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Autore: Blubba    09/01/2013    1 recensioni
Forse qualcuno spunterà da dietro il divano e urlerà “Sorpresa!”. Scherzi mentre giri la chiave che si inceppa nella serratura, e che dopo alcuni minuti di manipolazione si apre, mostrando l’atrio vuoto e buio.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Viandante
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il paesaggio fuori dal finestrino scorreva velocemente, senza lasciarmi il tempo di focalizzarne i dettagli, anche se si trattava di un deserto privo di caratteristiche particolari. La solita autostrada in mezzo al nulla. Avevo un gran mal di testa e la nausea causata dalla parte del viaggio che avevo passato sdraiato sul sedile posteriore mi tormentava. Adesso sedevo su quello anteriore e non mi importava molto la nostra meta.
Il Cercatore sembrava non vedermi, teneva entrambe le mani sul volante e lo sguardo fisso sull’asfalto. Mi girava la testa sedevo mollemente sul sedile, da quando mi ero svegliato non avevo detto una parola, era stato lui a riempire il silenzio, come sempre. L’unica differenza era che avrei preferito il silenzio al posto delle sue parole. 
Mi aveva brevemente illustrato la situazione. Mi toccava viaggiare con lui fino a non ricordavo dove e fare quello che diceva se volevo cavarmela; non ero riuscito a restare abbastanza concentrato per capire se era una buona o una cattiva cosa. Poco dopo arrivò la mazzata che ridusse la mia mente a qualcosa di paragonabile a delle carogne masticate da qualche animale.
-Senti…Non so davvero come darti questa notizia- la sua voce era indescrivibile, questo mi dimostrava quanto poco sapessi di lui in realtà, perché non sapevo davvero che cosa ci fosse dietro quel tono distaccato, molto diverso da quello solito, ma sempre incomprensibile –Ho ricevuto delle informazioni sulla tua famiglia- si decise a sputare dopo due interminabili minuti di silenzio.
-Che genere di informazioni?- in quel momento drizzai le antenne e imposi al mio cervello di concentrarsi, c’era ancora speranza, dopotutto.
-Tuo fratello Andrej è stato trovato nei pressi del vostro vecchio appartamento, insieme a tuo padre…-
-Davvero?!- quasi urlai, mi drizzai sul sedile, su di giri –Come stanno? L’alieno ha lasciato mio padre? E Andrej? E’ stato  catturato anche lui?- lo bombardai letteralmente con le mie domante, quando vidi che non intendeva rispondermi lo osservai meglio. Stava sudando ed era concentrato più che mai sulla strada –Ti prego…- sussurrai –E’ vivo…Almeno uno dei due…- lui non rispose.
-Mi dispiace- disse dopo un po’, credo fossero passati una decina di minuti.
Mi riappoggiai lentamente sullo schienale  e cominciai ad osservare il paesaggio spoglio che stavamo attraversando, c’erano poche macchine e in ognuna non avevo notato più di una persona.
Mi accorsi che la sofferenza che stavo provando andava oltre la mia immaginazione; avevo pensato spesso all’eventualità che potessero morire e sapevo che avrei provato un dolore immenso, ma questo…Questo era oltre il dolore, era oltre tutto quello che la mia mente avrebbe potuto pensare. Mi ritrovavo abbandonato in territorio nemico, portato chissà dove da un mezzo sconosciuto alieno e avevo perso la mia missione. Nel mio petto si era aperta una voragine che mi toglieva il respiro. Nonostante tutto restavo lì, seduto, ad aspettare, ad osservare un paesaggio inutile, viaggiando verso una meta che con ogni probabilità mi avrebbe portato alla morte.
L’auto entrò in una città che non conoscevo e una volta raggiunto il centro si fermò di fronte ad un palazzo di una decina di piani, entrammo con l’auto nel parcheggio e il Cercatore spense il motore.
Fece un lungo respiro e mi guardò, io guardavo ancora fuori dal finestrino. I garage sotterranei erano avvolti dalla penombra e non c’era molto da vedere, stavo solo cercando di ignorarlo.
-Devi venire con me- non gli risposi, non ci riuscivo, sentivo il suo sguardo su di me ma non riuscivo a muovermi –Anassi…-
-Chiamami Kol- gli dissi senza pensare a quello che stavo dicendo.
-Kol?-
-Non fare domande, chiamami Kol e basta, è più corto e comodo- risposi, poi aprii la portiera e scesi dall’auto, per poi cadere sbattendo a terra le ginocchia. Non mi ero reso conto di essermi indebolito tanto.
Il Cercatore si precipitò ad aiutarmi, ma riuscii a respingerlo e a camminare da solo fino all’ascensore. Lì ricaddi a terra e feci un lungo sospiro. La cabina dell’ascensore era molto stretta e la moquette era appiccicosa. Decisamente poco accogliente.
Salimmo con estrema lentezza fino all’ottavo piano, il silenzio del Cercatore era riempito dalla presenza di Apeiron che tornava sempre più viva e reale.
“Mi dispiace per la tua famiglia, ma adesso mi serve che ti concentri esclusivamente sulla mia voce, perché ho bisogno di te. Dobbiamo scoprire cosa sa il Cercatore di preciso. Sono confuso sul suo modo di agire, non ho mai partecipato attivamente ad un’invasione, ma conosco il protocollo e lui avrà infranto non so quante regole. Non riesco a capire dove vuole di arrivare.”

