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Autore: Itsamess    09/01/2013    3 recensioni
STORIA DA REVISIONARE
A novembre, nonostante fossero stati dichiarati illegali da Brittany, numerosi tornado colpirono il Midwest, devastando tutto ciò che incontravano sul proprio cammino.
La maggior parte della popolazione decise di andare il più lontano possibile, nella speranza che il nero uragano non li seguisse.
Altri rimasero - li chiamavano I Sotterranei: furono creati dei rifugi - stretti cunicoli che si snodavano al di sotto della città, ora segretamente dilaniata - perchè potessero trovare un riparo.
Perchè era tutto ciò che desideravano:
salvarsi.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Jessie St. James, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Jessie/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non è molto bella.
La linea del carboncino la tratteggia appena, sfuma sulle sue labbra semi-aperte, si inclina nel disegnare un naso abbastanza importante, si spezza sulle sue ciglia nere.
E' un tratto un po' incerto, si vede che non è quello di un professionista; anzi, sembra che l'autore del ritratto abbia disegnato di fretta e senza molta luce.
Sono sbagliate le proporzioni delle mani, strette a pugno, e la testa, leggermente troppo grande, è inclinata in una posizione innaturale.
Nel complesso non è nulla di che, un disegno mediocre.
Ma non è il solo.
Decine di volti, tutti della stessa ragazza, ritratta sempre e solo addormentata.
O la modella soffre di narcolessia, o l'artista disegna di nascosto.
Conoscendo Jesse St James, probabilmente è la seconda delle opzioni.
Quel ragazzo bacia a tradimento, ritrae a tradimento, mente, inganna, minaccia e semina terrore, eppure tutti sembrano innamorati di lui, incredibilmente.
E questa Sbronza da St James deve finire, ora.

Con un respiro, Kurt richiude il quaderno, lo nasconde di nuovo sotto al cuscino e dà un'occhiata all'orologio.
17:28
Se tutti e tre i protagonisti del suo folle piano saranno puntuali e se l'improbabile chimica fra due di loro funzionerà, quel St James avrà ciò che si merita.


(Otto ore prima, cucine del rifugio)

«Scusa amore» esclamò non appena lo vide «E' da tanto che aspetti?»
Will scosse la testa «Mattinata impegnativa?»
«Non immagini quanto...» si lamentò Emma, sfilandosi la retina per capeli «abbiamo dovuto fare l'inventario delle provviste e sembra che un roditore abbia saccheggiato le scorte di cereali...Mi aiuti a toglierlo?»
Lui le disfece il fiocco del grembiule, ma prima che lei potesse allontanarsi le cinse la vita e la baciò.
Emma sorrise, stanca. Il suo sguardo, un tempo luminoso e allegro, era velato di un'impalpabile malinconia, come se la polvere sollevatasi nel crollo del loro appartamento le fosse rimasta nell'iride.
«Allora, come stanno i ragazzi?»
«Non so come aiutarli. Sembrano persi, cantano canzoni a caso, suonano strumenti malconci e-»
Ma lei non stava ascoltando, persa a cercare un modo, un modo qualsiasi, per rendere più felice la vita in quel seminterrato gigante.
«Il musical, ne fate uno tutti gli anni, no?»
«E quale?»
Aveva già la risposta «Il mago di Oz. Inizia con un tornado»

Così Will entrò nella choir room con aria trionfale, pronto a sventolare in faccia ai ragazzi gli spartiti del Mago di Oz, recuperati in un vecchio scatolone, ma trovò la stanza deserta.
Il sorriso gli morì sulle labbra, accompagnato dalla consapevolezza che si stava esaltando per dei pezzi di carta che probabilmente non avrebbero cambiato nulla.
«E' sempre qui, professore, sembra che ci viva, nell'aula canto!» commentò Puck alle sue spalle.
«Cercavo voi...ho avuto un'idea per il musical dell'anno!»
«Camp Rock?» domandò il ragazzo, speranzoso
«N-no, volevi fare quello?»
«Avrei avuto una scusa per non partecipare: non assomiglio a nessuno dei Jonas Brothers. E nemmeno a Demi Lovato»
Mi sembra chiaro
«Chi osa nominare Demi Lovato invano?!» sbottò Kurt.
Questo era il problema della choir room: tutti entravano senza bussare ed esclamavano qualcosa.
Come Finn, che arrivò qualche minuto domandando dove fosse il suo compagno di stanza*.
O Blaine, che fece una piroetta canticchiando Part of me.
O Tina, che come al solito mormorò un rapido saluto e corse al proprio sgabello.
O Jesse.
Lui però non parlava molto, limitandosi a fissare Blaine in modo ben poco innocente.


