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Autore: FABRIZX    10/01/2013    3 recensioni
Due ragazzi e due sogni. Un solo viaggio. Tom vuole diventare un Capopalestra di Tipo Veleno. Fabrizio vuole diventare un Maestro di Pokémon per potersi confrontare col Pokémon Drago che ha visto da bambino. Uniranno le loro forze per affrontare le Palestre e la Lega di Kanto e Johto. Sembrerebbe non esserci niente di nuovo. Sembrerebbe una storia come tante altre nel mondo dei Pokémon... ma ogni Allenatore sa che ogni viaggio è diverso e l'avventura di Fabrizio e Tom sarà un viaggio alla scoperta di segreti incredibili ed emozioni mai provate prima. Sarà un viaggio come quelli di tanti altri... e un' avventura come nessun'altra! Perchè per diventare dei veri Maestri Pokémon, e conquistare un posto a fianco dei grandi, Fabrizio e Tom dovranno combattere al fianco dei propri Pokémon fino alla fine e contare non solo sulla loro abilità, ma anche e soprattutto sulle loro amicizie, i loro sentimenti e la guida del loro cuore!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Prof Oak, Red
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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 Puntata 4- Le 5 prove

 

Il vento fresco primaverile soffiava nella notte, agitando l'erba intorno al Centro Pokémon di Fiorpescopoli, che si piegava e rialzava in onde di vari toni di verde al ritmo della brezza. Una raffica leggermente più forte delle altre mosse la giacca e i capelli di Fabrizio, seduto sulla piccola altura che conduceva al boschetto dietro l'edificio. Deino dormiva, appoggiata a una gamba del giovane Allenatore, che le accarezzava il pelo soffice intorno al corno. Torchic invece gli stava seduta in grembo, a guardare le stelle con gli occhi sgranati, riscaldando il ragazzo con il suo incredibile calore interno. Pareva che volesse assorbire con gli occhi la volta stellata anche per l'amica Deino, per poi descrivergliela una volta che si fosse svegliata. Fabrizio aprì gli occhi e sorrise al pensiero.
Quella notte c'erano lo stesso vento e la stessa falce di luna di quando aveva visto il Drago.
Il vento fresco e il calore di Torchic richiamavano alla sua memoria il ghiaccio e le fiamme di quella notte di alcuni anni prima, anche se non erano nemmeno lontanamente paragonabili.
Ma il suo pensiero non indugiò troppo a lungo in quei ricordi. Bisognava riflettere sull'immediato, sul viaggio che stava compiendo. Fabrizio cominciò a richiamare alla memoria alcuni degli ultimi avvenimenti. Al momento del loro arrivo a Fiorpescopoli un simpatico vecchietto, evidentemente dotato di un talento per riconoscere gli Allenatori alle prime armi, aveva fatto fare a lui e a Tom un giro introduttivo della città, presentandogli il Centro Pokémon e il Pokémon Market. Poco importava che sapessero già di che si trattava, evidentemente, ma era stato ugualmente divertente. E poi la gentilezza andava rispettata. Poi avevano visto il mare. Deino aveva litigato con l'acqua salata, per realizzare abbastanza in fretta che non aveva molto senso prendere a capocciate il mare. E anche che aveva un pessimo sapore. Torchic era sembrata sospettosa. Seguiva con estremo interesse l'onda che si ritirava nel mare, per poi zampettare indietro terrorizzata ogni volta che l'acqua tornava a prendere possesso della spiaggia, e squadrare la distesa d'acqua con aria decisamamente offesa.
Per quanto riguarda Zubat, il Pokémon aveva svolazzato tutto eccitato sulla superficie avanti e indietro, ignorando gran parte dei richiami di Tom, fino a che un tentacolo piccolo e scuro non era momentaneamente sbucato fuori dall'acqua come una frusta, mancandolo di poco, e Zubat era tornato a vorticare spaventato intorno al cappello di Tom. I due ragazzi avevano fissato perplessi l'acqua, fino a quando un Tentacool non era saltato vorticando fra le onde, con la luce del sole che passava attraverso i due globi rossi gelatinosi sul capo, creando riflessi di rubino, per poi tornare scorbutico al fondale in cui cercava del cibo. Nidoran era rimasto per quasi cinque minuti sul bagnasciuga, raspando la sabbia con le zampe, e ringhiando all'avversario ormai scomparso.
Fabrizio ridacchiò pensando alla scena. Poi sospirò e tornò momentaneamente serio.
Si concentrò sull'Allenatrice che avevano incontrato lungo il cammino... Marta. Tom non l'aveva presa in grande simpatia, e aveva poi detto che non vedeva l'ora di vederla battuta da Fabrizio. Non da lui, come a dire che la loro era una sfida personale. Cosa che in effetti aveva fatto a capire anche lei, partendo per lo stesso scopo di Fabrizio esattamente lo stesso giorno, e con le sue parole. Chissà da dov'era arrivata. Di sicuro non era di Borgo Foglianova, non l'aveva mai vista prima. Eppure lei aveva guardato in particolare lui. Non si erano sfidati, come di solito fanno gli Allenatori quando si incontrano lungo la via, rimandando lo scontro a un altro momento. Ma era chiaro che quello scontro ci sarebbe stato. Era nell'aria come sospeso, il momento in cui avrebbero dovuto tirare fuori il loro talento e svilupparlo finalmente in abilità. Lei sembrava già abile e sicura di sè, ma anche Fabrizio lo era, e la sfida non sarebbe stata facile per nessuno dei due. Ormai era stabilito. Erano rivali.
Fabrizio si sdraiò con le braccia dietro la testa, masticando un filo d'erba e sorrise. Poi cominciò a sonnecchiare, all'addiaccio, preparandosi per l'indomani. Torchic si appollaiò vicino alla sua testa e Deino si svegliò quel tanto che bastava per accoccolarsi con la testa sul petto del ragazzo e dopo pochi secondi già russava di nuovo. Li aspettava un allenamento difficile.
Qualche istante dopo il silenzio fu spezzato da un frullo d'ali e dalla voce di Tom che cercava invano di richiamare Zubat, per poi aspettare sconsolato che il Pokémon tornasse a strillargli nelle orecchie...


