CAPITOLO n°1:

 

- Nuova casa, nuova vita, nuova famiglia -

 

Perfetto, mia madre mi aveva proprio condannata ad una schifosa vita da studentessa provetta, mentre il mio caro padre se la faceva con la sua cara nuova ''mogliettina''.

Io ero qui, con le valigie in mano, ad aspettare che una BMW ci venisse a prendere.

''Vedrai che ti divertirai!''.-disse mia madre euforica.

''Mamma, perchè non vieni pure tu con me?''.-domandai.

''Devo sbrigare delle cose a lavoro, ma non ti preoccupare, c'è il figlio di Carl!''.-era ancora più entusiasta. 

''CARL HA UN FIGLIO?!''.-spalancai gli occhi.

Mia madre aveva voglia di cambiare tutto nella sua vita, ora che papà ci aveva lasciate, si era trovata un compagno in Inghilterra, Carl Horan.

Ma vi pare?!

Dall'Italia all'Inghilterra, non è che mi dispiacesse, amavo quel paese, ma mia madre non avevo specificato proprio dove, dell'Inghilterra.

''Uh! Il tuo biglietto, ecco''.-disse porgendomelo.

Iniziai a giocherellarci per un po', quando notai una scritta un po' strana:'Destinazione = Mullingar, Irlanda', inizia ad andare su tutte le furie.

''IRLANDA? TU MI MANDI NELLA PATRIA DEI BEVITORI DI BIRRA E DELLE PENTOLE D'ORO?!''.-urlai, tutti nell'areoporto ci guardavano.

''E' solo per poco, dopo ci trasferiremo a Londra!''.-disse calmandomi.

''Perchè fai tutto questo?''.-chiesi quasi con le lacrime agli occhi.

''Perchè dopo tutto quello che mi ha fatto tuo padre, ti ha dimostrato di volerti bene? Volevo solo trovare una persona adatta a me, ed ecco che la trovo e tu ti lamenti? Quando lo conoscerai poi mi dirai che avevo ragione. COME SEMPRE''.-queste furono le ulrime parole di mia madre, rimasi col groppo in gola, la salutai e salii sull'aereo.

Era la prima volta che viaggiavo, ma siccome sapevo bene l'inglese, per l'atterraggio non ci sarebbero stati problemi, potevo sempre chiedere qualcosa a qualcuno.

 

Dopo circa un'oretta e mezza di volo, arrivai all'areoporto di Dublino, lì mi aspettò un signore, sulla quarantina con un cartello:'Roberta - Italy'.-mi venne da ridere, e scoppiai in una fragorosa risata.

 

''Ciao, io sono Roberta''.-dissi alle sue spalle.

''Ohw, ma che bello conoscerti''.-mi abbracciò come se mi conoscesse da una vita, e ricambia l'abbraccio.

Per tutto il viaggio continuava a chiedermi dei miei interessi, i miei gusti, era davvero una persona cordiale, che ti metteva a suo agio. Ma, con tutte quelle domande mi ritrovai in una gabbia.

''Scusa se ti faccio troppo domande, ma sai, sono elttrizzato nell'averti qui! E sei anche una bella ragazza!''.-aggiunse facendomi arrossire.

''Io ti giudicavo male, ma sei gentile, grazie''.-feci uno di quei sorrisi grandi grandi, e anche Carl ricambiò.

 

Arrivati a casa, mi mostrò la mia stanza, e le altre 'zone' della dimora, ero davvero contenta, era una casa davvero grande, almeno, in Italia abitavo in una sottospecie di buco d'appartamento, ma per me e la mamma andava bene, e le spese erano economiche.

Fece il pranzo, era davvero un ottimo cuoco.

''E..tuo figlio?''.-chiesi sfacciata.

''Lui arriva tra poco da scuola, penso proprio che ti piacerà''.-disse sorridendomi.

''Basta che non provi a rubarmi i CD dei Maroon 5 e andrà tutto bene''.-lui scoppio a ridere.

''Tua madre ti parla di me?''.-chiese con occhi sognanti.

E solo lì capii che era davvero l'uomo giusto.

''Sempre, lo giuro. Da quando papà se ne è andato, lei pensa che tu la faccia star bene, e ti ringrazio per questo. Mio padre è solo un uomo..diverso..cioè, lui si è sposato con mia madre perchè lei è rimasta incinta di me, e quindi..''.-lui sembrava molto attento al discorso. Beh, se gli irlandesi ti ascoltano così, non vedo perchè dovrei trovarmi male con il mio 'fratellastro'.

 

''PAPA' SONO A CAAASAA''.-disse un ragazzo biondo tinto, con gli occhi azzurri come il cielo, entrando in cucina.

''Niall, ti presento Roberta! E' arrivata stamani dall'Italia!''.-esclamò stringendomi le spalle.

Io mi limitao a sorridere.

''Ohw, sì, ciao''.-fece una breve pausa.-''Ho fame uomo, dammi cibo''.-ammiccò.

CUOSA?! MA COME SI PERMETTE QUESTA PATTUMIERA UMANA DI DIRE QUESTE COSE A CARL? Che gentaccia.

Sgranai gli occhi fissandolo, Carl mi diede un buffetto sulla guancia, e fece spallucce sospirando.

''..Quindi tu sei la mia 'sorellastra', no?''.-disse iniziando a mangiare.

''Credimi, mi spiace, ma è così''.-sono felice di non avere i suoi stessi geni, mangia come un porco.

''Due cose: la prima è che a scuola devi far finta di non conoscermi, potrei perdere la reputazione; la seconda è che non devi dire a nessuno che sono il tuo fratellastro''.-Carl li diede un leggero schiaffo sulla spalla.

''Sii gentile con lei, è davvero simpatica e dolce. E non ti permetterò di rovinare tutto''.-disse con occhi infuocati.

''Ben detto bro''.-ci diedimo il pugno.

Niall ci guardava sconvolto.

Chiamai subito dopo mia madre per dirgli quanto mi piaceva l'accoglienza di Carl, e lei ne fu veramente felice, gli raccontai di Niall, e mi disse che comunque dovevo dargli tempo.

Andai su di sopra, e accesi lo stereo, subito dopo entrò Niall in boxer..arrabbiato.

 

 

 

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Salve geentee :'DD okay, so che è la solita storia dove c'è il fratellastro ecc..ecc.., ma spero che vi piaccia lo stesso! Se volevo lasciate una recenzione, e mettete la storia nelle vostre preferite, così che la possiate sempre seguire *-*.

Vi ringrazio se la leggerete..e..FORZA IRLANDAAAAAAA. ahahaha(?).

Baci.

-Robs.