Listen to the sound you choose
Soul/Maka - preserie.
Soul sollevò il viso dal vecchio
giradischi che suonava una melodia jazz, puntando lo sguardo sulle gambe nude
di Maka. Tremolava come una bambina sullo stipite
della porta, i capelli ancora umidi per via della doccia.
«Che c’è?» Domandò curioso, facendola
sussultare.
Era strano vederla così potenzialmente a
disagio, lei sempre con lo sguardo arcigno ed il naso a punta sollevato per
aria, come se nulla potesse scalfirla.
Sospirò, Maka, le
gote lievemente arrossate. «Temo di avere problemi di insonnia», spiegò
semplicemente, ondeggiando avanti ed indietro sui talloni e toccandosi delle
ciocche color miele.
Quella era una delle prime volte che le
vedeva i capelli sciolti, si ritrovò a pensare che fosse carina nonostante l’assoluta
mancanza di forme, e si scostò di poco sul letto.
A dire il vero con quel gesto aveva paura
di beccarsi un Maka-chop in pieno, ma Maka invece lo stupì correndo sulle punte come una
ballerina, gettandosi al suo fianco con un sorriso sghembo.
Le loro braccia nude si toccavano, ma Soul
si rifiutò di fare pensieri impuri su di lei fino a quando non l’avesse
lasciato libero di toccarsi, mentre i capelli umidi gli solleticavano il viso.
Avevano appena intrapreso la fase dei primi
ormoni sballati, pensò, eppure Maka pareva essere a
suo agio lì con lui.
«Cosa ascolti?» Domandò curiosa afferrando
la copertina del disco in vinile, storcendo poi il naso per la propria carenza
di conoscenze in campo musicale.
Soul sorrise più tranquillo, allungandosi
verso il giradischi e spegnendo la musica.
«Lascia stare», le disse e Maka annuì, l’ombra di dispiacere negli occhi, «non è un
problema se la musica non ti piace», continuò pizzicandole una spalla. Avrebbe voluto
morderla, ma non sapeva come avrebbe potuto prenderla Maka,
con lei non aveva mai pareri esatti: ogni qual volta si aspettava qualcosa,
riusciva ancora a stupirlo, che fosse in positivo o meno non importava.
Non si sarebbe stancato di lei nemmeno con
tutta la volontà del mondo, ma perché avrebbe dovuto? Nessuno prima di Maka si era sdraiato su un letto con lui, cercando
semplicemente compagnia, con un leggero imbarazzo dipinto di felicità negli
occhi.
Maka non capiva la
musica, ma iniziava a capire lui, studiava la sua anima con gli occhi e la
sfiorava incerta con le punte delle dita, in lievi carezze che non erano altro
che un sollievo per il cuore di Soul.
«Vuoi guardare un film?» Chiese spezzando
il silenzio e Maka annuì entusiasta, battendo i piedi
sul materasso e sorridendo verso di lui.
«In realtà la mia idea era quella di fare a
cuscinate», spiegò sinceramente la ragazza mordendosi il labbro, «ma credo che
pizzicarti durante il film andrà bene ugualmente».
Soul rise, stringendo la spalla magra di Maka
tra l’indice il pollice, nessun intento a farle male. Sperò semplicemente che
lei capisse quel muto ringraziamento, anche solo sfiorando la sua anima con gli
occhi.
«Ehi, Soul», il ragazzo inserì il DVD e i
titoli di testa partirono, mentre puntava lo sguardo su Maka
ancora sdraiata, «grazie».
Pazzesco, pensò il ragazzo, le loro anime
erano in risonanza persino in quel momento.
«A te».
N/a: per la serie ‘al
fluff non c’è mai fine’, ecco una delle cose che ho sempre voluto vedere nel
rapporto di Soul e Maka: le notti insonni, passate
insieme. Non c’è niente di elaborato, un semplicissimo slice
of life che trasuda di dolcezza e affetto. In generale, io li amo troppo, voi
no? Grazie a tutti. (_ _)