Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: mangakagirl    10/01/2013    4 recensioni
Una festa in maschera...
Un colpo di scena inaspettato durante il ballo...
Una svolta che cambierà per sempre la loro vita...
Sono solo alcuni degli ingredienti di questa storia che coinvolgerà il nostro detective dell'est Shinichi Kudo in un'impresa contro il tempo.
Ma non sarà solo ad affrontare quello che lo aspetta alla fine, perché potrà contare sull'aiuto del suo migliore amico e di amico/rivale un po' speciale ;)
Finalmente scopriremo come andranno a finire le cose e cosa ne sarà di Shinichi dopo l'incontro con l'Organizzazione...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Heiji Hattori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12.

A villa Kudo l’aria era tetra e pesante. Non appena entrarono dentro, Shinichi salì in camera sua mentre Ran si preoccupava di trovare la sua borsa con dentro le chiavi per tornare a casa.
-Oh- disse Kazuha -è in camera dei genitori di Shinichi, vado a prendertela-
Ran annuì mentre Hattori le chiedeva come stava.
-Bene… Allora, che mi sono pers…?- rimase con le parole a mezz’aria fissando il vuoto, lasciando Kid e Hattori perplessi mentre la guardavano sorpresi. Non appena Kazuha le porse la borsa, la ragazza la afferrò agitata, rovistò dentro come una forsennata e tirò fuori il cellulare.
-Ran, ma ch…?!- cercò di chiederle ma lei la interrupe agitatissima.
-CONAN! Dov’è?-
Heiji e Kaito sbarrarono gli occhi scambiandosi un’occhiata, mentre lei prendeva il cellulare e lo accendeva. Il ragazzo del Kansai decise di prendere in mano la situazione.
-L-lui è in campeggio! Ehehe- ridacchiò nervoso ricevendo un’occhiataccia da Kazuha e Aoko.
-Non è possibile! Sono passati… quanti giorni sono passati? Che giorno è?!-
-D-domenica?- rispose Heiji in difficoltà.
-Hattori dov’è Conan?! Doveva sicuramente tornare prima di oggi!- disse la karateka mentre inseriva il pin nel telefono per accenderlo.
-Ma è con il doc in campeggio! Te l’ho detto Mouri!- rispose lanciando un’occhiata supplichevole a Kaito mentre lui annuiva prontamente. Ran sfogliò la rubrica in cerca del numero di Conan e il ragazzo del Kansai sussurrò a Kid:
-Guadagna tempo! Vado a parlare con Kudo!-
Corse al piano superiore, rischiando di rompersi l’osso del collo sull’ultimo scalino, spalancò la stanza di Shinichi e vi si fiondò dentro come un razzo.
-KUDO!- esclamò sottovoce agitato mentre lui, sdraiato di fianco sul suo letto, fissava il vuoto con occhi spenti. Lo afferrò per la spalla destra e lo scosse muovendo tutto il letto. Il liceale sbuffò ma non disse nulla, semplicemente lo ignorò chiudendo gli occhi.
-Kudo, non è il momento di fare il bambino! Anzi lo è proprio!- si corresse ripensando a ciò che aveva detto -Ran sta per chiamare Conan! Prendi quel maledetto farfallino e dille che sei ancora in campeggio col doc e che stai bene-
Cominciò a rovistare dentro il cassetto a fianco al letto e trovò il cellulare di Conan e tutti i gadget che utilizzava il migliore amico da bambino. Prese il papillon e il telefono e glieli porse mentre lo accendeva.
-Il pin?- silenzio -Il pin Kudo!-
Il ragazzo alzò la mano e indicò lentamente alcuni numeri con le dita, Heiji sospirò ringraziando il cielo e li inserì, ma quando porse il cellulare al ragazzo lui si voltò dall’altra parte deciso.
-Kuudoo!!- ringhiò furioso l’amico, ma il cellulare nella sua mano cominciò a vibrare e lui sobbalzò impanicato.
-Kudo, devi rispondere!-
Nulla.
-Kudo!!!!!!!- esclamò mentre sentiva il cuore accellerare: lo sapeva dall’inizio che sarebbe andata a finire in quel modo.
