Come promesso, ecco l'altra storia della stessa autrice che avevo intenzione di tradurre. È stata scritta da lei (fleurdeliser) e da ciel_vert, ed entrambe mi hanno dato il permesso. Potete trovare la storia in lingua originale qui. Avevo già anticipato che purtroppo non riuscirò ad aggiornare molto spesso, la mia idea sarebbe di pubblicare una parte ogni due settimane. Non ho ancora ben deciso come dividerla, comunque per adesso vi posto il prologo. Vi ringrazio ancora per tutti i commenti che avete lasciato all'altra ff, e spero che questa vi piaccia allo stesso modo. Buona lettura!

S.

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Il cellulare di Gerard squillò sulla sua scrivania, e lui rispose senza guardare lo schermo.

"Pronto?"

"Gee, per l'amor del cielo, mi sta facendo impazzire."

"Ma chi?"

"Il tuo ragazzo. Non mi lascia in pace."

"Frank non è il mio ragazzo, Mikey."

"Vedi? Lo sapevi che stavo parlando di lui. Ti sei tradito da solo."

"Mikey," sospirò Gerard.

"Vabbè," lo interruppe. "Sul serio, Gee. Ieri mi ha inviato un bigliettino a casa chiedendo se eravamo ancora amici, e io dovevo crocettare sì o no. Stavo per crocettare no, solo per sbatterlo fuori da casa mia per cinque minuti. Ma probabilmente si sarebbe messo a piangere. So che sta per chiamarti, digli di venire a trovarti, ha bisogno di cambiare aria. E di vederti."

"Forse," rispose il maggiore.

"La prossima volta che mi suona il telefono ti giro la chiamata, lo giuro" concluse Mikey prima di mettere giù.

E a quanto pare Frank chiamò suo fratello dieci minuti dopo, perché in quel momento il cellulare di Gerard iniziò a squillare di nuovo. Premette la cornetta verde e appoggiò il telefono all'orecchio, sentendo il più piccolo parlare ancora prima di averlo salutato.

"Credo che Mikey sia incazzato con me."

"No, non lo è," rispose automaticamente Gerard. "Frustrato, forse."

Frank sospirò.

"Però ha ragione riguardo a una cosa. Dovresti venire a trovarmi."

"Sul serio? Non voglio darti fastidio."

Gerard alzò gli occhi al cielo e poi si ricordò che Frank non poteva vederlo. "Sappi che sto alzando gli occhi al cielo. Frankie, vieni. Accendi il portatile e compra i biglietti per venire qui, immediatamente."

Il suo migliore amico sospirò di nuovo e rumorosamente nel cellulare, ma Gerard riuscì a sentire che stava accendendo il computer. "Sei sicuro di volere che io venga lì? Non devi scrivere o fare qualcos'altro?"

Ovviamente il più piccolo non voleva renderla semplice. "Devo sempre scrivere, ma voglio vederti. E tu hai bisogno di una vacanza."

"Forse hai ragione." Era la voce che Frank usava quando voleva fingere di non voler fare qualcosa anche se in realtà voleva farla. Il più grande aspettò che fingesse di cambiare idea. Fu ricompensato quando l'amico esclamò, "Okay. C'è un volo con cui potrei arrivare giovedì. Andrebbe bene?"

Gerard non si preoccupò nemmeno di guardare il calendario. "Assolutamente. Non vedo l'ora di vederti, Frankie."

"Anche io, Gee!" E riuscì a sentire il sorriso nella sua voce.