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Autore: teabox    27/07/2007    24 recensioni
Ginny Weasley attraverso sei libri, sei anni e gli occhi di Harry Potter.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché volevo scrivere di Harry e di Ginny. E pensavo alla strada fatta.

Disclaimer: qui, di mio, c'è solo il tempo passato a sfogliare i libri alla ricerca delle frasi e dei momenti, piú il piccolo lavoro di "patchwork" per cucire il tutto. J. K. Rowling, tutto suo.



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"Mais si l'on a manqué sa vie
on songe avec un peu d'envie
a tous ces bonheurs entrevus

Aux baisers qu'on n'osa pas prendre
aux coeurs qui doivent vous attendre
aux yeux qu'on n'a jamais revus"

("Les Passantes", poesia di Antoine Pol musicata da Georges Brassens)

"Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarsi
di quelle felicità intraviste

Dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti"

(traduzione e adattamento di Fabrizio De Andrè)


Ginny era una bambina di dieci anni alla stazione di Londra. Vocina stridula, la mano in quella della madre. Ginny era una preghiera, un «posso andare anch'io». Riso e lacrime dietro ad un treno rosso che guadagnava velocità. Ginny era rimasta indietro, un saluto con la mano.

Ginny era camicie da notte e capelli rossi e grandi occhi nocciola. Era ciotole di porridge rovesciate e rabbia nei confronti di Malfoy. Ginny era messaggi musicali per San Valentino e tazze di cioccolata bollente, il volto di alabastro, i capelli di fuoco. Ginny era una figurina vestita di nero, giaceva bocconi nel mezzo di una camera. Ginny era una battaglia contro la morte con un Basilisco, una spada e un diario. Ginny era una decisione, una sola cosa da fare. Un lungo corridoio di strana oscurità verdastra. Ginny era la seconda prova di Harry. La prima ragazza ad aver pianto tra le sue braccia.

Ginny era piccola e confortante, parole consolatorie e pacche comprensive sul braccio. Ginny era risate represse e sorrisetti trattenuti a stento.

Harry menzionò di aver invitato Cho al ballo.

Ginny all'improvviso aveva smesso di sorridere.

Ginny era appassionata, calma, sicura di sé. Ginny era una lunga zazzera di capelli rossi, inaspettatamente dotata nel raccontare bugie senza arrossire. Ginny era smorfie. Ginny era la piccola della famiglia, ma Ginny non era una con cui prendersela. Ginny danzava nella cucina di Grimmauld Place, rideva con Tonks, mostrava la sua abilità con le fatture Orcovolanti.

Ginny era la nuova Cercatrice, Ginny era piuttosto brava sulla scopa. Ginny era acciambellata sulla sedia come un gatto, ma non dormiva. Il fuoco riflesso nei suoi occhi.
E ancora una volta, Ginny era preoccupata, Ginny era rassicurazioni, ma questa volta, Ginny aveva nervi abbastanza saldi per sopportare.

«Beato te», aveva mormorato freddamente.

Ginny era l'abitudine di averla accanto, in un'estate. Ginny, però, non frequentava lui a scuola. Ginny aveva un ragazzo. Ginny non pensava più ad Harry.

Ginny era diretta, al nocciolo delle questioni. Non era per girare intorno alle cose. Ginny era aria nervosa e aria maliziosa. Ginny era imitazioni e Flebo.

Ginny era capelli rossi che le danzavano sulle spalle e l'aria di non sapere bene come fosse finita lì. Era un aroma seducente, qualcosa ai fiori che poteva aver annusato alla Tana. Ginny era un profumo sentito in posti in cui non avrebbe dovuto.

Ginny era sguardi condivisi, scherzi privati e Quidditch. Ginny era non poter fare a meno di parlare con lei, di ridere con lei, di tornare insieme dagli allenamenti.

Ma le risate morirono quando Ginny baciò Dean.

Come essere colpiti da una saetta. Qualcosa cambia per sempre.

Ginny era in difesa di Luna. Ginny era pelle d'oca e qualcosa nello stomaco. Ginny era una faccia lentigginosa, capelli rossi e luminosi occhi nocciola. Ginny si rifiutava di abbandonare i sogni di Harry.

Ginny era un litigio con il suo ragazzo perché aveva riso di Harry. Ginny era la fine di una storia perché sapeva camminare benissimo da sola. Ginny era la freddezza nello zittire Hermione, quando Harry si era spinto troppo in là con un incantesimo.

Ginny era una corsa attraverso la sala comune e le divise scarlatte. Ginny era un'espressione dura, splendente. Ginny era un abbraccio, la sorella minore di Ron. Ginny era sogni ad occhi aperti. Una zona dove deviavano i pensieri, di notte. Ginny era pugni dati ad un cuscino. Ginny era proibita.

Ma Harry la baciò comunque.

Fischi d'ammirazione, risatine nervose, bicchieri rotti, sguardi raggianti ed espressioni di chi ha appena preso una bastonata in testa.

Ginny era un'ora particolarmente felice passata sulla riva del lago. Un bacio mentre qualcuno distoglieva ostentatamente lo sguardo. Il tempo trovato tra lo studio e la ricerca.

Ginny era una mano da stringere nelle ore più buie. Ginny era senza lacrime ad un funerale, la stessa espressione dura e ardente di quando lo aveva abbracciato. Ginny era sapere cosa non andava detto.

Ginny era non aver mai rinunciato, davvero. Ginny era vivere la propria vita, essere un po' più se stessa. Una mezza risata, non poter dire di essere sorpresa, sapere che sarebbe successo, alla fine.

«Forse è per questo che mi piaci tanto.»

Ginny era giorni dorati.
La vita di un altro.


"Passa il tempo sopra il tempo
ma non devi aver paura
sembra correre come il vento
però il tempo non ha premura
piangi e ridi come allora
ridi e piangi e ridi ancora
ogni gioia ogni dolore
poi ritrovarli nella luce di un'ora"

("La stagione del tuo amore", Fabrizio De Andrè)

  
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