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Autore: peter_pan89    28/07/2007    10 recensioni
Ad Hogwarts, la notte di Natale, un regalo mancato scoprirà l'amore... Commentate eh! peter-pan89@hotmail.it
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Christmas in Love

~~ Christmas in Love ~~

- Regali di Natale -

 

Il venticinque di Dicembre era ormai alle porte e tutta la scuola, o meglio, quello che ne rimaneva, dato che molti alunni erano già partititi, si preparava a festeggiare anche quest’anno il Natale. Ma quest’anno, il settimo di Harry, Ron ed Hermione, quell’unico momento di raccoglimento e di speranza era ormai più desiderato del solito.

Lasciare Harry solo in momenti difficili come questi non sarebbe stato giusto, perciò sia Ron che Hermione decisero di rimanere ad Hogwarts per le vacanze natalizie ad assaporare quello che sarebbe stato il Natale più bello della loro vita.

Con le stesse intenzioni di Ron ed Hermione anche Ginny, Neville e Luna rimasero a Hogwarts per le vacanze. Hagrid aveva già trascinato da solo i consueti dodici abeti e li aveva disposti lungo tutti i corridoi principali del castello e all’interno delle sale comuni di ogni casa.

«Buon Natale!» esclamò allegro quando incrociò Harry e Ron nella Sala Comune dei Grifondoro.

«Buon Natale, Hagrid» esclamarono all’unisono i ragazzi.

«È una bellissima giornata, non trovate?» disse Hagrid mostrando trentadue enormi denti che avrebbero dato del filo da torcere a Thor, il suo cagnone.

«Hai ragione Hagrid, è proprio una bella giornata!» rispose Harry radioso. E in effetti lo era. Già dal giorno prima la pioggia battente e la fitta e gelida nebbia, che ormai da più di un mese fungevano da triste cornice agli spiacevoli eventi di quei giorni, avevano finalmente deciso di risparmiare le vecchie mura di Hogwarts che quel pomeriggio, a due giorni da Natale, illuminate dalla luce abbagliante del sole, sembravano tirare un grande e intenso sospiro di sollievo.

Lo stesso bramato sospiro di sollievo che quel pomeriggio rinvigoriva le menti e i cuori di tutti i presenti a Hogwarts.

Il professor Vitious, eretto in equilibrio su una pila di libri, con qualche colpo di bacchetta, aveva aiutato Hagrid a decorare gli abeti con palline colorate, fiocchetti e candeline rosse; la professoressa McGranitt invece si dava da fare con gli addobbi trasfigurando tutte le ragnatele disseminate qua e là tra le mura del castello in simpatiche ghirlande di vischio e agrifoglio risparmiando - per la gioia di Hermione - un sacco di lavoro agli elfi domestici che in questo periodo erano già troppo impegnati nel preparare tutte quelle squisite pietanze da servire al cenone della vigilia. Per non essere di meno, la professoressa Sprite, di ritorno dalle sue amate serre, aveva portato con sé quattro, a suo avviso splendidi, esemplari di Mandragole che aveva posto come decorazione nel tavolo centrale della Sala Grande affianco alle stelle di Natale. Il professore Ruff, nel frattempo, stava organizzando un coro con tutti i fantasmi del castello compresi Nick-Quasi-Senza-Testa e Pix, il poltergeist, che aveva colto l’occasione per dimostrare le sue elevate capacità canore. Anche la professoressa Cooman era di buon umore quel pomeriggio! Ciò lo si poteva evincere dalle sue predizioni, quando le usuali “tu, tuo padre, tua madre, tuo fratello, tua sorella, i tuoi amici, gli amici dei tuoi amici e il tuo gufo siete in grave pericolo!” cedettero il posto a “il tuo gatto ha problemi intestinali!”.

«Bene! Dovrò stare più attenta a ciò che mangi Grattastinchi!» commentò Hermione briosa mentre si avviava con Harry e Ron nella Sala Grande la sera del ventiquattro dicembre. I tre presero posto nel primo tavolo a destra a fianco di Ginny, Dean Thomas e Luna. Più tardi arrivarono anche Neville e le gemelle Patil.

Gli elfi domestici avevano preparato succulente zuppe di carne, tacchini e polli arrosto, e ancora risotti, insalate, frutta e dessert di ogni genere!

Quando terminarono le portate e tutti furono sazi dell’ottima cena, la preside, la professoressa McGranitt si levò in piedi e dopo aver augurato un felice Natale comunicò a tutti gli alunni che era giunto il momento di ritirarsi nei propri dormitori.

Ginny e Luna si alzarono per prime e fecero cenno a Harry, Ron, Hermione e Neville di seguirle. Arrivarono davanti al quadro della signora Grassa.

