12.
A villa Kudo l’aria era tetra e pesante. Non appena entrarono dentro, Shinichi salì in camera sua mentre Ran si preoccupava di trovare la sua borsa con dentro le chiavi per tornare a casa.-Oh- disse Kazuha -è in camera dei genitori di Shinichi, vado a prendertela-
Ran annuì mentre Hattori le chiedeva come stava.
-Bene… Allora, che mi sono pers…?- rimase con le parole a mezz’aria fissando il vuoto, lasciando Kid e Hattori perplessi mentre la guardavano sorpresi. Non appena Kazuha le porse la borsa, la ragazza la afferrò agitata, rovistò dentro come una forsennata e tirò fuori il cellulare.
-Ran, ma ch…?!- cercò di chiederle ma lei la interrupe agitatissima.
-CONAN! Dov’è?-
Heiji e Kaito sbarrarono gli occhi scambiandosi un’occhiata, mentre lei prendeva il cellulare e lo accendeva. Il ragazzo del Kansai decise di prendere in mano la situazione.
-L-lui è in campeggio! Ehehe- ridacchiò nervoso ricevendo un’occhiataccia da Kazuha e Aoko.
-Non è possibile! Sono passati… quanti giorni sono passati? Che giorno è?!-
-D-domenica?- rispose Heiji in difficoltà.
-Hattori dov’è Conan?! Doveva sicuramente tornare prima di oggi!- disse la karateka mentre inseriva il pin nel telefono per accenderlo.
-Ma è con il doc in campeggio! Te l’ho detto Mouri!- rispose lanciando un’occhiata supplichevole a Kaito mentre lui annuiva prontamente. Ran sfogliò la rubrica in cerca del numero di Conan e il ragazzo del Kansai sussurrò a Kid:
-Guadagna tempo! Vado a parlare con Kudo!-
Corse al piano superiore, rischiando di rompersi l’osso del collo sull’ultimo scalino, spalancò la stanza di Shinichi e vi si fiondò dentro come un razzo.
-KUDO!- esclamò sottovoce agitato mentre lui, sdraiato di fianco sul suo letto, fissava il vuoto con occhi spenti. Lo afferrò per la spalla destra e lo scosse muovendo tutto il letto. Il liceale sbuffò ma non disse nulla, semplicemente lo ignorò chiudendo gli occhi.
-Kudo, non è il momento di fare il bambino! Anzi lo è proprio!- si corresse ripensando a ciò che aveva detto -Ran sta per chiamare Conan! Prendi quel maledetto farfallino e dille che sei ancora in campeggio col doc e che stai bene-
Cominciò a rovistare dentro il cassetto a fianco al letto e trovò il cellulare di Conan e tutti i gadget che utilizzava il migliore amico da bambino. Prese il papillon e il telefono e glieli porse mentre lo accendeva.
-Il pin?- silenzio -Il pin Kudo!-
Il ragazzo alzò la mano e indicò lentamente alcuni numeri con le dita, Heiji sospirò ringraziando il cielo e li inserì, ma quando porse il cellulare al ragazzo lui si voltò dall’altra parte deciso.
-Kuudoo!!- ringhiò furioso l’amico, ma il cellulare nella sua mano cominciò a vibrare e lui sobbalzò impanicato.
-Kudo, devi rispondere!-
Nulla.
-Kudo!!!!!!!- esclamò mentre sentiva il cuore accellerare: lo sapeva dall’inizio che sarebbe andata a finire in quel modo.
-Kudo, mi devi un favore! E grosso anche!- disse prima di prendere il papillon, sedersi sul letto dell’amico rischiando di buttarlo giù per via della sua grazia da elefante; regolò la rotella sulla voce di Conan e tossicchiò per scaldarsi le corde vocali.
Eh adesso l’accento?!
-Ripeto: un favore bello grosso Kudo!- disse con la voce di Conan per provare che tutto andasse bene, poi schiacciò il verde avvicinando all’orecchio l’apparecchio.
