Rating della shot: arancione
Elemento del prompt utilizzato: 9 - Avvertimento. AU
Note: Ambientato nel 1864. Elena Gilbert è al servizio della famiglia Salvatore.
1864
«Buongiorno, signorino Damon.»
Apro le tende, inondando la stanza di luce.
Un raggio di sole entra impertinente dalla finestra, posandosi sul viso del padroncino, che emette un lamento e si rigira tra le lenzuola.
«È ora di alzarsi» insisto, ma dolcemente.
Mi accorgo che è nudo e arrossisco visibilmente, anche se ormai dovrei essere abituata alla vista del suo corpo: sono io che mi occupo di vestirlo, lavarlo e… spesso anche di altro.
Spalanca gli occhi, fissandoli su di me, così profondamente che mi sento come se fossi nuda anch’io.
«Buongiorno, Miss Gilbert» biascica, la voce ancora impastata dal sonno, ma il sorriso – già sveglio e malizioso – posato sulle labbra.
Avvicino al letto la brocca con l’acqua, perché si lavi il viso, poi mi accingo a recuperare i vestiti puliti.
Mi avvicino cauta, inginocchiandomi sul pavimento, mentre lui mi porge il piede perché io gli infili le calze.
Non riesco a nascondere l’imbarazzo e le mie guance si colorano nuovamente di rosso, mentre le dita sfiorano leggermente la sua caviglia.
Una strana sensazione mi attanaglia allo stomaco, proprio come mi succede ogni volta che tocco il suo corpo.
Sollevo lo sguardo per raccogliere l’altra calza e mi accorgo che mi sta fissando. Quegli occhi penetranti sembrano leggermi dentro; hanno una strana sfumatura vermiglia, che non avevo mai notato prima, che insieme al quel suo strano sorriso gli danno un’aria quasi… inquietante!
Sposto lo sguardo e scorgo sul suo collo un lieve rossore: due forellini appena percettibili e un alone roseo tutt’intorno.
Non appena il signorino si accorge di cosa sto guardando, la sua espressione cambia di colpo.
La sua voce è dura. «Non dovresti alzare lo sguardo sul tuo padrone» mi ammonisce.
Abbasso subito gli occhi sul pavimento, tentando di recuperare i calzoni. «Mi… mi dispiace, io…» tento di giustificarmi, ma ormai l’ho fatto arrabbiare.
So già quello che mi aspetta, il modo in cui sfogherà la sua collera e mi ricorderà che Lui è il padrone, e io sono solo la sua sguattera.
Resto in ginocchio, in attesa di ordini e, mentre tento di sembrare dispiaciuta, sorrido mentalmente.
Sono stata fortunata.
Anche stamattina sono riuscita ad ottenere quello che volevo.