-Kudo, mi devi un favore! E grosso anche!- disse prima di prendere il papillon, sedersi sul letto dell’amico rischiando di buttarlo giù per via della sua grazia da elefante; regolò la rotella sulla voce di Conan e tossicchiò per scaldarsi le corde vocali.
Eh adesso l’accento?!
-Ripeto: un favore bello grosso Kudo!- disse con la voce di Conan per provare che tutto andasse bene, poi schiacciò il verde avvicinando all’orecchio l’apparecchio.
-Pronto?- domandò imitando con la voce di Conan il tono infantile e l’accento edochiano: il risultato fu cacofonico, tanto che sia lui sia Shinichi strizzarono schifati gli occhi.
-Conan?!- domandò sconvolta Ran -Ma sei davvero… tu?!-
-M… RAN!- si corresse Heiji agitato ridacchiando mentre la ragazza rimaneva sempre più stupita dall’altra parte -Emm… volevo dire: Ran-neechan! Com’è?- cercò di rimediare qualche secondo dopo rendendosi conto di non sembrare affatto Conan, ma un Hattori in miniatura: l’accento era terribilmente forte nonostante cercasse di nasconderlo.
-Emmm… bene- mentì Ran: non voleva farlo preoccupare -Tu piuttosto come stai? Dove sei?-
-Sono ancora con il dottor Agasa in campeggio Ran-neechan! Heiji-niichan non ti ha avvisata?- il tono ricordava tanto quello del lupo cattivo nella favola di Cappuccetto Rosso, tanto che Shinichi gli piantò una gomitata nella schiena.
-AHIO!- esclamò Hattori dolorante imprecando sottovoce.
MA NON ERA DEPRESSO?!
-Conan, sei strano…- disse Ran preoccupandosi mentre lui ridacchiava cercando di salvare il salvabile della situazione,
-Nooo Ran-neechan! Tutto bene! Solo che… mi stanno chiamando per giocare a calcio. Devo andare, ci sentiamo!- fece per riattaccare ma Ran riuscì a fermarlo.
-ASPETTA CONAN! Quando torni?- domandò lei agitata.
-P-presto, non ti preoccupare. Il dottore non ha ancora deciso quando torneremo, ma te lo faccio sapere presto…- rispose Heiji voltandosi verso Shinichi: ora che ci pensava, non era strano che ancora non fosse tornato ad essere un marmocchio?
-Devo andare, ciao!- disse riagganciando e lasciando Ran senza parole dall’altra parte del telefono.
-Kuuuuuudoooooo- disse furioso voltandosi verso il ragazzo ancora sdraiato -Che diavolo ti salta in mente?!-
Silenzio.
Heiji sospirò cercando di mantenere la calma, poi guardò l’amico con occhi comprensivi e gli posò una mano sulla spalla.
-Kudo- riprese con tono serio -So quello che stai passando… Con Ran credevamo tutti che le cose sarebbe state diverse, però…- sospirò rendendosi conto che quello che stava dicendo non aiutava per nulla l’amico -…devi cercare di reagire-
Dopo qualche secondo di silenzio, Shinichi si mosse sul materasso, si alzò in piedi e si diresse alla porta per scendere di sotto.
-Kudo?- domandò Hattori interrogativo seguendolo con lo sguardo preoccupato -Dove vai?-
-Via- rispose lui scendendo le scale e dirigendosi verso la porta d’ingresso.
-Aspetta!- urlò il ragazzo del Kansai raggiungendolo al piano terra scivolando giù per il corrimano per sbrigarsi e fermarlo, ma grazie al cielo ci pensò Kazuha afferrandolo per un polso.
-Kudo- disse preoccupata arrossendo un po’ per come Shinichi le rivolse lo sguardo -Noi… perché non organizziamo qualcosa per distrarci un po’… Vedrai che R…-
-Fate come a casa vostra- disse atono sottraendosi dalla presa, per poi aprire la porta e uscire sbattendosela alle spalle.
