» esclamò indignato Liam, che dal canto suo, sapeva di aver ragione.

Quella Tina non prometteva niente di buono, e lui, dopo tutti quegli anni dov'era andato soltanto dietro Theresa Lovelock, adesso aveva avuto una debolezza? No, non era così, ma aveva potuto sperimentare sulla sua pelle che Terry era la donna più gelosa dell'intero pianeta.

«Me l'ha detto! Me l'ha detto! Perché dovrebbe raccontarmi cazzate?» domandò lei, mettendo nella valigia tutti i pochi vestiti che rimanevano nel suo armadio: era gelosa, ma questa volta non era una semplice gelosia, di quelle che superava sempre con un bacio e un film romantico sul divano: no, questo era un tipo di gelosia che le corrodeva lo stomaco. Non poteva più stare con lui, era troppo orgogliosa per continuare a starci come se non fosse successo niente.

«Theresa ascoltami, cazzo! - le urlò Liam, mettendolesi davanti e assumendo un'espressione contrita, ormai vederlo così era un'abitudine - Non sono andato a letto con Tina Houston, vuoi capirlo o no?»

«Liam, a me non interessa più niente di te, l'hai capito? Devi andartene da questa casa! Anzi no! Restaci pure, io ora vado a Parigi, lontana da te finalmente!» Terry sembrava una pazza furiosa, una di quelle appena uscite dall'ospizio, una di quelle irrecuperabili insomma: sembrava Medusa, con quei boccoli rossi che le volavano di qua e di là ad ogni suo minimo spostamento. 

Cavolo, era bella anche arrabbiata, con tutte le guance rosse e la faccia ingrugnita: Liam l'amava anche in questo modo, e forse era la cosa peggiore.

«Certo, vai a Parigi, Terry! Fuggi da te stessa» Liam si sedette sul letto, accanto alla valigia, con le mani giunte e i gomiti sulle ginocchia, non avrebbe potuto continuare la sua vita tranquillamente senza Terry: era diventata in poco tempo l'esatta metà di se stesso, la perfetta parte in grado di completarlo. 

«Non scappo da me stessa, scappo dalla merda che sei tu, Liam Payne» disse la rossa, nascondendo una lacrima che lenta le percorreva la guancia e chiudendo violentemente la valigia.

Abitava con Liam da quando aveva compiuto diciotto anni, ma l'idea di andare a vivere a Parigi per inseguire il suo sogno non era mai scomparsa, anzi avevano progettato insieme di andare a stare lì: Liam avrebbe frequentato l'Università di Medicina e lei avrebbe cercato di essere ammessa all'Accademia dell'Opera.

Liam non ebbe neanche il tempo di trattenerla per il braccio che Terry era già uscita dalla stanza sbattendo la porta: era come se fosse bloccato sul letto, non riusciva più a muoversi e a cercare di fermare Terry, che si, sarebbe andata via sul serio.

1st July 2012, Paris

Tell her that I love her
more than anyone else
if you don't, then I'll tell her myself

Liam guardò l'Opera di Parigi meravigliato: era uno degli edifici più belli che lui avesse mai visto. D'altra parte la capitale francese era uno dei posti più mozzafiato, Theresa aveva scelto bene, aveva sempre avuto buongusto in questo tipo di cose.

Non era passato molto tempo da quando lo stesso giorno di Luglio lei l'aveva lasciato e l'aveva mollato a Wolverhampton senza neanche più fargli una chiamata. Buttò a terra il mozzicone della sigaretta prima di entrare a passi incerti in quel tempio dell'arte: aveva anche preso a fumare di nuovo da quando Terry non stava più con lui.

Avvolto in un prezioso smoking nero cercò di guardarsi intorno: sapeva che l'avrebbe trovata lì, per tutta Parigi c'erano locandine con il suo nome.

Ormai era diventata una delle ballerine più quotate dell'Opera, e proprio quel giorno aveva il compito di fare Odile nel Lago dei Cigni

Non vedeva l'ora di sedersi al suo posto, prendere il suo binocolo e ammirare la sua bella principessa dai capelli color rame: se ne sarebbe tornato a Wolverhampton la mattina dopo, con il primo treno che avrebbe trovato per l'Inghilterra. A lui bastava vederla per un secondo, dato che era un anno esatto che se n'era andata. 