-Pronto?- domandò imitando con la voce di Conan il tono infantile e l’accento edochiano: il risultato fu cacofonico, tanto che sia lui sia Shinichi strizzarono schifati gli occhi.
-Conan?!- domandò sconvolta Ran -Ma sei davvero… tu?!-
-M… RAN!- si corresse Heiji agitato ridacchiando mentre la ragazza rimaneva sempre più stupita dall’altra parte -Emm… volevo dire: Ran-neechan! Com’è?- cercò di rimediare qualche secondo dopo rendendosi conto di non sembrare affatto Conan, ma un Hattori in miniatura: l’accento era terribilmente forte nonostante cercasse di nasconderlo.
-Emmm… bene- mentì Ran: non voleva farlo preoccupare -Tu piuttosto come stai? Dove sei?-
-Sono ancora con il dottor Agasa in campeggio Ran-neechan! Heiji-niichan non ti ha avvisata?- il tono ricordava tanto quello del lupo cattivo nella favola di Cappuccetto Rosso, tanto che Shinichi gli piantò una gomitata nella schiena.
-AHIO!- esclamò Hattori dolorante imprecando sottovoce.
MA NON ERA DEPRESSO?!
-Conan, sei strano…- disse Ran preoccupandosi mentre lui ridacchiava cercando di salvare il salvabile della situazione,
-Nooo Ran-neechan! Tutto bene! Solo che… mi stanno chiamando per giocare a calcio. Devo andare, ci sentiamo!- fece per riattaccare ma Ran riuscì a fermarlo.
-ASPETTA CONAN! Quando torni?- domandò lei agitata.
-P-presto, non ti preoccupare. Il dottore non ha ancora deciso quando torneremo, ma te lo faccio sapere presto…- rispose Heiji voltandosi verso Shinichi: ora che ci pensava, non era strano che ancora non fosse tornato ad essere un marmocchio?
-Devo andare, ciao!- disse riagganciando e lasciando Ran senza parole dall’altra parte del telefono.
-Kuuuuuudoooooo- disse furioso voltandosi verso il ragazzo ancora sdraiato -Che diavolo ti salta in mente?!-
Silenzio.
Heiji sospirò cercando di mantenere la calma, poi guardò l’amico con occhi comprensivi e gli posò una mano sulla spalla.
-Kudo- riprese con tono serio -So quello che stai passando… Con Ran credevamo tutti che le cose sarebbe state diverse, però…- sospirò rendendosi conto che quello che stava dicendo non aiutava per nulla l’amico -…devi cercare di reagire-
Dopo qualche secondo di silenzio, Shinichi si mosse sul materasso, si alzò in piedi e si diresse alla porta per scendere di sotto.
-Kudo?- domandò Hattori interrogativo seguendolo con lo sguardo preoccupato -Dove vai?-
-Via- rispose lui scendendo le scale e dirigendosi verso la porta d’ingresso.
-Aspetta!- urlò il ragazzo del Kansai raggiungendolo al piano terra scivolando giù per il corrimano per sbrigarsi e fermarlo, ma grazie al cielo ci pensò Kazuha afferrandolo per un polso.
-Kudo- disse preoccupata arrossendo un po’ per come Shinichi le rivolse lo sguardo -Noi… perché non organizziamo qualcosa per distrarci un po’… Vedrai che R…-
-Fate come a casa vostra- disse atono sottraendosi dalla presa, per poi aprire la porta e uscire sbattendosela alle spalle.
-Kudo!- urlò Kazuha, ma Heiji scosse la testa afferrandole un braccio. La ragazza si voltò verso di lui con occhi supplichevoli mentre sospirava.
-Heiji dobbiamo fermarlo-
-No, meglio lasciarlo andare-
Ran, ancora indossante l’abito da sacerdotessa, osservò appoggiata allo stipite della porta del soggiorno la scena e, per un momento, ebbe l’impressione che Shinichi le avesse rivolto lo sguardo.
