E’ domenica. E come ogni domenica mi alzo alle 10, faccio colazione mangiando di tutto e di più e rispondo al buongiorno di Lorenzo. Questa mattina però non c’è nessun messaggio a completare la mia mattina. Decido di scrivergli io chiedendogli di vederci quello stesso pomeriggio. La risposta è fredda e veloce. Un “no, devo studiare” che non sembra solo voler declinare la mia proposta ma proprio non volermi vedere. Al momento non mi faccio troppe paranoie e avviso Davide, Luca e Giorgio che quel pomeriggio sarei andata con loro a fare un giro.

 

 

Stiamo passeggiando da ormai un’oretta quando vedo Lorenzo che saluta una ragazza tutto contento. Mi avvicino senza annunciarmi e, a un passo da lui, dico “Proprio un vero peccato starsene chiusi in casa e studiare con una giornata così bella” si volta “Elisa? Cosa ci fai qua?” “Sai, tu mi hai detto che dovevi studiare e mi sono organizzata diversamente, ma vedo che lo hai fatto anche tu” rispondo alludendo alla bionda che stava salutando “E’ una mia compagna di corso e mi doveva riportare un libro. E’ solo un’amica, e quando io dico che è solo un’amica è veramente solo un’amica” “Cosa stai dicendo?” “Ehm, ragazzi, noi andiamo così…” tenta di dire Luca “No no, restate perché anche il vostro amico ha voce in capitolo” aggiunge Lorenzo indicando Davide “Lorenzo mi vuoi spiegare che cosa sta succedendo?” gli urlo prendendolo da parte e portandolo in un posto più appartato per non attirare troppo l’attenzione delle altre persone. “Ieri sera non ti ricorda nulla?” “Ieri sera?” “Cavoli ragazza, mi dicono che sei sveglia!” risponde abbozzando un mezzo sorriso e aggiunge “ Ieri sera sono andato nello stesso locale dove ha suonato il tuo caro amichetto perché ci ha suonato anche un mio amico, sono uscito a complimentarmi con lui, ma quando sono rientro nel locale a prendere le chiavi che mi ero dimenticato, ho visto che vi stavate baciando!” “Oddio! No! Non è come pensi!” “Ah no? E come dovrebbe essere, cosa dovrei pensare?”. Mi rivolge uno sguardo stanco e così triste che non ho il coraggio di guardarlo in faccia. A testa bassa mormoro “Non è come pensi perché non ci siamo baciati, non l’ho baciato, non volevo baciarlo. Ammetto che la tentazione c’è stata, ma subito ho realizzato che era sbagliato perché stavo facendo un torto a te e ti avrei fatto del male ed è l’ultima cosa al mondo che voglio farti perché…perché…perché io ti amo” concludo mormorando sempre con lo sguardo rivolto verso terra. “S-s-scusami?” “E poi sono io quella che non capisce mai niente” rispondo scoppiando a ridere “Io ti amo stupido idiota!” gli ripeto questa volta guardandolo in quegli occhi da pesce lesso e sorridendogli. “Oh! Wow” riesce a rispondere dopo dieci minuti “Se continui così però la situazione si fa imbarazzante” “E cavoli, tu mi prendi in contropiede con queste dichiarazioni lampo ed è ovvio che mi ci voglia un attimo per registrare e per creare una risposta soddisfacente” risponde con fare saccente. Sbuffo, alzo lo sguardo e vedo gli altri diretti al bar e propongo “Ti andrebbe di pensarci mentre mangiamo un gelato e ti presento gli altri?” mi rivolge uno sguardo spaesato e aggiungo “Fidati non sono male!” “Sempre che non mi vogliano rubare la ragazza” dice baciandomi sui capelli.

Ci siamo aggiunti ai tre ragazzi, ma ora è il momento di tornare a casa. “Eli! Aspetta un secondo!” mi chiede Lorenzo staccandosi dal resto del gruppo “Cosa c’è?” “Un piccione viaggiatore è arrivato e mi ha detto di riferirti che ti amo” “Un piccione viaggiatore mi ama?” “Ma noo!! Certo che tra i due non so chi è messo peggio” e con uno sguardo dolcissimo aggiunge “Io ti amo scema”