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Autore: Vedra    09/01/2013    10 recensioni
Una piccola storiella comica in cui lei si presenta, mettendo in luce tutti gli aspetti tragicomici dell'anime, dai piagnistei di Rosalie al conto di tutte le volte che ha rischiato di crepare. Questa è la prima volta che scrivo una storia comica, solitamente mi butto sul tragico. Se sono riuscita almeno a farvi sorridere, recensitela!
"Mentre io… be’ io… insomma, lo sapete no? Perché devo dirvelo io, ci sono già abbastanza storielle in cui io comincio la solita trafila in cui ammetto i miei errori madornali, ma è il risultato che conta no?... D’accordo c’era qualcosa che non andava, altrimenti non saremmo crepati tutti e due."
LadySaphira
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon salve, miei cari.
Permettete che mi presenti.
Sono Oscar François de Jarjayes, comandante della guardia Metropolitana di Parigi.
Per gli amici Oscar, per Andrè ‘il suo unico grande amore’, per Nanny ‘la sua bambina, per mio padre ‘quel figlio degenere’ per quei palloni gonfiati dei miei superiori ‘Comandante de Jarjayes’, per Rosalie ‘Madamigella’ (con tanto di pianto incluso nel pacchetto), per quell’idiota di Fersen ‘il suo migliore amico’, per la Regina Maria Antonia Giuseppa eccetera eccetera ‘madamigella Oscar’ per i nobili di Versailles ‘quella donna che veste da uomo’ e per tutto il resto del mondo possiamo scegliere tra: ‘la cagna della regina’ (che a dire il vero non mi alletta molto) oppure genericamente ‘il nobile’ non ‘la nobile’ perché ovviamente, come dice sempre Andrè, tutto il mondo ha gli occhi foderati di prosciutto, anche se effettivamente  in quest’epoca la prima cosa che ti viene in mente quando vedi un’ufficiale con i capelli biondi come il grano, o l’oro, a seconda delle preferenze, e gli occhi color del mare, o del cielo, sempre a seconda delle preferenze, con dei pettorali notevolmente sviluppati e senza l’ombra di una barba, è precisamente questa: ‘guarda quel comandante, sembra una femminuccia’ e lo so per esperienza, perché (voi ovviamente non sapete nulla, intesi?) ho minacciato con la spada chiunque avesse l’ardire di dire queste cose in mia presenza.

Oh, c’è una cosa che vorrei precisare: non sono una creatura fantastica a cui cambia il colore degli occhi a seconda del mio stato d’animo.
I miei occhi sono di una dannato celeste, non del colore prima/dopo/durante una tempesta né tantomeno color del cielo terso, sono azzurri.

Punto.

E i miei capelli non esplodono in una cascata di oro fuso, anche perché, a sentire Andrè a questo punto avrei la schiena ridotta a un’unica cicatrice: l’oro fuso scotticchia alquanto e poi la mia testa non esplode, dannazione!

Il mio fisico è quello di una donna, non di una statua di marmo, quindi pregherei i gentili scrittori che si divertono a cambiare le sorti della mia vita (non mi chiedete perché si divertono tanto…) di non darmi della statua e di non far diventare il mio corpo simile a quello di una dea.

A dire il vero io nuda sono notevolmente bruttina, se escludiamo il volto: ho tutti i muscoli in rilievo e la pelle mi casca addosso come uno straccio su un manico di scopa, e questo grazioso… particolare, lo devo al mio caro amato /odiato/compianto/compatito eccetera genitore, che ha avuto la brillante idea di piantarmi una spada nella culla quando era ancora una bambina.*

Nanny mi racconta quella storia ancora inorridita e io porto la cicatrice sulla spalla destra: come può un uomo pretendere di infilare una spada nella culla di una neonata e sperare che non si faccia nulla?
Ecco un altro esempio della follia del mio caro paparino.
L’unica cosa buona che ha fatto su questo mondo è stato mettermi accanto Andrè, che poi ovviamente si è innamorato di me (sì, lo so, sono tremendamente modesta)


Adesso passiamo a presentare i miei hobby. Allora la cosa che più mi piace fare è cacciarmi in tutti i guai possibili e immaginabili e far morire di crepacuore sia mia madre, sia Nanny, sia Andrè, sia il Generale (perché lo so che sbianca tutte le volte in cui arriva un dispaccio reale)

E poi ovviamente rischiare la vita un giorno si e l’altro anche, giustificando questa mania di autodistruzione dietro al ‘dovere verso la famiglia reale’

E inoltre adoro collezionare cicatrici, più ne ho e più sono felice, come un bambino che colleziona figurine, solo che io ho paura di perdermele e quindi me le faccio incidere sulla pelle da un colpo di spada/pistola/fucile/parole, sì, anche le parole, perché suppongo che se potessi aprirmi il petto e vedere il mio cuore mi accorgerei che c’è un bel segno bianco dove Fersen ha deciso di affondare la sua spada, metaforicamente parlando, in quel maledettissimo ballo, al quale, probabilmente, per farmici andare, mi hanno drogato.
Prima o poi costringerò Andrè ad ammettere che è stato lui a farlo, e solo per vedermi in abiti femminili almeno una volta.
Povero caro.

