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Autore: mordenterodente    07/01/2013    2 recensioni
Dal capitolo due:
-Sai la scuola in cui andiamo quest'anno? Quella in Inghilterra, Hogwarts mi sembra si chiami-
-Mmmmh si si-
-Ecco lo sai chi andava in quella scuola?-
-No, chi?-
-Mamma e papà-
-Davvero?-
-Si, secondo me potremmo saperne di più su mamma, su…-. Si interrompe deglutendo. -Su come è morta-.
Dal capitolo quattro:
I suoi occhi neri come la notte mi scrutano facendomi perdere un battito.
-Russel ha detto?-
-Si, è il cognome mio e di mia sorella- interviene mio fratello vedendomi in difficoltà.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Sono distesa sul mio letto, la canzone "nuvole bianche" di Einaudi mi entra dentro e mi scuote completamente, quella canzone mi fa venire i brividi. Fin da piccola mio padre mi ha insegnato ad apprezzare la musica classica, non conosco altri generi oltre a quelli. Dice anche che, la musica è una delle poche cose che dovremmo invidiare ai babbani. Infatti da quando sono piccola suono il piano.
Sono una strega e mi chiamo Allyson Russel, ho diciassette anni. Vengo da quelle importanti e antiche famiglie pursangui, la mia famiglia è un po' come quella dei Malfoy o dei Black, e, come quelle famiglie abbiamo delle caratteristiche con le quali ci distinguiamo; abbiamo tutti i capelli rossi, gli occhi ghiaccio e siamo irlandesi.
Mio padre dice che la nostra famiglia è nettamente superiore di quella dei Malfoy. I Malfoy infatti li chiama feccia. Dice che erano una famiglia rispettabile prima di allearsi al signore oscuro e, strisciare fronte a lui. Poi, i Russel sono sempre stati dei Grifondoro e, non abbiamo mai avuto pregiudizi sui nati babbani.
Io esattamente come tutti i Russel ho i capelli rossi, mossi fino alla vita e gli occhi color ghiaccio.
Vivo con mio fratello Joshoua, che ha un anno in meno di me e con mio padre. Mia madre è morta un po' dopo la nascita di Joshoua. Non abbiamo mai saputo niente di lei, non possediamo nemmeno una foto, nostro padre non ci ha mai raccontato niente e, si rifiuta di parlarcene. Fin da piccoli io e mio fratello abbiamo provato a saperne di più su di lei, abbiamo provato a estorcere informazioni a nostro padre, abbiamo cercato in casa tracce della sua presenza, ma niente, è come se non fosse esistita. So solo che si chiamava Katherine e frequentava una scuola in Inghilerra.
Ho un pessimo rapporto con mio padre per questo, è nostra madre e abbiamo il diritto di sapere. Joshoua invece lo perdona, dice che se papà non ce lo dice deve per forza avere una valida ragione. Mio padre è un importante funzionario del ministero, si occupa degli affari esteri irlandesi e, viaggia constantemente per tutto il mondo, è per questo che non sono mai stata in una scuola per più di un anno.
Questa cosa è frustrante, non hai il tempo di legare in amicizia con qualcuno, di conoscere gli insegnanti, i loro metodi e di ambientarti che già devi cambiare.
Infatti ho imparato a non legarmi in amicizia con nessuno, sarebbe uno shock lasciare la scuola, come Joshoua. Lui ogni anno non può fare a meno di fare amicizia con chiunque e, ogni fine anno sono un'esperienza terribile per lui. Io, sono perennemente scostante e scorbutica, così dal dissuadere la gente ad avvicinarsi a me. Infatti, riesco a farmi prendere in antipatia da tutti fin dal primo giorno. L'unica persona che è sempre stata costante nella mia vita è mio fratello, lui è sempre stato li con me, a sopportare gli sposamenti, il mistero di mia madre e gli sbalzi d'umore di mio padre lui è l'unico che può capirmi, perché, come me queste cose le ha vissute.
Spengo lo stereo quando canzone "back to life" di Allevi parte,  mi mette una malinconia assurda e non ho voglia di ascoltarla. Sospiro. Non so ancora in quale scuola sperduta nel mondo dovrò andare quest'anno.