«A che gioco stai giocando?» gli domandò Kurt fingendo indifferenza.
«Non mi sembra di averti detto che questo posto era libero...» considerò Jesse, visibilmente infastidito «Ma se proprio non riesci a star lontano da me, guarda»
Gli porse un quadernetto dalla copertina rigida, di colore scuro, forse la sua agenda.
O la sua lista nera, conoscendolo.
Invece la pagina era coperta di trattini, lettere e personaggi con delle strane X al posto degli occhi.
L'impiccato. Quel ragazzo stava giocando all'impiccato da solo.
Kurt non riusciva a decidere se fosse più inquietante il fatto che non indovinasse le parole al primo colpo, o che l'omino magro sulla forca gli assomigliasse terribilmente.
«Sai a cosa mi riferisco» sibilò mentre gli restituiva bruscamente il quaderno.
Gli avrebbe volentieri spiegato che detestava i suoi morbidi ricci scuri che dolcemente gli ricadevano sulla fronte, quel suo modo di fare arrogante e spocchioso, lo sguardo esplicito che riservava a Blaine e quello supponente con cui squadrava tutti gli altri, ma Will li interruppe.
«Allora, assegnazione delle parti: Brittany, per te avevo pensato a Dorothy, siete entrambe belle, bionde e brave; l'uomo di latta, Blaine, lo spaventapasseri...Ok, Sam, lo fai tu! E il leone codardo? Va bene, Finn?»
Il ragazzo annuì, mentre Kurt alzò la mano con fare teatrale.
«E noi, professore?» indicò Tina, Jesse, Puck e, naturalmente, se stesso.
Will Shuester annotò mentalmente: 
cercare musical con molti ruoli da protagonista, tipo Chorus Line. Peccato che qui qualcuno non sappia ballare.
«Ehm, c'è ancora la parte del Mago» suggerì debolmente.
«Potrei farlo io»
Come Kurt aveva imparato, la voce di Jesse St James sapeva essere molto persuasiva.
Così, quando propose di dirigersi tutti in mensa intonando "Over the rainbow", tutti acconsentirono con entusiasmo, nonostante fosse un'idea del tutto idiota.

Hey, ma io quel berretto blu lo conosco
«Rach, amore, mangi con noi oggi?» le sussurrò Jesse dolcemente
«Non mi avevi mai chiamata "amore", prima»
«Non me ne ero mai reso conto» le rispose lui, prendendola per mano, ben attento a non farsi vedere dagli altri «Ma ora, in piena luce» ne studiò gli occhi scuri, la fronte alta «posso confermare: sei proprio un amore»
Rachel, sbuffando appena, cambiò discorso domandando «"Mangi con noi" significa con voi Wildcats canterini?»
Jesse provò a scuotere la testa, ma un intero Glee Club che intonava disordinatamente "and wake up where the clouds are far behind" non era facile da nascondere.
«Ragazzi, gioco del silenzio» intimò «Tre due uno»
Nell'istante in cui il gruppo di canto corale ammutolì, lui fu certo di vedere una parvenza di insorgenza di riconoscenza negli occhi di Rachel. E si rammentò improvvisamente di dover restituire il Rimario Vittoriano Tascabile a Cassandra.

Troppo occupato a ricordare dove aveva messo il libro, a tenere la mano a Rachel sotto il tavolo, a lanciare occhiate a Blaine e a sorridere dolcemente a Finn, Jesse non si rese conto che, poco distante da lui, qualcuno (nello specifico il suo nemico mortale) stava tramando nell'ombra.

Ha baciato Blaine solo perchè ha visto che ero interessato a lui.
Ha ottenuto la parte del Mago solo perchè la volevo io.
La sua strategia è piuttosto semplice, dopotutto: individua ciò a cui tengo di più e fa in modo di portarmelo via.

