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Autore: mangakagirl    07/01/2013    5 recensioni
Una festa in maschera...
Un colpo di scena inaspettato durante il ballo...
Una svolta che cambierà per sempre la loro vita...
Sono solo alcuni degli ingredienti di questa storia che coinvolgerà il nostro detective dell'est Shinichi Kudo in un'impresa contro il tempo.
Ma non sarà solo ad affrontare quello che lo aspetta alla fine, perché potrà contare sull'aiuto del suo migliore amico e di amico/rivale un po' speciale ;)
Finalmente scopriremo come andranno a finire le cose e cosa ne sarà di Shinichi dopo l'incontro con l'Organizzazione...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Heiji Hattori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa:
Questa fict avevo cominciato a scriverla mesi fa e avevo pubblicato anche i primi dieci capitoli, ma essendo poi a corto di idee sul finale l’avevo abbandonata a malincuore T.T
Pochi giorni fa ho però avuto l’illuminazione, per cui vi annuncio ufficialmente che la pubblicherò tutta, arrivando fino alla fine senza problemi questa volta  :)
Per i nuovi lettori e per i miei vecchi lettori, che spero con tutto il cuore che la seguiranno ancora, posto alla fine di questo capitolo un piccolo riassunto con i fatti più importanti per rinfrescarvi la memoria di ciò che è accaduto. Se preferite, magari dategli un’occhiata prima di coinciare a leggere. ;)
Buona lettura!
Mangakagirl 


11.

Shinichi, seduto sulla metropolitana diretto all’ultimo tempio, si tormentava le mani in grembo mordendosi nervoso un labbro.
Ran non era in nessuno di quelli che aveva visitato fino a quel momento e il tempo continuava a passare inesorabilmente: erano circa le 17.10 e ciò significava che aveva meno di un’ora per trovarla.
Il cellulare vibrò all’interno della tasca dei jeans e il liceale lo tirò fuori a velocità esemplare leggendo il kanji sullo schermo: Hattori.
-L’hai trovata?- domandò subito con tono agitato mentre una gocciolina di sudore freddo gli imperlava la fronte. Il ragazzo del Kansai sospirò.
-Kudo, non c’era da nessuna parte- disse sconsolato mentre Shinichi imprecava sottovoce.
-Dove sei ora?-
-Sono sulla metropolitana diretta a Chiyoda insieme a Kid, ci siamo beccati per caso…- spiegò Heiji mentre il detective dell’est sospirava un po’ sollevato.
-Ok, anche io sono su una metropolitana per Chiyoda, mi è rimasto da visitare solo più il Kanda Myojin Shinre… Senti, ci incontriamo lì, ok?-
-Ok, a dopo- rispose l’altro. Il liceale riattaccò e ricominciò a tormentarsi il labbro: se Ran non fosse stata lì, non sapeva cose le sarebbe accaduto, e non sapeva cosa avrebbero fatto…

