Capitolo 5.

A te che ci sei e non ci sei, alternando momenti di estati a momenti bui. Ti voglio bene.

L’auto sfrecciava sull’asfalto nuovo dell’autostrada, di notte, sola talvolta, in compagnia di qualche sporadica sorella altre. Beckett dormiva un sonno profondo e l’uomo si concentrava sulla guida per farla essere il più pacata, ma veloce possibile.
La vedeva dormire poggiata al finestrino e una carezza partì d’impulso dalla sua mano, come abitualmente amava fare mentre lei dormiva; la sentiva respirare tranquillamente e più di una volta l’aveva vista ridere mentre dormiva: spesso sperava che l’oggetto di quel sorriso fosse lui.
Lei ad ogni sua carezza sospirava, come se anche da dormiente potesse riconoscere il suo tocco.
 
Il JFK era deserto a quell’ora e Castle si lodò mentalmente per aver scelto quell’orario. Dopo  più di quattro ore di viaggio, finalmente erano arrivati a destinazione. La detective si svegliò e con lei si svegliò anche il suo animo guardingo: si assicurò subito che intorno non ci fossero persone sospette. Cercarono di fare il check-in il più fretta possibile e poi come due fuggitivi, si misero seduti nel piccolo aereo di linea. A bordo c’erano loro e altre sparute coppie, probabilmente misantrope oppure vittime dell’overbooking.
“Mi sento una latitante, sai?” aveva fatto attenzione a non chiamarlo per nome, proprio per non farlo riconoscere più di quanto già non avessero fatto.
“Lo so, sarà difficile stare lontano dalle telecamere, ma ci riusciremo.”
“Sarà impossibile, non essere così ottimista.” Disse lei preoccupata.
“Sai che ci controllano sempre no? Noi siamo i buoni Kate, lo saremo sempre. Siamo protetti.” Disse lui cercando di rassicurarla.
“Non capisco perché ci hanno consigliato vivamente di lasciare New York”.
“Perché ci volevano morti, Kate”
“Allora non è rischioso girare gli Stati Uniti con al seguito paparazzi di ogni genere?”
Lui si girò e si meravigliò di trovarla seriamente spaventata. Le baciò il dorso della mano e con amore le rispose che non ci sarebbe stato alcun problema: lei aveva la sua pistola e lui un fidato seguito di agenti di scorta.
“Sono sicuri i tuoi gorilla, Rick?”
“Si e poi a capo della “scorta” ci sono due persone fidate.”
“Ah si? E sarebbero?” chiese lei curiosa di sapere per quale motivo lui si fidasse così tanto.
“Bhè Ryan ed Esposito sono persone fidate, non ti pare?”
La donna ebbe bisogno di qualche minuto di paura prima di poter sfoderare uno dei suoi sorrisi migliori.
Prese la mano del suo uomo e lo baciò per poi sistemarsi sulla sua spalla attendendo che il decollo terminasse.
 
Ryan ed Esposito si erano trasferiti insieme a loro e come loro per motivi di sicurezza; andati in aspettativa per un anno si erano ritirati dalla scena lavorativa per non essere rintracciati anche essi. Anche loro erano finiti nella lista nera dei trafficanti d’arte cinesi.
Per loro era stato più facile, avevano famiglia, rispetto a Kate che aveva dovuto ammettere i suoi sentimenti per Castle.
 
Kate Beckett osservava da fuori il finestrino la terra farsi sempre più lontana e per un attimo dovette distogliere lo sguardo per non avere paura; si girò verso l’uomo che amava e ebbe improvvisamente voglia di stringersi di più a lui.
Per lui stava andando oltre ogni cosa semplice, oltre ogni sua naturale barriera e si stava buttando in un mondo fatto di riflettori.
 
Le piaceva volare, si sentiva più vicina a sua madre e amava sentirsi vicina a lei.
 
Come stai? Sei orgogliosa di me mamma? Sto migliorando vero? Sei contenta che sto inseguendo i miei sogni, che li sto toccando con mano? Sei contenta che sto finalmente scalando le vette migliori del mondo insieme all’unico vero uomo che abbia mai incontrato? Lui è Richard, quante volte ci avrai visto insieme! Ha un profumo così forte e un dopobarba talmente permanente che lo avrai sentito anche tu.
Rise la ragazza al solo pensiero di quello che aveva appena detto riguardo al suo uomo; sentì un calore provenirgli dal cuore e continuò.
Ci ho messo tanto, sai, ad abituarmi alla tua scomparsa, ora ti sento ancora più vicina.
Sai, non ho mai pensato ad avere una famiglia e da piccola tutti i progetti che facevo li facevo insieme a te. Mi dispiace che non conoscerai mai i tuoi nipoti,che non conoscerai mai Alexis e soprattutto Richard. Proteggilo, ti prego mamma. Proteggilo sempre se puoi, lui che è tutto per me. Fallo per me.”
 
Si ritrovò in un attimo a pensare a cosa sarebbe potuto accadere se lui non ci sarebbe stato più e poi, disgustata, cacciò via l’idea.
 
Siamo arrivato.
Stammi vicino se puoi, anche se non è andata come doveva.
 
SI avvicinò a Castle e sentì toccare terra. Si strinse di più a lui e fece finta di dormire: amava la dolcezza che usava nel svegliarla.
Le baciò la testa el’accarezzò, lei si strofinò un po’ su di lui, poi,guardandolo gli sorrise.
 
angolinomio.

perdonate, ma l'ispirazione talvolta passa. spero di riuscire ad aggiornare il più presto possibile! un bacio. R.