«Zabaione» esclamò Ron con un certo disgusto (dopo essersene scolato cinque bicchieri lo stomaco cominciava a risentirne).

«Prego» rispose la Signora Grassa e fece entrare i sei membri dell’ES. Harry, Ron e Neville si sedettero galantemente sui tappeti cedendo invece le tre poltrone alle ragazze. Nel caminetto il fuoco scoppiettava dolcemente  illuminando l’albero di Natale che era stato piantato al centro della sala. Sotto di questo erano situati un paio di pacchi incartati con della carta multicolore e legati con voluminosi fiocchi rossi. Come Harry aveva già capito dall’eccitazione di Ginny e Luna, era arrivato il tanto atteso momento dell’apertura dei regali. Ma quando Ginny esclamò «Forza!Apriamo i REGALIIII!!!» qualcuno rimase malamente sorpreso.

«Neville questo è il mio regalo!» annunciò Luna raggiante.

La pressione di Ron aumentò.

«Oh…gr..gr...grazie Luna!...T..t..tieni anch’io ho una cosa per te!» balbettò Neville, e le porse un pacco verde che Luna afferrò entusiasta ringraziando.

Ron si fece paonazzo.

Ginny raccolse il suo pacco da sotto l’albero e lo porse ad Harry.

«Buon Natale, Harry!» gli disse porgendogli il regalo. Adesso lo stomaco di Ron si contorse, e non a causa dell’abuso di zabaione!

«Grazie!...e Auguri!» esclamò Harry estraendo dalla tasca un pacchetto rosso e porgendolo a Ginny che quasi pestava i piedi a terra dall’emozione.

Ron credette di svenire!

Hermione si avvicinò con apparente sicurezza a lui portando in mano una scatola azzurra.

«Ron, questo è per te» gli disse in fretta.

Ron, adesso, stava decisamente male!

Afferrò piano il regalo di Hermione dalle sue mani. Lo fissò per qualche secondo stordito.

«Ehm…grazie!» balbettò poi.

«ehm...Di niente!...» rispose lei ridacchiando. Seguirono tre o quattro lunghissimi secondi di silenzio.

«Bhe...» incoraggiò lei «perché non lo apri?»

«Cosa?...oh sì sì…certo!certo». Ron sciolse in fretta il fiocco rosso e aprì la scatola. Hermione gli aveva regalato una nuova scacchiera magica.

«Oh…! Gli Scacchi! Ehm…mitico!…grazie Hermione sono molto belli, davvero…» disse Ron sincero.

«Sapevo che ti sarebbero piaciuti!» rispose lei.

«Già…»

Hermione aspettò qualche secondo. Poi si guardò rapidamente a destra e a sinistra.

«Bhe…» disse cauta «buon Natale allora…»

«…Sì, buon Natale Hermione» disse lui e miseramente  le tese la mano destra per stringerla. Hermione fissò la mano per un secondo poi capì  tutto e si rabbuiò. Tornò a guardare Ron, annuì e dopo avergli voltato le spalle tornò a sedersi sulla sua poltrona accarezzando distrattamente Grattastinchi che si era acciambellato sulle sue gambe.

Ron rimase in piedi, con la mano e lo sguardo perso nel vuoto. In quel momento detestava sé stesso più di ogni altra cosa al mondo; che idiota!…come aveva fatto a dimenticare il regalo per Hermione? E pensare che lui, Harry e Neville erano stati ad Hogsmeade apposta! Solo che la testa di troll che non era altro aveva prima preferito sostare a Mielandia e alla TestaDiPorco e quando era uscito si era completamente scordato del motivo per cui stava ad Hogsmeade, colpa della Burrobirra o delle sue stupide discussioni sul Quidditch con Dean! Che rabbia, non è giusto! Si sapeva che Harry avrebbe fatto il regalo a Ginny e viceversa, e allo stesso modo si sapeva che Neville lo avrebbe fatto a Luna che avrebbe ricambiato! Gli unici due che per forza di cose avrebbero dovuto scambiarsi il regalo erano loro. E adesso l’unica che era rimasta senza regalo era proprio lei, la persona che mai vorrebbe vedere triste, Hermione, il giorno di Natale.

Ron si sentì addosso tutti gli sguardi delusi dei presenti. Cercò aiuto nello sguardo di Harry, dove però non trovò risposta…ritornò a fissare Hermione. Mentre gli altri scartavano e commentavano i regali ricevuti; lei era lì, da sola con quel dannato gatto a fissare il vuoto. Una grossa ondata di vergogna lo pervase. Fu allora che si decise.