-Allyson, potresti venire giù un secondo? Devo parlarti-. Sbuffo e, con un balzo scendo giù dal letto -Arrivo padre- rispondo con voce monocorde. Con calma scendo le scale   -Dovevi dirmi qualcosa padre?- Lui si gira e mi sorride. Sorriso non ricambiato. -Siediti per favore- Mi chiede allora. Con passi calcolati mi siedo nella poltrona di fronte a mio padre e lo guardo. Questo ultimo periodo ho notato che è molto più stanco, sembra più vecchio, come preoccupato. Ha delle occhiaie sotto gli occhi e la barba gli è cresciuta un po'.
-Volevo parlarti riguardo alla scuola in cui andrai quest'anno-. Mi dice lui tranquillamente mettendosi più rigido sulla sua poltrona. Sorrido amaramente e ironica ribatto -Oh, si guarda, dov'è che ci mandi questa volta a me e Josh? In Tibet? O forse in Tunisia?-.
Lui sospira stancamente -Ally, so che molto probabilmente ce l'hai con me per tutti questi anni che vi ho fatto cambiare scuol…- Non finisce di parlare che lo interrompo infuriata   -Sai una cosa papà?- Calco la parola papà apposta e lo vedo rabbrividire. E' da anni che non lo chiamo papà, non mi ricordo nemmeno quando ho cominciato a chiamarlo padre. -Non ce l'ho con te, ti odio, sei un'egoista e pensi solo a te stesso, non riesci a renderti conto quanto ci faccia male lasciare ogni anno la scuola nella quale siamo riuscii ad ambientarci è… terribile-. Mi metto quasi ad urlare dalla rabbia, vedo Josh, attirato dalle urla scendere e, preoccupato mettermi una mano sulla spalla come a calmarmi. Mio padre ha la testa abbassata come se si vergognasse -Ally, capiscimi…-. Lo guardo delusa
-No padre, ho smesso di farlo tempo fa comunque, dicci in che scuola andremo-.
Lui sorride debolmente e sussurra -Ad Hogwarts, in inghilterra-. Vedo Josh fare un sorriso modalità stregatto e, dopo avermi lanciato un'occhiata colplice correre su in camera sua.
Rimasta sola con mio padre mi alzo per andarmene ma lui mi trattiene per il braccio. Gli lancio un'occhiataccia. -Resta qua un attimo ti devo dire due cose- Mi spiega con voce più dura.
Alzo le spalle e mi risiedo -E che siano due- Lo avverto di malumore. -Vedi Allyson- comincia -Ho già sentito dai presidi delle precedenti scuole dove sei stata che non ti comportavi del tutto bene, te ne fregavi delle regole, prendevi in giro i tuoi professori e non avevi un buon rapporto con i tuoi compagni-. Prende un respiro e io arrabbiata gli chiedo -E con ciò?-. Mi guarda male -E con ciò, se nelle altre scuole, ho lasciato che tu facessi quello che volevi, ad Hogwarts non ti puoi permettere, il preside, Albus Silente è un mio caro amico e, un mago estremamente potente, ad Hogwarts è pieno zeppo di figli di famiglie importanti, non posso permettere che tu faccia fare una figuraccia ai Russel-. Mentre parla divento via via più arrabbiata -Oh, e quindi? Come farai a evitare ciò, tanto tu non sarai li a controllare-.
Lui sorride -No, non ci sarò, ma ho chiesto ad un mio caro amico, un professore, Severus Piton di controllarti e, di non farsi problemi  a darti una bella punizione in caso tu faccia qualcosa di sbagliato-. A quel punto stringo le nocche tanto da farmi male, se non fosse mio padre gli avrei dato già da tanto tempo un pugno in faccia. -Hai finito?- Gli chiedo allora infuriata.
-No- dice lui -Ti chiederei anche di farti amici i figli delle famiglie purosangui ad Hogwarts, sai, è molto utile per…- Sbattendo la sedia mi alzo e urlo -Questo te lo scordi-.
Salgo in camera con un obbiettivo ben importante fissato in testa "Quest'anno avrei esasperato mio padre e quell'idiota di Piton, che neanche conosco".
Sento bussare alla porta -Avanti- Quasi urlo.
Entra mio fratello -Papà ha detto di dirti che domani partiamo per una settimana ed andiamo in francia nella casa al mare-.
-Ok Josh, grazie mille, puoi uscire-. Lo ringrazio scortesemente. Lui invece si siede sul letto e mi chiede        
-Cosa ti ha chiesto pà?-
-Di fare la buona quest'anno-.
Lui ridacchia poi, mi da una pacca sulla spalla ed esce.
  
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