Primo capitolo: Prechi
Le porte si aprirono e S attraversò veloce l’atrio
dirigendosi verso l’ascensore.
“Ciao!” Brittany agitò la mano
verso il custode che sorrise,
“Buongiorno agente B, il primo giorno vero? Buona fortuna.”
“Grazie Fred” S inarcò le sopracciglia, lavorava da anni al
MIB e non aveva mai saputo che l’agente di guardia si chiamasse così.
La ragazza la raggiunse sorridendo e poi furono nell’ufficio
del MIB, come sempre pieno di attività. Brittany
salutò un gran numero di persone, era il suo primo giorno ufficiale ma aveva
già passato molto tempo al quartier generale per imparare le procedure e
conoscere i materiali che usavano, era ovvio che aveva usato quel tempo anche
per fare amicizia.
“S! Era ora.” Q la sua vecchia compagna di squadra la
raggiunse, poi notò chi c’era dietro di lei e sorrise, “Oh… il suo primo
giorno? Capisco il ritardo allora…”, S si ritrovò come sempre a irrigidirsi,
“Q, mi sembrava che tu avessi fretta di dirmi qualcosa” Q
ridacchiò lanciandole una delle sue solite occhiate alla ‘tanto non te la
lascio passare’ poi annuì,
“Sì, guarda…” Toccò alcuni tasti sulla tastiera e poi
richiamò dei dati toccando lo schermo, “E’ successo questa mattina, verso le
sei…” S osservò il picco di energia e corrugò la fronte,
“Troppo poco per una sbarco… troppo per un arma…”
“Già, la penso così anche io, pensavo di andare a vedere…
ma…” La guardò e si strinse nelle spalle. S era stata la sua compagna per anni,
insieme avevano affrontato un bel po’ di sfide, eppure notò qualcosa in Q per
la prima volta. La ragazza era tesa, non era da lei, lei che ad un intelligenza
acuta aggiungeva un certo sprezzo del pericolo.
“Beh, una missione di ricognizione… sembra perfetta per Britt… B!” Si corresse anche se notò il lampo passare negli
occhi di Q, “Ti dispiace se veniamo anche noi?” Chiese sapendo che era quello
che la giovane le stava silenziosamente proponendo.
“Certo, nessun problema…” E i suoi occhi la ringraziarono.
“Ciao Q” Entrambe si voltarono verso Brittany
che era rimasta indietro a chiacchierare con dei Trogloniani
in attesa del visto turisti,
“Ciao B, bella cravatta…” Q lanciò un occhiata divertita
verso S, ma lei non la notò, era ipnotizzata, Brittany
che passava la mano sulla cravatta le aveva momentaneamente tolto il respiro.
“S?” Scosse la testa,
“Sì?”
“Andiamo?” Si rese conto che Q aveva indossato la giacca.
Tornò a guardare Brittany, la ragazza le sorrise
dolce, come se condividessero un segreto, dovette scuotere la testa ancora una
volta,
“Andiamo” Fece un cenno della mano affinché la seguissero,
anche se era inutile visto che le due donne erano già in movimento.
Si separarono prendendo le due macchine e S si ritrovò a
lanciare occhiate verso Brittany che aveva abbassato
il finestrino e giocava con la mano lasciandola portare dal vento.
“Brittany…” La ragazza si voltò a
guardarla interrogativa, “Io… credo che dovremmo parlare…”
“Di cosa San?” S strinse il volante con entrambe le mani
cercando il coraggio,
“Ecco… volevo sapere come…” Stava per dire: ci siamo
conosciute, ma il comunicatore della sua macchina la interruppe,
“Emergenza tra la sesta e la ventiquattresima, raggiungere il
posto immediatamente, codice arancio.” S premette il pulsante,
“Agente S e B, andiamo noi, dettagli.” Una piccola vocina
dentro S le disse che era una codarda, che prendere quella chiamata era stato
solo un vile e patetico modo di sottrarsi alle risposte, ma quella voce fu
messa a tacere.
“Un Deroliano sta creando
disordini, si è spostato dalla sua zona…” S fece una smorfia, i Deroliani erano sempre così intrattabili.
“Chiama Q, ci metteremo qualche minuto di più… digli di
attendere il nostro arrivo” Brittany annuì e chiamò
la ragazza.
Pochi minuti ed erano dal Deroliano.
“Ok, B, speravo che la tua prima azione fosse una semplice
ricognizione… ma sembra che ti tocchi un Deroliano
incazzato…”
“Mi piacciono i Deroliani, hanno
tutte quelle zampette e poi hanno degli occhi così belli” S non fece una
smorfia solo grazie all’uso di un notevole autocontrollo, i Deroliani
avevano all’incirca duecento zampe dotate di lunghi e pericolosi artigli, e un
numero quasi doppio di occhi, posizionati lungo tutto il corpo, assolutamente
repellenti, anche per gli standard della via lattea!
“Va bene… ma stai dietro di me e se ti dico di scappare
obbedisci” Brittany annuì, ma a S sembrò che non
prendesse davvero sul serio il pericolo.
Estrasse la pistola e la tenne lungo la gamba puntata verso
terra, un avvertimento e non una minaccia, non ancora…
Il grosso e cattivo Deroliano aveva
la testa infilata nel tombino, S capì che era la testa che mancava all’appello
perché non vedeva da nessuna parte le lunghe e velenose zanne che l’alieno
aveva in bocca.
