Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Ricorda la storia  |      
Autore: fanniex    08/01/2013    2 recensioni
< L'uomo in piedi di fronte a me mi sta fissando. Ancora una volta. Sono settimane che ci incontriamo ormai. Sempre nello stesso posto. Dovrei conoscerlo, eppure mi sembra un estraneo, ogni giorno di più. Il viso stanco, gli occhi cerchiati, le guance scavate. Ha l'aspetto di un uomo che ha perso la gioia di vivere. Non riesce più ad essere felice. Come se avesse subito un bacio da uno dei Dissennatori di Harry Potter! > ... Questa OS non ha la minima pretesa di interpretare lo stato d'animo di Jared, ma solo di quietare le mie ansie! Perciò non fraintendetemi, ma se vi va' di leggere e commentare, sono pronta anche agli insulti!!!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


L'uomo in piedi di fronte a me mi sta fissando. Ancora una volta. Sono settimane che ci incontriamo ormai. Sempre nello stesso posto. Dovrei conoscerlo, eppure mi sembra un estraneo, ogni giorno di più. Il viso stanco, gli occhi cerchiati, le guance scavate. Ha l'aspetto di un uomo che ha perso la gioia di vivere. Non riesce più ad essere felice. Come se avesse subito un bacio da uno dei Dissennatori di Harry Potter!* Sorrido. Però, riesco ad essere ancora spiritoso, a quest'ora del mattino. Anche l'uomo sorride. Ma non si accende nessuna luce nel suo sguardo. Mi passo una mano tra i capelli. L'uomo compie lo stesso gesto, tra i suoi capelli, un tempo morbidi e setosi ed ora spenti come la sua anima. Ed eccolo! Lo sento arrivare. Il mio respiro diventa sempre più convulso e lo stomaco si contrae. Appoggio una mano allo specchio, strizzando gli occhi per un istante. L'altra mano cerca freneticamente qualcosa in uno dei cassettini sotto il lavandino. Trovato! Il mio inalatore. Un tiro … dieci secondi … altro tiro … piano gli oggetti intorno a me riprendono il loro aspetto naturale. Guardo l'uomo di fronte. Sta ansimando, appoggiato allo specchio. Lo spasmo e la fatica gli hanno donato finalmente un po' di colore. Paradossalmente sembra più vivo, adesso! Mi accascio a terra, contro il bordo della vasca da bagno. E l'uomo sparisce.

 

[ < Ma cazzo! Jay! Guardati! È questo quello che vuoi? … Vuoi diventare uno di quei merdosi teschi di Damien Hirst?** … Be', lasciatelo dire, caro mio, nessuno pagherà un milione di dollari per il tuo cadavere, neanche se ricoperto di diamanti! > ]

 

Non riesco a dimenticare le sue parole. È come se avessi una vocina, nella mia testa, che me le ripete in continuazione, ancora e ancora. E anche rivivendo quella maledetta scena, fotogramma dopo fotogramma, non sono capace di affrontare la verità.

 

[ < È questo che pensi? Che voglia farmi del male di proposito? >

< Non dire stronzate! > La donna gli sta stringendo il polso, ed è talmente sottile che se intensificasse la presa potrebbe anche frantumarlo. < Piantala di nasconderti dietro questo cazzo di paravento! Soffrire così non ti rende più interessante … e di certo non ti aiuterà a capire che cazzo fare della tua vita! >

Lui si libera della stretta al polso e la fissa con disprezzo.

< Si può sapere chi cazzo sei tu per dirmi cosa cazzo fare della mia vita? ... Credo che sia arrivato il momento che tu te ne vada fuori dalle palle?>

Avrà forse anche perso un po' il controllo, ma cazzo ha ancora il suo orgoglio dopotutto. Nessuno può permettersi di giudicarlo. E di certo non lei. Lei non può sapere che cosa vuol dire! Nessuno può saperlo.

< Hai ragione! Sono solo una stupida che tiene a te … che ti vuole bene. Non sono proprio nessuno! Quindi è meglio che me ne vada. … Non ci tengo nemmeno io a vedere la fine di questo schifoso film. … Non ti dico 'Stammi bene' perché tanto so che non mi ascolterai. >

La donna si gira verso l'altro uomo, che ha assistito alla scena, rimanendo per tutto il tempo a bocca aperta. Gli si avvicina e lo abbraccia, sussurrandogli qualcosa all'orecchio. E se ne va. Senza rivolgergli neanche l'ultimo sguardo. ]

 

“Jared! Che cazzo ci fai lì a terra?”

