Parte
Nona
Mi
stupisco di me stesso.
Questa cazzata dall’odore profumato di merda è
arrivata a ben nove capitoli e,
sinceramente, non me lo sarei mai aspettato. Anzi, quando ho cominciato
a
scrivere questo bizzarro ma reale racconto, ero convinto che fosse
stato il mio
biglietto di sola andata lontano da EFP. Pensavo che Santa Erika mi
avrebbe
esiliato per sempre, scacciandomi dal suo regno di tirannia e
malvagità
amore e benevolenza. Sfortunatamente per il mondo, non è
stato così. Ancora
oggi mi trovo ad aggiornare, arrivato addirittura alla nona
parte… beh, cari
amici (e la prima volta che uso un termine amichevole nei vostri
confronti?
Sappiate che non ha il valore affettivo che sembra avere), posso con
tristezza
(?) annunciare che questo è il penultimo capitolo. Proprio
così, e non sto
scherzando, perciò godetevelo nel miglior modo possibile
(anche masturbandovi
di fronte allo schermo del PC o del cellulare, che sembra una cosa
ancora più
sporca). Vi prometto che sto preparando IL gran finale da giorni, in
modo da
chiudere col botto, infatti, ho intenzione di far scoppiare
fuochi
d’artificio nei vostri deretani.
Come farò senza la mia storia ironica? Ne
scriverò un’altra. Come farete
senza la vostra storia ironica? Un cappio al collo.
E ancora una volta ho affermato la mia supremazia sui voi lettori, tsk.
Comunque,
ecco la seconda
e ultima parte della mia chiacchierata contro la pedofilia
con la mia
vecchia maiala professoressa.
“e lei come sta?”.
Nella
mia intelligenza: giacché
quei puntini sospensivi mi
innervosivano, per proteggere la mia incolumità (traduzione:
il mio pene),
decisi che sviare discorso era la cosa migliore. Magari cambiando
argomento le
cose sarebbero andate in modo diverso ed io non mi sarei più
sentito così a
disagio nel ricevere avance da una vecchia sballottata.
Prevedibilmente… non fu
così.
“io
bene, da quando è morto mio marito molto meglio”.
Nella
mia degenerazione: avrei
dovuto aspettarmi la battuta
femminista da una vecchia vedova vogliosa di sesso. E scusate,
perché questo
era un altrettanto acido commento maschilista.
Tornando a noi, anzi a me, non sapevo cosa rispondere dopo tale
dichiarazione.
Ero in evidente imbarazzo, ma dovevo fare qualcosa.
“condoglianze
per suo marito”.
Nella
mia educazione: pensai
che fosse la cosa più giusta da
fare. Non potevo comportami diversamente se non apparire dispiaciuto
per la
morte di un tizio random che nemmeno conosco.
Tuttavia… la gallinaccia non voleva mollare. A nessun costo.
“grazie.
Suppongo che tu sia fidanzato”.
Nella
mia paura: quella
volta mi fece rabbrividire l’assenza
di puntini sospensivi. Più andava avanti e più
quella situazione mi sembrava
assurda e imbarazzante. Allora decisi si troncare la conversazione,
così mi
sarei tirato fuori dai guai.
“sì,
felicemente!
Infatti, adesso devo proprio andare! Mi ha fatto piacere parlare con
lei…
Gesuy! A presto!”
Nel
mio congedo: era
chiaro il nervosismo che trapelava in
me. Si poteva intuire dai numerosi puntini esclamativi. Frattanto che
aspettavo
una risposta, sostituivo nella mia mente quel “a
presto” con un più salutare “a
mai più”.
“a
prestissimo………………………..
!!!!”
Nella
mia conclusione: eccoli
lì, pensavo. Puntini sospensivi
accompagnati da esclamazioni, in un contorno di doppio –
senso erotico.
Vorrei far notare, ancora una volta, che tutto questo è
successo su Facebook,
per colpa di Facebook. Fate le vostre conclusioni,
cari lettori. E
fatele bene, perché nel prossimo e ultimo capitolo
sarò io a tirare le somme, e
niente più sarà come prima!