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Autore: _son of rage and love_    09/01/2013    2 recensioni
Sentii il suo tocco, delicato, sulla guancia. La sua mano ad accarezzarmi dolcemente, piano, come fossi qualcosa di prezioso. Per poi alzarmi il mento,lentamente, fino a far incontrare i nostri sguardi. Sentii i battiti del mio cuore accelerare, farsi pian piano sempre più irregolari, e detro di me pregai che non se ne accorgesse. Mi diede un ultimo sguardo, più insicuro, quasi imbarazzato, poi prese corraggio e avvicinò il suo viso al mio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre il taxi avanzava tra le strade bolognesi io mi agitavo sempre più. Cercavo di ripetermi il discorso che mi ero studiato nei mesi precenti. Arrivato a destinazione ero un fascio di nervi. Pagai il conducente con un sorriso, cordiale ma forzato, e scesi dalla vettura. Quella ripartì immediatamente. Ovviamente non avevo bagagli dietro, quindi il taxista non avevo motivo di indugiare più a lungo, anche se forse lo avrei preferito. Ora ero proprio solo. Mi trovavo nel vicolo di casa sua. Da qui potevo scorgerne i muri beige. Mi feci coraggio ed avanzai. Il palazzo non era bello, nè particolare. Anzi, era ciò che di più banale potesse esistere. Non c'erano fiori sui davanzali delle finestre, la porta non aveva un colore sgargiante. Risultava arduo rincondurlo a lei.
Arrivai alla porta e presi in esame i nomi sui campanelli. Inizialmente fu difficile perchè  non ricordavo il cognome di sua madre, e quello di Giada non vi era mai stato scritto. Alla fine tentai la sorte e pigiai il campanello corrispondente al nome che mi risultava più familiare.
-Si? Chi è?-
Rispose una voce cordiale. Capii subito che era sua madre, ma inizialmente non risposi.
-Allora, chi è?- Continuò lei, leggermente confusa.
-Ma insomma, si può sapere chi ha suonato il mio campanello?!- Chiese un'ultima volta, palesemente irritata.
-Sono Nick.- Mi uscì alla fine. La voce era spezzata, roca e lieve.
-Ragazzo mio, sapevo che saresti tornato un giorno. Sali.-
Percorsi le tre rampe di scale che portavano all'appartamento lentamente. Ero stato così impaziente di vederla nei mesi precedenti, ed ora che c'ero quasi morivo dalla paura.
Ad accogliermi sull'uscio di casa c'era la donna che aveva risposto, segno evidente che Giada non si trovasse lì.
Non appena mi vide si aprì in un sorriso e mi abbracciò. Era più o meno come la ricordavo. Un po' grassottella, con un viso dalle linee morbide e semplici, ma con qualche ruga in più dell'ultima volta. Mi sentii incredibilmente felice, come non ero da tempo.
Lei mi fece entrare ed accomodare sul divano. Notai subito che la casa era più grande.
La donna notò la mia faccia confusa e, tutta orgogliosa mi disse: -Sai, quelli dell'appartamento accanto se ne sono andati ed io non ne potevo più di vivere in un buco, in più avevo qualche risparmio da parte. Così l'ho comprato e l'ho unito a quello vecchio. Non sarà comunque un reggia, ma è decisamente più vivibile.-
-Già.- Risposi educatamente. -è molto carino.-
-Ma tu non sei venuto qui per questo, non è vero?- Disse lei, notando la mia espressione e rabbuiandosi impercettibilmente. Era una domanda retorica e continuò, senza aspettare una risposta.
-Giada non vive più qui da due anni.  Sta in un appartamento in centro che condivide con altre ragazze per via dell'affitto. Quella casa è sempre un caos, ma a lei piace abitare li, e insomma, contenta lei, contenti tutti, no? Dopo che vi siete lasciati ha passato un brutto periodo. Ha cominciato a drogarsi.- Provai una fitta allo stomaco e fui sul punto di piangere. Oddio, ma cos'avevo combinato? -Ma poi si è ripresa. Insomma, non dico che l'abbia superata subito, ma ha cominciato a reagire. Si è messa a studiare sodo e ha finito il liceo con dei voti soddisfacenti. Ora va all'università. Fa archeologia, qui a Bologna. E' affascinata da tutte quelle cose vecchie, tipo mummie e fossili. A me danno un po' i brividi, a dir la verità, ma lei è felice.- Il suo volto era solcato da un sorriso, sembrava molto fiera della figlia. D'altronde ne aveva tutte le ragioni, sembrava che si fosse ripresa alla grande. La sua vita aveva ingranato in quegli anni, mentre io ero solo riuscito ad aggrapparmi al passato. Il messaggio era chiaro. Tutto nel discorso della madre diceva: lei ora sta bene, hai davvero il coraggio di tornare così e scombussolare tutto?

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Eccoci qua. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, 
lo so che avevo detto altri quattro, ma scelto una fine
diversa per la storia. (siete liberi di odiarmi)
Fatemi sapere che ne pensate,
un bacio <3
  
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