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Autore: I_Cant_be_no_superman    06/01/2013    4 recensioni
Harry torna da Louis dopo il capodanno passato a New York..
[Larry, what else?]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prima di tutto buona sera a tutti :D
Parto con dire che questa ff non ha il minimo senso.. all'inizio doveva essere rossa ma poi i sentimenti mi hanno preso la mano e l'orrenda giornata che ho avuto non ha fatto che agravare il tutto... quindi vi chiedo scusa da adesso u.u
La ff è come secondo me potrebbe essere andato il ritorno di Harry a Londra dopo il capodanno a NY :D
Vi lascio alla lettura <3


ps. scusate i possibili errori ma dato che questa ff non è un gran che non ho voluto scomodare nessuno




Non avevo mai avuto cosi tanta paura di tornare da lui come in quel momento. Tutto quello che era successo tra me e Taylor era una cosa non prevista e me ne ero pentito appena avevo staccato le mie labbra dalle sue.

Aprì piano la porta cercando di non fare rumore.

Era mattina presto e svegliare Louis era l’ultima delle cose che volevo fare, prima mi serviva riflettere su come spiegargli le cose che erano successe senza che si arrabbiasse, anche se ero abbastanza consapevole del fatto che fosse furioso.

La sera di capodanno avevo provato a chiamarlo per ore ma la voce della segretaria era l’unica cosa che avevo sentito.

Mi era mancata la sua voce, il modo dolce e sexy in cui pronunciava il mio nome e i suoi ti amo sussurrati per paura che qualcun altro potesse sentirli.

Mi sentivo male al solo pensiero di quanto quelle immagini avessero potuto ferirlo ma ora non potevo fare niente, era decisamente troppo tardi. Mi chiusi piano la porta alle spalle e lasciai la valigia vicino l’ingresso prima di togliermi la giacca.

La mia attenzione fu catturata da alcuni rumori che venivano dalla cucina.

Sorrisi involontariamente pensando a Louis tra i fornelli e alla sua totale incapacità con qualunque cose riguardasse la cucina.

Stavo per avviarmi verso la fonte di quei rumori ma la mia attenzione fu attirata dalla voce di El.

“Harry sei tornato!” urlò tutta euforica scendendo le scale, lei ovviamente sapeva di me e Louis ma forse lui non le aveva detto niente riguardo a quello che era successo tra noi o, meglio, non era successo.

Mi girai verso di lei rimanendo completamente bloccato sul posto. Indossava la maglia che di solito usa Louis per dormire e nient’altro. Mi corse incontro abbracciandomi felice ma non fui in grado di ricambiare quel gesto.

Dentro di me senti come se qualcosa si fosse spezzato, immaginare tutto quello che doveva essere successo tra quei due mi causò un’assurda voglia di piangere. Ma mi trattenni cercando di fidarmi di Louis e di tutto quello che avevamo costruito in quei due anni.

Non potevo averlo perso per uno stupidissimo errore.

“È bello vederti!” esclamò quando si fu staccata da me continuando a sorridere in modo irritante. Fermai la voglia matta che avevo di scansarla e correre da lui a chiedere spiegazioni.

“Grazie” risposi sorridendo nel modo migliore che mi riuscisse, ne venne fuori una smorfia molto poco convincente ma lei sembrò non accorgersene.

“El sbrigati qui è pronto.” La voce di Louis ci giunse ovattata dalla cucina e El mi prese per mano trascinandomi con lei.

Mi lasciai trasportare senza avere la forza di non oppormi, avevo bisogno di vederlo. Appena entrai nella nostra piccola cucina fui avvolto dal delizioso odore di biscotti, biscotti che di solito lui preparava per me ogni settimana. Poi i miei occhi incrociarono i suoi e mi sentì di nuovo a casa. Fu di nuovo azzurro nel verde, verde nell’azzurro, senza sapere veramente dove finisse uno e dove iniziasse l’altro.

Indossava sola la parte inferiore del pigiama mettendo in mostra il suo fisico perfetto nonostante quel poco di pancetta che aveva. Quando mi vide si paralizzo e nei suoi occhi riuscì a leggere tutte quelle emozioni che stava cercando di trattenere in quel momento.

Rabbia, frustrazione e, più di tutti, la consapevolezza di non poter cambiare niente di quello che era successo.

Abbassò lo sguardo tornando a osservare il vassoio che stringeva tra le mani, forse un po’ troppo forte dato che aveva le nocche bianche. El avvertendo una certa tensione si avvicino piano a lui togliendogli il vassoio dalle mani e sussurrandogli qualcosa all’orecchio.

“Hai già fatto colazione?” mi domandò con voce incerta non incrociando il mio sguardo ma tenendolo fisso sulla sua finta ragazza. Scossi la testa visto che non ero sicuro della mia voce.

