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Autore: tsubychan1984    28/07/2007    4 recensioni
Riflessioni in una sera d'estate, pensando ad una persona che non c'č pių.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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voglio...





La serata è quasi al termine. Sedute sui gradoni, ci godiamo le ultime canzoni della band tributo a Vasco.
E intanto osserviamo i ragazzi raccogliersi tutti sotto al palco. Anche i nostri amici, seduti accanto a noi fino a pochi secondi prima, sono andati ad unirsi agli altri, perchè quella non è una festa qualunque. Hanno girato come matti per vari paesi, spesso in bici o in scooter, per attaccare i manifesti, hanno sgobbato tutto il giorno per allestire il tutto, hanno dato una mano per la finale del torneo amatoriale di calcio, hanno servito agli stand e preparato il palco, e tra poco dovranno ripulire e smontare tutto. Ma per adesso sono tutti lì, con la stessa maglietta in cui un ragazzo sorride, un pallone sottobraccio, con una mano alzata come a salutare o a dire che tutto è ok.
Stasera siamo qui per ricordare, perchè questo ragazzo un anno fa se n’è andato per sempre, stroncato da una malattia, così velocemente che quasi non abbiamo fatto in tempo a rendercene conto.
E ora siamo qui, in questo spiazzo davanti al campo da calcio. Quando abiti in un paese così piccolo, qui ci passi tutta la tua vita. La scuola elementare, il campo da calcio, la palestra e questo spiazzo per giocare. La piazza è a 200 metri da qui, con la chiesa, il municipio, il bar e il giornalaio. Poco distante c’è la gelateria. Qui conosci tutto e tutti, vedi sempre le stesse facce e da lì non si sfugge. Al massimo vai alle medie nel paese accanto, nel mio, ma cambia poco perchè quel paese è poco più grande del tuo ed è vicinissimo, quindi anche lì conosci tutti.
Sei stato a scuola insieme, hai preso la stessa corriera la mattina quando andavi alle superiori, hai amici in comune, ci si trova sempre alle sagre estive, visto che in fondo si torna sempre tutti là.
E la tua vita era tutta qui. Se dovevi andare a trovare i tuoi amici si inforcava la bicicletta e via. Poi è arrivata l’età per lo scooter, e chi ci ferma più?E poi i 18 anni, la macchina...
Ma lui non è mai arrivato ad avere la macchina, perchè a 18 anni è morto. Mi corre un brivido lungo la schiena a pensarci, ogni volta che vedo quel volto sorridente stampato nelle magliette.
La band attacca “Siamo solo noi” e i ragazzi sono lì sotto che ascoltano, quasi composti, cosa strana conoscendo i tipi.
Già, siamo solo noi. Quelli che muoiono presto. Altro brivido. Lui sì è morto presto, troppo presto. E la mia mente divaga, ripenso ad un altro ragazzo, ad un altro di noi. Era poco più grande di me, e un mio mezzo parente. Cosa normale qui, in qualche maniera alla lontana siamo tutti imparentati o conoscenti. Non potevo definirlo “amico”, non andavo fuori con la sua compagnia, ma da piccoli si giocava spesso insieme, se lo incrociavo per strada ci salutavamo, se c’era l’occasione si facevano due chiacchiere. Una di quelle facce che vedi sempre in giro, come un punto fermo, sei quasi convinto che ci saranno sempre. Errore.
Una sera tardi, mentre tornava a casa, un ubriaco ha centrato in pieno la sua moto. E a noi sono rimaste solo lacrime, silenzio, incredulità e rabbia. Sul giornale hanno scritto che era di ritorno da un paio di feste, quasi a insinuare che fosse ubriaco anche lui. Hanno aggiunto dolore al dolore invece, perchè era solo andato a mangiare a casa della sua ragazza, e i suoi amici si sono arrabbiati parecchio a leggere quell’articolo, che lo dipingeva come il tipo che non era. Al funerale c’era tutto il paese e un bel sole estivo a salutarlo. Chissà perchè, quando penso a lui mi viene in mente solo la foto che c’è sulla sua tomba, la stessa che mia nonna tiene su un comodino in salotto, o l’ultima volta che l’ho visto, stava dando una mano nel negozio di suo zio e mi ha servito lui. Stop.
La canzone è finita e il cantante chiama a raccolta i ragazzi, che ora si abbracciano sotto al palco alle prime note di “Generale”.
Non c’è quasi più nessuno qui, le famiglie con bambini piccoli non hanno retto all’orario e molti ragazzi, specie i più giovani, hanno già levato le tende, perchè probabilmente di venerdì sera hanno di meglio da fare.
