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Autore: FeDevil    07/01/2013    1 recensioni
Nero e Bianca sono due personaggi ormai famosi, a Unima: lui un attore di successo, lei manager della Galleria solidarietà, non si vedono dall'ultimo PWT. Non sanno ancora che Ideali e Verità li riuniranno ancora, assieme a dei vecchi amici, e agli eroi del passato in un'avventura in cui dovranno nuovamente salvare la loro regione.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Videogioco
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«Cosa?! Bas, fer.. BAS! Ferma un momento!» disse Bianco, mentre rispondeva freneticamente alla chiamata di Basilio all’interpoké, e l’apparecchio continuava a squillare per la ricezione degli avvisi di chiamata senza risposta. Anche l’interpoké di Toni continuava a squillare a ripetizione, causando al ragazzo una crisi di panico per il non sapere come reagire a tutte quelle chiamate perse.
Nero, Toni, e Bianco erano appena usciti dall’intramondo a cavallo di Hydreigon e Golurk. Sul dorso del pokémon drago giaceva senza sensi il corpo di Bianca.
Nero stava vicino al suo Hydreigon, con una mano poggiata sull’addome della ragazza, per evitare un’eventuale caduta. Si chiedeva perché gli altri avessero ricevuto così tante chiamate in così poco tempo, mentre lui – la grande star, sempre tempestata di chiamate anche nei momenti più inopportuni – non era stato cercato da nessuno. Non che gli importasse. Avevano appena trovato Bianca, e voleva portarla in ospedale, o da Acromio, ma gli altri due erano impegnati nelle loro chiacchiere. Ora che ci pensava, si chiedeva perché lo scienziato non li avesse aspettati con la Fregata Plasma nello stesso punto dove li aveva lasciati. Ci avrebbe pensato dopo, quando il suo amico e Bianco avessero smesso di fare le star al suo posto.
Pensando a questo, Nero guardò distrattamente il suo Interpoké.
Spento.
 
 
Nera entrò nella Sala del Campione, aprendo una lattina di Gassosa, e bevette mentre camminava. In lontananza, N parlava a Iris, la campionessa. Questa lo guardava confusa, sempre con quegli abiti sproporzionati e quel fare da bambina annoiata, che cercava nuove sfide. A Nera venne voglia di far vedere alla ragazzina cosa significasse essere un vero campione, così mise una mano nella borsa, ma quello che ne trasse fu solo un tramezzino preconfezionato. Si avvicinò ai due, mentre N parlava sottovoce, e porse il tramezzino al suo ragazzo. N si girò verso di lei, e per un attimo un sorriso illuminò il suo volto immerso nei problemi, mentre afferrava il pranzo portato dall’ex allenatrice di pokémon. Nera arrossì, poi riprese a bere la gassosa, mentre N scartò il tramezzino e incominciò a mangiare.
«Non siete ancora riusciti a capire l’origine di quei buchi viola, quindi?» disse Iris.
«Come ti ho già detto, no, Iris» rispose N, pulendosi la bocca dalle briciole.
«E i campioni di Unima sono irrintracciabili?» continuò la ragazzina.
N confermò, annuendo con la testa, poi continuò a parlare col tramezzino in mano: «Sembrano dei portali per un’altra dimensione. Una dimensione di cui io non sono abbastanza esperto, ma che potrebbe essere il mondo dei sogni, secondo l’esperienza di Nera e dei suoi pokémon».
Nera intervenne: «E non promettono per niente bene…».
«Otto portali. Ognuno sulle principali città di Unima - disse Iris – Perché, secondo voi?»
N fece per dire qualcosa, ma fu Nera a intervenire: «Otto. È uno schema. Otto è un numero che si ripete in tutto il mondo: otto palestre, otto medaglie, otto passi per arrivare alla Lega Pokémon»
N e Iris la guardarono stupiti, poi la campionessa disse «Sì, e quindi?».
«Zania mi ha detto che l’energia emanata da quei portali è simile a quella del Fumonirico di Musharna, la stessa usata per alimentare la macchina che riproduce i sogni dei Pokémon. Solo che è in una forma corrotta… ostile. Se oltre quelle porte c’è un mondo popolato dai pokémon, è possibile che ci sia uno schema simile a quello usato nella nostra dimensione. Pensateci: Sinnoh, Hoenn, Unima, ma anche Kanto e Johto hanno un sistema basato sulle principali otto città. Se le creature oltre i portali stanno pianificando un’invasione…»
«Invasione?!» interruppe N, senza essersi accorto di aver alzato troppo la voce.
Nera lo guardò seriamente: «Sì, tesoro: “invasione”!».
«Non crederò mai che i pokémon, da qualsiasi dimensione vengano, vogliano invadere il nostro mondo. Potrebbe essere un campanello d’allarme, magari. In quella dimensione potrebbero trovarsi male, o non so. Io confido molto nei nostri amici» ribatté N.
