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Autore: Sono_Maschio    07/01/2013    3 recensioni
Uno strano incontro tra la 34^ strada e la 8 avenue che preannuncia l'inizio di un nuovo amore e il cambiamento totale di una ragazza e dei suoi amici in una grande metropoli come New York.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I knew you were trouble


Capitolo III

Extraordinary Merry Christmas.

Lo guardai perplessa per mezz'ora circa.
Sorseggiava di tanto in tanto il suo cappuccino e ogni qual volta si fermava dal berlo mi fissava mentre mordeva la sua brioche.
Delicatamente,con quelle labbra così soffici,o almeno così pareva.
Era quasi perfetto.
Simile a un Dio in ogni gesto.

Un po' tardi per fare colazione eh?-buttò lì lui.

Lo ingnorai.
Continuai a fissarlo ancora un po' fino a quando dei clacson mi riportarono alla normalità,ma rimasi ancora con gli occhi fissi su di lui.

Ehy Emy, a cosa stai pensando? -disse il ragazzo quasi supplichevole.

Forse è meglio concedergli delle attenzioni,suppongo.
Ma ha ragione.
A cosa sto pensando?
Insomma,il ragazzo di cui non ricordo bene il nome ha deciso di incontrarmi per caso.
Perché? E' ancora tutto strano per me.
Sarà a causa del Natale.
Non è iniziato bene.
Tuttavia non voglio passarlo da sola nel mio appartamento nel Bronx.
Proprio sola non sarò.
Avrò comunque i barboni del quartiere e i topi nel soffitto, ma ho bisogno di qualcuno.
Forse gli chiedo di stare con me.
Tanto che mi costa? Anche se mi dice di no,sono abituata ai rifiuti della gente.
Nel vero senso della parola.
I miei vicini scaricano sempre i loro sudici scarti dalla finestra del loro appartamento di fronte al mio.
Be' lui sembra poter accettare.

Ehy,ehm senti, i-io..-mi fermo.

Lui si alza dalla sedia,delicatamente,senza produrre rumori.

Scusami, è tardi ora. -disse indicando l'orologio del bar.

Erano le 14:24. Quanto tempo è passato?
Quasi non ci credo.
Mi alzo anche io intanto.

Beh ci si vede.. - dissi piuttosto infelicemente.
Ci si vede? Ma chi dice "Ci si vede"? - pensai tra me e me
Non ho proprio niente da inventarmi?

Ok,spero di rivederti. -disse piuttosto copiosamente e fece per uscire dal bar.
Improvvisamente si girò verso di me,col busto a tre quarti e un indice verso l'alto,intento a dire qualcosa.
Il suo tono è molto dolce ma riesco a sentire un cenno di ironia.

Ah,ricordati che non nevica più e faresti bene a prendere ora la metro,prima che si intasi. Sai..non vorrei che diventassi di nuovo pazza e lanciassi panettoni alla gente.

Non posso che ridire ma mi trattengo e l'unica cosa che esce dalle mie labbra è un tremulo Sì.

Poco dopo uscì dal bar pagando anche il mio conto.

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Si può sapere perché quella della Juliard vogliono farci sgobbare anche a Natale?
Loro e le loro stupide preparazioni finali.
Prepararci a cosa poi? 
Sono abbastanza brava da andare a Broadway ora.
- dissi quando ormai la rabbia stava subentrando.

Ero ormai sul punto di scendere in metro per tornare a casa dopo le lezioni pomeridiane.
Prima di scendere le scale guardai l'immenso orologio che si trovava alle mie spalle.
20:36.
Poi mi girai per guardare in basso.
La borsa mi cadde dalla spalla involontariamente.
La neve sciogliendosi aveva allagato la metro.

Ora come ci torno a casa? Nessuno mi aiuterà.
Sono bloccata al Lincoln Center. Posso solo sperare che passi un taxi.
-mi dico tenendo il broncio.
Mi siedo lungo il marciapiede,con la testa tra le mani e la borsa ben stretta tra le gambe.
Non si sa mai cosa può accaderti a New York. L'ho imparato a mie spese il primo giorno che sono stata qui, ma ora non voglio neanche ripensarci.

Una goccia d'acqua mi cadde sul viso,lentamente.
Non sembrava neanche acqua. Era scura.
Portai la testa verso l'alto preoccupata per il tempo.
Era sera ormai ma non c'era nemmeno una nuvola.
Continuai a guardare in alto.
C'era un edificio,piuttosto lurido all'apparenza.
Sul balcone vi era una donna. 
Anzi,sembrava una ragazzina,ma a guardarla bene aveva la mia stessa età.
Stava innafiando i fiori.
Era piuttosto imbranata nel farlo poichè l'unica cosa che riusciva a bagnare era il terreno sottostante al balcone.
Le piante si erano essicate.
Sembravano più che altro inquinate.
Mi alzai di scatto dal marciapiede,intenta a insultare la ragazza e tirarle il panettone che Justin mi aveva riportato,ma mi fermai di colpo.
Era Coline,con il suo sguardo passivo ma gli occhi accesi dalla speranza.
Si notavano per il particolare riflesso del sole durante il crepuscolo.