Mio fratello è in piedi davanti alla porta del bagno. Con gli occhi sbarrati, fissi sul mio corpo. Devo sembrargli quasi esanime. Il mio respiro sta tornando regolare a poco a poco, ma non ho tanta forza per rispondergli. Lui nota l'inalatore, ancora stretto nella mia mano, e capisce da solo. L'ennesimo attacco! In un attimo, mi raccoglie da terra e mi solleva fino a depositarmi sul mio letto. È una fortuna che sia così forte. Anche se è imbarazzante, per me, essere la principessina da salvare, mentre lui interpreta il cavaliere senza paura. Mi fa sedere sul materasso, con la schiena appoggiata alla spalliera. Con due dita premute sulla giugulare, mi controlla i battiti cardiaci.

“Stai meglio?”

Gli faccio cenno di sì con la testa.

So bene che cosa vorrebbe dirmi ora. Sono settimane che andiamo avanti con lo stesso discorso. Ma è inutile. Lui vuole che torni dal dottore. Che mi decida finalmente a seguire la terapia che mi ha prescritto. Ma, cazzo, io non sono malato! Sono solo stanco. E la mia asma non mi aiuta a stare meglio. Perché non vogliono capire che passerà, prima o poi?

“Non starai mai meglio, se continui a non mangiare.”

Gli voglio un bene dell'anima, ma alle volte è fastidioso che riesca a entrare così facilmente nella mia testa. Avrò mai un momento solo per me? Senza tutta questa gente intorno che si comporta come se solo loro sapessero davvero che cosa sia meglio per me. Ok! È vero! Fisicamente faccio schifo. Ho perso troppi chili e lo vedo da solo che sono ai limiti dell'anoressia. Il mio stomaco si è ormai talmente abituato alla mancanza di cibo, che lo rifiuta istintivamente. Questo non significa che io sia malato. Forse avrei solo bisogno di cambiare aria. Ma come faccio? C'è il nuovo album da finire. Poi il tour, la promozione, gli echelon … Non posso tirarmi indietro proprio adesso. La casa discografica mi trascinerebbe in causa un'altra volta. E questa volta sarei fottuto! Il bello è che veramente io non so più che cazzo inventarmi. Avanti Jared Leto! Pensa a qualcosa! Una volta, eri bravo in queste cose.

 

[ < Ma smettila! Pensi davvero di poterti svendere così? Loro ti amano perché li fai continuare a sognare, a credere in se stessi. Dici sempre di credere in loro, be' fallo veramente! Sii te stesso! Pensa bene a quello che sei … e agisci da uomo! >
La donna lo sta sfidando. Lui lo sa. Non è mai stato il tipo che cede facilmente, senza combattere. ]

 

“Tu pensi che lei abbia ragione?”

Mio fratello mi riserva uno dei suoi sorrisi da gattone. Sa bene a che cosa mi riferisco. Era presente anche lui. Sembra che non vedesse l'ora che fossi io a tirare fuori l'argomento. E devo riconoscergli che è stato molto paziente. Ne sono passati di giorni, da quella lite. Troppi.

“Tu che cosa pensi?” Mi domanda a sua volta.

“Cazzo, Shan! Certo che no! … Io voglio stare meglio!”

“Mi fa piacere sentirtelo dire. Però ...”

“Però? Cosa?”

“Niente! È solo che ...”

“Solo che? Piantala con questa suspense, Hitchcock!”

Si siede al mio fianco, facendomi appoggiare a lui. Come quando eravamo bambini. È incredibile come riesca ancora a farmi da padre. Merito dei suoi ben ventun mesi di anzianità. Eppure è così infantile alle volte. No, non è vero. Sono io il ragazzino immaturo, tra i due. Sono io che mi convinco di avere il mondo in pugno e poi frigno come un poppante se mi scivola via dalle dita come sabbia. Sono io che non sono mai soddisfatto. Che non mi godo le cose. Che rimugino su quello che è stato e su quello che poteva essere. Sono io quello che non sa che cazzo fare della sua vita! Aveva ragione lei.

“È solo che vorrei tornare a vederti felice. Tutto qua. Rivoglio il mio fratellino rompicoglioni … non questa pallida imitazione!”