***

Ran continuava a fare leva sulla porta da ore ormai. Aveva rotto almeno sette cucchiai di legno, rischiato di spezzarsi le unghie almeno cinque volte e imprecato contro quella porta  sodida e ferma un’infinità di volte. Ci provava da tutto il giorno, anche se ormai aveva perso la cognizione del tempo.
Da quanto era lì? Perché era stata rapita?
Le salì il nervoso e si sfogò con tutta la forza sul maledetto cucchiaio incastrato nello stipite della porta scorrevole. Doveva farcela, doveva uscire di lì e scappare il più in fretta possibile.
Doveva farlo, doveva per Shinichi.
Urlò per caricarsi ancora di più, com’era solita fare a karate, quando un suono sordo, aspro e violento si propagò nella stanza. Il manico del cucchiaio si frantumò in una miriade di schegge, alcune si infilarono nei suoi polpastrelli e Ran, presa alla sprovvista, perse l’equilibrio e cadde indietro, sui tatami giallino smorto battendo la testa.
Fortuna che sono morbidi!
Si rialzò imprecando contro le schegge, il pavimento e tutto ciò che aveva a tiro, quando si accorse che la porta scorrevole si era aperta: finalmente ci era riuscita!
Si alzò in piedi di scatto, impacciata per via dell’enorme veste da sacerdotessa, si infilò i sandali e inspirò a pieni polmoni: doveva andare, e per qualsiasi motivo, non doveva fermarsi finchè non avrebbe messo abbastanza distanza tra lei e quel maledetto tempio.
Scattò in avanti spalancando quello che rimaneva della porta e prese a correre come un’ossessa per tutti gli stretti corridoi del tempio. Incrociò lo sguardo con alcune sacerdotesse sconvolte nel vederla per la prima volta, ma le ingnorò continuando ad andare avanti.
Correre con quei sandali ai piedi non era facile: il pavimento di legno faceva scivolare la suola come se fosse su acqua saponata, ma non ci badò.
Un urlo maschile le fece aumentare la velocità.
-FERMATI!- urlò ancora la stessa voce e Ran capì che si trattava del suo rapitore. Ma non sarebbe riuscita a fermarla.
Scese tutte la scale provocando un rumore sordo sul legno lucido e scuro di cui erano fatte, scivolò fino all’entrata per via dello slancio che aveva accumulato e spalancò le porte scorrevoli rivelando il cortile del tempio che si affacciava su una strada di Tokyo.
(http://www.giapponizzati.com/2011/05/27/kanda-myojin-il-santuario-di-zenigata/)
Corse verso l’entrata con le colonne scarlatte, il tetto verde e le mille decorazioni dorate, per poi cominciare ad attraversare a grandi falcate i marciapiedi affollati di gente. Sbatteva addosso alle persone, si faceva largo con le braccia attirando non poco l’attenzione mentre alle sue spalle udiva la voce di quell’uomo che chiedeva alla gente di fermarla. Ran imboccò vie laterali, attraversò solo se il semoforo era già verde o cambiava strada nonostante non sapesse dove stavav andando, schivava per miracolo le biciclette che le sfrecciavano accanto e non inciampò nella veste dai larghi pantaloni solo perché qualche kami, dall’alto dei cieli, probabilmente stava dalla sua parte.

***

Shinichi cominciò a correre a perdifiato per le vie di Chiyoda in cerca del tempio; non ci era  mai stato ma sua padre gli aveva detto, quando era più piccolo, che era fantastico. La gente, passando, lo guardava interrogativo mentre lui, grazie agli allenamenti fatti quando apparteneva alla squadra di calcio del Teitan, sfrecciava come un razzo tra la folla pomeridiana, che si apprestava a tornare a casa dopo una giornata di duro lavoro. Lanciò una rapida occhiata all’orologio: 17.48.
Era maledettamente tardi.
-KUUUUUDO!- sentì qualcuno col tipico accento del Kansai chiamarlo ma non si fermò, semplicemente si lanciò un’occhiata alle spalle continuando a correre: Hattori, Kazuha, Kid e Aoko lo stavano seguendo.
-Non abbiamo tempo!- urlò loro affrettando la corsa nonostante l’acido lattico nei suoi polpacci glieli rendesse dolorosi e duri quasi da impedirgli di correre. Svoltò a sinistra e si ritrovò in una strada larga e lunga, in salita. Imprecò, ma continuò a fare leva sui muscoli in modo disumano, quando una figura bianca e rossa spuntò all’orizzonte della strada e il suo corpo, per qualche strano motivo, smise di correre da solo.