Kurt lanciò un'occhiata di sbieco al tavolo accanto al suo, nella speranza di vedere Jesse strozzarsi col cibo, proprio in quell'istante, per un fortuito caso della sorte.
Non assistette ad alcun decesso, con suo grande rammarico, ma notò l'equivoca vicinanza fra il seduttore St James e l'asociale Rachel, le loro mani non visibili, i loro eloquenti sorrisi.
Si avvicinò loro con nonchalance, fece qualche commento sul berretto blu di lei e un certo Mc Queen, che si sarebbe "rivoltato nella tomba, se solo lo avesse visto", e si sedette accanto a loro.
«Sempre indesiderato e difficile da debellare: sei come un herpes, Kurt» commentò Jesse, senza nemmeno guardarlo in faccia
«Buongiorno anche a te Jes-Ma quella è Barbra Streisand!» urlò indicando un punto imprecisato dietro di loro
Non appena i due ragazzi, che insieme facevano giusto un paio di neuroni, di voltarono domandando "Dove?! dove?", Kurt infilò la mano nel borsone di Jesse e ne estrasse il taccuino nero; per poi mormorare, mellifluo, «Mi sono sbagliato. Era Puck»
«Non si scherza con Barbra!» lo rimproverarono loro all'unisono, scoppiando a ridere.
«Mi viene da vomitare, sembrate usciti da una rom-com» si lamentò mentre riprendeva al vassoio e tornava al suo vecchio tavolo.
Bene, St James. Vediamo cosa nascondi: poesie d'amore, un diario segreto, lista delle cose da fare prima di morire, un death note.
No. Ritratti di Rachel.
Il suo punto debole.
«Ah, Blaine» eclamò vedendolo avvicinarsi «Proprio te cercavo. Jesse sarà in aula canto alle cinque e mezza. Io non me lo farei sfuggire.



Aula canto. 5:30 pm. Tuo Jesse
Rachel stringeva tanto forte quel pezzo di carta da averlo ormai sgualcito.
Corri Rachel, non arrivare in ritardo anche stavolta, come oggi a pranzo.
Dev'essere stato in quel momento che Jesse ti ha nascosto il bigliettino nella tasca della felpa.



Aula canto 5:25 pm.
Jesse St James trovò il biglietto per caso, rovistando nelle tasche del giubbotto alla ricerca del Rimario di Cassandra, che tra parentesi continuava a non farsi trovare, e capì immediatamente che proveniva da Rachel.
Aula canto, che strano pensò Jesse lei odia quel posto, fa sempre in modo di starne il più lontano possibile!
Ma forse... forse ha cambiato idea e vuole cantare un duetto romantico!


«Blaine» mormorò Jesse, senza nemmeno tentare di mascherare la sua delusione, non appena raggiunse la choir room.
Si rese conto di aver dato per scontato che il biglietto fosse di Rachel, forse perchè lei era il suo unico pensiero ultimamente, se si escludevano l'odio per Kurt e le rime obsolete.
L'altro aveva passato l'ultima mezzora misurando la stanza a lunghi passi, "lunghi" sempre considerando il suo formato tascabile, nella logorante attesa tipica degli innamorati. Finse di essere capitato lì per caso, mormorò qualcosa riguardo al pranzo, infine domandò velocemente «Cosa succede fra noi?»
«In che senso?»
«La settimana scorsa mi hai baciato durante il duetto, ma poi non mi hai più rivolto la parola... mi fissavi e basta»
E' innamorato di me. Kurt ne sarà felice.
«Devo ammettere che non è stato facile fingere di ascoltare Shuester ed evitare di riprendere dov'eravamo rimasti...»
«E dov'è che eravamo rimasti, di preciso?»
«Non è facile da spiegare» Jesse si avvicinò piano alla sgabello su cui era seduto, si inginocchiò davanti a lui, ormai poteva percepire il respiro dell'altro sulla sua pelle «preferisco fartelo vedere»
Blaine Anderson chiudeva sempre gli occhi, durante i baci: gli sembrava più romantico, come se per un'istante il mondo scomparisse e rimanessero solo lui e l'altro. Forse fu per questo che non si accorse di un'attonita Rachel dietro di loro, o forse fu perchè non gliene importava, o ancora perchè gli mancavano un paio di diottrie.




*il compagno di stanza di finn è jesse, nel caso lo abbiate dimenticato. E il titolo Charcoal significa carboncino.
Questo capitolo è un completo mess, anche definito disastro,ma meglio di così non riesco a riscriverlo.
Buon anno nuovo, tesori (tutti quanti, ma in particolare una certa Tatiana, così, a caso).
  
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