La mattina dopo si erano svegliati di buon'ora, anche se Fabrizio aveva pagato con l'indolenzimento dei muscoli l'essersi addormentato sull'erba. Cionostante, i preparativi erano stati ultimati in poco tempo, e dopo una breve sosta al Pokémon Market per rifornirsi di quello che si erano scordati di comprare la sera prima, Fabrizio e Tom erano già di buona lena, Pokéball alla cintura, sullo sterrato del Percorso 30, che proseguiva verso Nord leggermente in collina. La loro chiaccherata sugli allenamenti che avrebbero dovuto compiere fu interrotta da una voce squillante: “Ehi, voi! Dove credete di andare? Di qui non si passa senza una sfida!”
I due si guardarono perplessi e poi rivolsero lo sguardo intorno a loro. Su un leggero rialzo del terreno, in posa a braccia incrociate e con una gamba piegata appoggiata a un sasso, c'era un ragazzino in pantaloncini corti azzurri, con un cappello dello stesso colore, e la maglietta giallo chiaro. Li guardava ghignando da sotto il cappello, e d'un tratto saltò giù dal gradino su cui si trovava, atterrando di fronte a loro con una Pokéball già pronta nella mano. “Allora? Chi di voi mi sfiderà? Io e il mio Rattata possiamo affrontare qualsiasi avversario!” proclamò il bulletto.
“Mi piacerebbe conoscere il nome di chi sto per battere...” rispose beffardo Fabrizio. Tom rise, poi disse: “Avrei voluto farla io, questa lotta.”
“Non preoccuparti”, intervenne un'altra voce: “Di te mi occupo io. Così questo Bullo da quattro soldi vedrà che sono i Pigliamosche i migliori!” Un altro ragazzino con una maglietta bianca e un cappello largo di vimini con una fascia di tessuto verde era comparso, con una Pokéball in una mano e un retino nell'altra. “Però spostiamoci, non è il caso di mischiare le due lotte. Io sono Din. E voi?” chiese il secondo arrivato.
“Io mi chiamo Tom, lui è Fabrizio. E voi state per pentirvi di averci sfidato!” dichiarò Tom.
“Tom... è il momento di concentrarsi.” lo avvertì Fabrizio da sopra la spalla, con un sorriso. E mise mano alla cintura.
Il ragazzo che era stato chiamato Bullo si posizionò di fronte a lui, lasciando libero uno spazio abbastanza ampio. “Io mi chiamo Gennaro. Sei pronto a cominciare?” chiese.
“Puoi scommetterci!” fu la risposta. Tom e Din si prepararono per la loro lotta, a qualche metro di distanza da Fabrizio e Gennaro.
“Cominciamo!” urlarono tutti e quattro contemporaneamente.