“Bene allora facciamo colazione. Louis dove sono i miei vestiti?” domandò in fine El guardandolo interrogativa. Mi sentì ancora più male a quelle parole e si poteva chiaramente leggere sul mio volto quello che stessi passando. Louis se ne accorse e mi sorrise come per rassicurarmi, il primo sorriso che mi rivolgeva. Lui stava cercando di farmi capire che tra lui e El non era successo niente e lo stava facendo nonostante tutte le cose che erano successo in quelle settimane.

La mia sensazione di malessere non fece che aumentare a quel suo gesto. Perché doveva essere tutto cosi dannatamente difficile? Perchè non potevamo semplicemente stare insieme?

“Sono di là puliti e stirati” disse lui allegro prima di indicare la lavanderia, lei gli sorrise grata prima di dirigersi verso la stanza.

“Se ieri Louis non mi fosse venuto a salvare molto probabilmente ora starei dormendo su un prato” ammise prima di scoppiare a ridere.

“Non esagerare, te la saresti cavata in ogni caso!”

Cercavo di seguire lo scambio di battute tra i due ma mi risultò impossibile capire tutto quello che si stavano dicendo, senza neanche chiederlo Louis arrivò in mio soccorso.

“Ieri un amico di El ha dato una festa e la piccoletta si è ubriacata!” mi spiegò.

“Non ero ubriaca!” urlò lei di rimando mentre usciva dallo stanzino e si sistemava il vestitino che indossava.

“Certo! Sei poco credibile.”

“Credo che Lou abbia ragione El, se non ti conoscessi direi che hai ragione tu ma alle feste ti trasformi” dissi stupendomi di me stesso e del fatto che fossi riuscito ad articolare una frase con un senso compiuto che contenesse più di un soggetto e un verbo.

Ridemmo tutti a quello scambio di battute e poi cominciamo a fare colazione in silenzio. Louis era seduto davanti a me e teneva la testa bassa per evitare di guardarmi. Non sapevo come comportarmi adesso se non fosse stato per El adesso non starei neanche nella sua stessa stanza.

“Sarà meglio che vada, dovrei già essere in università!” disse lei rompendo il silenzio.

“Ci vai vestita cosi?” chiese Louis indicandola.

“Non essere stupido passo a casa a cambiarmi!” concluse prima di dargli uno schiaffetto amichevole sul braccio. Lui si alzò e l’abbraccio stretta come se fossa la sua unica certezza in quel momento.

Ancora quella sensazione di malessere di impossesso di me.

Il tempo sembrava essersi fermato e quell’abbraccio sembrava non avere mai fine. Louis nascose la testa nel collo di lei sussurrando qualcosa che non riuscì a capire ma che sembrò essere una specie di preghiera a non andarsene.

El mi guardo in difficoltà notando quello la mia espressione sconfitta e si stacco da Lou guardandolo dritto negli occhi.

“Non devo certo dirvi io che avete delle cose di cui parlare!” quasi urlò passando lo sguardo da me a Louis e guardandoci severa. Quella sua dimostrazione di carattere mi stupì un sacco, ci aveva sempre appoggiato ma mai cosi apertamente.

Ci diede le spalle uscendo dalla stanza, dicendo che sarebbe venuta a farsi un giro nel pomeriggio per vedere se le cose erano apposto. La porta dell’ingresso si chiuse e il silenzio calò imbarazzante su entrambi. Louis era nella stessa posizione in cui El lo aveva lasciato e io ero in cerca di parole che potessero, finalmente, mettere tutto a posto.

Cercai di dire qualcosa, attirando l’attenzione del mio ragazzo schiarendomi la voce, ma le parole mi morirono in gola. Lou rise triste prima di cominciare a togliere le cose dalla tavola. Avrei tanto voluto scomparire in quel momento, uscire dalla sua vita e non farlo più soffrire.

“Non c’è niente da spiegare, va bene cosi..” disse spezzando il silenzio e causandomi un brivido lungo la schiena, quanto mi era mancata la sua voce.

“Ascolta, voglio spiegarti..”

“Ti ho detto che non serve, mi abituerò anche a questa cosa!” disse interrompendomi e dandomi le spalle sistemando le ultime cose nella lavastoviglie.

Mi alzai raggiungendolo e bloccando il suo corpo tra il ripiano della cucina e le mie braccia.

“Ti amo” sussurrai sul suo collo beandomi del suo odore e della sensazione di stringerlo di nuovo tra le braccia.

Sentì il suo corpo irrigidirsi per la mia vicinanza e le sue mani strinsero con forza il banco della cucina.  

“Harry ti prego” mi imploro. Stava cercando di trattenere le lacrime, di fermare tutte quelle sensazioni che aveva tenuto dentro per troppo tempo.

“Sai che è la verità!”

“Fa male!” confessò.

Si rilasso piano nel mio abbraccio intrecciando le sue mani alle mie che avevo stretto sulla sua pancia nuda. Appoggiai la testa tra i suoi capelli respirando piano e accarezzandogli piano gli addominali.

Restammo in quella posizione per un tempo infinito e sentire di nuovo il calore di Lou mi fece subito sentire meglio, ora c’eravamo solo io e lui.