-Kudo!- urlò Kazuha, ma Heiji scosse la testa afferrandole un braccio. La ragazza si voltò verso di lui con occhi supplichevoli mentre sospirava.
-Heiji dobbiamo fermarlo-
-No, meglio lasciarlo andare-
Ran, ancora indossante l’abito da sacerdotessa, osservò appoggiata allo stipite della porta del soggiorno la scena e, per un momento, ebbe l’impressione che Shinichi le avesse rivolto lo sguardo.
Baka.

***

Per quanto desiderasse sparire, partire, uscire da quell’incubo, allontanarsi il più possibile da Ran e i suoi amici, Shinichi si ritrovò a 10 passi da casa sua, davanti a Villa Agasa.
Aveva bisogno di parlare con Haibara.
Lei era stata vaga, troppo vaga quando gli aveva dato quel prototipo, e lui non si era per nulla convinto della sua strana “arietta innocente”.
Il cancello era aperto: il professore  si dimenticava sempre di chiuderlo, e anche in sua assenza Haibara non se ne occupava; così entrò e suonò il campanello sentendo qualcuno dire dall’interno della casa: “Arrivo”.
Una ragazza sui 17/18 anni, con capelli castano chiaro, ramati, occhi grigi e sembianze moolto familiari, aprì la porta rivolgendogli un sorrisetto divertito.
-Kudo, qual buon vento- disse ironica Shiho Miyano accogliendolo. Lui la degnò di uno sguardo sorpreso, entrò e si diresse verso il divano sprofondandoci sopra. Lei lo fissò allibita per quel silenzio inaspettato, poi sorrise chiudendo la porta e lo raggiunse.
-Tutto qui? Mi aspettavo almeno un commento- gli fece notare incrociando le braccia al petto fissandolo in piedi, davanti al divano.
-Haibara, che diavolo sta succendo? Perché, davvero, io non ci sto capendo più niente…- disse Shinichi con gli occhi sorpresi.
La scienzata si sedè sul divano di fronte a lui e accavallò le gambe.
-Kudo, era quello definitivo- lui sbarrò gli occhi  mentre lei sospirava alzando gli occhi al cielo -L’antidoto dell’APTX4869 definitivo… sì-
-Come…?!-
-Vermouth- disse abbassando lo sguardo a terra mentre una strana sensazione si impossessava del suo corpo e il sorrisetto che aveva avuto fino a quel momento scemava.
-Lei mi ha aiutata… Sta facendo il doppio gioco per noi, Kudo- spiegò guardandolo dritto negli occhi. Shinichi notò una nota di terrore nel suo sguardo grigio ghiaccio e rimase sempre più allibito.
-Lei-lei ti odia…, sì?! Ti voleva morta Haibara! Cosa diavolo…?!-
-L’ha fatto per te…  e gliel’ho chiesto io- disse atona abbassando nuovamente lo sguardo sul tappeto preferito del dottore che c’era tra i due divani.
Il ragazzo, sempre più confuso, si alzò in piedi, camminò in giro per la casa qualche secondo, poi si risedè sconvolto.
-Devo strapparti le parole di bocca, o…?- domandò impaziente mentre lei sbuffava stizzita: perché non capiva che non era facile parlarne?
-L’ho trovata io, all’incirca un paio di mesi fa… Era in un vicolo, intenta a freddare un debitore dell’Organizzazione. Non appena mi ha vista, mi ha puntato la pistola addosso e abbiamo cominciato a parlare- si alzò e si avvicinò alla finestra guardando fuori preoccupata -Sei saltato fuori tu nei nostri discorsi… Chissà perché, vero?- domandò ironica con un sorriso -Ha voluto ovviamente sapere di te e della ragazza dell’agenzia. Poi ha abassato l’arma…- i suoi occhi si fecero opachi e spenti.
Shinichi pendeva dalle sue labbra: quelle pause che faceva lo innervosivano non poco,
-Ha detto che se ci fossimo alleate, forse avremmo potuto aiutarti… Diceva di avere un conto in sospeso con te, con Silver Bullet…- il ragazzo rabbrividì a quel nome mentre lei tornava a sedersi al suo fianco. Lui la fissò dritta negli occhi, pregandola di continuare con lo sguardo e lei sospirò di nuvo, per l’ennesima volta.
