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Autore: Francy_92    06/01/2013    26 recensioni
Gaia e Andrea sono compagni di scuola ma in classi diverse. Entrambi devono iniziare il quinto. Lei linguistico, lui scientifico. Prima che finisse l'anno prima, è stato annunciato un progetto scolastico che prevede un soggiorno di tre settimane in Inghilterra. Lui, rubacuori e bello, è conosciuto da tutti; lei, riservata e con un peso sul cuore, non conosce praticamente nessuno. Sin dal viaggio di andata cominciano a litigare, fin quando... qualcosa cambierà gli eventi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A true love story never ends''
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Buona sera e buona festa della Befana anche se siamo agli sgoccioli.
Voglio dire alle ragazze che hanno "insistito" ad avere il capitolo stasera che, se vi angosciate, non è colpa mia xD Se domani il ritorno a scuola farà ancora più schifo, non prendetevela con me :P Il capitolo in anteprima lo avete voluto voi!
Detto questo, vi auguro buona lettura :* :*


Let’s blame it on September
 
Capitolo 16
*Insieme contro tutti…?*

 
Sono passati venti giorni dal ritorno a scuola e, finalmente, ho recuperato tutto quello che le mie compagne hanno fatto durante la mia assenza.
Credevo di non riuscirci, soprattutto perché la presenza di Andrea a casa mia mi ha distratta molto; mia madre è tornata dopo tre giorni, quindi non abbiamo più passato molto tempo insieme. Mi sono concentrata sullo studio e adesso, finalmente, sono in pari con il programma.
Le cose tra me e Andrea sembrano andare abbastanza bene.
La mia paura più grande era quella che lui cambiasse idea una volta che i suoi amici vedessero chi ero, ma non è successo niente del genere.
Oggi è sabato e non ho mai odiato questo giorno come oggi.
Doveva essere un sabato normale. Uno di quei sabato sera che passi con gli amici in centro o in un pub, bevendo qualcosa e scherzando su qualcos’altro.
Invece no. Il suo amico Samuele – Sam – ha proposto di andare in una discoteca fuori città.
«Ti va di andarci?» chiede Andrea guardandomi mentre gioca con le mie mani.
Guardo prima lui e poi isuoi amici. Mi stanno fissando tutti!
Ah, ho capito. Aspettano la mia decisione. Oh dio…
Guardo di nuovo Andrea, lui è tranquillo «Se non vuoi non sei obbligata. Possiamo passare la serata in maniera diversa» dice, ma dal suo sguardo capisco che vorrebbe andare.
«Uhm, no, possiamo andare» dico sorridendo.
«Ti va? Sicura?»
«Si, sono sicura» rispondo sorridendo.
Ovviamente non mi va, ma a lui si, quindi ho accettato. E poi una serata diversa non fa male a nessuno.
Mi divertirò!
Pensavo mi sarei divertita e lo penso ancora adesso, ma più si avvicina l’ora X, più mi sento in ansia. Alla fine, non è la prima volta che usciamo con i suoi amici. Tutti si sono abituati a vederci insieme.
Ok, proprio tutti no, Elena e suo cugino ogni tanto mi lanciano certe occhiate malefiche, però non hanno creato problemi; soprattutto Luigi.
Automaticamente la mia mano si sposta sul collo, proprio dove le sue dita hanno stretto.
È passato solo un mese, ma a me sembra un'eternità.
Forse sono gli eventi che alterano la mia  realtà, perché mi sembra ancora così strano che, da un mese, io e Andrea stiamo insieme.
Purtroppo, nonostante questo, lui non ha ancora cambiato idea o forse non ci pensa nemmeno più.
A volte lo guardo, come adesso, chiedendomi se non stia facendo uno sbaglio madornale. Se non abbia sbagliato, tempo fa, a fidarmi di lui; se abbia mal riposto in lui la fiducia che forse, oggi come oggi, non meriterebbe.
Non voglio affrettare le cose; un mese è poco per innamorarsi di una persona, ma tutto ciò non coinciderebbe con la cotta che dice di avere da quattro anni.
Pensavo che, proprio grazie a questa, si sarebbe sbilanciato; che sarebbe andato un po’ oltre il “ti voglio bene”, invece niente. Siamo ancora al punto di partenza.
I nostri sentimenti sembrano sempre gli stessi. O meglio, i suoi sentimenti lo sono.
Io ho paura di continuare ad innamorarmi di lui. E so che succede ogni giorno di più.