Passiamo adesso agli obblighi di gentiluomo ai quali sono costretta a sottostare.
Per prima cosa dovete sapere che la sottoscritta è costretta a baciare la mano di tutte le nobili donzelle che ancora non hanno capito se sono un uomo e una donna e quindi tutte decidono che io devo essere un uomo e di conseguenza si dichiarano follemente innamorate di me (Che effettivamente devo essere la persona più chiacchierata di Versailles, dopo quell’emerito idiota del Conte Fersen e quella bambolina che respira chiamata comunemente ‘Maria Antonietta’)

In secondo luogo sono costretta a sorbirmi tutti i piagnistei di quella carissima ragazzina che porta il nome di Rosalie (Sì, i popolani hanno davvero molta fantasia nello scegliere i nomi)
Dannato sia il giorno in cui decisi di accoglierla in casa mia, ma sapete, è un altro dovere di un gentiluomo: in tutte le fiction solitamente i gentiluomini accolgono in casa loro tutte le poveracce vestite di stracci
(Anche Cenerentola, per chi la conoscesse, era una poveraccia vestita di stracci accolta nel castello e poi diventata non si sa esattamente come regina: le classi sociali non dovevano esistere all’epoca, a quanto pare)
E quindi mi sono sentita in dovere di farlo anch’io.
Inoltre ho cominciato seriamente a preoccuparmi della sua salute mentale quando l’ho vista ballare con la mia uniforme (ovviamente piangendo) Insomma, piangeva su un manichino… povera ragazza.

Un’altra cosa che non riesco a spiegarmi del tutto è il motivo per cui quella benedetta ragazza debba scoppiare in lacrime ogni dannata volta che mi vede: le insegno a tirare di scherma e piange.
Mangia, e piange.
Studia, e piange.
Parla, e piange.
Mi rivela tutti i segreti della sua vita (di cui non mi importa un fico secco, ma sempre per la storia del gentiluomo devo sorbirmi) e piange.

Credo si leggermente depressa…

Passiamo adesso ad analizzare il rapporto che ho con la Regina.
Bene.
Tutti dicono che grazie alla sua amicizia non sono stata infilzata da mio padre (per la seconda volta) e invece io dico che grazie alla sua amicizia sono stata costretta a infilzare molti più uomini di quanti non ne volessi e inoltre mia madre è stata al centro di una disputa tra due donne (di cui, ripeto, non me ne importava un fico secco, ma a quanto pare a Versailles si da parecchia importanza a tutta questa roba)e  ha rischiato di lasciarci le penne, Andrè stava per essere giustiziato, io sono diventata l’equivalente di un gufo di Harry Potter (avete presente quando facevo da corriere tra la nostra bambolina alias Maria Antonietta e quell’emerito idiota di Fersen, ecco, mi riferisco a quello)Sono quasi morta per essermi lanciata da un cavallo al galoppo (sì, non chiedetemi che mi passava per la testa) Ho rischiato di lasciare la pelle sotto un lampadario di Versailles … altro?

Bene.

Poi.
Passiamo invece al delicato rapporto che ho con il mio caro Andrè. Non c’è bisogno che stia a fare uno di quei paragrafi introspettivi lunghi mezzo chilometro e in cui non faccio che ripetere le stesse cose per righe e righe con il solo risultato di confondere il lettore (Gli autori si divertono tanto a farmi passare per una persona depressa e psicologicamente problematica…) bene.

Diciamo solo che Andrè, per me, ha: rischiato di morire un centinaio di volte, perso un occhio, rischiato di diventare alcolizzato**, preso le sculacciate da Nanny anche per me,  rischiato di zompare in aria e si è: arruolato nei soldati della guardia accettando di dormire in un buco fetido, fatto spaccare una ventina di mestoli in testa da Nanny, e mi ha: riportato a casa mezza morta a causa di una rissa e/o perché troppo ubriaca per reggermi in piedi.

E sempre per me ha: inventato la telepatia (non si spiega altrimenti come sia riuscito a sentire i miei sussurri a mezzo chilometro di distanza***) inventato la magia (la mela fatta esplodere la Fersen ditemi da dove l’ha tirata fuori).
Mentre io… be’ io… insomma, lo sapete no? Perché devo dirvelo io, ci sono già abbastanza storielle in cui io comincio la solita trafila in cui ammetto i miei errori madornali, ma è il risultato che conta no?...
D’accordo c’era qualcosa che non andava, altrimenti non saremmo crepati  tutti e due. Il mio caro Andrè.
Ok.
Punto.
Chiuso.
Questa era la mia presentazione.
Arrivederci.
Ciao.
Addio.



Oscar Françoise De Jarjayes





Oscar François de Jarjayes, Comandante delle Guardie Reali, Comandante della Guardia Metropolitana di Parigi, Ultima figlia del Generale Jarjayes, donna amata da sempre e per sempre da Andrè Grandier, morta sotto la Bastiglia combattendo per i propri ideali e per un mondo nel quale sperava di vivere felice con l’uomo che comprese di amare troppo tardi.
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*Mi riferisco all’ultima sigla di Lady Oscar “ Nella culla ti ha messo un fioretto, lady dal fiocco blu…”


** Nelle puntate più tristi dell’anime in sostanza Andrè usciva tutte le sere a ubriacarsi e compariva spesso con un bicchiere in mano… di qui, la mia deduzione


***Mi riferisco all’episodio in cui la chiesa dove Jeanne si nascondeva salta in aria 

 





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