“Hei!” Urlò richiamando
l’attenzione del Deroliano che infatti estrasse la
testa dal tombino fissando tutti i suoi numerosi occhi su di lei, “Sai chi
sono, cosa posso farti e perché sono qui” Gli disse, per tutta risposta
l’alieno alzò metà del suo corpo. Ora era alto almeno tre metri,
“Ok, ok, sei bello grande, ma questa non è la tua zona” Il
deragliano scattò in avanti e lei puntò la pistola, “Fermati subito o ti
rispedisco dal tuo dio tutte zampe e occhi”.
S vide le cose al rallentatore, il suo dito che premuto sul
grilletto si tendeva per esplodere il colpo mentre il Deroliano
le si avventava contro, le zampe sollevate che scattavano, le fauci spalancate
a mostrare le due zanne. E poi… lei. Brittany si parò
tra loro due con le braccia sollevate. S trattenne il colpo mentre con orrore
si rendeva conto che presto della ragazza non sarebbero rimasti che brandelli.
“Prechi! Surna
te lon dicre!” Disse la
ragazza o almeno qualcosa di simile, erano più che altro schiocchi. Con sua immensa
sorpresa il Deroliano invece di divorare la ragazza
la avvolse tra le zampe facendola volare in aria per poi riprenderla al volo. S
avrebbe sparato, ma sentire la risata della ragazza la sconvolse talmente tanto
che la sua mandibola quasi toccava l’asfalto mentre la sua mano si rifiutava di
collaborare nell’alzarsi e riprendere la mira.
“Sono tanto felice anche io di vederti!” Brittany
tornò a terra sorridente e felice come sempre, guardò lei e la presentò,
“Santana, oh voglio dire, l’agente S…” Il Deroliano
fece qualche commento e Brittany scosse la testa, “Oh
no, non ti avrebbe mai sparato” Altri commenti da parte dell’alieno e Brittany si strinse nelle spalle, “Sono sicura che non ti
avrebbe sparato, come sono sicura che tu non le avresti mai fatto del male”.
Era curioso, S e il Deroliano erano
due specie diverse, provenienti da mondi diversi, con pensieri e desideri
diversi, ma quando i due occhi di S incrociarono quelli molto più numerosi
dell’alieno vi si specchiò la stessa vergogna. Entrambi sapevano perfettamente
cosa avrebbero fatto se non fosse intervenuta Brittany
ed entrambi condivisero il desiderio di non deluderla.
“Certo… sono sicura che saremmo giunti ad un accordo…” guardò
il Deroliano, “Pacifico…”, Brittany
sorrise e poi guardò l’alieno che a schiocchi dovette dire qualcosa di simile
perché Brittany annuì contenta.
Dieci minuti dopo erano di nuovo in macchina, S non riusciva
ancora a capacitarsi di quello che era successo, ma a quanto pareva il Deroliano aveva promesso di non sconfinare più in cambio
avrebbe potuto avere accesso ad una nuova via che gli permetteva di raggiungere
una zona della fogna che lui considerava interessante.
“Mi spieghi com’è che parli il Deroliano?”
“Ho passato almeno tre mesi sul loro pianeta, è lì che ho
incontrato Prechi”.
Certo, S aveva letto la scheda della ragazza, aveva girato
mezza galassia prima di arrivare sulla terra, anche se non c’era scritto
perché.
“Capisco… eri lì per… studio o vacanze?” Provò ad indagare, Brittany la guardò sorpresa poi sembrò ricordare qualcosa,
fece una piccola smorfia dispiaciuta e poi tornò a guardare avanti,
“No… credevano fosse un pianeta sicuro… ero molto piccola,
dovevo avere sette anni credo, Prechi, riusciva a
farmi volare molto più in alto…” Un piccolo sorriso apparve a spezzare la
tristezza che aveva oscurato il suo volto. S alzò la mano dal cambio per
accarezzare le dita della ragazza. Le sembrò la cosa più naturale e giusta del
mondo, ma quando vide Brittany voltarsi a guardarla
stupita, arrossì e si allontanò. Il silenzio si protrasse e per spezzarlo S
parlò ancora,
“Sei stata brava, molto… poteva finire male…” Brittany la guardò e il buon umore tornò sul suo volto,
“Davvero?”
“Certo. Anche se… la prossima volta non metterti sulla mia
linea di fuoco… e magari non gettarti davanti ai denti o agli artigli o
tentacoli o a qualsiasi altra escrescenza pericolosa.” Brittany
ridacchiò poi annuì,
“Ok” S le lanciò un occhiata e scosse la testa,
“Ora andiamo da Q, sperando che la ricognizione non ci
riservi altre emozioni”. Brittany annuì convinta e S
ripensò alla timore di Q, doveva parlarle, doveva essere successo qualcosa,
perché la ragazza si lasciasse intimorire da un piccolo mistero.
Note
Qualche piccolo mistero sembra iniziare a delinearsi, mentre Brittany dimostra di affrontare i problemi in modo
totalmente differente rispetto a quello di S.
Al prossimo capitolo, grazie a tutti voi che leggete!
Ciao ciao