Non credo conosca il tuo segreto. Crede semplicemente che tu sia un’anima debole e io un umano troppo forte…o qualcosa del genere. Per quanto riguarda le sue intenzioni, sono molto confuso anche io. Non ci resta che aspettare e starlo a sentire.
Potresti essere costretto ad ucciderlo.
Vedremo.
Quando l’ascensore si fermò, mi rimisi in piedi e ci dirigemmo verso una vecchia porta blindata rivestita di legno scuro, entrammo in un piccolo appartamento abbastanza accogliente. Il piccolo corridoio che portava all’atrio era pieno di oggetti di ogni tipo, il soggiorno era in realtà una stanzetta con tv e poltrone, con una libreria addossata ad una delle pareti. Poi c’erano un cucinino, il bagno e una piccola camera da letto. Il Cercatore mi invitò a sedermi su una delle poltrone e io mi ci buttai a sedere volentieri, anche se ero estremamente teso.
-Questo appartamento apparteneva all’umano che possedeva questo corpo- cominciò a spiegare –Non ci vengo mai, ma ho deciso comunque di tenerlo-
-Non mi interessa la storia della tua vita, spiegami cosa vuoi e facciamola finita. Se non vuoi buttare vie me e il mio corpo portandomi da un Guaritore, che cosa hai in programma?- chiesi in modo abbastanza duro, ero stanco e cercavo di non pensare al fatto che ero completamene solo e nelle mani del nemico.
-Per prima cosa ho intenzione di parlare con Apeiron, poi deciderò cosa fare-
-Ti ascolta-
-Voglio sapere se in tutta questa faccenda lui era d’accordo con te. So che una volta trovati i tuoi familiari avresti tentato di estrarre le anime…Apeiron era d’accordo con tutto questo?-
-Non poteva scegliere e non può tutt’ora. Ho pieno possesso del mio corpo, lui è solo una dannata voce nella mia testa- risposi irritato.
-Lo hai usato come copertura e lui non si è ribellato?-
-Ha provato a ribellarsi, ma non poteva fare molto-
-E tu ti sei mescolato tra le anime con il suo aiuto, fingendoti un Guaritore, per imparare come si effettua un’inserzione, giusto?-
-Non ti sbagli-
-Non capisco, avrebbe potuto semplicemente rifiutarsi di darti il suo aiuto e tu non avresti avuto molte possibilità di passare inosservato. In che modo lo hai minacciato?-
“Sta cercando di capire se mi hai ricattato in qualche modo”
-Gli ho detto che se avessi trovato il modo di estrarlo e affidarlo a qualcuno che si sarebbe preso cura di lui, lo avrei fatto. A patto che mi aiutasse-
-In fin dei conti, c’eri quasi- osservò, poi si alzò dalla poltrona e andò nel cucinino.
-Quindi cosa hai intenzione di fare?-
-Ti do un vantaggio di quattro giorni, se riesci a trovare un rifugio dove nasconderti sei salvo, se ti trovo, avrai molti guai- disse mentre riempiva un bollitore.
-E Apeiron? Devo tenerlo nella mia testa?-
-Nascondete un segreto bello grosso. Non so cosa abbia fatto quell’anima. Non mi interessa il suo passato né tantomeno il suo futuro. Sparite il prima possibile, così nessuno avrà problemi-
Era distaccato, ma era un autocontrollo imposto. Forse  Apeiron non era l’unico a nascondere qualcosa.
-Posso prendere la tua macchina?-
-Se la prendi ora, ne denuncerò il furto domani mattina-
-Perfetto- Mi misi in piedi e mi diressi verso la porta.
-Prima di andartene svuota la dispensa e l’armadio, è tutta roba che non mi serve- disse, lanciandomi delle buste.
Ci misi circa mezz’ora per raccogliere tutto quello che mi serviva, presi anche una mappa stradale e scesi di nuovo fino al garage. Il Cercatore non mi aveva dato le chiavi della macchina e dovetti arrangiarmi, avviando il motore con qualche metodo barbaro che avevo appreso in tv.
“Dove si va?”
-Non ne ho la minima idea- risposi ad alta voce –Credo che ci convenga abbandonare il centro abitato, ma non saprei dove dirigerci, in mezzo al deserto-
“Ci sono i ribelli, no? Ne parlano spesso”
-Non sappiamo dove si nascondono. Dobbiamo trovare un nascondiglio entro questa notte- mi avviai verso la periferia della città con la cartina aperta sul sedile del passeggero.
-Potremmo raggiungere le montagne, dovrebbero esserci zone completamente disabitate-
“Per ora andiamo dirigiamoci verso le montagne, allora”
Feci il pieno all’auto e imboccai l’autostrada.
-Posso farti una domanda?- chiesi quando fui stanco di restare da solo con i miei pensieri.
“Certo”
-Hai mai avuto una famiglia?-
“No, non come la intendi tu. L’Origine è un pianeta molto diverso dalla Terra e il nostro mondo per gli umani è difficile da comprendere”
-Anche il fatto di invadere altri pianeti. Lo fate per salvare la Terra, ma sembra che non abbiate considerazione per gli umani. O meglio, da quello che ho potuto capire, tendete a generalizzare l’indole umana alla guerra e alla distruzione-
“Siete egoisti, ecco tutto. Noi pensiamo sul serio al bene comune, senza secondi fini”
-Allora le voci su internet avevano ragione-
“Ragione riguardo a cosa?”
-Gli alieni comunisti esistono sul serio-
Apeiron ridacchio e io mi sentii un po’ meglio. Mi decisi a mettere da parte la disperazione e a pensare solo a trovare un posto dove nascondermi.
In quel momento il futuro mi sembrava più chiaro che mai.
Si trattava di me che sfuggivo alla morte, dovevo solo correre.

   
 
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