Emy? - disse incredula.

Ehm Coline, che bello rivederti. -dissi con una smorfia di disprezzo.
Perché questo Natale sembra interminabile?

Ad un tratto i miei occhi si illuminarono come con Justin.
Perché non passare il Natale con lei?
Mi ripresi dalla disperazione.
Cambiai subito idea.

Senti,vuoi salire da me per un caffè, o magari del panettone? -disse sprezzante di energia.

Ero pronta a rispondere con un secco no.
Poi ci ripensai.
Ero sul punto di accettare quando ricordai il primo incontro al negozio.
Ma sì certo,non vedevo l'ora di andare da lei per farmi raccontare la sua triste storia d'amore col ciccione del villaggio Svizzero.
No! Non ci penso neanche a passare il Natale con lei.
Me ne torno nel Bronx, è meglio.

No,mi spiace,devo andare a casa ora. -dissi frettolosamente con l'intento di correre all'inseguimento della prima macchina che passasse di lì. Tipo alla GTA.
Tutto pur di stare lontano da quella.

Ah,come vuoi ma di qua non passano più taxi,sappilo. -annunciò lei tristemente.

Per quale motivo. -chiesi curiosa.

Sono stata insieme a tutti i tassisti della zona e poi mi hanno scaricata a uno a uno perché mi consideravano troppo attaccata, non ho mai capito perché. Io non sono ossessiva,no? 
Comunque hanno fatto un patto e hanno deciso di prendere altre strade pur di non passare di qui a vedermi. Strano eh?
-Comincia a essere spaventata poi ripresi il discorso scrupolosamente - Sì,molto,tu sei una brava ragazza.

Senti, vorrei sapere che cos'è quel liquido scuro che dai alle piante - continuai con le mie domande.

Oh, beh Coca-cola. Sai costa meno dell'acqua e ho pochi soldi. - rispose lei come se fosse normale. - Ehy,ho avuto un idea. Se vuoi ti do' io un passaggio fino a casa.

Farmi portare a casa da lei mentre mi racconta la sua vita amorosa prima col ciccione e poi coi tassisti di tutta Manhattan?
Piuttosto preferisco buttarmi sotto un ponte, essere legata ai binari di un treno in corsa, rimanere incinta o intrappolata in una torre incendiata da una drago mentre aspetto il principe azzurro.
Già,dov'è il mio principe azzurro?
Forse arriverà a baciarmi e risvegliarmi quando la strega cattiva,in questo caso Coline mi avrà travolto con la macchina mentre faceva retromarcia.
Sarei la "Belle anestetizzata di New York City"
Già vedo i manifesti.
Ok,ma che mi prende?
Svegliati Emy!
Nemmeno James sogna così tanto ad occhi aperti.

Allora vieni o no? - con mi grande sorpresa Coline era scesa dal suo appartamento ancora in pigiama con le chiavi in mano pronta a darmi un passaggio.

Come scusa? - dissi piuttosto sorpresa.

Vuoi essere portata a casa da me? - cosa le rispondo ora? Forse dovrei tirarle il panettone così capisce che non deve rompermi ma sarebbe troppo anche per i miei gusti.

Ad un tratto dei fanali provenienti da lontano accecano entrambe.
Guardo chi fosse.
Era una limousine color grigio metallizzato con vetri oscurati.
Si dirigeva verso di noi,ad alta velocità.
Ero quasi sicura che investisse Coline,con mio grande piacere.
Se non fosse arrivata in pieno l'avrei spinta sotto l'auto io ma le sfreccia davanti e passa su una grande pozza d'acqua facendola inzuppare dalla testa fino ai piedi.
La ragazza umiliata corre di sopra a cambiarsi.

Grazie comunque eh. - dissi tono soddisfatto.

La macchina si ferma a pochi metri dall'edificio.
Il conducente ne esce e va ad aprire la portiera in fondo.
Apre delicatamente la porta.
Qualcuno tira fuori una gamba.
Jeans,normali jeans a quanto pare.
La persona che ne esce cerca di aggrapparsi alla portiera con una mano e con l'altra si fa sollevare dall'autista.
Justin.

Che ci fai qui? -dissi con tono arrabbiato.

Volevo darti un passaggio. Sono stato fortuna a trovarti eh? Comunque andiamo a casa ora.

Andare a casa insieme? Dovrei fidarmi ora?
Finora non mi è andato niente bene ma potrebbe migliorarmi la giornata.
Comunque meglio di Coline.
Basta domande.
Io sono Fido,quindi,tanto vale seguirlo no?

 

Commento personale:

Beh,partiamo dal fatto che dopo il secondo capitolo in cui non avevo più idee mi sono ripreso e ho molti progetti per questa Fanfiction.
Voglio essere sincero quindi vi dico che questo capitolo sarebbe dovuto finire abbastanza tragicamente.
Comunque ora vi lascio con questo finale per me interessante.
Spero vi sia piaciuto e che,quindi,vorrete continuare a leggere la mia storia.
Commentate o recensite.
Vi ricordo che se non ricevo almeno 5 recensioni a capitolo non pubblico i prossimi.
Grazie dell'attenzione.
Mike.

 

  
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