Ma noi restiamo lì, ci muoviamo lentamente a tempo di musica, come i ragazzi sotto al palco. Inizio a canticchiare ad alta voce, non posso quasi farne a meno, e non mi importa niente se sono stonata o cavolate varie.
-Mi viene da piangere...-mi sussurra la mia amica. Io annuisco e basta, perchè non c’è altro da dire. Mi sento esattamente così.
La canzone finisce e i ragazzi attaccano un coro, intanto che quell’invasato del cantante si riposa. Cantano che sono fieri ed orgogliosi di essere nati in questo paese. Un pò di campanilismo magari, ma noi siamo così. Ci potremo lamentare all’infinito che questo posto è un buco, che non c’è mai niente da fare, nessun divertimento, sempre le stesse facce, ma alla fin fine torniamo sempre qui, ci piace, siamo davvero orgogliosi di questo nostro piccolo mondo.
Parte la prima dedica per il festeggiato che non c’è. “Vita spericolata”.
Ora tutti noi che siamo lì cantiamo. Voglio una vita spericolata....chissà se anche lui pensava così quando era tra noi. Se voleva una vita di quelle vite fatte così. Forse in un certo senso l’ha avuta. E’ come una candela che ha bruciato più in fretta delle altre, ma la sua luce ci manca.
Infatti ora i ragazzi cantano che è “Uno di noi”, lo stesso slogan che hanno sulle magliette. Ed è vero, semplicemente. Non è retorica o una frase fatta, ma solo la pura verità. E’ nato e cresciuto qui, non è altro che un ragazzo come noi che ha avuto un destino beffardo.
Quanto ci ha messo ad andarsene, 2 mesi o poco più?E prima stava bene, niente che facesse pensare a una fine del genere. Io non lo conoscevo, se non di vista, ma chi l’ha visto nell’ultima settimana ci ha raccontato. Respirava appena ed era praticamente cieco. Ti viene quasi da sperare e pregare che almeno abbia sofferto poco. Che sfiga, hanno commentato tutti.
E’ ora dell’ultima canzone e dei ringraziamenti. A tutti, e specialmente a lui che ci guarda da lassù, perchè siamo tutti qui per lui. A queste parole c’è il boato e i ragazzi riattaccano con lo slogan, poi parte “Albachiara” e spuntano gli accendini.
Già, per te che ci guardi da lassù. Sento gli occhi bruciare di commozione, e non sono l’unica perchè la mia amica ha la voce un pò incrinata mentre canta.
Chissà se ci guardi, se ti è piaciuto lo spettacolo. Magari non volevi un memorial, preferiresti essere lì con loro, con i tuoi amici, poter guardare la partita da bordo campo e non da sopra le nuvole, poter flirtare con le ragazze e prendere in giro quell’altro che anche stasera è andato in bianco, mangiare quei panini alla pancetta calda che sanno un odorino favoloso, ridere, scherzare, cantare...vivere, semplicemente.
Forse non pensi più di volere una vita spericolata, ti basterebbe avere una vita, una vera.
Però guardi loro che fanno gli stupidi e ti scappa un sorriso. Non cambieranno mai, eh?Sempre i soliti casinisti. Speri che almeno loro restino così, che si divertano con te nel cuore. Guardi lo spettacolo che hanno allestito e sei felice, perchè in fondo tu non li lasci mai, sei sempre lì con loro e da lì dove ti trovi li guardi e preghi, che non buttino via le loro vite. Hanno la possibilità di vivere quel che lui non ha mai vissuto e devono farlo. Magari preghi che non succeda loro niente quando fanno gli incoscienti o quando alzano un pò troppo il gomito.
Chissà....
Intanto la canzone è finita e la band inizia a staccare. Ora ci sono solo i ragazzi che cantano per te. Stiamo lì ancora qualche minuto, poi salutiamo i nostri amici e torniamo a casa. In macchina parliamo del più e del meno, come al solito, ma la mia testa divaga stasera, sono in quei momenti di riflessione malinconica. Ripenso a quel ragazzo sfortunato del paese accanto al mio, di cui conosciamo tutto e tutti e che avrò visto in giro chissà quante volte, che ora sorride da delle magliette.
E mi viene solo in mente che, spericolata o no, voglio una vita.




Ciao a tutti!
Questa cosa mi è venuta un pò così di getto, mentre ero seduta sui gradoni ieri sera...
Senza togliere tempo a “Days of our lives”, ovviamente! ;-)
L’ho scritta come mi veniva, senza stare a pensarci troppo, solo pensieri alla rinfusa in una sera un pò diversa.
Le canzoni citate ovviamente sono opera e proprietà di Vasco Rossi!
Grazie da subito a chi vorrà commentare questa storia un pò triste.

Ciriciaux!!!
Tsubychan1984

   
 
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