Succede ogni mattina quando salgo sulla sua auto; ogni volta che mi prende per mano, ogni volta che sfiora le mie labbra con le sue; ogni volta che facciamo l’amore…
È sempre così carino con me che penso davvero che presto arriverà la svolta; ma sto perdendo le speranze, perché per lui sta diventando davvero tutto… monotono. È come se stessimo insieme da anni e lui non trovasse più uno stimolo valido per dirmi cosa prova per me.
È come se stesse con Elena, ma io non sono lei e ci tengo davvero a questa relazione.
A volte, la notte, mi manca l’aria al pensiero che lui mi lasci. Accidenti…
Mi capita spesso anche di giorno, come adesso.
Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo. Non voglio lasciarlo.
«Ehi, tutto ok?»
Mi volto, Andrea mi guarda preoccupato.
E poi, ci sono questi momenti, quando lui mi guarda in questo modo, che mi fanno credere che le mie siano soltanto le paranoie di una ragazza insicura, perché so che lui ci tiene a me.
Lo so, ne sono più che sicura.
«Si, scusa» rispondo sorridendo.
«Sei strana oggi» dice concentrandosi di nuovo sulla guida.
L’argomento della conversazione non mi piacerà, ma almeno mi terrà lontana da questi pensieri.
«In che senso? Non sono strana»
«Si, invece. Lo sei da quando sei uscita da scuola. Nel pomeriggio non ti sei fatta sentire e adesso lo sei ancora più di prima»
«Andrea, non sono strana»
«Allora che ti passa per la testa?»
«Niente. Sono… sono solo preoccupata per il compito di oggi. Non credo di aver scritto abbastanza»
«Ah»
Sorrido e mi avvicino alla sua guancia. «Scusa» mormoro e lo bacio.
«Per cosa?» chiede girando il volto e rubandomi un bacio. Mi sorride e guarda di nuovo la strada.
«Per averti ehm… ignorato oggi. Non era mia intenzione»
«Va bene. Senti, se hai cambiato idea per stasera, non importa»
«No, non ho cambiato idea» dico cercando di sembrare convincente.
«Ok» risponde lui guardandomi.
«Chi… chi verrà?» chiedo.
«Luigi, Elena, Alessia, Giorgio, Samuele e tutti gli altri. Li conosci, no?»
«Si, infatti» rispondo. Beh, almeno ci saranno Alessia e Giorgio.
«Stai tranquilla. Ci divertiremo»
Annuisco e appoggio la testa sulla sua spalla.
 
«Hai deciso cosa metterti stasera?» mi chiede Serena.
Dopo essermi fatta riaccompagnare da Andrea, a casa ho trovato la mia amica.
«Si, più o meno» rispondo aprendo l’armadio.
«A che ora ti viene a prendere Andrea?»
«Alle dieci. Morirò d’ansia nel frattempo»
«Ma perché sei così ansiosa? Sarà una semplice serata in discoteca»
«Non lo so, mi mette ansia»
«Tu sei tutta scema» dice la mia amica ridendo.
Mi lascio contagiare anch'io e mi stendo sul letto accanto a lei.
«Stai tranquilla Gaia e pensa a divertirti»
La guardo e annuisco.
«Bene, adesso bando alle ciance. Ti aiuto a prepararti»
«Non uscite stasera?»
«No. Massimo vuole restare a casa»
«Ah, ok» rispondo ridendo. Immagino perché vuole rimanere a casa.
«Dai andiamo»
Serena si alza e trascina anche me.
Impiego mezz’ora per fare la doccia. Quando esco Serena ha allestito la mia scrivania con trucchi e accessori per la serata.
«Che hai fatto?»
«Fai silenzio» risponde secca e mi strappa l’asciugamano dal corpo. Meno male che avevo indossato almeno le mutandine.
«Serena!!» esclamo coprendomi il seno.
La mia amica scoppia a ridere e mi tira il reggiseno.
«Sbrigati che sono già le otto»
«Facciamo tutto con calma ti prego, altrimenti nell'attesa mi agito»
«Va bene, ok. Basta che ti calmi»
Forse sto esagerando un po’. Non è la prima volta che esco con Andrea insieme agli altri; quindi la mia ansia è veramente immotivata!
Serena impiega circa un’ora per asciugarmi e sistemarmi i capelli, e pochi minuti per truccarmi.
Mi guardo allo specchio e, devo dire, che ha fatto un lavoro perfetto. Quasi quanto quello che avevano fatto Elena ed Alessia l’ultima sera in Inghilterra prima di quella festa.