Fabrizio si concentrò solo sulla situazione che aveva di fronte. Staccò la Chic Ball di Deino dalla cintura e dopo averla fatta roteare in mano la lanciò, gridando: “Deino, il campo è tuo!”
Il piccolo Pokémon Impeto uscì di slancio dalla Ball e atterrò con aria decisa, lanciando un piccolo ruggito.
“Rattata, facciamogliela vedere!” gridò Gennaro. Il Pokémon Topo dal corpo viola e bianco scese in campo determinato, raspando il terreno.
Fabrizio decise di lasciargli la prima mossa.
“Rattata, Colpocoda!” fu l'ordine di Gennaro.
Rattata scattò, raggiungendo Deino in poco tempo, e prima che il Pokémon potesse reagire, vibrò un leggero colpetto con la coda. Deino fu spinta indietro di pochi centimetri. Apparentemente l'attacco non aveva avuto effetto. Bene. Adesso tocca a noi...
“Azione, adesso!” urlò Fabrizio. Deino si lanciò in avanti, pronta a colpire. Gennaro gridò: “Schiva con Attacco Rapido!!” Cosa??? pensò Fabrizio.
Rattata si mosse ad altissima velocità, lasciandosi dietro una scia di luce bianca, mentre Deino colpiva a vuoto il terreno, e si fermò dopo pochi metri.
“Hahaha!!” rise Gennaro. “Scommetto che non te l'aspettavi, eh? Beh, dove sta scritto che le mosse si possono usare in un solo modo?”
Fabrizio si limitò ad annuire.
No, hai ragione, mi hai sorpreso. Ma dove sta scritto che sorprendendomi una volta avrai la vittoria?
“Deino, Ira di Drago!” Il Pokémon lanciò la sfera di fuoco azzurro, che assunse la forma della testa di un drago e volò verso Rattata... mancandolo! L'esplosione scagliò in aria soltanto un po' di terra, senza scalfire il Pokémon nemico. “Attacco Rapido, Rattata!” Il Pokémon si scagliò contro Deino, spedendola a terra. Deino si rialzò in pochi secondi, colpita più nell'orgoglio che nel corpo e ringhiò.
Fabrizio udì un rumore di schianto provenire dalla lotta di Tom e Din, ma non potè girarsi a guardare di che si trattava.
“Hai visto? Siamo abbastanza veloci da schivare e abbastanza forti da colpirti! Abbiamo già lottato più volte, mentre tu sei solo un pivello, anche se sei più grande. Non ci vorrà molto per batterti.”
Fabrizio sogghignò. Sull'aver fatto molte lotte non scherzava, aveva esperienza ed era anche sveglio. Ma è anche vero che è ancora soltanto un Bullo... e poi sta iniziando a diventare troppo fiducioso. Se abbassa la guardia possiamo vincere.
“Ok, Deino, se è difficile colpirlo, facciamo almeno in modo di colpire duro! Focalenergia!”
Il Pokémon Buio/Drago fece un respiro profondo illuminandosi di luce dorata tremolante e sembrò gonfiarsi. Poi Deino lanciò un grido acuto e la luce lampeggiò per un attimo intorno a lei e sparì.
Ottimo... ora abbiamo il quadruplo delle possibilità di infliggere brutti colpi. Dovrebbe bastare.
“Ira di Drago, di nuovo!” gridò Fabrizio.
Stavolta il colpo fu preciso, ma, all'ordine del suo Allenatore Rattata scartò di lato con un Attacco Rapido, e, arrivato vicino a Deino, la colpì con Azione, spedendola di nuovo a rotolare per terra. Deino si rialzò nuovamente.
“Continua con Ira di Drago!” Stavolta la sfera di fuoco era molto più grande della precedente, ma sbagliò anche di parecchio la mira. Rattata non fu toccato nemmeno dal fumo.
Un terzo attacco Azione colpì Deino, che stavolta ci mise un po' a riprendersi.
“Vedi? Il mio Colpocoda ti ha indebolito! Un altro colpo e vincerò io!!” gridò Gennaro.
Ha ragione, Deino è stata danneggiata più del normale. Non dovevo sottovalutare Colpocoda, dopotutto... ma perchè non riesco a colpirlo?
Il ragazzo chiuse gli occhi per concentrarsi. Dopo qualche secondo li riaprì di scatto.
Aspetta... ho capito! L'abilità Tuttafretta di Deino ne diminuisce la precisione. Ma la forza degli attacchi fisici viene aumentata. E con Focalenergia un solo brutto colpo sarebbe sufficiente. A patto di assestarlo. Ma come?
Deino si girò sconsolata verso il suo Allenatore e ruggì. Non aveva intenzione di arrendersi. Poi si girò precisamente verso Rattata, percependolo grazie all'olfatto a dispetto della cecità.
Ho trovato!!
“Deino, usa Ira di Drago sul terreno attorno a Rattata, più velocemente che puoi!!!”