Lo fisso negli occhi. È terribilmente in ansia per me. Ma questo già lo sapevo. Solo che noto ora, per la prima volta, la disperazione nel suo sguardo. Farebbe qualunque cosa per farmi stare bene. Lo vedo. Ed è come se mi trapassasse il cuore con un punteruolo per il ghiaccio. Anche lei aveva lo stesso sguardo, quella volta. Chiudo gli occhi, appoggiandomi alla spalla robusta di mio fratello. L'ho allontanata. Perché l'ho fatto? Perché non voleva assecondarmi, come fanno gli altri? A costo di rovinare la nostra amicizia per sempre. Lei ha fatto una scelta! Ha avuto il coraggio di decidere. Ha sbattuto la mia testa contro il muro, prima che lo facessi io e che fosse troppo tardi per tornare indietro. E mi ha perso. E io ho perso lei.

“Lei come sta? L'hai sentita?”

Non è necessario che pronunci il suo nome. Shan sa benissimo di chi sto parlando.

“Ci ha parlato Emma! … Io ho provato a chiamarla ma … forse il cellulare non prendeva … ”

Sì! Come no! È piuttosto ovvio che debba pagare anche mio fratello il fatto che sia incazzata con me.

“Comunque, Emma dice che sta bene. Lavora tanto in questo periodo. Ma sai lei com'è? Non l'abbatti neanche con un camion demolitore.”

Chiaro che so com'è! È la mia migliore amica. L'unica donna con cui mi sia mai sentito davvero libero di essere me stesso. Lei, che non ha mai preteso niente da me. Ne io da lei. L'unica con cui abbia riso fino a stare male. Con cui abbia litigato fino ad arrivare a tirarci dietro di tutto. L'unica con cui abbia mai potuto parlare di tutto, avendo la certezza che sapesse cosa stavo dicendo. L'unica donna che mi abbia mai visto piangere.

“Che cosa ti ha detto, prima di andarsene? Ti ha sussurrato qualcosa all'orecchio.”

Mio fratello mi guarda ancora negli occhi. Questa volta sembra un po' sorpreso. Ma soddisfatto. Mi scombina i capelli, conscio del fatto che non sono abbastanza in forze per oppormi a quella tortura.

“Mi ha chiesto di badare a te … anche da parte sua!” Sbuffa ironicamente, alzando leggermente le spalle. “Come se non l'avessi fatto ugualmente! … Sono più di quarant'anni che ti ho sul groppone.”

Il mio orgoglio mi sta suggerendo che dovrei incazzarmi un po', vedendomi trattato come un povero derelitto psicolabile bisognoso di cure ed attenzioni. Ma il pensiero che, nonostante tutto, lei sia preoccupata per me, mi scalda il cuore. Ed è uno strano tepore che si propaga in tutto il mio corpo. Un calore che non sentivo da un tempo incalcolabile.

“Shan?” Lo chiamo con un filo di voce.

“Sì, fratellino?”

“Che ne dici di telefonare al dottore? ... Sono stanco di sentirmi così vuoto. … Voglio guarire!”

 

- FIN -

 

 

Note:

Il titolo cita una meravigliosa canzone dei Subsonica, band che adoro. Mi sembrava perfetta per l'occasione.

Le parti in corsivo, tra parentesi quadre, sono i ricordi della lite tra Jared e la sua amica. Non sono raccontati dalla soggettiva di Jared, ma in terza persona.

*Dubito fortemente che Jared sia a conoscenza dell'esistenza dei Dissennatori, ma trovo che non ci sia paragone più calzante per descrivere il vuoto della sua anima, in quel momento.

** Damien Hirst è uno pseudo artista, che io come avrete intuito non amo molto, famoso per i suoi teschi ricoperti di pietre preziose. Credo di aver visto una foto del MarsLab in cui c'era un suo poster. Così, pensando allo scheletro di Jared, l'ho citato nella storia.

 

Disclaimer: Questo brano è frutto unicamente della mia fantasia e non intendo suggerire alcunché sulle condizioni fisiche e mentali di Jared. Ne offendere la sensibilità di chi trova realmente in condizioni simili. Ovviamente non ho nessun diritto sul nome e l'immagine dei Super Leto Bros!

P.S. Ho appena visto una foto recente di Jay, e lo trovo decisamente più in forma. Bello come sempre! Mi sento un po' stupida, ora … ma che ci devo fare … he's my bad obsession!

Baci Baci

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: fanniex