«Perfetto. Ho finito. Mancano dieci minuti alle dieci e devi solo vestirti. Sei più rilassata adesso?»
«Te lo dirò domani»
Scoppia a ridere per la mia incapacità di rilassarmi per un’uscita del tutto innocua e mi bacia sulle guance, prima di uscire dalla mia camera e ritornare a casa sua.
Mi guardo allo specchio e provo a calmarmi. Se Andrea vede che sono così agitata deciderà sicuramente di restare qui.
Mi alzo e mi avvicino al letto, afferrando il vestito bianco e nero che indosso per stasera. Allaccio la cintura in vita e controllo che nella borsetta ci sia tutto. Prendo le scarpe dall’armadio e le indosso.
Drizzo le spalle e mi avvicino allo specchio. Ok, sono pronta.
La suoneria del cellulare mi distrae dall’immagine che vedo nello specchio.
«Si?»
«Signorina è pronta?»
Sorrido e mi rilasso all’istante. Sentire la sua voce mi calma.
«Si, sono pronta» rispondo.
«Bene, allora mi apri? Tua madre è a casa?»
«La vuoi incontrare?»
«Apri, scimmietta»
Ridacchio e scendo ad aprire la porta.
«Gaia…» mi chiama mia madre dal suo studio.
«Mamma, aspetta un attimo» dico aprendo la porta.
«Ciao» lo saluto abbracciandolo.
«Sei bellissima» dice baciandomi il collo.
«Grazie. Anche tu stai bene» dico a mia volta. «Il tuo profumo mi piace» aggiungo.
«Ti eccita?» chiede.
«Non ho detto questo» rispondo facendogli la linguaccia.
«Gaia! Puoi venirmi a dare una mano!?!?!»
«Entra. Vado a vedere cosa vuole mia madre» dico baciandolo a stampo.
Mi allontano, lasciandolo nel soggiorno e raggiungendo mia madre nel suo laboratorio.
«Mamma! Che c’è? C’è Andrea» dico entrando.
«E’ qui?! Passami quel barattolo viola»
«Ma dove sei?»
«Qua sopra» dice e alzando lo sguardo, la vedo arrampicata su una scala: dipinge una tela enorme.
«Ma che stai facendo?» le chiedo passandole il barattolo e cercando di non sporcarmi.
«Mi hanno chiesto di dipingere qualcosa di astratto e di enorme»
«Che è enorme si vede»
«Già. Comunque adesso esci! Non puoi guardare»
«Ok. Ehm… mamma, stasera vado in discoteca con Andrea»
«In discoteca?» chiede guardandomi.
«Si. È un problema?»
«No, ma stai attenta, per favore, ok?»
«Certo» rispondo. Le soffio un bacio ed esco.
«Tutto ok?» chiede Andrea alzandosi dal divano.
«Si, scusa. Voleva che le passassi un barattolo di vernice»
«Sta dipingendo?»
«Si, si è arrampicata fin quasi al tetto»
Lui mi guarda confuso e io scoppio a ridere «Lascia stare. Vado a prendere la borsa e sono da te»
Annuisce e si siede di nuovo.
Velocemente spruzzo un po’ di profumo e scendo nuovamente al piano di sotto. Saluto mia madre e ritorno da Andrea.
«Eccomi» dico.
Lui spegne la tv e si alza. «Andiamo. Siamo un po’ in ritardo»
«Se mia mamma non avesse avuto bisogno, sarei uscita subito quando mi hai chiamata»
«Tranquilla. Andiamo» dice prendendomi per mano.
Usciamo di casa e, per un po’, restiamo in silenzio.
Se questo pomeriggio ero io ad essere silenziosa, adesso lo è lui.
Dalla breve telefonata di poco prima, credevo che fosse tutto ok, invece, credo sia successo qualcosa.
«Andrea posso farti una domanda?» chiedo mentre siamo fermi ad un semaforo.
«Dimmi» risponde lui scrivendo un messaggio sul suo cellulare.
«Guardami» dico mettendo la mano sul telefono.
«Dai, Gaia! Ma che fai? Devo mandare un messaggio a Luigi!!» si lamenta.
«Andrea che ti prende?»
«Che mi prende?! Niente! Perché credi che abbia qualcosa?»
«Non parli ed è strano visto che, quando ci siamo sentiti prima, non c'erano problemi»
«Ah allora se sei tu a non spiccicare una parola non è strano, non ti prende niente; mentre adesso che lo faccio io invece è strano e deve esserci per forza qualcosa sotto» dice quasi urlando.