«Ma, infatti – continuò Nera – chi ti dice che non sia un’altra tattica del Team Plasma, o di qualche altra organizzazione terroristica? Perché Acromio non ha ancora rilasciato dichiarazioni, mentre i più eminenti scienziati di Unima si son già pronunciati?»
«Nera, non possiamo arrivare a queste conclusioni, senza prove concrete!» disse Iris. Le uniche parole intelligenti che, secondo Nera, erano uscite dalla bocca della ragazzina fino a quel momento.
«Lo so…» disse l’ex allenatrice di pokémon.
Un breve silenzio si diffuse nell’enorme sala della Campionessa.
N si avvicinò alla sua ragazza, porgendole la sua metà del tramezzino: «Nera, è una settimana che dormi male, mangi poco, e sei così irascibile. Anche i tuoi pokémon sono preoccupati per te!».
Nera sbuffò.
N sorrise, e fece segno di prendere il suo pezzo di cibo: «Risolveremo anche questa, non preoccuparti!». Nera afferrò lentamente la metà del tramezzino incartata male, la fissò per un attimo, e poi la cacciò in borsa.
È solo che era tutto troppo bello per essere vero. Siamo tornati a Unima per stare insieme, ed ecco che salta fuori l’ennesimo casino. E, come se non bastasse, Bianco sembra sparito nel nulla.Pensò la ragazza.
«Dunque, Iris – proseguì il ragazzo dai capelli verdi – il ragazzo degli Ideali, la ragazza della Verità e, Nero, che ha catturato Kyurem, non sembrano essere reperibili. Cos’hanno deciso gli altri capipalestra?»
La ragazzina strizzò gli occhi in una smorfia di confusione, poi disse: «Dovrebbero chiamarmi a momenti… Però, un’invasione significherebbe combattimenti in continuazione giusto?». Gli occhi di Iris s’illuminarono per un momento: «Giusto?».
N si portò una mano alla fronte, coprendosi il viso, mentre Nera per la prima volta accennò un sorriso.
 
 
Gli occhi di Nero quasi uscirono dalle orbite per lo stupore, mentre all’accendere del suo Interpoké comparì la data odierna. Si girò un attimo stupito verso gli altri due, ancora intenti a chiamare o a chiudere chiamate, poi guardò nuovamente lo schermo, per avere un’ulteriore conferma: la data nel quadrante segnava esattamente sette giorni dopo quella che Nero aveva visto l’ultima volta.
«Com’è possibile?» mugugnava Nero, mentre sullo schermo apparivano decine e decine di chiamate senza risposta, fino ad arrivare ad alcune risalenti alla mattina stessa della sua partenza nell’intramondo. Bianco sembrava intento a consolare una persona preoccupata per lui, Toni a chiudere tutte le chiamate in arrivo per evitare il trillo dell’interpoké, mentre Nero non riusciva a fare altro che guardare la data sullo schermo e tutte le chiamate perse. A un certo punto, il suo Interpoké fece un suono diverso: “Turirurirurù!”, una chiamata!
Nero rispose senza pensarci, e sullo schermo apparve Zania: «NERO!!! – disse la scienziata in lacrime – che fine avevi fatto? Ero preoccupatissima per te! Finalmente».
Nero guardava l’interpoké stupito, mentre Zania riprese a parlare a più non posso.
«Fiuuu…» disse Toni. «Non ho mai ricevuto così tante chiamate in vita mia, ma non ho intenzione di rispondere finché non risolviamo la storia di Bianca. Ros capirà!».
Nero aveva appena finito la sua chiamata interminabile con Zania, e si era avvicinato all’amico, mentre Bianco, vedendo gli altri due, chiuse di tutta fretta la chiamata con un lacrimante Basilio e si avvicinò al gruppo.
Bianco e Nero si guardarono con un’espressione preoccupata, mentre Toni guardava prima l’uno, poi l’altro, ancora con una certa confusione.
Fu Nero a interrompere il silenzio: «Manchiamo da Unima da una settimana. All’inizio pensavo che il mio interpoké avesse qualche problema, ma la chiamata che ho fatto con Zania ha confermato che siamo partiti sette giorni fa per l’Intramondo.»
«Cosa?!» disse Toni.
«Parla per te, Nero. Io sembro essere scomparso da un mese!» rispose Bianco.
Toni si portò la mano al mento: «Bianco, effettivamente anche la nostra amica è scomparsa da più di trenta giorni. Questo significa che per voi è passato molto meno tempo?»
«Io ero posseduto da quel pokémon – disse il ragazzo degli Ideali – ma non credevo di essere stato là dentro più di due giorni!»
«Questo spiega perché tu, Nera, e i membri del Team Acromio che abbiamo dovuto lasciare nella piazza dell’Intramondo, non siate deperiti dopo “un mese” senza cibo, né acqua».
«Caspita – disse Bianco – ho proprio fatto preoccupare il mio compagno. Ma c’è un’altra cosa, molto più preoccupante, che…»
Nero lo interruppe: «Lo so! Dovremmo muoverci!»
