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Autore: potteriana per sempre    06/01/2013    1 recensioni
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Felton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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                                                                              “IO?...INSEGNANTE?”
                                                                                    capitolo cinque:
 
Tutti che salivano su queste carrozze trasportate da un nulla…”hey Abbie, cos’è che trascina le carrozze?” le chiesi. “bhe Rose, non tutti li vedono, sono Thestral e sono creature magiche del nostro mondo. Possono essere visti solo da chi ha visto qualcuno morire… fortunatamente io non li vedo”. Era strano salire su una di quelle cose sapendo che niente le trascinava, o era cosi che io vedevo la situazione.
Erano attaccate a ruote antiche, stranamente antiche e, al di sopra, posti a sedere di legno, non molto comoda come carrozza, ma non era al momento quello che mi preoccupava. Almeno una volta salita, sarei arrivata là dove qualcuno mi avrebbero dato una mano. Salii insieme a Abbie, Derek e Josh.
Non molto socievoli i due ragazzi, uno giocava con il suo topo e l’altro leggeva uno strano libro fornito di denti appuntiti e occhi malvagi, mi riferii solo ad Abbie. “e adesso? Cosa dovrei fare? Mi vergogno un po’, dopotutto sono un’estranea… e se si arrabbiano perché  mi sono intrufolata nel vostro mondo? Insomma non è colpa mia!”. Abbie era lì che mi fissava, a quanto pare gli incuriosiva molto la mia storia e, se devo dirla tutta, ridacchiava qualche volta.
“sta tranquilla, qui non sono così crudeli, e poi da come mi hai detto, sei capitata qua per sbaglio, non possono arrabbiarsi. Tranquilla se non ti credono ci sono io come testimone”. Con molto sollievo mi misi comoda, mentre la carrozza continuava ad andare verso il nulla, io respirai, ovvio più di una volta, ma più che respiri erano sospiri… sobbalzando un po’ con il corpo per colpa di quelle profonde buche nel terreno, riuscii a vedere un cancello, un enorme cancello di color nero, molto curato, sembrava per l’appunto, l’entrata di un castello. Come prima impressione non ero in buono stato… tutto questo viaggio e questo stress, mi aveva sciupato il viso. Capelli spettinati e vestiti un po’ sporchi, mi sarei fatta volentieri una doccia. “oh, eccoci arrivati” disse Abbie.
Scendemmo da quel legname, un piede alla volta fino a toccare il terreno bagnato e cosi pieno di terra sbriciolata; mi mordevo le unghie a più non posso, masticavo e a testa bassa tenevo lo sguardo alto muovendo gli occhi a destra e sinistra. Seguivo quei tre ragazzi senza mai perderli di vista, ma tra la folla era difficile tenerli d’occhio. “vieni è di qua!” mi prese per mano e mi tirò via.
La fermai, tra quella folla che camminava io la bloccai e guardandola negli occhi gli chiesi “ma perché fai tutto questo per me, insomma, non mi conosci, come fai sapere che sono di animo buono?” quella ragazza, che fino adesso si mostrò buona e gentile. “i miei mi hanno insegnato da sempre ad aiutare il prossimo, e bhe a te serve un aiuto e nel tuo sguardo vedo la sincerità, ho avuto a che fare con gente falsa”. Le sorrisi, non mi era mai capitato che qualcuno mi disse cosi belle parole, era davvero una sensazione piacevole e commovente. Riprendemmo a camminare.
Si esatto, eravamo entrate, avevo superato il cancello. Il luogo in cui mi trovavo era buio, a causa della notte, freddo, a causa del vento e pieno di enormi alberi, i quali si muovevano, un fruscio li scuoteva come se danzassero, come se volessero parlare, attraverso la danza. Attorno a me tanti ragazzi piccoli, grandi, magri, grassi, cravatte blu, gialle, rosse, verdi. Era cosi strano laggiù ma in uno strano modo, non avevo affatto paura, l’effetto di quell’aria magica mi faceva star bene. Delle barche, si c’erano tante barche e un enorme lago nero, liscio come l’olio, da superare; la cosa buffa? Le barche non avevano remi.