«Non stavo parlando di questo»
«Ne sto parlando io, però»
«Stai cambiando argomento» gli faccio notare.
«Non. Sto. Cambiando. Argomento. Ti sto soltanto dicendo che, anch'io come te, ho i miei momenti di silenzio» dice alzando il tono della voce.
Lo guardo scioccata con gli occhi spalancati.
Dov’è il mio Andrea?
«Scusa» mormora infine, riprendendo a guidare.
«Volevo sapere se andava tutto bene e se, in caso contrario, ne volevi parlare, ma ho afferrato il concetto: mi faccio gli affari miei» spiego sprofondando nel sedile.
«Gaia…»
«Non ne voglio più parlare» dico alzando il volume dello stereo.
Andrea non insiste, così non diciamo praticamente nulla fin quando non arriviamo sotto casa di Luigi, dove troviamo lui ed Elena.
Perfetto! Questa serata va di bene in meglio.
«Ciao ragazzi» saluta Elena, mentre Luigi sale silenziosamente in auto.
«Gi, puoi salire davanti?» gli chiede Andrea.
Mi volto a guardarlo di scatto, ma lui tiene lo sguardo fisso sul parabrezza.
Annuisco e sgancio la cintura, scendendo dall’auto. «Possiamo anche non trascorrere la serata insieme» dico allontanandomi dalla macchina.
«Gaia!!» grida Andrea scendendo dall’auto e raggiungendomi.
«No, lasciami in pace. Ritorno a casa»
«Non fare la stupida»
«Non mi dare della stupida» urlo spingendolo.
«Sali in macchina» dice.
«No, ritorno a casa. Non voglio vederti più»
«Bene, allora!» urla irritato «Ritornatene a casa. Riprendi a fare la sfigata» aggiunge e se ne va.
Lo guardo scioccata salire in macchina e sbattere forte la portiera. Subito dopo, mette in moto e se ne va.
Scoppio a piangere in mezzo alla strada e, tirando su con il naso, corro verso casa.
Quando arrivo, mia madre sta ascoltando la musica a tutto volume nel suo studio. Meglio, così non mi sente.
Salgo velocemente in camera e mi infilo a letto, scoppiando di nuovo a piangere.
Sento il cellulare squillare, ma quando vedo il nome sul display, rifiuto la chiamata e lo spengo.
Non ho intenzione né di sentirlo né di vederlo. Non so cosa gli sia preso stasera, ma non è lo stesso Andrea di qualche giorno fa.
È come se fossimo ritornati ad odiarci come prima e, sono sicura, questo mi ucciderà, perché io profondamente innamorata di lui.
Stupida Gaia! Stupida ragazza che si innamora del primo che capita
Continuo a piangere, fin quando la stanchezza non mi mette KO, facendomi addormentare.
 
Andrea ha continuato a chiamarmi per tutta la domenica, ma non ho risposto e non ho voluto incontrarlo quando si è presentato a casa mia.
Ho spiegato a mia madre quello che è successo e lei ha evitato di aprire quando Andrea si è attaccato al campanello della porta.
«Perché non vuoi parlargli?» chiede mia madre entrando in camera mia con due tazze di cioccolata calda.
«Perché è un idiota» rispondo togliendo gli auricolari.
Michael Bublè mi ricorda troppo lui e, nonostante sia arrabbiata, ho bisogno di sentirlo vicino, perché la distanza che ha messo tra noi mi fa male.
«Dovresti passare oltre. Alla fine non ha fatto nulla di male. Ha soltanto avuto una serata no. Magari aveva dei pensieri per la testa e non ti voleva angosciare»
«Ma lui sa che, quando ha un problema, può parlarne con me. Perché ha dovuto comportarsi così?»
«Forse perché nemmeno tu segui il consiglio che dai a lui»
La guardo e credo di aver capito cosa non sia andato.
«Gli parli dei tuoi problemi? Di quello che senti quando pensi che lui non ti ha ancora detto cosa prova per te?»
«No» mormoro.
«Ecco…»
«Mamma, ma non posso parlargliene. Di questo proprio no»
«Perché no?! E’ qualcosa che riguarda soprattutto lui. Se ti fa soffrire il fatto che non ti ha ancora detto se ti ama o no devi farglielo sapere. Devi dirgli che questo ti fa soffrire»
«So già cosa mi risponderebbe»
«Cosa ti direbbe?» chiede.