***

Ran imboccò una via laterale con l’impressione che il suo rapitore l’avesse persa di vista ma non ebbe il coraggio di voltarsi a guardare: era troppo presto per cantar vittoria. Svoltò a destra e si ritrovò in una larga e lunga via in discesa, pregando che i sandali da sacerdotessa non la facessero rotolare giù. Corse giusto qualche secondo, poi alzando lo sguardo si bloccò come pietrificata da ciò che le si parava di fronte.
Solo in quel momento si rese conto che il cuore batteva all’impazzata contro le costole, che l’anidride carbonica nel suo corpo era arrivata a livelli altissimi, che tutti i muscoli dolevano incontrollabilmente, che era totalmente sudata e i capelli erano tutti attaccati alla fronte.
Respirando con la bocca rumorosamente, sbarrò gli occhi rendendosi conto che colui che aveva davanti, altri non era che…
-Shinichi- disse con la voce rauca mentre anche il ragazzo batteva incredulo le palpebre con a seguito Hattori, Kid e le rispettive ragazze, tutti piegati in avanti con le mani sulle ginocchia che riprendevano fiato.
Ran scattò con l’ultima riserva di energie e si gettò tra le sue braccia affondando il viso nella sua maglietta mentre lui la stringeva fortissimo a sé.
-Ran… Ran…- il ragazzo continuò a sussurrare il suo nome all’infinito mentre lei sorrideva sentendo il cuore di lui battere forte contro il suo orecchio.
-Mi hai trovata- sussurrò mentre lui la stringeva ancora di più a sé chiudendo gli occhi e affondando il capo nei suoi capelli.
-Ah… Finalmente!- una voce maschile proveniente da qualche metro da loro li scosse entrambi come acqua ghiacciata. Shinichi e tutti gli altri alzarono lo sguardo mentre l’individuo, i cui tratti del viso non erano visibili per via del sole che gli tramontava alle spalle e lo oscurava, camminava lentamente verso di loro. Il ragazzo afferrò per un polso Ran e la spinse dietro di sé proteggendola con le braccia aperte e protese all’indietro.
-Chi sei?- domandò furioso con espressione accigliata e tono duro. L’uomo fece ancora qualche passo e finalmente i suoi tratti furono visibili. Ran sbarrò gli occhi scioccata e scosse la testa incredula.
Non può essere!
-Chikao Oda?!- esclamò sbigottita mentre Shinichi si voltava sconvolto verso di lei.
-Lo conosci?!- domandò col tono più interrogativo e sorpreso che mai mentre lei annuiva mettendosi al suo fianco.
-Lo conosceresti anche tu se frequentassi le lezioni… è il nostro nuovo compagno di classe- gli rispose senza riuscire a staccare gli occhi dal nuovo arrivato mentre il liceale spalancava la bocca incredulo tornando a guardarlo a sua volta.
E Chikao Oda ridacchiò imbarazzato portandosi una mano dietro la testa.
-Emm… Sì, diciamo che sono e non sono io…- disse arrossendo e sghignazzando come se stesse raccontando ad un gruppo di amici di quando era caduto sulla pista da pattinaggio perché non sapeva pattinare mesi prima.
-Come sarebbe?!- domandò scaldandosi Shinichi mentre Hattori faceva qualche passo verso di loro per sentire meglio cosa diceva quell’imbecille che era appena arrivato. Quest’ultimo sospirò e ammise con un certo imbarazzo:
-Vabbè, tanto vale dirvi tutto, ora come ora… Il mio vero nome è Okada Daisuke e solitamente non sono un rapitore, ma un detective alle prime armi…-
Il detective dell’est rise sprezzante mentre lui lo guardava interrogativo.
-Vaì avanti Okada, sono tutto orecchie!- gli disse mentre l’altro sospirava a disagio.
-Non mi credi, eh?-
-Neanche una parola- rispose acido Shinichi mentre lui si grattava la testa guardandosi attorno.
-Comunque…- riprese -Io non aveva nessuna intenzione di rapirti Mouri, anche perché nemmeno ti conoscevo, ma circa due settimane fa…-
Din don! Din don!
-ARRIVOOOOOO!- urlò Natsumi precipitandosi alla porta. Aprì e si trovò davanti Sonoko Suzuki, piantò  un urletto femminile con la ragazza, ridendo e invintandola ad entrare.
-Finalmente Sonoko!- esclamò al settimo cielo mentre la ragazza entrava.
Sonoko le sventolò davanti due biglietti con sopra stampato “Teitan Fancydress Ball” ed entrambe cacciarono un altro urletto.
-Sono già arrivati i biglietti!- Sonoko saltellava per tutto il corridoio mentre l’amica la guidava per la casa verso il soggiorno.
-MERAVIGLIOSO! Coraggio siediti- le disse indicandole i cuscini disposti attorno al tavolino basso nel soggiorno. Un ragazzo uscì dalla cucina reggendo un vassoio con sopra tre tazze di tè e un piatto di sembei e salutò l’ospite.
-Ciao Sonoko-chan!-
-Dai-niichan- esclamò lei abbracciandolo: si conoscevano da quando erano piccoli nonostante lui avesse un paio d’anni in più di lei, per questo lo chiamava fratellino.
-Com’è?- le chiese lui mentre Natsumi si sedeva accanto a Sonoko.
-Bene e te? È un sacco che vengo a casa vostra e Natstumi continua a dirmi che sei fuori per investigare…- rispose l’ereditiera storcendo il naso.
-Scusa, ma sai com’è… un’investigazione tira l’altra e alla fine si finisce col passare più tempo fuori che a casa…-
-Lo so- Sonoko appoggiò i gomiti sul tavolo e affondò il viso sui palmi delle mani prendendosi le guance -Il ragazzo di una mia amica è un fanatico come te… Pensa che ultimamente non viene neanche più a scuola talmente tanti casi ha da risolvere-
-Wow- disse il ragazzo passandole una tazza di tè.
-Chi è Sonoko?- domandò Natsumi curiosa mentre addentava un sembei.
-Shinichi Kudo, il ragazzo di Ran… Te la ricordi vero?- lei annuì -Bè, è perennemente fuori di casa… Ran sta soffrendo parecchio per questo… Non si vedono mai- aggiunse malinonica per la migliore amica.
-Perché non si vedono al di fuori dell’orario scolastico?-
Sonoko sospirò e si passò una mano tra i capelli.
-Non può… dice di essere troppo occupato- storse il naso al solo pensiero di Shinichi -Ran è una santa, lo sta aspettando da non sai quanto tempo! E ora che ci sarà il ballo saranno dolori… Sono sicura che ci verrà da sola, col cuore spezzato, o che addirittura vi rinuncerà!- sospirò.
Il silenzio regnò sovrano per qualche attimo, poi Sonoko alzò lo sguardo sdegnata.
-Probabilmente l’unica cosa che lo farebbe tornare sarebbe sapere che Ran fosse in pericolo… Tu che sei un detective molleresti tutto per questo motivo?- si rivolse all’amico mentre girava noiosamente il cucchiaio nella tazza del tè.
 -Naturalmente!- rispose lui sdegnato come se la cosa fosse ovvia.
-Bè, credo allora che solo un miracolo potrà aiutare Ran…-
-Eh se inscenaste un rapimento?- domandò Natsumi mentre Sonoko la guardava interrogativa -Dì a Ran di fingersi rapita, chiamate questo Kudo…-
