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Autore: Shiroohiohi    06/01/2013    0 recensioni
2015. Il dominio dell'uomo vuole estendersi oltre i confini a lui imposti dalla natura, ottenendo risultati negativamente inimmaginabili. Un gruppo di mercenari sarà richiamato all'ordine, e tramite il loro comandante inizieranno un conflitto che li porterà a dover salvare la loro vita, e, probabilmente, tutto il genere umano, senza però perdere loro stessi.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il secondo sorteggiato fu Daniel, soprannominato “Hentai”, il proprietario di un bordello nella periferia di Parigi indagato per tratta di schiavi con la mafia. Non è mai stato incarcerato perché è sempre riuscito a comprare la polizia e vari detective. Non ero sicuro che fosse capace di impugnare un'arma, ma per il compito che gli spettava, non avrebbe rappresentato un problema consistente.
Quando arrivai all'"Hentai's Palace", fui scortato nel suo ufficio da due uomini armati. Arrivati all'ultimo piano mi sorpresi nel vedere, che oltre a belle ragazze sparse qua e là per la stanza, una parete interamente ricoperta da fucili ed armi da fuoco di vario genere, alcune anche da collezione dal valore inestimabile.
L'interessato si avvicinò come se ci conoscessimo da una vita: " Benvenuto nel mio regno! Sei qui per una delle mie bellissime cortigiane, immagino."
Io lo guardai facendo finta di niente: " E' solo un appassionato o le sa anche usare?" Chiesi guardando il muro di fucili e pistole.
" Vuole scherzare?" Mi rispose staccando un fucile e mostrandomelo. " Il mio tesoro, con questo ho ammazzato un sacco di persone." Disse fiero, mostrandomi l'arma ludica, pulita... Perfetta.
" Fucile di precisione, eh? Saresti un buon cecchino."
" Allora, quale vuole? Si è già guardato intorno?" Mi chiese tornando al discorso donne.
" Veramente non sono qui per le donne, sono qui per lei."
Daniel mi guardò storto. " Nono, non capisca male, sono qui per proporle di entrare nella mia squadra di mercenari. La voglio dentro, ora più di prima visto che so che è in grado di usare un L96.”
" Dovrei abbandonare le mie donna e i miei affari."
" Ma guadagnerebbe lo stesso, più la caduta delle accuse nei suoi confronti."
Fece per pensarci, poi rimise a posto il fucile.
" Proposta allettante, potrei starci."
" Dovrebbe starci.", ribattei io allungandogli la mano.
Adesso che avevo il cecchino avevo bisogno di uno spotter e fu sorteggiata l'ex soldato semplice Sara dell'esercito francese. Era stata buttata fuori per una tresca con l'ufficiale (notizia che, oltretutto, era uscita su tutti i giornali). Non si tratta proprio di una criminale però era lo stesso nel nostro database.
Coincidenza straordinaria, mia moglie Gwen era stata una sua compagna di classe alle superiori e quindi la contattò lei.
L'ultima tra i criminali ad essere sorteggiata fu l'hacker Daria, un mostro dell'informatica entrato nel database del governo degli Stati Uniti in 1'04", rinchiusa in un carcere nel bel mezzo del deserto.
Quando arrivai fui accolto da una guardia armata, che mi scortò dentro. Erano tutte donne, sia le guardie che le detenute. Chiesi di Daria, mi portarono in una stanza piena di computer, e la trovai lì. Mi avvicinai.
" Daria?" Domandai.
" Sapevo che sarebbe arrivato. Il gps della sua macchina, Signor Arrel."
Rimasi con un palmo di naso, non me l'aspettavo. Si voltò verso di me, aveva due occhi stupendi.
" Allora, desidera qualcosa?" Era molto diretta e anche a primo impatto sembrava molto intelligente.
" Ti voglio nella mia squadra di mercenari". Lei mi guardò con occhio sospetto.
" Signore, ma lei non lavora per la LOTD?" Iniziai a sudare freddo.
" Una volta, ora non più!" Mantenni lo sguardo per dimostrare che non mentivo.
" Quanti ne ha già arruolati?" Mi chiese spegnendo il computer.
" Sei, tu sei la settima." Risposi.
" Scommetto che sono tutti criminali, uno come lei non arruola gente a caso e poi viene a cercare una nerd come me, in un carcere in mezzo al deserto." Non risposi, capii che in fondo a quello che stava dicendo c'era un tranello per me.
Dopo 5 minuti di silenzio:
" Capisco, ci sto', mi assoldi pure, capitano Arrel." Disse seria.
Quando tornai a casa quella sera, dovetti fare una doccia, lo sguardo di quella matta mi aveva fatto sentire sporco.
  
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