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Autore: Leyton_Nenny    08/01/2013    2 recensioni
21 Dicembre 2012
Sono passati ore, giorni, settimane, mesi.
Ho perso la cognizione del tempo, quando Giusy mi ha chiamata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passate ore, giorni, settimane, mesi.
Ho perso la cognizione del tempo, quando Giusy mi ha chiamata.
“Hannah, devo dirti una cosa – la sua voce era tetra, lugubre. Dovevo aspettarmi che l'Apocalisse fosse vicina – Peter è...”
Non le avevo dato il tempo di finire, le lacrime erano sgorgate copiose dai miei occhi, e la mia mente aveva messo insieme tutti i tasselli del mosaico che mi trovavo tra le mani.
Peter era morto. Il ragazzo che avevo amato, era scomparso. E stavolta per sempre.
Non era come sempre, quando non mi chiamava per un paio di giorni a causa di uno stupido litigio.
Peter stavolta non avrebbe più risposto ai miei messaggi, la sua risata non avrebbe riempito i miei pomeriggi. E non mi avrebbe più allontanato dai libri dicendo “Hai tutta la vita per studiare, ma sedici anni vengono una volta sola. E poi il sole fa bene alla pelle”
L'ultima frase, a spregio come sempre: non sono mai stata come le classiche cheerleader, tutte attente all'alimentazione o alla cura della pelle.
“E aumenta anche il rischio di cancro” gli rispondevo io, prima di scoppiare in una sonora risata. E lui mi seguiva.
Ma ora è tutto finito, nemmeno Kristine o Spencer riusciranno a rendere le cose migliori, come fanno sempre.
Loro sono le mie migliori amiche, ci sono sempre state, da quando mi sono trasferita da Birmingham a Londra, per il nuovo lavoro di papà.
A dire la verità, non mi dispiaceva Birmingham, era una cittadina tranquilla, niente a che vedere con Londra, la capitale più bella del mondo, sempre piena di turisti o studenti, credo sia la città per antonomasia.

Com'è che era quella frase?

 “Quando un uomo è stanco di Londra è stanco della vita, perchè a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire.”
Parola di Samuel Johnson.

Il primo giorno a Londra, credo di essere sembrata una contadina appena arrivata in una città, tant'era il mio stupore. Ricordo di aver subito notato le mie due amiche, perché parlottavano tra loro e sembravano completamente staccate da tutto il contesto: i capelli rossi di Kristine splendevano sotto la flebile luce che entrava dal vetro, sebbene fuori il cielo fosse bianco a causa delle nuvole, mentre, di contrasto, c'erano i capelli marroni di Spencer, sebbene i miei siano ancora più scuri dei suoi.
In realtà, ho appena detto una bugia: non credo di essere stata io a notare loro, ma loro a notare me. Oppure ci siamo notate nello stesso istante, non che la cosa sia importante.
Sei quella nuova?” una bionda smorfiosa mi aveva appena squadrato, rivolgendosi a me acidamente. Sembrava la classica ragazza snob.
Subito Kristine si era avvicinata “Chiudi quella bocca, Alex. Mio Dio, una ragazza mette piede per la prima volta in classe – pensa che in realtà non la vedrai nemmeno a tutte le ore, dato che non credo abbia preso parte alle tue stupide materie, o entri nel tuo club delle ragazzine urlanti. Quindi, fammi la cortesia, almeno di prima mattina, evita di mordere. O starnazzare. O fare ambedue le cose insieme.”
La ragazza era diventata rossa per l'imbarazzo, e io avevo trattenuto una risata: mi piaceva il modo di agire schietto di Kristine, specie perché non appena la bionda l'aveva guardata in cagnesco, lei aveva alzato gli occhi al cielo esasperata, con il solo scopo di far incazzare ancora di più Alex. E ovviamente c'era riuscita, dato che quest'ultima si era alzata in tutta fretta e mi aveva spintonato poco carinamente per raggiungere la porta.
Una volta uscita, io ero scoppiata a ridere, e quella che sarebbe diventata la mia migliore amica aveva alzato le spalle, come a dire “cose da niente” o “chi la capisce è bravo”, sono ancora indecisa.
Spencer era molto più pacata, si era avvicinata a me e aveva sorriso “Scusala, alle volte è un po' impulsiva, ma a Londra non siamo tutti così... fuori dagli schemi”
La rossa si era limitata a sbuffare “Infatti io sono la crème de la crème, ma chérie”
La mora aveva riso per poi tendere la sua mano verso di me “Piacere, io sono Spencer. E questo cioccolatino qui è Kristine”
Io avevo la avevo afferrata “ Piacere, Hannah”

Oh, ma tesoro mio, noi sappiamo perfettamente chi sei tu: sei la notizia succulenta mia cara – a pensarci bene, l'espressione di Kristine mi faceva un po' paura – e noi siamo qui per scoprire ogni tuo segreto. Potremo essere le tue migliori amiche, o le tue peggiori nemiche”
Kris, così finirai per spaventarla, santo cielo!” la interruppe l'altra, alzando gli occhi al cielo. La rossa finse di non aver sentito.
Dunque, che lezioni hai, An?” 
Io avevo mostrato loro il mio orario, e avevamo scoperto che avevamo più o meno le stesse materie, se non per il fatto che, mentre loro avevano cucito, io avevo canto.
A pensarci, il corso di cucito mi sarebbe anche interessato – insomma, chi non ama la moda? - ma per paura di cadere nel banale – ho sempre odiato essere uguale alle altre, e questo lo dimostrava anche l'astio che provavo nei confronti della divisa non personalizzabile – avevo scelto il canto, un'altra mia passione. Che poi il corso non si chiamasse propriamente “canto” era un'altra storia, l'avevano chiamato “musica” solo per poter risparmiare su un qualche professore, ne ero più che sicura.

Dunque, suoni un qualche strumento?” mi aveva chiesto Spencer curiosa.
Kristine le aveva dato una piccola gomitata sulle costole “Non essere invadente, Spe” l'aveva imitata.
Eravamo tutte scoppiate a ridere. Poi, a fatica, avevo bofonchiato “Non suono nessuno strumento, ma canto”

Canti? Davvero?” avevano chiesto all'unisono, scatenando una nuova ondata di risa.
Sì, canto da sempre”
Dovrai cantarci qualcosa, prima o poi” aveva risposto Kristine.

In che zona stai?” mi aveva chiesto Spencer mentre mi accompagnavano verso l'aula di musica.
Leicester Square” avevo risposto io prontamente

Stiamo vicino, allora – aveva asserito Kristine – dopo se vuoi torniamo a casa insieme”
Ne sarei felice”
Fu proprio quello il giorno in cui incontrai Peter.


E ora, a due anni e qualcosa da quel giorno, Peter è morto, per colpa di un qualche ubriaco. Morto, investito mentre attraversava la strada che lo avrebbe riportato a casa. Morto, il 21 Dicembre, proprio quando doveva esserci la fine del mondo. E per me è avvenuta davvero: il mio mondo si è concluso in questa tanto odiata data.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve!
Lo so, non mi uccidete. Sono una folle, lo so. 
Ho tante long in corso, e lo so.
Ma l'ispirazione è quella che è per le altre, quindi vi accontenterete di questa nuova, che mi foga un casino.
E ho già tutte le idee in testa, sarà di dieci capitoli circa.
Nulla, la dedico a HaroldEdssmile, la mia dolciosa Spencer.
E Kristine è Koaliller, come sempre.
Date queste dovute e necessarie (?) spiegazioni, mi defilo.

Un bacio.
-J♥


  
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