-Oh, ma andiamo… Sarebbe una cosa terribile se scoprisse che era tutta una messa in scena- l’ereditiera scosse la testa.
-E voi non glielo dite- ammiccò la ragazza guardando poi il fratello.
-Dai-niichan, ci aiuti?-
-Cosa!?-
-Oh andiamo… Fallo per una coppietta di innamorati! Inoltre tu che sei un detective alle prime armi, avrai così l’occasione di incontrare il grande Shinichi Kudo! Insomma… da quello che ti sento sempre dire lo ammiri tantissimo!- lo pregò mentre lui scuoteva la testa.
-Non credo che Ran accetterebbe…- disse Sonoko storcendo il naso, e l’amica sbuffò.
-Basta non dirglielo! Insomma, fate finta di rapirla alla festa, poi le spiegate tutto e attendete l’arrivo di Kudo. Non è difficile, no?-
-Non ne sono convinta…- tentennò Sonoko mentre Daisuke pensava.
-Però potrebbe essere l’unica soluzione, no? - domandò rendendo ovvia la risposta -E poi potrei davvero conoscere Kudo…-.
Shinichi ascoltò sconvolto la spiegazione mentre Ran, al suo fianco, sussurrava  qualcosa che non riuscì a capire.
Ma che importava in fondo?
-E tu hai accettato?! Per vedere me?!- esclamò furioso mentre la ragazza lo afferrava per un braccio per evitare che saltasse addosso ad Oda, anzi ad Okada.
-Lo so, non avrei dovuto ma Sonoko era preoccupata per voi due, io avrei voluto conoscerti… Così io e mia sorella abbiamo deciso di intervenire…- si giustificò il ragazzo mentre Shinichi scuoteva il capo furioso -Per favore, perdonateci- aggiunse facendo un piccolo inchino in direzione di Ran.
-Perdonarvi?!- domandò sorpreso Shinichi sentendo il sangue bollire nelle vene -Sai che faccio ora io? Vado alla polizia a denunciarti per rapimento di persona! E poi vado da Sonoko a spaccarle la faccia! Quella dannata oca va sempre in giro a raccontare i fatti degli altri… -
-Shinichi, aspetta!- Ran lo fermò mentre lui era già pronto ad andare alla centrale più vicina. Il ragazzo la guardò interrogativo mentre lei affogò i propri occhi nei suoi blu come l’oceano.
-Sonoko- cominciò piano lei -Sonoko non l’ha fatto apposta… Sai com’è fatta… Senti… So che eri preoccupato per me, ma io sto bene… Non potremmo chiudere un occhio? Inoltre lui è un tuo fan…-
-Chiudere un occhio? Un mio fan?!- Shinichi non riusciva a credere che quelle parole fossero uscite davvero dalla bocca di Ran -Ran, sei stata rapita! Non sei andata in campeggio, non eri in piscina, eri chiusa in un tempio! E ci sei stata per giorni!-
-Sì, ma…- tentò di ribattere lei mentre i suoi occhi si rattristivano.
-Ho avuto paura- ammise Shinichi affogando i suoi occhi in quelli azzurro-lilla di lei -Una maledetta paura di non fare in tempo, di non vederti mai più… Ero appena arrivato e già eri sparita…-
Ran sentì un moto di rabbia premerle dentro per quelle ultime parole.
Non era forse quello che tutte le volte accadeva a lei?
Quello che succedeva ogni volta che Shinichi tornava?
 Abbassò lo sguardo mentre le lacrime premevano contro la sua volontà per uscire.
-Non è…- cominciò a dire sorprendendo il ragazzo che la teneva per le spalle -Non è forse quello che accade a me tutte le volte che torni, eh Shinichi?- domandò alzando lo sguardo su di lui: era furiosa.
Piangeva lottando contro se stessa e il ragazzo sentì una voragine dentro di sé .
-NON è QUELLO CHE ACCADE TUTTE LE VOLTE A ME, SHINICHI?!- urlò con tutto il fiato staccandosi dalla sua presa con gesto brusco -Pensi mai a me? Ma dove sei quando ho bisogno di te? Dove? Non ci sei! Quando ti chiamo non rispondi, non rispondi ai messaggi, quando passo davanti a casa tua è vuota, quando faccio vagare lo sguardo in camera c’è solo una foto che testimonia che tu esisti veramente e che non sei solo un mio ricordo o il frutto dell’immaginazione di qualche giornalista in cerca di scoup! Quando mi volto il tuo banco è perennemente vuoto, quando cado nessuno più mi dà una mano a rialzarmi come una volta, quando piango nessuno asciuga le mie lacrime, quando ho bisogno di affetto nessuno è li per darmelo!
Ma dove sei quando ho bisogno di te, Shinichi?! Si può sapere perché tutte le maledette volte che ho bisogno non ci sei? Perché?!-
Shinichi, abbassato lo sguardo a terra, stette immobile, con gli occhi coperti dalla frangia, ad incassare, parola dopo parola, tutta la rabbia, il dolore e la frustrazione di Ran senza dire nulla.
Che poteva dirle in fondo?
Che era sempre con lei in realtà?
Che sapeva che piangeva tutte le notti per lui?
-Non hai nemmeno il coraggio di difenderti- disse delusa Ran mentre le lacrime imperlavano le sue gote arrossate. Se le asciugò con la manica della casacca bianca mentre i loro 4 amici scrutavano la scena senza parole: Hattori e Kid guardando addolorati Shinichi, le ragazze passando lo sguardo da uno all’altra.
La karateka si avvicinò a Okada e disse decisa:
-Non ti denunceremo, l’hai fatto per Sonoko, per noi, volevi conoscere Shinichi… anche se quello che hai fatto è sbagliato. Però voglio un favore: riportami il vestito a casa appena puoi, devo restituirlo al negozio…-
Il ragazzo annuì, Ran fece lo stesso e si voltò per andarsene, ma lui la bloccò per un polso.
-Anche se non lo vedi, non vuol dire che lui non ci sia. Io credo che abbia una buona ragione per non risponderti per cui… Cerca di avere un po’ di fiducia in lui- disse serio a bassa voce mentre lei fissava l’asfanlto in discesa sotto i suoi sandali. Liberò il polso lentamente dalla presa e sussurrò un “Devo andare” senza guardarlo in faccia.
Si avvicinò a Kazuha e la abbracciò venendo accolta da un caloroso sorriso.
-Ciao- le sussurrò la ragazza del Kansai.
-Voglio tornare a casa mia- disse Ran mentre l’altra annuì raggiunta da Aoko.  La karateka le rivolse un sorriso -Ci siete anche voi? Grazie-
-Figurati- rispose Aoko abbracciandola affettuosamente mentre Kazuha diceva ad Hattori di andare.
-Dovremo comunque andare a casa di Kudo- la avvertì poi voltandosi verso di lei -La tua borsa si trova a casa sua, e le chiavi sono lì dentro-
Ran annuì.
-Non è un problema-
-Ok- disse la ragazza del Kansai avviandosi con Aoko verso la stazione metropolitana per tornare a Beika. Hattori si avvicinò a Kudo, ancora fermo con lo sguardo nascosto, e gli poggiò una mano sulla spalla seguito da Kid.
-Vieni- gli disse piano con tono comprensivo.
Si avviarono anche loro verso la stazione dietro le ragazze, mentre Okada fissava la scena sospirando, per poi girarsi e tornare al tempio a recuperare l’abito come gli aveva chiesto Ran. 