Con passo svelto si mosse verso di lei e raggiuntala l’afferrò per un braccio.

«Vieni con me!» disse tutto d’un fiato.

«Cosa?» disse lei sorpresa.

«Ho detto: vieni con me! Non farmelo ripetere» replicò Ron deciso.

«…Ma…ma dove?» rispose lei ancora seduta.

«Usciamo!» rispose Ron strattonandola abbastanza forte da metterla in piedi.

«Usciamo?...» chiese stordita.

«Sì, cammina!» la prese per mano e cominciò a tirarla perché opponeva resistenza.

«Aspetta aspetta!!!» lo pregò «...Ron…ti prego fermati!». Ron si fermò e allentò la presa. Hermione si guardò a destra e a sinistra imbarazzata.

«Ma che ti prende? Sei matto?» ansimò «dove vorresti andare? Sai che non possiamo uscire dalla sala comune a quest’ora!»

«Lo so, ma a questo si può rimediare!» disse Ron «Harry, passami il mantello dell’Invisibilità!»

«…ehm…ah sì, subito Ron!» disse Harry.

«Harry ti prego…no» pregò a denti stretti Hermione. Inutile. Harry estrasse la bacchetta ed esclamò “Accio Mantello Dell’Invisibilità”. In un batter d’occhio il mantello che si trovava sotto il cuscino del suo letto sfrecciò fin sotto nella sala comune e planò dolcemente nelle sue mani.

«Tieni Ron» gli disse porgendoglielo.

«Grazie Harry!» ringraziò l’amico.

«Mi devi un favore!»

«Puoi scommetterci!...Ginny, dammi il tuo foulard» disse Ron.

«Certo!Ecco» obbedì la sorella, lieta di essere utile anche lei in certe situazioni. Ron afferrò il foulard e se lo infilò in tasca. Hermione era confusa e a bocca aperta.

«...Andiamo Hermione!» riprese Ron rivolgendosi a lei.

«Ma…ma…ma che dici?» cominciò «Sai che è contro le regole, noi non…noi non possiamo, noi siamo dei prefetti e…»

«E da quando in qua ha paura di infrangere le regole signorina Granger?» disse Ron quasi come una provocazione.

In realtà, Hermione, aveva paura di affrontare qualcos’altro. Aveva paura di affrontare qualcosa di nuovo, di sconosciuto, qualcosa che non si studia né si può trovare in nessun libro di alcun paese di alcun mondo.

Ma, quella notte, la notte di Natale, decise di farsi forza. Sospirò, per un attimo guardò Ron negli occhi e poi sorrise. In tutta risposta anche Ron abbozzò un sorriso.

«Forza andiamo!» disse infine Ron dirigendosi verso il buco del ritratto. Hermione lo seguì a passo lento e, prima di sparire dal buco del ritratto, con un cenno quasi indulgente della testa, salutò una eccitatissima Ginny che agitava frenetica la mano destra.

La signora Grassa russava chiassosamente ma per fortuna il corridoio davanti al quadro era deserto. Ron estrasse dalla tasca il foulard e stava per bendare  Hermione quando lei, improvvisamente, lo bloccò.

«Cosa vuoi fare, Ron?» chiese quasi preoccupata.

«Voglio che il tuo regalo sia una sorpresa» disse lui.

«Ron…io…»

«Hermione…, ti fidi di me oppure no?»

I due si guardarono di nuovo.

«Sì, mi fido di te». Hermione respirò profondamente ma in silenzio, chiuse gli occhi e si lasciò bendare.

Ron la coprì con il mantello e vi si infilò sotto anche lui, poi le strinse la mano.

«Ci sei?» chiese lui.

«Sì».

Hermione, bendata, non poteva vedere nulla, ma poteva sentire; sentiva il suo odore, sentiva la sua mano stringere la sua, sentiva che, anche se per solo quel momento, lui, o almeno una piccola parte di quel grande tesoro, era sua, irrevocabilmente sua!

Ron intanto continuava a camminare attento a non fare troppo rumore più di quello che aveva già fatto in sala comune. Ma a lui, in quel momento, non importava se gli altri lo avessero preso in giro o cos’altro; ciò che gli interessava adesso era veder sorridere Hermione.

Hermione, guidata da Ron, ebbe l’impressione di scendere le scale e poi di risalirle, era chiaro che Ron la voleva confondere per non farle capire dove la stava portando. Tra salite e discese, percorsero in silenzio un centinaio di metri prima che Ron si fermi.

«Ron…siamo arrivati?» sussurrò Hermione quando Ron le lasciò la mano.

