-Che ti prende, Al? Non sei contento di essere arrivato?
-Certo, Bob… Sì, certo che lo sono!
Alan e Robert erano finalmente sbarcati in Irlanda, a Dublino, realizzando così il
loro sogno.
-Sono giusto un po’ stanco per il viaggio.
-Vedrai che dopo la dormita di stanotte saremo freschi e pronti a fare i turisti!
L’entusiasmo di Robert era stato sempre in contrasto con la pacatezza di Alan. Ciò
comunque non significava che quest’ultimo fosse meno contento.
-Raggiungiamo la bicocca, dai.
Chiamarono un taxi e si fecero guidare fino all’albergo a tre stelle che avevano
trovato su internet alcune settimane prima, nel riuscito tentativo di risparmiare il
più possibile.
Non erano abituati alla guida a destra e ne furono incantati.
-Al, guarda l’orologio, non è poi così tardi. Che ne dici di scendere a prendere
qualcosa?
-Le undici e mezza… Ma sì, si può fare. Andiamo giù a celebrare.
La loro stanza era la 76 e, per scendere al piano terra dove c’era il locale, i due
ragazzi presero l’ascensore.
Il pub contava una trentina di persone; Alan e Robert presero un posto vicino al
jukebox e si sentirono in dovere di ordinare due Guinness.
Dopo una piacevole mezz’ora di chiacchiere e battute, i due cominciarono ad accusare
la stanchezza e se ne tornarono alla 76.
-Senti Al, vuoi spiegarmi come diamine fai ad avere tutte quelle ragazze che ti
sbavano dietro?
Alan fu turbato da questa domanda, che era arrivata al suo orecchio dopo svariati
minuti di silenzio.
-Che ne so, Bob! Probabilmente perché esercito del fascino, mai sentito parlare di
sex appeal?
-Mah, sarà… Io ti trovo un mostro!
-Se sei amico di un mostro, non ci fai una bella figura. Poi non venire a piangere da
me dicendo che nessuna ti vuole.
Robert rise.
-Cerchiamo di dormire adesso, Bob, lo sai che se non mi riposo quando sono stanco
divento nervoso.
-Agli ordini!
Nella stanza entrava un fascio di luce celestina a causa del lampione sulla strada.
Solo il russare dei due (Alan era il più rumoroso) spezzava la quiete delle tre del
mattino; ogni tanto si sentivano, nel corridoio, i passi di chi era tornato tardi e
le risate di coloro che avevano bevuto un po’ troppo.
I ragazzi continuavano comunque a dormire serenamente, finché qualcuno non bussò alla
porta di quella maledetta stanza.
-Eh… Dannazione… Chi diavolo è!?
-Mh?
-Hanno bussato alla porta.
-Non lo so…
-Sarà qualche ubriacone del cazzo che si diverte a fare scherzi.
-Non lo so. Stai tranquillo, Al, già non bussa più.
-Come faccio a stare tranquillo, Bob?! Ero appena entrato nel sonno più profondo!
Avevo addirittura cominciato a sognare! Lo sai che quando vengo svegliato per futili
motivi non ragiono più.
-Diavolo, Al, ha smesso! Torna a dormire! Quando ti comporti così innervosisci anche
me!
Alan tornò con la testa sul cuscino. Sbuffò ma non disse niente.
Neanche mezzo minuto e la scena si ripeté.
-Ok, bene, stavolta m’incazzo come una bestia.
Alan si alzò con uno scatto e s’incamminò infuriato verso la porta, urtando anche un
ginocchio sull’armadio. Intanto, Robert era ancora in dormiveglia.
Quando Alan aprì la porta, si presentava davanti ai suoi occhi un uomo malandato,
sulla cinquantina, scuro in volto e con indosso degli stracci, più che dei vestiti.
-Oh, perfetto!
-Chi è, Al?- Robert si era svegliato.
-Un mendicante…
-Un mendicante?! E come diavolo ha fatto ad entrare nell’albergo?!
-Ehi, principini, avete qualcosa da mettere sotto i denti?
L’uomo sembrava molto infastidito. Non si sa se per la reazione dei ragazzi o per gli
errori che aveva commesso nella sua vita. Probabilmente per entrambe le cause.
-No, mi dispiace, siamo arrivati oggi e dobbiamo ancora fare provviste. Per non
parlare del fatto che vorremmo riposare.
-Rilassati, stronzetto, ho solo fatto una domanda… E comunque non ti credo.
-Sono quasi sicuro che le domande si facciano alla luce del sole, non della luna.
Luna Nuova, per giunta.
-Che intenzioni avete, si può sapere? – Robert sembrava preoccupato.
-Io ho intenzione di mangiare, bastardi, quindi ora lasciatemi entrare.
Il mendicante diede una violenta spinta alla porta, la quale colpì Alan in fronte.
Non ci vide più.
Prese l’uomo per la maglia e gli sferrò un pugno sullo zigomo sinistro.
Successivamente, mentre quello si rialzava, gli tirò un calcio sul collo, che fece un
sordo rumore. Il mendicante cadde inerme a terra.
-Cristo, Alan! Gli hai rotto il collo, cazzo! Ma sei completamente impazzito?
-Non gliel’ho rotto, sta bene, è vivo.
-Non dire cazzate! L’hai fatto fuori! Oh, Dio mio! L’hai ammazzato!
-Puoi evitare di urlare, maledizione?!
Troppo tardi. Qualcuno aveva già chiamato la sorveglianza.
Quando presero Alan, questo sembrava non avere più nessuna luce negli occhi.