Si mosse piano nell’abbraccio, che io allargai per facilitargli il compito, e si giro verso di me posando le mani sul bancone alle sue spalle, guardandomi negli occhi.

Era bellissimo come sempre e mai come in quel momento mi resi conto di cosa avevo rischiato di perdere per ascoltare persone che non sapevano niente.

Portai una mano ad accarezzargli la guancia lentamente per paura che scappasse.

“Perché?” domandò allora, non servivano altre parole per farmi capire a cosa si riferisse.

“Sono uno stupido è abbastanza!” dissi cercando di sorridere nel modo più vero che potessi. Quella discussione mi innervosiva ma sapevo che lui meritava una spiegazione.

“Non credo che basti questa volta Harry!” ammise allontanandosi da me e appoggiandosi contro il muro.

“Non sapevo cosa fare e ho fatto la cosa più stupida che potessi fare!” spiegai. Sentivo le gambe tremarmi e il cuore battermi all’impazzata.

“Va bene!” alzai la testa di scattò a quelle parole fissando i miei occhi sulla sua figura. Se non fossi rimasto cosi spiazzato dalle se parole molto probabilmente gli sarei saltato al collo ringraziandolo per tutto il suo amore.

Si allontano dal muro sospirando.

“Dove stai andando?” chiesi sollevato e stupito allo stesso tempo dal fatto che si stesse allontanando da me.

“Vado a preparare le mie cose, vado a stare da Zayn per un po’!”

“Cosa?” urlai stringendo i pugni.

“Harry è la co…”

“Non dirlo!” dissi correndo verso di lui e premendo il suo corpo contro il muro. Strinsi i suoi polsi fino a postarglieli ai lati del volto e poi premetti le mie labbra sulle sue in un bacio possessivo.

Il suo sapore mi fece impazzire, era troppo tempo che quelle labbra non erano mie. Sapeva di biscotti al cioccolato, che aveva mangiato poco prima, e di Louis, un sapore che era impossibile spiegare a parole.

All’inizio non rispose al bacio ma poi schiuse le labbra permettendo alle nostre lingue di danzare insieme. Il bacio divenne sempre più profondo fino a quando Louis non liberò le sue mani e le portò sui miei fianchi stringendoli e allontanandosi dal muro.

Camminammo all’indietro fino a quando il mio sedere non incontro lo spigolo del tavolo.  Mi spostai sedendomi su di esso e portando le mie gambe ad incastrarsi dietro la schiena di Lou.

Ci staccammo solo quando non potemmo più fare a meno di respirare ma neanche a quel punto smisi un attimo di stringerlo a me.

“Dammi un motivo per restare….” mi domando rompendo il silenzio che si era creato tra di noi e appoggiando la sua fronte sulla mia. Chiuse gli occhi rimanendo in attesa di una risposta.

“Perché ti amo. Perché sei l’unica ragione che mi da la forza di fingere di essere quello che non sono. Perché è grazie a quello che siamo che sono la persona di adesso. Perché se non ti avessi avuto nella mia vita oggi non sarei cosi felice. Perché sei la mia famiglia e tutto quello che voglio è stare al tuo fianco. Perché indipendentemente da tutto quello che potrebbe accadere nella mia vita voglio che tu sia la mia costante, quell’elemento che rende tutto migliore e che mi fa stare bene. Devi rimanere perché io bisogno di te!” dissi tutto d’un fiato cercando di mettere in quelle parole tutte le altre che non avevo detto, cercando di far fissare quelle parole nella sua mente affinché non le dimenticasse.

“Solo questo?” domandò prima di sfiorarmi le labbra in un leggero bacio.

“Noi” risposi indicando prima me e poi lui. Mi sorrise sincero e libero da quelle preoccupazioni che fino a un attimo prima lo avevano assillato.

“Ti amo” dissi ancora nascondendo il viso nel suo collo e allentando la presa sulla sua schiena. Non sarebbe andato via, mi sarebbe rimasto accanto.

“Quando diventi cosi romantico quasi non ti riconosco!” ammise mettendo un po’ di spazio tra i nostri corpi.

“Rimani?” chiesi per avere la completa certezza che mi sarebbe rimasto accanto.

“Dove altro potrei andare? Non c’è nessun altro posto dovrei vorrei essere adesso!” concluse. Sorridemmo.

Sorridemmo perché eravamo consapevoli che non sarebbe di certo stata l’ultima discussione che avremmo avuto ma anche consci che saremmo sempre tornati a quel punto, dove io lo avrei stretto tra le braccia e avremmo realizzato, ancora una volta, che quello era il posto dove volevamo essere in quel momento.








Vi chiedo ancora scusa per questa cosa ahahah
In ogni caso se vi va lasciate un commentino, anche negativo, cosi almeno so che ne pensate u.u

Ora vado a ritirarmi nel mio angolino dove va tutto bene
Vi voglio bene <3
Marinella
   
 
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