«Ehi, ehi – disse Toni, frapponendosi fisicamente tra i due, quasi a volerli separare – cosa ci sarebbe di così urgente, a parte riportare Bianca tra noi?».
I due sospirarono, poi Nero disse: «Siamo stati una settimana nell’Intramondo, ma già da prima della nostra partenza strani fenomeni stavano accadendo su Unima. Zania aveva provato ad avvisarmi, con la scusa di un pranzo assieme. Ora che ci penso, mi stava chiamando anche quando eravamo da Acromio, ma è stato lì che ho spento l’interpoké!»
«Vai avanti!» intimò Toni.
«Bene, poco dopo la nostra partenza, i fenomeni soprannaturali hanno incominciato a incrementare: a quanto mi ha detto Zania, i sogni dei pokémon hanno incominciato a manifestarsi prima sporadicamente, poi sempre più spesso nella realtà! Non solo quando i pokémon dormivano, a quanto pare, ma anche da svegli! Come se i sogni stessero incominciando a manifestare una loro volontà: questo ci porta a oggi! Prima di noi, dall’Intramondo sono “usciti” dei “portali violacei”, a detta di Zania, che si affaccerebbero su un’altra dimensione»
Bianco prese parola: «Potrebbe essere l’Intramondo stesso, questa dimensione»
«Vero! – aggiunse Toni – L’ombra del pokémon e la creatura leggendaria se ne sono andati in una specie di sfera viola! Se quei portali sono tipo sfere violacee, potrebbero essere dello stesso tipo!».
Istintivamente, i tre guardarono verso l’alto, poi salirono in groppa ai loro Pokémon e volarono finché i grattacieli di Austropoli non poterono più coprire la loro visuale. A macchiare il cielo, oltre alle nuvole chiare sopra la città, stava un’enorme sfera nero-violacea roteante, che sembrava generare un piccolo vuoto d’aria attorno a sé. I tre ragazzi la guardarono, sconvolti.
Nero, in sella a Hydreigon, con Bianca, portò il suo pokémon Brutale verso il Golurk cavalcato da Toni e Bianco: «E’ proprio identica a quella che abbiamo visto io e Toni!» disse, mentre il ragazzo dai capelli blu scuro annuiva.
I due portarono le loro cavalcature volanti sulla cima di un grattacielo, e lì scesero per parlare. Bianco si rivolse agli altri due, vicini al corpo di Bianca: «Dobbiamo impedire a quella creatura di arrivare al nostro mondo, o comunque farla ragionare, in modo che quando arrivi qui non abbia voglia di distruggere tutto!».
«Come fa un pokémon a essere “cattivo”? In genere sono gli allenatori i cattivi esempi!» disse Toni.
Bianco rispose: «Non si tratta di cattiveria. È un pokémon turbato. Dev’essere successo qualcosa, nell’altra dimensione! Oppure…»
«Oppure..?» continuò Toni, impaziente.
«Oppure ha sofferto tanto la solitudine…» disse Bianco, incupito.
Nero si avvicinò agli altri due: «Questo non risolve il nostro problema» disse, indicando Bianca.
«Dobbiamo scoprire come riportarla tra noi!»
Bianco lo guardò come se avesse appena avuto una brillante idea: «Forse posso aiutarti!»
Nero e Toni erano tutt’orecchi.
«Basilio, il mio… il mio ragazzo, ha il brutto vizio di dormire con l’Onirovisore – lo strumento per vedere i sogni dei pokémon»
«Sappiamo cos’è…» disse Toni.
«Ecco, - continuò Bianco – il fatto è che Bas si dimentica sempre come si usa. Non si dovrebbe usare da addormentati! Non so come sia possibile, e credo che c’entri la demanifestazione causata dalla possessione di quell’essere, ma mi ha detto di aver sognato Bianca».
«Quindi?» dissero gli altri due, con l’evidente espressione di chi non dava la minima rilevanza alla cosa.
«Quindi, se io sono finito nel Pokémon Dreamworld, è possibile che lo sia anche Bianca, e quella che ha sognato Basilio fosse proprio lei, e non il frutto della sua immaginazione»
«Dobbiamo andare nel Dreamworld?!» disse Nero, incredulo.
«E’ impossibile» ribatté Toni, per poi smentirsi da solo: «Ma se i sogni dei pokémon si stanno manifestando nel nostro mondo…?»
«Forse, dormendo, potremmo finire noi nel mondo dei sogni?» provò a completare Nero.
«Esatto!» annuì Bianco, abbassandosi il cappello.
 
 
L’interpoké di Iris squillò, rimbombando nella grande Sala del Campione. Una voce forte di donna uscì dall’apparecchio: «Iris, ci sei? Qui è Aloé. Sono ad Austropoli, in compagnia di Zania e Magnolia.»
«Ci siamo! – disse la Campionessa – Ma chi è Magnolia?»
La giovane professoressa prese l’Interpoké dalle mani dell’ex capopalestra di Zefiropoli: «C’è poco tempo per le presentazioni! Stiamo per essere invasi da orde di pokémon della Dimensione Onirica!».
   
 
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