Tredicesimo giorno, mi dicono che devo fare gavetta.
Sono tornato a casa e avevo le pinne intirizzite, la pinguattrice che interpreta Pinga mi ha ancora una volta invitato a cena. Non sono sicuro sia legale, voglio dire, nessuno sa che siamo Pinguini-nani e potrebbero scambiarmi per...voglio dire... mi hanno già sequestrato la slitta e stanno per pignorarmi la casa, un'accusa di pingafilia non ci vuole.
Quella vacca di mia moglie si rifiuta di darmi la chiave dell'armadietto degli alcolici. Ho bisogno di bere del buon cherry se voglio riprendermi da questa giornata infernale.
Ore che passano incontrollate mentre apro e chiudo gli occhi in attesa che il fato si compia: tu sei una macchina della società e per la società devi macinare grana, lamentarsi è improduttivo.
Arrivo sul set che puzzo del piscio del mio cane delle nevi non ammaestrato.
Vedo la segretaria che vorrei portarmi a letto far le smorfie a Kjkulanka, l'attore che interpreta mio padre, cambio strada. Essere diversi in questo mondo equivale al suicidio sociale.
Il regista mi dice "oggi lavoro doppio, facciamo anche la puntata extra" allora so che sarà una giornata infernale.
Quando entro sul set già vedo la cruda verità spiaccicarsi contro la mia faccia e mi lascia vuoto e senza fiato: un vasino, pieno di cacca autentica - perchè secondo la cooregista bisogna essere realistici - pronto a scagliarsi contro il mio becco. Impreco e sono sicuro che quel "porco Akuhammah" si sia percepito alla fine della sigla d'apertura.
Senza dire niente, più schiavo degli schiavi, le feci di non si sa quale animale mi si spiaccicano in viso perchè "così ho scritto la puntata". Kjkulanka ride. La segretaria ride. Tutti ridono. Sarà un successone ma nessuno offre fazzoletti.
Se gli altri ridono delle tue disgrazie allora la puntata avrà uno share molto alto.