Andavano da sole dato che il lago, talmente calmo e sereno, le muoveva, trasportandole in quella riva dove sorgeva questo enorme castello. Arrivati alla riva, “Derek, Josh voi andate, io porto Rose dalla professoressa Barnes!... vieni, ti porto da Clotilda Barnes, la nostra professoressa di storia della magia, lei forse saprà cosa succede” “emh ok si”. Finalmente la folla era sparita, tutti ansiosi di andare ai dormitori e rivivere dei momenti passati.
Mi trovavo sola con Abbie in quel corridoio antico dal quale, in ogni occasione mi girassi, c’era uno stupendo panorama; mi stavo quasi affezionando. Si fermò, davanti a una porta enorme e disse “aspetta qui, la vado a chiamare”. Lasciò la porta socchiusa; sentivo strani rumori, strane parole e poi silenzio, un silenzio di due o tre minuti, ma…oddio!! Uno strillo da parte di una signora e, come se non bastasse, dei passi si avvicinavano verso di me; mi allontanai, facendo finta di niente.
Boom! La porta si spalancò, Abbie insieme a una vecchia signora, capelli raccolti, cappello a punta e una divisa con mantello di color nero-viola. Mi guardò, anzi mi fissò, si abbassò gli occhiali e con occhi socchiusi si avvicinò al mio viso.
Che dire, ero un po’ spaventata da quello sguardo minaccioso, ma l’unica cosa da fare era stare fermi e in silenzio; sembrava come se mi conoscesse, ormai potevo aspettarmi di tutto. Si allontanò dal mio viso e non parlò. Si ritirò con Abbie e parlarono sottovoce, discutendo.
Tornarono da me e... “ signorina Abbie Wilkinson, se è vero tutto quello che mi hai detto, non potremmo certo cacciarla via, dopotutto se si trova in questa meravigliosa dimora dimostra si che lei è una maga, e noi non siamo mai scortesi con dei nostri simili. Signora..?” “emh mi chiamo Rose Hall”…. “signora Rose Hall le diamo il benvenuto nella nostra amata scuola di magia e stregoneria, Hogwarts. Signora Hall la devo mettere però a conoscenza che noi qua lavoriamo sodo e, se ne è in grado, date le circostanze, ci servirebbe giusto appunto un insegnante in Babbanologia, materia facoltativa per i nostri ragazzi molto interessante sa, il nostro caro amato professor Clarke è deceduto giorni fa. Lo so, quello che le è successo è terribile, ma se si trova qua è evidente, è una maga anche lei. Non avrà problemi a quanto pare, dato che ha vissuto tra i babbani da sempre. Le daremo lezioni private poi, per quanto riguarda la magia, tutti qua studiano magia compresa lei. La prego non si tiri indietro questa è la sua occasione PER RICORDARE.
”Scioccata, impaurita, volevo solo tornare a casa. Io… insegnante?? Mi sarei svegliata da questo incubo prima o poi. “ma…ma..io” “eccellente, darò la notizia ai miei colleghi. Dovete scusarmi ora ma devo tornare nella sala, il dovere mi chiama” mentre tornava nella sala “abbiamo una nuova insegnante!!”. No, io non volevo questo! È un incubo, si lo è. Perché questa giornata non finiva mai?... “su Rose ce la farai” arrabbiata, stressata, scioccata, intontita da quella vecchia che di botto, puf sono un insegnante. “no! Abbie grazie del tuo aiuto ma no, non farò l’insegnate di Babbanologia! no.”
Era triste, ma sapeva che ci sarei riuscita, sapeva che forse così mi sarei ricordata del mi passato. “lo so che è dura, lo so che vuoi tornare a casa, ti capisco. Forse hai solo bisogno di tempo, qua ti diverti, passi un anno meraviglioso e forse cosi, riuscirai a ricordare le cose passate, forse ti aiuterà questa esperienza; io sono qua ad aiutarti e ci sarò sempre”. “grazie, menomale che ci sei tu. Voglio solo dormire e svegliarmi da questo incubo”. Non sarei riuscita a dormire ma cosa più strana, quella signora era talmente sicura da cedermi il posto di insegnante, sembrava come se mi conoscesse.
Abbie mi portò a una sala chiamata SALA GRANDE mi disse che la cerimonia avrebbe avuto inizio proprio in quel momento.
  
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