Il piccolo Pokémon Drago eseguì. Una raffica di teste di drago azzurre e fiammeggianti, alcune anche piuttosto grandi, venne lanciata contro Rattata, che le schivò agilmente destreggiandosi fra il fumo delle esplosioni, finchè tutto il campo non ne fu avvolto. Il Pokémon Topo si fermò. L'aria si fece carica di tensione.
A breve distanza, l'attacco Spennata di Zubat spedì a terra il Caterpie esausto di Din, mentre Tom esultava.
Almeno lui se la cava... pensò Fabrizio. È il momento di concludere!
Il grido fu quasi contemporaneo. “Rattata, Attacco Rapido!!!” “Deino, Ira di Drago!!!”
Rattata scattò seguito dalla scia di luce bianca, ma dovette deviare e rallentare il percorso, a causa dell'Ira di Drago. Saltò di lato nella piccola di fumo, pronto a concludere l'attacco. Gennaro gridò trionfante: “È inutile, non riuscirai a colpirci con quell'attacco!”
Fabrizio rispose ghignando: “E dove sta scritto che gli attacchi si possono usare in un solo modo? Azione, adesso!!!”
Deino si materializzò a mezz'aria dal fumo alle spalle di Rattata. Era stata abbastanza intelligente da capire la strategia del suo Allenatore, e aveva rallentato Rattata appena era stato a distanza sufficientemente ravvicinata e per poi nascondersi nel campo oscurato dal fumo. Concluse il salto colpendo l'avversario sbigottito con tutto il corpo, e una forza incredibile, mentre Rattata cercava invano di saltare al riparo. Il Pokémon Topo fu scagliato ai piedi del suo Allenatore, esausto. Un colpo formidabile. Ma fortunato, come Fabrizio sapeva. Non poteva sperare di cavarsela sempre così.
Gennaro era allibito. “Ma... ma... mi hai battuto con un solo colpo! Beh... nulla da dire. Io e Rattata abbiamo altri allenamenti da fare.” Il ragazzino era abbattuto, ma ancora determinato. Fabrizio decise che in fondo gli era simpatico. “È stata anche fortuna che l'ultimo attacco fosse così forte. Sei stato più bravo di me, stavolta.” ammise. “Grazie...” fece l'altro, rincuorato ma poco convinto. L'attacco Sanguisuga di Zubat sconfisse il secondo Caterpie di Din. Tom esultò: “Sì!! Un bell'inizio per il nostro viaggio!” Poi si rivolse a Fabrizio, di cui aveva sentito l'ultima frase: “Sarà stata anche fortuna, ma se con una rimonta del genere non sarai un futuro Maestro di Pokémon, beh, dovrai vedertela con me!”
Fabrizio sorrise: “Questo sì che è un amico!” esclamò. Si diedero il cinque.
“Beh, credete che sia finita qui?” disse Din. “Noi siamo i migliori qui. Dovete dimostrarci che siete superiori a tutti noi per passare! Don, Dennis, Mickey!”
Altri tre ragazzini, il primo vestito come Din, gli altri due con uno stile somigliante a quello di Gennaro, erano venuti ad assistere all'incontro. Fabrizio e Tom non si erano accorti di nulla.
E ora li squadravano in cagnesco, Pokéball alla mano. “Già”, proclamò quello chiamato Don: “Quando qualcuno passa per le nostre strade non c'è differenza fra Bulli e Pigliamosche. Ve la faremo vedere!!”.
Si disposero in cerchio intorno a loro, aspettando che uno dei due ragazzi si facesse avanti per primo.
Fabrizio e Tom erano abbastanza perplessi dalla piega che aveva preso la situazione. Portando la mano alla Pokéball di Torchic, Fabrizio si preparò a schierarsi contro Don, quando una nuova voce si fece sentire: “Andiamo, ragazzi, non vi sembra un po' eccessivo? Per oggi basta coi combattimenti, lasciateli riposare, ok?”
Il nuovo arrivato era un uomo abbastanza anziano e vestiva una giacca, un cappello a tesa media e dei pantaloni di stoffa, tutti marroni. Ma era arzillo e sorridente, pieno di energia. Tra un coro di “Uffa!” e “Sì, va bene, va bene”, i cinque bambini annuirono e andarono via contrariati. Fabrizio domandò, dopo una breve pausa: “Grazie molte, cominciavamo ad essere spossati. E Deino è stanca, vero, piccola?”
Il piccolo Pokémon ringhiò dolcemente in segno di assenso. “Lei chi è?”
Il vecchietto rispose con un sorrisetto: “Uno che crede che ora il “lei” sia fuori luogo, giovanotto. Mi chiamano Mister Pokémon, e dovrei mostrarvi una cosa. Volete seguirmi?”