Baka.
***
Per quanto desiderasse sparire, partire, uscire da quell’incubo, allontanarsi il più possibile da Ran e i suoi amici, Shinichi si ritrovò a 10 passi da casa sua, davanti a Villa Agasa.Aveva bisogno di parlare con Haibara.
Lei era stata vaga, troppo vaga quando gli aveva dato quel prototipo, e lui non si era per nulla convinto della sua strana “arietta innocente”.
Il cancello era aperto: il professore si dimenticava sempre di chiuderlo, e anche in sua assenza Haibara non se ne occupava; così entrò e suonò il campanello sentendo qualcuno dire dall’interno della casa: “Arrivo”.
Una ragazza sui 17/18 anni, con capelli castano chiaro, ramati, occhi grigi e sembianze moolto familiari, aprì la porta rivolgendogli un sorrisetto divertito.
-Kudo, qual buon vento- disse ironica Shiho Miyano accogliendolo. Lui la degnò di uno sguardo sorpreso, entrò e si diresse verso il divano sprofondandoci sopra. Lei lo fissò allibita per quel silenzio inaspettato, poi sorrise chiudendo la porta e lo raggiunse.
-Tutto qui? Mi aspettavo almeno un commento- gli fece notare incrociando le braccia al petto fissandolo in piedi, davanti al divano.
-Haibara, che diavolo sta succendo? Perché, davvero, io non ci sto capendo più niente…- disse Shinichi con gli occhi sorpresi.
La scienzata si sedè sul divano di fronte a lui e accavallò le gambe.
-Kudo, era quello definitivo- lui sbarrò gli occhi mentre lei sospirava alzando gli occhi al cielo -L’antidoto dell’APTX4869 definitivo… sì-
-Come…?!-
-Vermouth- disse abbassando lo sguardo a terra mentre una strana sensazione si impossessava del suo corpo e il sorrisetto che aveva avuto fino a quel momento scemava.
-Lei mi ha aiutata… Sta facendo il doppio gioco per noi, Kudo- spiegò guardandolo dritto negli occhi. Shinichi notò una nota di terrore nel suo sguardo grigio ghiaccio e rimase sempre più allibito.
-Lei-lei ti odia…, sì?! Ti voleva morta Haibara! Cosa diavolo…?!-
-L’ha fatto per te… e gliel’ho chiesto io- disse atona abbassando nuovamente lo sguardo sul tappeto preferito del dottore che c’era tra i due divani.
Il ragazzo, sempre più confuso, si alzò in piedi, camminò in giro per la casa qualche secondo, poi si risedè sconvolto.
-Devo strapparti le parole di bocca, o…?- domandò impaziente mentre lei sbuffava stizzita: perché non capiva che non era facile parlarne?
-L’ho trovata io, all’incirca un paio di mesi fa… Era in un vicolo, intenta a freddare un debitore dell’Organizzazione. Non appena mi ha vista, mi ha puntato la pistola addosso e abbiamo cominciato a parlare- si alzò e si avvicinò alla finestra guardando fuori preoccupata -Sei saltato fuori tu nei nostri discorsi… Chissà perché, vero?- domandò ironica con un sorriso -Ha voluto ovviamente sapere di te e della ragazza dell’agenzia. Poi ha abassato l’arma…- i suoi occhi si fecero opachi e spenti.
Shinichi pendeva dalle sue labbra: quelle pause che faceva lo innervosivano non poco,
-Ha detto che se ci fossimo alleate, forse avremmo potuto aiutarti… Diceva di avere un conto in sospeso con te, con Silver Bullet…- il ragazzo rabbrividì a quel nome mentre lei tornava a sedersi al suo fianco. Lui la fissò dritta negli occhi, pregandola di continuare con lo sguardo e lei sospirò di nuvo, per l’ennesima volta.
