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Autore: telesette    08/01/2013    3 recensioni
Sua Maestà la regina, vittima di un qualche intrigo di corte, è stata avvelenata. L'unico medico probabilmente in grado di salvarla è un uomo di nome Dajenau, di cui si sono perse le tracce anni addietro. D'Artagnan e i moschettieri devono dunque trovare quest'uomo, ovunque esso sia, e non hanno molto tempo a disposizione...
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Re Luigi XIII, Regina Anna, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il colloquio fu tanto sgradevole per Richelieu quanto per De Tréville stesso.
Preoccupato com'era, al pensiero di cosa fosse realmente successo alla povera Constance, il comandante dei moschettieri fu inizialmente sul punto di mandare al diavolo la richiesta del Cardinale con fredda cortesia. Ma nonostante i loro rapporti non proprio "amichevoli", era facile intuire che Sua Eminenza avesse una ragione più che valida, per chiedere di conferire con lui così d'urgenza.
Come De Tréville giunse nel suo ufficio infatti, Richelieu non impiegò molto ad illustrargli i suoi dubbi e le preoccupazioni sul conto di De Vitesse.

- Ho motivi per ritenere De Vitesse reponsabile delle attuali condizioni di Sua Maestà la Regina, anche se non posso provarlo né affermarlo con assoluta certezza...
- Se intendevate comunicarmi solo i vostri sospetti, Eminenza, vi informo che arrivate tardi - brontolò De Tréville. - Anch'io ho seri motivi per ritenere sospetto quell'uomo, e sulla base di elementi molto più concreti, perciò non ho tempo da perdere!
- Calmatevi, De Tréville - si affrettò ad aggiungere Richelieu. - Non era mia intenzione sottrarre del tempo alle vostre indagini, bensì mettervi a parte di ciò che ho udito espressamente dalla bocca di De Vitesse... così potrete giudicare voi stesso, se le mie preoccupazioni siano infondate o meno! - Sentiamo - tagliò corto il capitano dei moschettieri.

De Tréville ascoltò il Cardinale, facendo di tanto in tanto qualche grave cenno col capo, e alla fine dovette a malincuore convenire con lui.

- Capisco - esclamò alla fine. - Suppongo di dovervi ringraziare, per avermi messo a parte di una simile confidenza!
- Anche se operiamo su strade diverse, monsieur De Tréville, ambedue abbiamo a cuore la saldezza di questa nazione e il futuro del nostro paese - sottolineò Richelieu con voce atona. - L'esperienza dovrebbe avervi insegnato a mettere da parte i vostri rancori personali, quando la situazione lo richiede necessario!
- Rancori personali - ripeté De Tréville, serrando i pugni sulla scrivania di Richelieu, in preda a una collera incontenibile. - Eminenza, forse voi avete dimenticato cosa è accaduto alcuni anni fa, ma vi assicuro che io non ho affatto dimenticato: nel 1618, quando io e gli uomini della mia divisione rimanemmo gravemente feriti, voi stesso avete lasciato morire più della metà di noi...
- Non è così, De Tréville, e lo sapete benissimo anche voi - sottolineò il Cardinale impassibile.
- Specifichiamo pure allora che, a seguito delle esplosioni ad opera dei briganti in Linguadoca, più di cinquanta valorosi al servizio di Sua Maestà spirarono tra atroci sofferenze... Perché ai medici fu tassativamente proibito di operare, secondo i metodi da voi ritenuti "anti-cristiani", e io rimasi ad assistere impotente accanto ai giacigli puzzolenti dove costoro resero l'anima!
- Almeno ai vostri uomini sarà stato concesso di morire in Grazia di Dio - replicò Richelieu.
- Eminenza - mormorò De Tréville a denti stretti. - Ho ancora nelle orecchie i gemiti di coloro che erano stati miei compagni d'arme: Gustave Jeroic patì le pene dell'inferno, trascorrendo le sue ultime ore nel buio, perché i suoi occhi erano bruciati assieme alla parte superiore del suo volto; Horace Poitierre morì dissanguato, perché nessuno sapeva come arrestare l'emorragia della sua arteria femorale, e invocò il nome di sua moglie in preda a lamenti e rantoli di agonìa; per non parlare di Eugène Bouvois, del quale mi sembra di vedere ancora la spaventosa ferita presente sul suo torace, che supplicò con voce rotta dal pianto per poter bere almeno una goccia d'acqua che nessuno di noi possedeva...
- Comandante De Tréville - lo interruppe Richelieu, inarcando severo il sopracciglio. - Ho agito in nome di quello che ritenevo giusto, nel nome di Dio e della sua Chiesa, e posso solo pregare affinché quelle anime abbiano raggiunto la Luce in ricompensa delle loro sofferenze terrene!
- Sarebbe stato più gradito a loro potersi risparmiare certi tipi di sofferenze, anziché condannarli a quelle ore terribili per colpa della vostra ottusità!
- Basta così - tagliò corto il Cardinale, evidentemente punto sul vivo. - Non è questo il momento di tirare in ballo storie morte e sepolte da tempo: abbiamo a che fare con un complotto, non ve lo dimenticate, e il nostro comune nemico è uno degli uomini più potenti di Francia!
- Lo so benissimo - ribatté De Tréville. - E data la natura critica del problema che abbiamo di fronte, farò il possibile per comportarmi scrupolosamente contro il nostro comune nemico, ma non aspettatevi che io possa mutare la mia considerazione nei vostri confronti... Eminenza!

De Tréville riusciva a malapena a guardare negli occhi l'uomo che aveva di fronte.
Il solo pensiero di tutti quei compagni morti, a causa delle assurde paure sull'Anticristo, era da sé sufficiente a fargli venire la nausea.
Entrambi sapevano bene che la loro alleanza era necessaria, per tenere sotto controllo un uomo temibile come De Vitesse, ma il cuore del capitano dei moschettieri non poteva ugualmente mettere da parte anni e anni di grande sofferenza personale.

- Farò le mie indagini - concluse De Tréville. - E la terrò informata, sperando che voi facciate con me lo stesso!
- Rochefort sarà a vostra completa disposizione - rassicurò l'altro. - Per qualunque altra cosa che vi occorresse...
- Meglio di no, De Vitesse potrebbe anticipare le nostre mosse, se rendessimo troppo evidente la nostra collaborazione!
- Come suggerite di comportarci, allora?
- Dobbiamo muoverci con cautela: cercate di avvicinare il Duca, di mostrarvi il più possibile interessato ai suoi progetti, ma non fate nulla che possa insospettirlo o peggio metterlo in allarme... E' un uomo senza scrupoli, lo avete detto voi, e una mossa sbagliata da parte nostra potrebbe indurlo ad accelerare i tempi del suo complotto!
- Farò come dite!
- Lo spero, Eminenza - puntualizzò De Tréville, guardandolo di traverso, prima di uscire dal suo ufficio. - Lo spero proprio!

 

( continua col prossimo capitolo )...

   
 
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