La casa di Mr. Pokémon, all'estremo Nord del Percorso 30, era piccola ma accogliente, ben arredata e ingombra di libri e computer. Nonostante Tom e Fabrizio avessero sentito nominare lo strano studioso, amico del Professor Elm, non l'avevano mai incontrato di persona, nè avevano mai visto casa sua. Ciononostante, il vecchietto era così allegro e gentile da guadagnarsi la fiducia di tutti all'istante. Li aveva fatti sedere comodamente, e nonostante insistessero per non disturbarlo, aveva preparato loro un delizioso tè di Bacche. Tra un sorso e l'altro, finalmente Tom chiese: “Allora, che devi farci vedere? E perchè proprio a noi?”
Mr. Pokémon sorrise di nuovo. “Beh, in effetti io non vi conosco granchè, anche se Elm mi ha detto che siete... due promesse. Il mio amico a volte è timido, a volte è tonto, ma su queste cose ha un fiuto pari quasi a quello di Oak.” Ridacchiò. “Per quanto riguarda ciò che devo mostrarvi, devo mostrarlo a voi, perchè una certa signorina in kimono...” abbassò la voce “tra l'altro di decisamente piacevole a vedersi...” ridacchiò nuovamente “insomma, è passata per dirmi di consegnare un messaggio a un giovane Allenatore con un Pokémon Drago e ad un aspirante Capopalestra,che sarebbero presto passati di qui. E quando una di... quelle parla, beh, io non ci discuto. Ecco a voi.”
Una ridda di domande si affollò nella mente di Fabrizio, ma prima che potesse porle, Mr. Pokémon gli consegnò un oggetto rettangolare grosso come un piccolo scrigno, con cinque incavi di forma triangolare su quello che sembrava il coperchio.Quattro erano abbastanza sottili e appuntiti, il quinto, al vertice del pentagono formato in questo modo, era equilatero e più massiccio. Tutti puntavano verso un' altro incavo centrale di forma circolare. Sembrava che qualcosa vi dovesse essere inserito. L'oggetto, a un esame un po più attento, era una specie di antico incrocio tra un volume e una scatola, rigido e color pergamena, con l'apertura bloccata da una specie di cinghia intagliata...