-Ha rubato la formula dell’antidoto nel laboratorio dei MIB, è stufa di quella vita, me la portata in segreto e io ho creato l’antidoto… Solo che…-
-Solo che…?- ripetè Shinichi col cuore a mille mentre lei taceva abbassando lo sguardo a terra.
-Mi hanno vista e hanno ricominciato a darmi la caccia- rispose in un sussurro mentre lui sobbalzava -Credo anche che abbiano capito dove sono, chi sono… Cercano anche te probabilmente… Siamo nei guai, Kudo- alzò lo sguardo e Shin intravide l’ombra di alcune lacrime.
-Haibara, mi stai dicendo che l’Organizzazione sa di noi due?- domandò scioccato, quando lei annuì.
-Non sanno che collaboro con Vermouth ma… Sì, sanno che siamo vivi entrambi-
-Come hai fatto farti vedere?!- esclamò arrabbiato lui alzandosi in piedi, mentre lei lo guardava inespressiva.
-Per prendere la formula, ho dovuto rischiare-
-Baka! Non erano questi i piani per tornare adulti!- Shinichi furioso cominciò ad attraversare a grandi falcate il salotto.
Come poteva aver commesso un errore del genere?!
-Perché, hai mai avuto altri piani per tornare adulti, Kudo?- domandò stizzita lei alzandosi a sua volta in piedi sul piede di guerra. Shinichi la fulminò ma non le rispose, continuò invece imperterrito ad attraversare a grandi falcate il salotto di Agasa.
-Ok, dobbiamo rimediare- disse dopo minuti di silenzio e grandi giri per la casa -Tu sai dove è la base dei MIB adesso… Andremo lì e li coglieremo di sorpresa: non si aspettano che reagiremo e…-
-Kudo, che ti sei bevuto?! Moriremo- Shiho lo squadrò seria e lui le si avvicinò molto velocemente, ragionando.
-Cosa intendevi esattamente quando hai detto che la durata dell’antidoto sarebbe dipesa da me?- domandò sedendosi sul divano fissando il tavolino basso pieno delle riviste che lei leggeva.
-Che durerà finchè non morirai… Cos’altro pensavi?-
Shinichi riflettè serio qualche secondo, poi la guardò deciso.
-E allora durerà almento altri 100 anni, Haibara: perché non mi lascio uccidere da una banda di criminali che mi ha rovinato la vita. Non dopo essere riuscito a trovare una soluzione. Se devo morirà sarà solo dopo che loro saranno dietro le sbarre- disse serio e determinato mentre lei sbarrava gli occhi sorpresa. Dopo qualche secondo, la scienzata sorrise senza guardarlo.
-Quante possibilità ci sono di farti cambiare idea, Kudo?- domandò aprendo un cassetto e rovistandovi dentro lentamente. Lui sorrise deciso.
-Zero, anche perché è proprio qui che tutto ha inizio-
-Bè, allora ci servirà un piano- disse lei piazzandogli davanti fogli e penne -Come te la cavi in disegno, Detective?-
Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
Allora gente...
Vi avviso: dal prossimo capitolo, ho scatenato l'inferno xD
naaa scherzo... però entreremo nel vivo O.O della storia
;)
Dunque dunque...
questo è solo un capitoletto di passaggio per fare capire che succede.
Piaciuta la scenetta di Hattori? xD
Che ne pensate della storia di Haibara?
Ve lo aspettavate??
Fatemi sapere ^^
Un grazie grandissimo a chi ha ripreso a seguire la storia, ai nuovi lettori e recensori,
a chi l'ha aggiunta tra le seguite e a chi l'ha aggiunto alle preferite v.v
Arigatò v.v
Ah, se non mi vedete x un po'... Sappiate che è perchè il PC probabilmente
mi ha mollato T.T
ma sono fiduciosa e spero non accadrà, vero PC??? ^^"
I prossimi capitoli anche saranno più lunghi ;)
see youuu!
mangakachan!