«Aspetta» rispose lui e poi cominciò a mormorare qualcosa che Hermione non comprese. Ron attese qualche secondo e quando vide che era tutto sistemato liberò Hermione ancora bendata dal mantello dell’ Invisibilità. Poi afferrò gentilmente la sua mano e con tutte e due le sue mani la guidò nel vuoto fino a farla poggiare su ciò che a Hermione sembrava una maniglia di metallo.

«Entra» chiese Ron.

Hermione abbassò la maniglia e lentamente entrò dentro. Il terreno sotto di lei era cedevole, Hermione sentì i suoi piedi sprofondare di circa tre centimetri.

«Ron!» gridò.

«Tranquilla, è tutto a posto…» la rassicurò Ron. Hermione sentì la porta chiudersi dietro di lei. Poi Ron appoggiò le sue mani sul nodo della benda.

«Sei pronta?» chiese.

«Si» rispose Hermione.

«Bene…buon Natale Hermione!».

Hermione riaprì gli occhi. Per poco non svenne dall’emozione. A pochi metri da lei si innalzavano tre colossali piramidi egizie. Poi più in là, alla sua destra poteva vedere una lunga stele di pietra con sopra incise antiche rune. Il grande deserto che si stendeva sotto i suoi piedi veniva interrotto da una piccola oasi alla sua sinistra. E poi meraviglia delle meraviglie, sopra di lei, il cielo! Ma non un cielo qualsiasi, era un cielo di un blu intenso tempestato di stelle che sembravano diamanti, e proprio lì, al centro del cielo, c’era un enorme luna splendente!

Hermione si guardò e si riguardò intorno, ammirando ogni angolo di quel paradiso.

«Ron…ma…ma come…come hai…? »

«La Stanza delle Necessità» anticipò Ron.

«Ah…è vero» disse Hermione continuando a guardarsi intorno. Dopo qualche minuto di silenzio fu Ron a prendere la parola.

«Senti Hermione…io…io…mi dispiace…avrei dovuto farti un vero regalo come gli altri…»

«Ron»

«…lo so, sono idiota me ne rendo conto...ho cercat...»

«RON!»

«Sì?». Hermione si avvicinò a lui con le lacrime agli occhi ancora confusa e meravigliata. Ancora Hermione non riusciva a crederci: Ronald Weasley, la persona più odiosa, antipatica, molesta e fastidiosa del mondo, la persona che per sette anni non sapeva far altro che farla arrabbiare, quella notte, sì quella notte era riuscita a stupirla, a sorprenderla, a commuoverla.

«Ron» disse «questa è…è strano ammetterlo ma…Ron questa è la sorpresa più grande e più bella della mia vita…». Adesso Hermione era di fronte a lui.

«Ron…grazie!». Le mani di Hermione sfiorarono lentamente il viso di Ron. Il cuore di Ron mancò di un battito. Hermione avvicinò il suo viso al suo e lentamente  impresse un delicato bacio sulla sua guancia. Ron arrossì lievemente.

All’improvvisò partì una lenta melodia che fece sobbalzare i due ragazzi. Sembrava un canto in stile jazz:

 

Silent Night…ohoh yeeeeaaaah,

holy night….yes follows!...

 

Cinque bruttissimi gnomi da giardino con tanto di smoking e cappello a cilindro sbucarono fuori da un arbusto sotto una palma. Era quello più a sinistra, quello più vecchio che suonava il sassofono.

«AhAh!» rise Hermione «e anche questi sono opera tua, Ron?»

«eh sì…questo è uno dei vantaggi-svantaggi per chi ha il giardino infestato dagli gnomi, ti mangeranno pure le rape ma quantomeno fanno jazz meglio di James Brown e poi sono sicuramente più intonati di mia madre!»

Hermione rise di cuore e Ron la seguì contento di essere riuscito a farla ridere. E ancora lì, in piedi, immobili, emozionati, a due centimetri l’uno dall’altro, tornarono seri a guardarsi negli occhi dopo quel momento di distrazione.

Hermione teneva ancora la mano sinistra sul viso di Ron.

Ron si chiese se dovesse osare. Allungò il braccio e lo appoggiò sulla schiena di Hermione. Adesso erano praticamente stretti l’uno sull’altra. Riuscivano a contare i battiti dell’altro per quanto erano vicini.

«Hermione…?» sussurrò Ron.

«Ron…»

E fu lì che, in un solo istante, dopo sette lunghi anni, sotto un cielo stellato, in mezzo alle piramidi di Giza, osservati dalla luna e da qualche gnomo più scaltro che le loro labbra si unirono in un tanto sospirato, lungo, intenso e caldo bacio.

 

~~ the end ~~

 

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