Tutto questo non fece altro che aumentare le domande inespresse del ragazzo, accendendo nei suoi occhi una luce di curiosità bruciante. Ancora una volta provò ad aprir bocca e ancora una volta fu anticipato da Mr. Pokémon, che sembrava in grado di leggergli nel pensiero.“Calma, ragazzo, calma. Non so la risposta a buona parte delle domande che mi vuoi fare. Quindi ti dirò direttamente tutto ciò che posso. Quello che hai in mano è un antico volume che evidentemente contiene informazioni preziose... mi ha detto che può mostrarti come trovare il Drago. Qualunque cosa intendesse, ovvio.” Gli occhi di Fabrizio si fecero ancora più sgranati e poi ancora più stretti. Tom ascoltava come in trance. “Comunque, prima il libro va aperto, e per aprirlo bisogna inserire tutte le chiavi, che per inciso sono qualcosa del genere...” e tirò fuori una gemma color ametista di forma circolare, con venature di quasi ogni sfumatura di rosa e viola che procedevano a spirale verso il centro.
Se la fece saltare nel palmo, prese il libro dalle mani di Fabrizio e la inserì nell'alloggio rotondo al centro, dove si incastrò perfettamente, illuminandosi lievemente per un istante. “Ecco.”, continuò Mr. Pokémon “adesso puoi cominciare a cercare gli altri cinque. La signorina che mi ha consegnato il volume ha detto che avrai occasioni di trovarli lungo il tuo cammino se... ti guarderai bene intorno lungo la strada. E mi ha anche detto che ognuno si ottiene in un qualche modo particolare.”
“Una specie di prova, quindi?” lo interruppe Fabrizio.
“Esattamente. Inoltre ha detto che riceverai di volta in volta altre informazioni, sul come, e forse anche sul perchè di questa faccenda, quindi ovviamente a me non ha detto niente al riguardo.
L'unica altra cosa che posso dirti è che tutti i frammenti avranno una forma di quel tipo, quindi sembreranno delle gemme di forma triangolare... sai, sono curioso. Non è che potresti darmi il tuo numero e tenermi aggiornato su questa ricerca? Potrei darti informazioni utili se le trovo... o se quelle lì non te le danno abbastanza precise...” ridacchiò. “Allora, che ne pensi?”
Fabrizio, cercando di contenere la meraviglia e assimilare quella quantità di informazioni, annuì. “Sì, certo. Mi sembra una buona idea.” E si scambiarono i contatti del PokéGear.
Certo che era una buona idea. Tanto più che non era tanto l'idea del libro a interessare Fabrizio, per quanto ne fosse del tutto affascinato, ma il fatto, anche un po' inquietante, che qualcun altro (ma chi? Chi era la “signorina in kimono”?) fosse a conoscenza del motivo del suo viaggio e volesse apparentemente aiutarlo. Perchè apparentemente? Era diffidenza o era semplicemente geloso del suo sogno? In ogni caso, adesso aveva molte cose in più da scoprire e l'aiuto di qualcuno disponibile ed esperto come Mr.Pokémon avrebbe di certo fatto al caso loro. Dopo qualche saluto, i due ragazzi furono sulla porta. Il vecchietto li congedò amichevolmente: “Beh, buona fortuna ragazzi! Se vi sbrigate, arriverete al prossimo Centro Pokémon prima di notte. Fabrizio, non concentrarti troppo sul libro, quando verrà il momento di una prova te ne accorgerai, credimi. Quelle non lasciano nulla al caso...” i due ragazzi fecero per girare i tacchi, quando: “Ehi, Tom, dove credi di andare con quella faccia?”
Il ragazzo si fermò. Mr. Pokémon lo guardava sorridendo. “Non crederai che non mi abbia dato anche qualcosa per te? Certo, il mio senso del teatro me l'ha fatto riservare come sorpresa, ma scappando rischiate di rovinarmi il numero...” ridacchiò. Tom alzò un sopracciglio. Mr. Pokémon estrasse una specie di astuccio con il simbolo della Lega Pokémon e lo diede al ragazzo, poi spiegò: “Su questo posso essere più preciso. È il taccuino su cui dovrai registrare i timbri delle cinque prove della Lega Pokémon da affrontare per la tua certificazione come possibile aspirante Capopalestra. Quali siano le prove e come funzionino, te lo saprà dire meglio il Capopalestra Valerio, ma questo ti servirà. Io non lo so, perchè cambiano ogni anno, ma quando ci ho provato io erano interessanti... anche troppo, visto come mi è andata. Però credo che tu abbia la stoffa giusta. Buona fortuna!”

Tom si sprecò in ringraziamenti, assistito da Fabrizio, e poi partirono nel pomeriggio che diventava sera, la mente piena di sogni e domande, i loro discorsi pieni di meraviglia. Cos' altro avrebbero trovato sul loro cammino? Cosa nascondeva il libro? Quali prove aveva ideato la Lega Pokémon per testare il talento di un aspirante Capopalestra? Tom si lanciò in ipotesi piuttosto variegate, alcune anche improbabili. Fabrizio si divertì a discuterne con lui, pensando a cosa fosse possibile e cosa meno. Poi tornarono un po' più con i piedi per terra. La fine della giornata primaverile si avvicinava e con essa la prima tappa significativa del viaggio. La prima lotta in Palestra di Fabrizio, e un indizio su quale sarebbe stata la prima prova di Tom. E forse, come Fabrizio sperava, un confronto con Marta...
I dubbi avrebbero cominciato a chiarirsi. Il vero viaggio sarebbe cominciato...
Prossima tappa: Violapoli.

 

 

 

 

Ci vediamo alla prossima puntata, scusate la lentezza nell'aggiornare.
Grazie per la lettura e sotto con le recensioni!!
Dedicato a tutti coloro che sognano il loro viaggio personale.

   
 
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