Riassunto di ciò che è accaduto fin’ora:
Nel liceo di Ran viene organizzato un ballo in maschera a cui la ragazza non vorrebbe partecipare però per via dell’assenza di Shinichi. Al Teintan, intanto, Ran ha un nuovo compagno di classe…
 Dopo aver litigato con Sonoko per un futile motivo, Ran decide di partecipare comunque al ballo e invita i ragazzi del Kansai a raggiungerla. Affitta in un negozio per coplayer un meraviglioso abito rosso e dorato a cui  è allegata una maschera che  servirà coprirle il viso.
Alla festa, a cui Heiji partecipa vestito da se stesso nonostante lo sdegno di Kazuha, vi sono anche Kid e Aoko. Non appena Ran entra nel Kabuki Teather, subito viene notata da tutti ma nessuno conosce la sua identità, che la ragazza è decisa a mantenere segreta per tutta la serata.
Tuttavia, dopo aver spinto Heiji e Kazuha a ballare, si ferisce un dito e un ragazzo vestito da Barone della Notte, il famoso personaggio del romanzo di Yusaku Kudo, le si avvicina porgendole un cerotto.
La ragazza si sente subito attratta dalla sua figura misteriosa e accetta volentieri di ballare con lui nonostante anche il ragazzo porti una maschera che gli nasconde interamente il viso.
I due hanno subito una grande affinità e in pista sono oggetto di molti commenti di ammirazione.
Il Barone della Notte, dopo aver scherzato con la ragazza, propone un patto: non appena scoccherà la mezzanotte le propone di sfilarsi le maschere contemporaneamente per rivelare le loro identità e lei accetta. Con sua grande sorpresa, trova dietro la maschera Shinichi e lo accoglie  felice del suo ritorno; nel frattempo, Kaito si dichiara ad Aoko baciandola.
Durante lo spettacolo di magia che si svolge subito dopo la mezzanotte, un mago sale sul palco e, chiamata Ran come “vittima”, la fa sparire magicamente. Shinichi, non vedendola tornare dopo il numero, comincia a cercarla con l’aiuto del ladro e dell’amico, trovando poi un biglietto al tavolo dove era seduto che gli annuncia che se rivuole vedere viva la ragazza, dovrà risolvere una serie di enigmi.
Insieme agli amici, Shinichi risolve gli indizi dategli, che lo avvicinano sempre di più a Ran, mentre nel frattempo anche Hattori e Kazuha si dichiarano.
Risolto anche l’ultimo enigma, Shinichi finalmente capisce che Ran è nascosta in un tempio shintoista di Tokyo e con gli amici comincia a girarli tutti.
Ma i patti sono che se non riuscirà trovarla entro le 18.00 la ragazza morirà.
Il ragazzo ha solo più un tempio da visitare ma poco tempo a disposizione…


