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Autore: lottieverdeen    07/01/2013    7 recensioni
La vera storia di Cato e Clove, di come si sono conosciuti, innamorati, odiati e persi. Per sempre.
DAL CAPITOLO 9
Solo mie potevano essere le sue labbra, solo mia la sua voce, solo mie le sue mani. Ma ora è troppo tardi.
Il mio cuore inizia a battere forte, cerco di trattenere le lacrime mentre la tristezza mi annebbia la vista.
Chiunque di noi due torni dall'arena, non tornerà mai del tutto intero.
Perchè dovunque io vada, una parte di me sarà sempre da lui.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Chaff, Cinna, Claudius Templesmith, Clove
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

 

"Fammi vedere cosa sai fare Clove." Dice Brutus osservandomi con aria di sfida. "Lo sai vero che non c'è posto per tutti qua."
Non tutti possono restare all'accademia, le nuove reclute vengono testate alcuni mesi e poi se non reputate idonee spedite 
di nuovo a casa. Prendo un coltello e mi sistemo davanti al bersaglio.
"Sai Brutus, credo che per me..." quasi dolcemente il coltello scivola via dalla mia mano e si conficca esattamente nel cuore 
del manichino. "... ci sarà sempre posto." Concludo quasi beffardamente. 
Brutus sorride soddisfatto e mi lascia sola per un attimo. Probabilmente per discutere sul mio futuro collocamento.
Nell'accademia ci sono tre gruppi: Il primo, composto dai più forti, i principali candidati per i giochi della fame, il secondo per
quelli che devono migliorare le loro tecniche e il terzo quello delle nuove reclute.
Un giorno sarò nel primo gruppo, mi allenerò per gli Hunger Games e realizzerò il sogno che mio papà non ha mai potuto realizzare.
Brutus mi raggiunge e mi fa cenno di seguirlo.
Attraversiamo un corridoio completamente spoglio, come d'altronde il resto dell'accademia.
"Abbiamo deciso di metterti nel secondo gruppo. Non deludermi Clove, ripongo molte speranze su di te."
Sorrido felice del complimento, lo seguo attraverso una porta, che porta in una palestra ancora più grande della precedente.
Resto con la bocca aperta, ammirando i ragazzi e le ragazze che combattono fra loro, con tanta ferocia, che non sembrano
nemmeno persone vere. Il rumore di metallo che batte su metallo è fastidioso, sono abituata al leggero fruscio dei coltelli.
"Anche tu qua?" Una voce stranamente familiare arriva da dove prima c'era Brutus.
Mi aggira con la sua spada. I suoi occhi mi osservano beffardi e la sua bocca e tirata su in una smorfia quasi di disgusto.
Lancio uno sguardo a Brutus che mi guarda annuendo, e cogliendolo di sorpresa mi fiondo addosso a lui.
Cato mi osserva per un momento, poi alza la spada per colpirmi, e so, da come mi guarda, che se non mi fossi spostata 
l'avrebbe affondata. Avrebbe ucciso, senza ripensamenti, ma io non sono il tipo che mi fa uccidere così facilmente. Lo aggiro rapidamente e con un pugno sul suo polso li faccio cadere la spada. Velocemente gli appoggio il coltello alla gola, alzandomi in punta di piedi. ma lui sorride e senza fatica mi scansa via da sè e raccoglie la spada, poi si gira e se ne và.
Io resto; lì, sorridendo sulla mia prima piccola vittoria. Brutus mi fa un cenno e sorride e mi fa segno di andare, il mio allenamento vero e proprio incomincerà domani, e io sono più pronta che mai.

"Clove." Il mio cuore si ferma e poi comincia a battere più velocemente, mi giro e lo vedo, di nuovo.
Nei suoi occhi blu leggo la sete di sangue, una sete che mi spaventa e che mi costringe ad indietreggiare.
Mi inchioda al muro, e si abbassa leggermente per potermi guardare meglio nei miei occhi marrone nocciola.
"Non avresti dovuto comportarti così oggi." Ringhia.
"Sei tu che mi hai sfidata Cato." Rispondo tranquilla, anche se avrei solo voglia di scappare, correre via da questo
essere crudele e vendicativo.
"Non sfidarmi bambinetta." 
"Non sono una bambinetta! Fino a prova contraria, Cato, ti ho appoggiato il coltello alla gola, e ne porti pure il segno."
Il mio sguardo si ferma alla sua gola, dove c'è un piccolo taglietto, quasi invisibile, ma segno della mia vittoria.
"Non so chi sei, ma non mi piaci per niente."
"Nemmeno a me piaci, stai tranquillo." Ad un tratto la rabbia sparisce dai suoi occhi, che diventano quasi umani.
"Di ragazze come te non ne ho mai conosciute." Scuote la testa.
"Ah, adesso sarei una ragazza?"
"No, sei un'assassina, esattamente come me e gli altri."
"IO NON SONO UN'ASSASSINA!" Gli urlo addosso. 
"Non ancora, ma lo diventerai." La rabbia sale dal profondo del mio cuore, anche se so che ha ragione, sono qua solo per un motivo, per uccidere. A qualunque altra persona avrei tirato una sberla, ma qualcosa mi costringe a trattenermi.
Indietreggio, spaventata dall'idea che un giorno forse ucciderò per piacere, solo per sentire la vita andarsene.
Cato sorride. E' così strano vederlo ridere. Forse sta ridendo di me, ma qualcosa mi dice che è tutto diverso,
che quel sorriso è tanto vero quanto rassegnato, che è qualcosa che non dovrebbe esistere.
Senza guardarlo mi giro e corro via.





 



Ciao a tutti!
Grazie a quelli che hanno recensito la mia storia e l'hanno messa tra le preferite e anche a quelli che l'hanno letta e non recensita.
Spero che anche questo capitolo ne deluda le vostre aspettative. (?)
Grazie a tutti,
Lottieverdeen

  
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