Capitolo
3
Oblio
“Kaname...”
Balbettò combattuta, già sazia del sangue dell’altro.
La grande mano
del vampiro si insinuò tra i suoi capelli
umidi, afferrandole il capo e spingendola con più forza
verso il collo.
“Ti
prego...Yuki” Ansimò. I muscoli tesi, gli occhi
chiusi,
le labbra serrate in una smorfia di dolore.
Sapeva che
esaudire il suo desiderio sarebbe equivalso a
complicare ancor di più la situazione, a mandarla ancora una
volta su quel
campo di battaglia che era divenuto il suo cuore.
Si sentiva
lacerata, strappata, divisa tra quei due uomini
che le avevano cambiato la vita. Due uomini che, doveva ammetterlo a se
stessa,
amava, entrambi. In modo diverso, ma ugualmente urgente. Amava Kaname,
lo ammirava,
lo rispettava, quasi non riusciva a fare a meno della sua presenza, ma
non vi
erano più nel suo corpo la foga, la passione, il fuoco,
tutti quegli elementi che
avevano caratterizzato i primi anni della sua adolescenza. Zero si era
preso
tutto questo.
Aveva rapito la
sua parte umana, e mentre l’altro curava la
vampira, la nutrendola, aiutandola a compiere i suoi primi passi in
quel nuovo
e lontano mondo, Zero, invece, la tormentava...la richiamava a
sé come solo la
tentazione del peccato più grave può fare...
Si
era insinuato anche
in quella sua nuova vita. Non era riuscita a scappare da quegli occhi
cremisi,
dall’insaziabile bramosia del suo sangue. Così,
era giunta la rovina, così
il suo cuore aveva inevitabilmente deciso, cacciando via tutto il resto
come se
fosse stato un intruso spregevole.
Chiuse gli
occhi, ma una lacrima sfuggì lo stesso da quelle
palpebre abbassate. Poggiò le labbra tremanti su quel collo
così bello, su
quella pelle morbida ma antica. Trattenne i capelli scuri del sanguepuro con le
dita
bagnate, afferrandoli, forse con troppa foga.
Sentì
sussurrare il suo nome ancora una volta, poi lo morse
con decisione.
I sentimenti di
Kaname la travolsero come un’onda violenta.
Ira, gelosia, disperazione. Una miriade di pensieri e ricordi le
invasero la
mente.
Bevve ancora,
con avidità, con rabbia, distrutta dal senso di
colpa...aveva sbagliato, aveva tradito per l’ennesima volta.
Poi
arrivò una nuova ondata di emozioni e di...desiderio.
Lui la
desiderava, nello stesso ardente modo che aveva
percepito nel sangue di Zero. Quel vampiro austero,
dall’aspetto apparentemente
freddo, algido, la voleva, in un modo così intenso da
sembrarle quasi viscerale.
Kaname si
lasciò bere silenziosamente, le permise di stringergli
le spalle, di graffiargli la schiena, di infliggergli tutto il dolore
che
voleva, tutto, purchè continuasse.
Quando Yuki si
allontanò aveva il volto sporco di lacrime e
sangue, gli occhi lontani, umidi. Kaname sentì dentro di
sé un vuoto
incolmabile per quell’abbandono troppo rapido. Poi la rabbia.
“Pensi
ancora a lui?” Rantolò con un sorriso sadico
stampato
in volto.
Yuki non rispose.
“Sei
crudele...” Disse lui a denti stretti, afferrandole il
mento e leccandole via il sangue che le macchiava il volto.
Poi la
baciò.
Inizialmente la
ragazza rimase immobile, quasi subendo quella
morbida e dolce tortura, ma poi le labbra di Kaname si fecero avide,
come mai
lo erano state, e la cercarono, con movimenti esperti, gentili e rudi
allo
stesso tempo, tentando di risvegliare quelle due piccole gemelle
apparentemente
senza vita, che inaspettatamente, dopo qualche secondo presero a
muoversi... Inizialmente
incespicando, insicure, tremanti, per poi pian piano lasciarsi
trasportare,
ormai complici di quel gioco perverso, sporco di sangue, sporco di
contraddizione.
Le mani di
Kaname si spostarono dal suo viso al collo,
indugiarono per qualche secondo sui due piccoli segni lividi, poi si
mossero più
in basso, percorrendo prima le spalle, e poi la schiena bagnata di
Yuki. La voleva,
come l’aveva voluta Zero la notte precedente.
Senza smettere
di staccare le labbra da quelle di lei, la
sollevò dalla vasca e la adagiò con delicatezza
sul pavimento freddo del grande
bagno.
La ragazza
sgranò gli occhi per la sorpresa, il dolce tepore
dell’acqua calda era improvvisamente sparito, lasciando il
posto alla ceramica
gelida. Rabbrividì.
Kaname si
staccò da lei osservandola, lo sguardo enigmatico.
“Vuoi
andare in camera?” Le domandò chinandosi per
baciarle
la fronte.