Liam si sedette al suo posto, osservando la gente che gli passava davanti: di sicuro erano tutti più nobili, più ricchi di lui, stretto nello smoking buono di suo padre - quindi già abbastanza vecchio - ma in quel momento non gliene poteva importare di meno. Lui aveva bisogno di quei capelli ramati e quelle gote rosee, ne aveva bisogno con tutto il cuore dopo un anno di astinenza. L'aveva cercata altre volte, ma mai l'aveva trovata. S'era persino trasferito per un paio di mesi alla Sorbonna ma aveva mollato tutto quando aveva capito che medicina non faceva proprio per lui. Poi l'Inghilterra è sempre l'Inghilterra, e lui non poteva stare troppo lontano dalla sua madrepatria. 

«Scusi signore, sa dove sono i camerini?» domandò al suo vicino di posto, con ancora un mazzo di cento rose rosse in mano: era deciso, voleva vederla e doveva dirle per l'ultima volta che l'amava sul serio, che era l'unica per lui, e poi se ne sarebbe andato se lei avrebbe voluto.

«Certo, ma le consiglio di sbrigarsi, a breve inizia» esclamò il signore abbastanza anziano che gli era vicino, questi gli indicò anche il percorso per i camerini: avrebbe dovuto fare presto e senza neanche farsi vedere dato che in teoria non ci si poteva avvicinare a quell'ora.

Sgusciò di soppiatto tra due signore in pelliccia ed arrivò in pochi minuti davanti ad una porta bianca con su scritto il suo nome: il cuore gli usciva fuori dal petto, era qualcosa di incredibile, si era sentito così soltanto quel primo luglio di due anni prima, in cui si erano soltanto sorrisi, ma quello era bastato.

«Si, chi è?» domandò una voce soffiata, appena sentì il bussare delicato.

Liam respirò profondamente e poi girò la maniglia, riuscendo finalmente a vederla dopo tanto, troppo tempo: era bella come al solito, un delicato tutù di tulle bianco perla e quei capelli meravigliosi raccolti in uno chignon ancor più preciso e pieno di forcine di quanto lo aveva quel famoso primo luglio.

«Cosa ci fai qua?» chiese Terry, gettando uno sguardo di pietra sia alle rose rosse che a Liam, anche se in cuor suo, il suo desiderio più grande in quegli ultimi due anni era stato lui, sempre e solo lui.

«Sarò veloce, non ti preoccupare - cominciò lui, deglutendo ed allentandosi il nodo del papillon, che cominciava a dargli fastidio - ti volevo soltanto dire che ti amo più di chiunque altra, più di me stesso, più di tutto. Theresa, è un anno che non ti vedo, che non sento la tua voce... mi hai ucciso e niente cazzo, volevo solo dirti che sono contento che tu abbia realizzato il tuo sogno senza.. senza di me» Liam prese fiato, avvicinandosi di poco alla ragazza - simile quasi ad una principessa d'epoca - e lasciando le rose sul tavolo dove giacevano i trucchi sparsi, quei trucchi che mai erano piaciuti a Terry. Si era avvicinato guardingo, come se Terry fosse una bomba ad orologeria pronta a scoppiare se solo qualcuno l'avesse toccata. 

«Ti amo, Liam» disse la rossa, trattenendolo per un braccio ed asciugandosi un'ennesima lacrima che le stava rovinando il trucco da perfetta ballerina. 

«Già, ti amo anche io e credimi, Theresa Lovelock, lo farò sempre - disse, accennando un lieve sorriso - ma adesso è meglio che vada»

Le baciò la fronte, delicatamente, come se Terry fosse la cosa più fragile al mondo, come se fosse un piccola ballerina di cristallo e andò via, lasciandosi alle spalle il suo passato, il suo presente e probabilmente anche il suo futuro.

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Salve, sono sempre io che intaso questo fandom di schifezze varie. L'idea di questa oneshot mi è venuta in mente ascoltando "One Night" di Ed Sheeran, che ultimamente mi sta aiutando in un periodo un po' così della mia vita. Anche "Still The One" dei miei One Direction mi ha aiutata nella stesura di questa schifezza. Non so se vi possa piacere, insomma, non ha il classico lietofine che tutte le mie oneshot/long hanno, ma Holland Roden e Liam mi piacciono davvero tanto ed eccovi qua.
Il banner l'ho fatto io, sapete, sarei curiosa di sapere cosa ne pensiate di tutti 'sti banner che sto facendo perché io a dire la verità non ne sono mai convinta a pieno.
Spero che possiate farmi sapere il vostro pensiero, vi mando un bacio e buona BEFANA :)
Ari

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