-Ha rubato la formula dell’antidoto nel laboratorio dei MIB, è stufa di quella vita, me la portata in segreto e io ho creato l’antidoto… Solo che…-
-Solo che…?- ripetè Shinichi col cuore a mille mentre lei taceva abbassando lo sguardo a terra.
-Mi hanno vista e hanno ricominciato a darmi la caccia- rispose in un sussurro mentre lui sobbalzava -Credo anche che abbiano capito dove sono, chi sono… Cercano anche te probabilmente… Siamo nei guai, Kudo- alzò lo sguardo e Shin intravide l’ombra di  alcune lacrime.
-Haibara, mi stai dicendo che l’Organizzazione sa di noi due?- domandò scioccato, quando lei annuì.
-Non sanno che collaboro con Vermouth ma… Sì, sanno che siamo vivi entrambi-
-Come hai fatto farti vedere?!- esclamò arrabbiato lui alzandosi in piedi, mentre lei lo guardava inespressiva.
-Per prendere la formula, ho dovuto rischiare-
-Baka! Non erano questi i piani per tornare adulti!- Shinichi furioso cominciò ad attraversare a grandi falcate il salotto.
Come poteva aver commesso un errore del genere?!
-Perché, hai mai avuto altri piani per tornare adulti, Kudo?- domandò stizzita lei alzandosi a sua volta in piedi sul piede di guerra. Shinichi la fulminò ma non le rispose, continuò invece imperterrito ad attraversare a grandi falcate il salotto di Agasa.
-Ok, dobbiamo rimediare- disse dopo minuti di silenzio e grandi giri per la casa -Tu sai dove è la base dei MIB adesso… Andremo lì e li coglieremo di sorpresa: non si aspettano che reagiremo e…-
-Kudo, che ti sei bevuto?! Moriremo- Shiho lo squadrò seria e lui le si avvicinò molto velocemente, ragionando.
-Cosa intendevi esattamente quando hai detto che la durata dell’antidoto sarebbe dipesa da me?- domandò sedendosi sul divano fissando il tavolino basso pieno delle riviste che lei leggeva.
-Che durerà finchè non morirai… Cos’altro pensavi?-
Shinichi riflettè serio qualche secondo, poi la guardò deciso.
-E allora durerà almento altri 100 anni, Haibara: perché non mi lascio uccidere da una banda di criminali che mi ha rovinato la vita. Non dopo essere riuscito a trovare una soluzione. Se devo morirà sarà solo dopo che loro saranno dietro le sbarre- disse serio e determinato mentre lei sbarrava gli occhi sorpresa. Dopo qualche secondo, la scienzata sorrise senza guardarlo.
-Quante possibilità ci sono di farti cambiare idea, Kudo?- domandò aprendo un cassetto e rovistandovi dentro lentamente. Lui sorrise deciso.
-Zero, anche perché è proprio qui che tutto ha inizio-
-Bè, allora ci servirà un piano- disse lei piazzandogli davanti fogli e penne -Come te la cavi in disegno, Detective?-



Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
Allora gente...
Vi avviso: dal prossimo capitolo, ho scatenato l'inferno xD
naaa scherzo... però entreremo nel vivo O.O della storia 
;)
Dunque dunque...
questo è solo un capitoletto di passaggio per fare capire che succede.
Piaciuta la scenetta di Hattori? xD
Che ne pensate della storia di Haibara?
Ve lo aspettavate??
Fatemi sapere ^^
Un grazie grandissimo a chi ha ripreso a seguire la storia, ai nuovi lettori e recensori,
a chi l'ha aggiunta tra le seguite e a chi l'ha aggiunto alle preferite v.v
Arigatò v.v
Ah, se non mi vedete x un po'... Sappiate che è perchè il PC probabilmente
mi ha mollato T.T
ma sono fiduciosa e spero non accadrà, vero PC??? ^^"
I prossimi capitoli anche saranno più lunghi ;)
see youuu!
mangakachan!
  
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