«Che devo aspettare! Ho paura però di continuare ad innamorarmi aspettando e, alla fine, lui mi dirà che non prova nulla oltre alla semplice amicizia»
«Hai detto che, per tutto questo tempo, ha avuto una cotta per te; vedrai che, prima o poi, cambierà idea»
«Magari da quando abbiamo cominciato a frequentarci ha cambiato idea»
«No tesoro… non credo proprio. Lui è innamorato, glielo si legge in faccia, però tu non riesci a vederlo e lui non riesce a capirlo, ma succederà! Devi solo avere pazienza e riporre la tua fiducia in lui»
Guardo mia madre che mi sorride. «Sei una bellissima ragazza, Gaia. Andrea lo sa e presto si renderà conto di quello che prova per te»
«Lo spero» rispondo posando la tazza sul comodino e avvicinandomi per abbracciarla.
«Grazie mamma»
«Ma non dirlo nemmeno per scherzo. Adesso vai da lui»
Annuisco e mi alzo per vestirmi.
Tanta è la voglia di vederlo, perché mi è mancato tanto in queste ultime ore, che non impiego più di dieci minuti per vestirmi e raggiungerlo a casa sua.
Suono al campanello e aspetto. È proprio Andrea ad aprire.
«Ciao» dice standosene fermo sulla porta.
«Ehi» rispondo sorridendo appena.
«Che ci fai qui?» chiede.
«Mi fai entrare?»
Si guarda in giro e poi apre di più la porta per lasciarmi entrare.
«Allora, adesso mi dici perché sei qui? Pensavo non volessi vedermi» chiede di nuovo incrociando le braccia sul petto.
«Volevo chiederti scusa» mormoro.
«Per cosa? Per esserti comportata come una ragazzina immatura o per aver continuato a farlo anche dopo ignorandomi? Ti aspetti che tutto ritorni come prima solo perché adesso ti sei presentata alla mia porta?» dice infuriato.
«Senti, mi dispiace aver reagito in quel modo ma, se dobbiamo dirla tutta, non è soltanto colpa mia»
«Ah, adesso sarebbe pure colpa mia?» chiede.
«Andrea…» mormoro avvicinandomi a lui.
«Lascia perdere Gaia» dice allontanandosi. «Probabilmente abbiamo fatto uno sbaglio»
«Mi…mi stai… mi stai lasciando?» chiedo con le lacrime agli occhi.
«Gaia, non siamo mai stati veramente insieme» dice guardandomi serio.
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire che ho cercato di non annoiarmi quando, in Inghilterra, ero in casa, niente di più niente di meno»
«Stai dicendo che mi hai presa in giro per tutto questo tempo?»
Annuisce. Scoppio a piangere cercando di fermare i singhiozzi tappandomi la bocca.
«Non è vero…» mormoro avvicinandomi a lui.
«Si invece. Non provo niente per te; so di averti chiesto del tempo per capire se poteva nascere qualcosa, ma no. Non credo di poter riuscire ad innamorarmi di te» dice a denti stretti.
«No, no, no… non è vero! Non mi avresti detto che avevi una cotta per me»
«Ma non capisci? Era solo un modo per avvicinarti»
Lo guardo con gli occhi pieni di rabbia e di lacrime.
«Sono venuta a letto con te, mi sono fidata! Ti ho raccontato di mio padre, ti ho dato il mio cuore. Mi sono innamorata di te e tu, adesso, mi vieni a dire che era tutta una finzione? Ti odio!! Ti odio!» urlo mentre le lacrime continuano a scendere. Lui prova ad avvicinarsi con lo sguardo dispiaciuto, ma sono io, adesso, che mi allontano. «Tutte quelle attenzioni che mi riservavi! Potresti avere un futuro come attore»
«Gaia… tu…»
«Ti odio» mormoro voltandomi e lasciando il prima possibile casa sua.
Non voglio più avere niente a che fare con Andrea!  

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Per favore, non tiratemi nulla addosso. Non ve la prendete con me, ok? Io sono soltanto una povera e insignificante scrittrice. E' tutta colpa della mia mente sadica. Giuro, io non c'entro nulla!
Bene, detto questo... non vi chiedo nemmeno che ne pensate! Ho qualche idea in proposito, ma spero che il capitolo vi sia piaciuto (???) Ho i miei dubbi xD
Ok, addio.
Al prossimo aggiornamento che sarà giorno 15!!

 
   
 
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