Driiiiiiin. Sono le 6 ed è suonata la sveglia. La scuola inizia tra 2 ore ma devo andare al lavoro per il turno mattutino e  preparare la colazione alla mia sorellastra Alice e alla mia matrigna Victoria. Papà, mi manchi. Ti penso sempre, perché hai dovuto far tardi al lavoro proprio quel giorno?! perché?! non è giusto… se solo quel maledetto pirata della strada sarebbe stato a casa invece di ubriacarsi, ora… saresti ancora qui con me senza quell’arpia di Vicky e sua figlia Alice.
Mi avevano trattato da schiava subito dopo la morte di mio padre. Alice si era presa la mia camera e mi aveva spedito in soffitta, mentre Victoria non faceva altro che darmi ordini oltre che a farmi lavorare gratuitamente nel bar di mio padre, che essendo io minorenne, era diventato suo e l’aveva trasformato in uno squallore.
 
A scuola non ero sicuramente popolare come una cheerleaders,  anzi, non ero proprio popolare. Potevo essere considerata una sfigata, mentre Alice era la migliore amica di Rosalie ed era un continuo prendermi in giro.
Non avevo nulla di male nel mio aspetto fisico, almeno credo. Sono alta, magra, capelli mossi bruni e occhi color cioccolato. Certamente però, a confronto di Rose: bionda, occhi azzurri e fisico atletico (era come una barbie), io potevo tranquillamente essere considerata una nullità… ed infatti era proprio così.
 
L’unica persona a cui sembravo veramente importare qualcosa, era Jacob; il mio migliore amico da sempre. Senza di lui non so proprio come avrei potuto andare avanti, mi dava coraggio, mi confortava sempre, era la spalla su cui potevo piangere… lui era tutto ciò che mi rimaneva.
 
Un giorno arrivò di corsa al tavolo su cui eravamo soliti pranzare nella mensa scolastica.
“Bella, com’è andata la mattinata?”
“Ciao Jacob… come mai così esaltato?” chiesi incuriosita.”Sputa il rospo” sapevo benissimo che doveva dirmi qualcosa.
“Sabato sera la scuola ha organizzato un ballo in maschera e ho comprato 2 biglietti” rispose porgendomi un biglietto “ Dai su, prendilo”
“Jacob! non ci voglio andare… lo sai benissimo che queste feste non sono fatte per… per quelli come noi”
“Cosa intendi dire con quelli come noi? Solo perché non sono il capitano di una squadra sportiva e tu non dimeni il sedere in campo scuotendo qui ridicoli pom pom, non vuol dire che non possiamo andare a questa festa” era stanco delle mie solite lagne ed era pronto a fare qualsiasi cosa per rendermi felice.
“Tu non hai NULLA da invidiare a quelle antipaticone” continuò “e poi vedila come un opportunità per far colpo su Edward, no?!
“ahahah, ma Jacob… Edward non sa nemmeno che esisto” finii la frase con uno sguardo triste.
 
Edward era il ragazzo più popolare della scuola, il capitano della squadra di football e… stava con Rosalie. Già… con Rosalie.
“E poi non saprei neppure cosa indossare per un ballo in maschera” stavo cercando qualsiasi scusa.
“Oh Bella, questo è l’ultima cosa di cui ti devi preoccupare. Dimmi che vieni e sistemo tutto io.”
“Jacob…” non feci in tempo a finire la frase che iniziò a farmi il faccino triste.
“Ti prego”
“Ok, ok… mi hai convinto, non so come ma ci sei riuscito… anche questa volta!” era difficile dire di no a Jacob, infondo come potevo deluderlo? Lui era sempre stato al mio fianco; glielo dovevo.
Così era deciso: sarei andata a quel ballo in maschera.