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Autore: fuko chan    06/01/2013    2 recensioni
Il nostro ciclo vitale: si nasce, si cresce e invecchiando si muore! No! L’ascia dell’oscura signora non aspetta l’anzianità di una persona… Lei è la giudice della nostra vita! È lei che stabilisce la nostra ora! Paura? Ora non più, da quando riesco a guardarla in faccia con il sorriso!
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One shot partecipante al contest "a letter to...". Grazie a tutti i cari viandanti che passeranno di qua e si soffermeranno a leggere!




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- Nickname EFP     
fuko chan

- Titolo     
L’Oscura Signora.

- Introduzione
Il nostro ciclo vitale: si nasce, si cresce e invecchiando si muore! No! L’ascia dell’oscura signora non aspetta l’anzianità di una persona… lei è la giudice della nostra vita! È lei che stabilisce la nostra ora! Paura? Ora non più, da quando riesco a guardarla in faccia con il sorriso!

- Pacchetto
8

- Note dell’autore
La notte mi ispira molto. Questo tema mi ha riportato indietro nel tempo, quando persi una persona molto cara, e durante la sua malattia parlavamo spesso della morte. Noi odiavamo questo appellativo quindi l’abbiamo sempre citata come l’oscura signora. La sera prima che lui morì, stavamo parlando e lui mi disse “io non temo la morte, perché so che non è un addio, ma solo un arrivederci”.

 
 
 