Yuki si morse le
labbra, con tanta forza da ferirsi. Non
voleva niente, voleva urlargli che anche quel bacio al quale si era
arresa era
stato l’ennesimo errore, l’ennesima tortura che si
era inflitta, vittima della
sua natura, vittima di quel vampiro, di quel mostro dentro di lei che
non
pensava altro che al sangue. Ma non disse niente...non voleva deludere
quegli
occhi ora scarlatti.
“N-no...”Balbettò
trattenendo le lacrime. Kaname sorrise
sereno, poi si chinò per rimediare al danno
che si era fatta mordendosi.
Il suo amore per
Zero...Impossibile. Un sogno che non sarebbe
mai potuto divenire realtà. Era solo una condanna, un
miraggio che sarebbe
esistito per sempre nella sua mente, pronto a torturala. Lo sapeva, il suo posto era
lì, sul
pavimento freddo di quel bagno, accanto al Nobile Fratello, al sanguepuro, per
l'eternità...eppure, perché nonostante ne fosse consapevole, il cuore non le
dava pace? Perché non si arrendeva?
Serrò
le palpebre. Non voleva assistere, desiderava
sprofondare in un oblio nero, allontanarsi per un po’ dal
corpo, lasciare
lì il cuore, il sangue, la mente, e smettere di esistere,
per un po’, solo quel
tempo che bastava perché Kaname facesse di lei
ciò che voleva.
I suoi canini
penetrarono la carne di Yuki nello stesso
esatto punto in cui l’aveva morsa Zero. L’aveva
fatto di proposito, voleva
cancellare le tracce dell’altro dal suo corpo, voleva che
fosse sua, solo sua,
per sempre.
Al primo sorso,
Yuki sentì quel corpo steso sopra il suo
rabbrividire, forse di disgusto. Si chiese se nel suo sangue la
presenza di
quello di Zero fosse così forte.
Sentì
quelle dita flessuose stringere le sue più piccole e fragili con
forza, per poi rilasciarle piano.
“Ti
voglio Yuki...” Le confidò liberandosi del resto
dei suoi
indumenti.
“Voglio
prenderti come ha fatto lui...pensi che non lo sappia?
Pensi che non senta il suo odore sul tuo corpo? Ti ha stretta
così forte che
non se ne è andato neanche dopo un bagno...”
Sussurrò a
denti stretti.
“Pensi
che non sappia come ti ha toccata...” Continuò
poggiando le mani sul suo piccolo seno, per poi scivolare
più giù, sul
ventre piatto, bagnato.
Lei lo
fissò, colpevole.
“Come
posso perdonarti?” Proferì per poi tornare a
morderla
di nuovo. Portando le mani sui suoi fianchi.
“Sei
sempre stata...crudele” Disse poco prima di prenderla.
Yuki
sobbalzò per la sorpresa.
“Kaname...No”
Lo pregò divincolandosi.
Ma il vampiro
non fece altro che premere le labbra sporche di
sangue sulle sue, baciandola.
Sapevano di
Zero, sapevano del loro amore corrotto, sbagliato. Pianse, mentre il sanguepuro
si muoveva sul suo corpo come aveva fatto l’altro la notte
precedente, mentre
quelle mani la cercavano, la stringevano, mentre la sua bocca tornava a
lambirle il collo.
Le lacrime sul
volto della ragazza non cessarono di rigarle
le guance. Se solo avesse voluto l’avrebbe potuto fermare,
invece aveva
lasciato che tutto ciò accadesse. Era rimasta inerme,
immobile, vulnerabile.
“Amami
Yuki...ti prego” Pianse poi lui, fermandosi.
“Io
sono un mostro...” Sussurrò allontanandosi da lei,
lo
sguardo disperato celava una solitudine antica, un dolore millenario.
Fu di fronte a
quegli occhi, che Yuki non riuscì a fermarsi. Non
poteva continuare ad infliggergli altro dolore. Doveva prendere una
decisione Doveva
scegliere, e sapeva quel’era il suo posto, dopotutto glielo
aveva promesso...l'avea promesso anche a sua madre e suo padre, in quei ricordi annebbiati lontani. L'anatema dei senguepuro.
Aveva deciso, avrebbe lasciato che la sua mente, che il suo amore
impossibile
per Zero, per quegli occhi viola, annegasse
nell’oblio...Perchè la sua vita era stata promessa ad un altro, era stata
condannata dal suo stesso sangue, quello dei Kuran...
Allungò
le braccia verso quel corpo snello e fiero,
trattenendolo contro il suo.
“No,
fratello...Non fare così” Pronunciò
mollemente,
asciugandogli le lacrime.
“Perdonami
Zero...io sono un mostro...” Pensò. Mentre le sue
labbra cercavano quelle di Kaname, mentre le gambe si avvinghiavano
alla
sua schiena tremando, mentre con un sospiro lo accolse di nuovo,
piangendo.
Note
dell’Autore
Perdonatemi...perdonatemi
davvero per questo capitolo così triste... Aspetto i vostri
commenti...povera
Yuki, sono davvero cattiva... ps: mi dispiace per qualsiasi errore
nella stesura...ma ho scritto questa pazzia ad un orario improbabile
Allyn