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Autore: Ilaria_Malik    07/01/2013    2 recensioni
Amanda Smith, una ragazza con un tragico passato, scappa a Londra per farsi una nuova vita. ha paura di tornare ad amare, a fidarsi di qualcuno, ma al cuore non si comanda.
Così, quando tutto sembra andare per il meglio, ecco che il passato bussa alla sua porta e lei è costretta a rivivere quel maledetto incubo che la perseguita da sempre.
DAL 3° CAPITOLO:
Cercai di mantenermi calma, di non dare spazio alle emozioni, di non ansimare come ogni volta, ma inevitabilmente una lacrima silenziosa mi rigò la guancia. E a quella se ne aggiunsero delle altre che cercai di asciugare in fretta, ma ormai era troppo tardi.
Per qualche istante cercai di resistere, ma poi, esausta, lo abbracciai con tutte le mie forze e mi lasciai andare alle lacrime. Mi fece sentire subito meglio. Era la prima volta che se stavo male sentivo qualcuno accanto a me, qualcuno in cui rifugiarmi che non fosse il mio cuscino. Lasciai tutte le emozioni scivolare fuori, e il mio petto si liberò da quel peso terribile. Quell’abbraccio, anche se muto, era pieno di conforto, affetto, amicizia.
«Ehi piccola. Che succede?»
«Credo che ormai mentire non serva più…»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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And I just ran out of band-aids
I don't even know where to start
'Cause you can't bandage the damage,
You never really can fix a heart.
-Fix a heart- Demi Lovato.

 

La prima cosa che vidi aprendo gli occhi furono gli scatoloni ancora pieni nell’angolo della stanza. La mia prima notte nella nuova casa fu abbastanza piacevole, nonostante avessi dormito sul divano non avendo ancora sistemato tutta la mia roba.
Erano le sei, ma decisi comunque di alzarmi: mi serviva tempo se volevo essere perfetta per il mio primo giorno nella nuova scuola, o meglio, nella nuova vita.
Così scivolai sotto l’acqua bollente della doccia, proprio quello che mi serviva per mandare via ansie e paure ‘da primo giorno’. Mi vestii semplicemente con una felpa, un jeans e un paio di blazer; le cose troppo complicate non facevano per me. Andai di fronte allo specchio per pettinarmi e truccarmi, e lì rividi quei maledetti segni sui polsi. Quei segni che.. beh’, credo sia arrivato il momento di raccontarvi la mia storia.
 
Mi chiamo Amanda Smith, ho diciassette anni e vengo da Manchester. Mia madre è morta quando avevo sette anni e da quel momento ho sempre vissuto con mio padre, Mike, che mi picchiava per qualunque cosa, a volte anche solo per il gusto di farlo. Non ho amiche e non ne ho mai avute, ma non so neanche io il motivo. Tutti mi hanno sempre isolata e ignorata. Sono fidanzata da circa tre anni con un ragazzo, Jake. All’inizio pensavo di amarlo, era gentile e mi faceva sentire bene, poi però ha cominciato a diventare arrogante e violento, ha iniziato ad alzare le mani e ad abusare di me, rubando anche la mia verginità senza che io lo volessi. Ho provato più volte a lasciarlo, ma ogni volta mi ha sempre picchiata e ho avuto paura a farlo di nuovo.
Così, un po’ per depressione, un po’ per disperazione, un po’per sfogo, ho cominciato a tagliarmi. So che è sbagliato, ma è l’unico ‘rifugio’ in cui finalmente trovo pace quando mi sento stanca. Stanca di tutto, della mia vita. Sentire la lama fredda sulle mie braccia è come una liberazione. Ma appena il sangue finisce di sgorgare, mi rendo conto che tutto era solo un’illusione, e la vergogna, il disgusto che provo per aver fatto quel gesto non fa altro che peggiorare la situazione.
Circa tre mesi fa mia nonna materna è morta e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Lei era l’unica persona che mi voleva bene, l’unica spalla su cui piangere che avevo. Lei era la persona più importante al mondo e mi è stata portata via, così come successe dieci anni fa con mia madre.
Capii che non ce la potevo più fare e che le soluzioni erano due: scappare di casa e iniziare una nuova vita o… farla finita. Sinceramente la seconda soluzione mi faceva paura, quindi ho optato per la prima.
E così ho comprato un piccolo appartamento qui a Londra con i soldi che mia nonna mi ha lasciato in eredità e alla prima occasione in cui mio padre si è assentato per qualche giorno sono scappata. Ho cambiato numero di cellulare e non ho detto a nessuno che sarei andata via, ho detto addio per sempre al passato. Compresi a quei tagli.
 
Decisi di coprire i segni sui polsi con del fondotinta in modo che nessuno potesse vederli: non volevo far pena alla gente.
Infilai il cappotto, la sciarpa e il cappello di lana, presi lo zaino e mi incamminai verso la scuola. Era una fredda mattina di gennaio, ma fortunatamente non nevicava. Dopo poco arrivai alla mia destinazione; ero in anticipo, c’erano tanti ragazzi che parlavano tra di loro, così mi sedetti su una delle tante panchine congelate e aspettai sperando di sentire al più presto la campanella suonare. Eccola finalmente. Mi affrettai all’entrata della scuola, ma andai a sbattere contro qualcuno facendogli cadere i libri che aveva in mano. Bene, ecco la mia prima figura di merda.
«Scusami tanto» continuavo a ripetere mentre gli raccoglievo i libri caduti.
«Ehi è tutto ok» mi disse lo sconosciuto. Non l’avevo nemmeno guardato in faccia, così alzai lo sguardo e vidi che era un ragazzo. Capelli neri sollevati in una cresta, occhi scuri e pelle ambrata… Gli sorrisi per qualche istante, poi il mio sguardo cadde sul suo orologio e intravidi l’ora. Era tardissimo, e considerando che dovevo passare dalla segreteria per prendere il programma delle lezioni, ero nei guai.
Mi alzai e senza neanche salutare il ragazzo cominciai a correre alla ricerca della segreteria.
 




SPAZIO AUTORE:
Ciao splendore! Innanzitutto grazie hai letto questo primo capitolo, mi fa davvero piacere. Se la storia ti è piaciuta lasciami una recensione, anche piccola piccola e magari dimmi cosa va bene e cosa correggere. Accetto le critiche a patto che non siano offensive. 
Ovviamente questo è solo l'inizio, più in là la storia si farà sempre più complessa... 
Credo di aver detto tutto, quindi... ci vediamo al prossimo capitolo se ti va ;)

#siate clementi, ho sempre scritto per me stessa ed è la prima storia che pubblico. 

 

  
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