 
Il profumo dolce dell’estate, la brezza che scivola sulla calda pelle, il venticello che vola fra i capelli, il sapore di salsedine in riva al mare.
Non si pensa mai alla morte, all’addio del nostro ciclo vitale. Si nasce, si cresce e invecchiando si muore. Almeno, quello che ci hanno insegnato è che quando si invecchia si muore.
Invece errano… errano perché tante vite si affievoliscono poco dopo la nascita, tante vite si spengono poco a poco dopo l’adolescenza, e tante vite ci danno il loro addio nel fiore pieno della gioventù.
La morte, vista sempre come un’ombra che regna sopra di noi, colei che stabilisce la nostra ora, ha sempre fatto paura a tutti noi comuni mortali…O forse non tutti! Forse chi lotta a denti stretti per la vita, o chi prima di darci l’addio sorride, sono proprio coloro che non si abbassano ad essa, anzi. La guardano a testa alta, come per dire “prendimi, ormai mi hai in pugno, ma non importa.
Ciò che doveva essere goduto è stato goduto. Non ho né rimpianti e né rimorsi, ho vissuto la mia vita al 100%. Ora puoi fare di me la tua preda. Prendimi pure”... era proprio questo di cui si discuteva, ricordi? Proprio in quell’estate!
Ah ah ah… Ma quante ore abbiamo perso a parlarne durante le stagioni che passavano. Io e te davanti al camino, guardando nonna che ci preparava le sciarpe a maglia, chiedendoci chi le avrebbe fatte al posto suo quando l’oscura signora sarebbe venuta a prenderla.
E poi guardavamo papà, sorridente come tutte le sere, che si appisolava ogni tanto sul divano e la mamma che si arrabbiava sempre perché doveva aiutarla ad asciugare i piatti.
Ricordi fratello?
Quando ci domandavamo cosa sarebbe successo se loro non ci fossero più stati, se ci saremmo sentiti soli e saremmo riusciti ad andare avanti, facendoci forza a vicenda.
Cristo, quante parole dette sul nostro grande letto, mentre tu mi abbracciavi delicatamente perché avevo paura di quell’oscura signora, che si prendeva tutte le persone più care, che mi portava via qualsiasi cosa, facendomi rimanere in piena solitudine.
E tu lì, ridevi di fronte alle mie paranoie. Non ti ha mai fatto paura lei, la deridevi sempre di fronte a quell’ingenua me, perché affermavi che la morte non era nient’altro che un arrivederci.
Eri convinto che la vita reale era solo un passaggio, per arrivare finalmente alla vita celestiale dove non ci sarebbero più stati problemi. Amavi  la parola “celestiale”, ogni volta che la dicevi ti sentivi fiero di te. Ed io ti guardavo, con le lacrime che mi rigavano il viso.
Ti guardavo e ti amavo, perché eri l’altra parte di me, la parte più vitale del mio essere, quella con cui senza di essa non avrei mai saputo rialzarmi.
Mi abbracciavi sempre più forte, mentre tremavo tra le tue braccia, indifesa e ancora troppo piccola per pensare alla vita celestiale.
Su quel lettone grande che profumava di te, mi baciavi la fronte e guardandomi diritta negli occhi mi dicevi sempre “vivi al 100% la tua vita, senza avere né rimpianti e né rimorsi; mostra il tuo fiero sorriso al nemico, non avere paura! Tu hai la forza per farlo, io sono il tuo scudo, ma tu lo devi essere altrettanto per me, sennò come farei a vivere con l’altra mia metà se piagnucola sempre?” e li ridevamo, oh come ridevamo… e poi concludevi “io sarò sempre con te! Sii forte per tutti quelli che hai accanto.”
Un piccolo sorriso e poi “Buonanotte!” e ci addormentavamo sotto il lenzuolo caldo della fresca notte estiva. Eh si… perché quella è stata l’estate che mai dimenticherò… l’estate dei tuoi primi 27 anni.
Quanto tempo è passato dalla nostra ultima chiacchierata. Tu non parli più, non mi racconti più nulla, non mi abbracci. Perché sei diventato così freddo? Ti cerco sul lettone, ma mi scalci via. Eppure sento ancora intenso il tuo profumo!
Ma allora perché non mi cerchi più?
Caro fratello, perché non riesco ad accettarlo?
Perché non riesco ad accettare il tuo arrivederci?
E mi addormento perdendomi nelle lacrime. I miei sogni arrivano a te, tu sei sempre lì, sorridente… provo a prenderti la mano ma tu scappi, e mi dici “ancora non è il momento!”.
Cristo! Ma allora quando è il momento?
E ti rivedo lì, sulla nostra moto, che te ne vai verso un luogo sconosciuto ed infinito. “Ricorda, abbi sempre la forza di rialzarti, vivi la tua vita, perché è il dono più grande che ci è stato fatto!” e con le tue ultime parole apro gli occhi, con il sole che entra dentro le fessure delle persiane… apro la finestra e mi guardo attorno.
La nonna è sempre li, sulla sua sedia a fare le nostre sciarpe a mano, papà è un po’ giu di corda, ma sorride sempre. Mamma sta diventando sempre più forte, la vedo impegnarsi in tutto quello che fa.
Ora è da tanto che non piange. La casa è sempre uguale, il profumo di salsedine che ci viene dal mare è sempre lo stesso, come la brezza che accarezza il corpo. So che mi stai guardando. È difficile ammetterlo ma manchi solo tu! 
So che l’oscura signora, quel giorno è passata proprio lì, di fianco a noi. Ci ha calpestato con la sua rabbia, ha passato l’ascia solo su di te.
Perché?
Ovvio no. Non sapeva cosa farsene di una debole come me! Ma io ti ho visto… non hai fatto altro che tenermi stretta, proteggendomi dal caos che c’era intorno a noi. La nostra moto distrutta, la macchina che ci è salita sopra non aveva più la facciata, e noi lì, stesi e immobili; ma non hai avuto paura! Sorridevi. Anche lì tu sorridevi.
Ormai sono 5 anni che il tuo sorriso è rimasto bloccato in quelle lamiere distrutte. 5 anni che non riesco ad accettare il tuo “ciao”, 5 anni che ti cerco nel letto e tu non ci sei! Ricordi caro fratello?
“Dimmi tu addio, che a me non riesce. Morire è facile e perderti è difficile.”
E tu steso sulla barella hai espresso il tuo ultimo pensiero “Non dirò mai addio. Ricorda, per me è solo un arrivederci!” Quante lacrime che ho versato sul tuo cuscino, urlando il tuo nome senza avere risposte! Cercandoti e senza essere mai cercata! Ma forse è proprio qui che sbaglio.
Mi hai fatto una promessa, saresti sempre stato al mio fianco.
Sono io a volere il troppo, quando posso solo rifugiarmi dentro al mio cuore, perché ti sento, tu sei lì con me! Non mi hai abbandonato. I nostri ricordi intrappolati dentro al mio essere, fanno di te la mia vitalità. E la notte, quando ti parlo, so che mi ascolti anche se non sento risposte.
Ma perché? È ovvio no, le risposte sono tutte archiviate nel mio libro dei ricordi. Perché si, ho accettato la tua mancanza! Ho imparato ad essere forte, non piango più, non ho più paura di nulla.
L’oscura signora è venuta a farmi visita molte volte, sai l’ho invitata io! Ma non ha voluto portarmi con sé. L’ho guardata e le ho sorriso… “non mi fai paura” le ho sussurrato! E se né è andata.
Ora si che cammino a testa alta, so di essere più forte di lei, e non le darò mai la soddisfazione di prendermi nelle mie debolezze. Anzi, mi vedrà sempre sorridere. Caro fratello, grazie per il tuo amore a me donato, grazie alle parole, agli abbracci, al tuo affetto.
Avrei tanto voluto far conoscere lo zio “celestiale” ai miei due figli. Eh si. Ormai sono mamma, credo che tu già lo sappia.
Ora vivo per loro. Ti porto sempre indelebile nel mio cuore, ma forse questa è l’ultima volta che ti scriverò. Non è un addio, ma solo un arrivederci, e come tale aspetterò solo il grande giorno dove l’ascia cadrà su di me, per poterti incontrare di nuovo.
Da questo momento in avanti, sappi che il bene che ti voglio va sopra ogni cosa, ed avremo tempo per rivederci, in un altro mondo e in un altro spazio!
 

“… la vita non è mai come la vogliamo. Prima ti senti morire, e poi invece, ti invade la piena voglia di continuare ad andare avanti.” 

   
 
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