Mangakagirl’s corner:
Minna konnichiw… AAAAA!
*SPLASH*
Chiunque mi abbia tirato questa secchiata di vernice viola in testa, me la sono meritata davvero -.-“
^////^”
Salve gente… com’è???
Lo so, sono un caso senza speranza! “°>.<°”
Avevo sospeso questa fict, lo so, ma come già detto nella premessa ora la storia l’ho finita…
Per cui posso finalmente pubblicarla! >w<
Ok, spero davvero di cuore (T.T) che i miei vecchi lettori siano ancora interessati a questa storia e che magari attiri anche l’attenzione di altri >.<
Please gente! Mi ci sono messa davvero di impegno per finirla bene!
Ah, se chiunque di voi avesse dubbi riguardo qualche dettaglio della storia che si è perso strada facendo…
Chiedete pure ;)
Che ve ne pare, comunque? J
Dunque, finalmente Ran e Shin si sono ritrovati ma… ma…
Chi si immaginava fosse Chikao Oda il colpevole? ^^
E tutto pur di incontrare Shinichi… roba da matti O.O
Tuttavia ran e Shin litigano… T.T
E se pensate che questo sia uno dei colpi di scena, non avete visto ancora niente ^_^
Sono stata un po’ cattivella nello stendere i capitoli che arriveranno xD
Vedrete  presto di che parlo ^^
Grazie mille per l’attenzione e scusate questi papiri di riassunti, introduzioni e note finali ^^”
Mangakagirl!
  
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