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Autore: unisaur    10/01/2013    3 recensioni
-Non importa dove sei, con chi sei, o cosa provi per me, io rimarrò qui ad aspettarti- sussurro all'aria.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-It's too cold outside for angels to fly-

 

 

Le labbra bianche, il viso pallido, gli occhi neri e stanchi, la coperta addosso un bicchiere vicino alle gambe incrociate. 
E' sempre seduta lì, nel solito posto affianco all'entrata della chiesa, lo sguardo spento e i capelli raccolti sciattamente sulla testa.
Quando vado a lavoro le passo sempre vicino, prima avevo l'abitudine di darle qualche centesimo, ma sono quasi due mesi che quando passo lei nasconde il bicchiere.
Non vuole soldi da me e non so il motivo,ma mi odia.
Eppure a me lei piace così tanto: il modo in cui si sistema i capelli dietro l'orecchio, il modo in cui accenna un sorriso a chi le regala degli spiccioli, amo perfino il modo in 
cui quando piange si arrossano gli occhi e scendono giù delle lacrime, però è silenziosa non vuole che nessuno la veda. Perciò quando ogni tanto il mio sguardo cade su di 
lei in una crisi mi urla con voce spezzata: 'Smettila di guardarmi!' e questa è l'unica cosa che mi dice.
Ho provato a dimenticarla, ma è impossibile, mi è entrata nella mente e non esce più. I miei amici sono contrari, infatti ne dicono di tutto e di più su di lei:
dicono di averla vista la notte salire in macchina di uno sconosciuto, alcuni dicono che lei si è una drogata, una puttana e che con i soldi che raccoglie la notte si compra la 
'roba', dicono che è in questa situazione da quando ha 18 anni e si dice che i suoi genitori l'abbiamo buttata fuori di casa.
Io non ci credo molto, anzi, secondo me è una ragazza gentile, troppo buona per fare certe cose.
Ora sono seduto su una panchina e apparentemente leggo un giornale, ma nessuno sa che sto fissando la ragazza. 'Sembri un maniaco, Harry' mi ripetvo nella mente. 
Proprio nel momento in cui stavo per ritornare a leggere il mio quotidiano, qualcuno si avvicina a lei, un ragazzo. Le dà qualche centesimo e si siede affianco a lei.
La saluta e lei ricambia con un sorriso forzato. 
'Chi è questo?!' pensai mentre già sentivo una fitta al cuore; no, lei è mia, sono l'unico che la pensa, l'unico che la guarda, non può essere di nessun altro.
-Come va Mandy?- chiede il ragazzo. Allora è così che si chiama! Che bel nome Mandy, suona così dolce, così fragile, così delicato, proprio come lei.
-Può andare meglio- dice lei strofinandosi un occhio.
Lui a quel punto si alza e se ne va, lei lo segue con lo sguardo mentre mi passa affianco. In quel momento Mandy si accorge che li stavo vedendo e subito distoglie sguardo, 
imbronciandosi un pò.
Non riesco a trattenermi in un sogghigno e lei ritorna a guardarmi, stavolta molto arrabbiata.
-Che hai da ridere? Non sono mica un pagliaccio- protesta.
-Ehmmm....no! Solo che hai una faccia buffa- le sorrido, ma lei sembra non ricambiarmi. Mi rendo conto di ciò che ho appena detto.
'Stupido, sei uno stupido, Harry!' mi autorimprovero nella mia testa.
-No, cioè....sei carina, solo che...hai una fatto una faccia buffa!- esito un pò.
'Sei proprio un imbaranato, Styles.' mi rimprovero.
Mi alzo e vado via a passo veloce al lavoro, mi accorgo che ho ancora le guancie rosse per l'imbarazzo.
La giornata passa lentamente e io ho ancora in testa l'immagine di Mandy che mi fissa con i suoi grandi occhioni neri; perchè è così difficile dimenticare una persona? 
Perchè non abbiamo un tasto per cancellare i ricordi? Perchè il mio cuore comincia a galoppare quando i nostri sguardi si incontrano? Odio il modo in cui mi sono 
innamorato di lei!
NO!
Non posso essere innamorato, è una cosa terribile innamorarsi! E' una malattia senza cura e io detesto ammalarmi! 
Eppure mi sento come una ragazzina di tredici anni in preda ad una crisi ormonale scatenata dal ragazzino più figo della scuola. Mi sentivo come una checca.
Tra i miei mille pensieri, sprofondo una mano tra i miei ricci scuri.
-Tutto bene, amico?- mi chiede Louis, un mio collega, dandomi una pacca sulla spalla. Louis è il mio migliore amico, ci siamo conosciuti qui a lavoro e siamo molto uniti, 
gli racconto tutto e di lui mi fido, tantissimo.
-Magari- rispondo con un filo di voce grattandomi la testa.
-E' per quella?- dice riferendosi a Mandy.
-Quella ha un nome- rispondo seccato. -Mandy- continuo.
-Scusa!- dice alzando le mani all'aria. -Quindi? Che è successo?-
-Niente, oggi ha parlato con un ragazzo, stavo morendo dalla gelosia- vedo che Louis soffoca una risatina -Non ridere!- protesto.
-Scusa, scusa- dice lui riprendendosi -è che non ti avevo mai visto così-
-Già nemmeno io...- dico sistemandomi meglio i capelli - comunqune, stavo dicendo, e lui dopo se n'è andato lasciandola sola e mi ha visto che la osservavo-
-E ti ha preso per uno stalker, immagino- mi interrompe ancora una volta lui.
-Sta zitto!- dico dandogli un pugno non troppo forte sul braccio - Comunque lei mi ha guardato e ha fatto una faccia strana, e non so perchè stavo scoppiando a ridere. Lei 
si è infuriata! Dall'imbarazzo sono corso via- Louis mi guarda, io guardo Louis -sono così patetico?- chiedo disperato.
-Da amico mi sento in dovere di dirti la verità- dice mettendomi una mano sulla spalla -Sì, sei patetico- risponde sospirando.
-Grazie- sussurro.
-Ma...potrei suggerirti qualche cosa- accende la mia curiosità -Domani va da lei e parlale- ma è pazzo?!
-Stai scherzando?!- dico io.
-Ma come? E' un'ottima idea, se oggi gli ha parlato quel ragazzo puoi benissimo farlo tu.- conclude.
Dopo tutto ha ragione, insomma sono Harry Styles, tutte le mi colleghe morirebbero per un mio bacio.
 
Così, l'indomani, quando sto per andare a lavoro, mi siedo alla solita panchina a leggere il mio giornale. 
'Guardami' penso fissanndo con la coda dell'occhio Mandy 'Guardami, ti prego'.
Dopo qualche minuto, i suoi occhi cadono su di me, così è il momento perfetto per inziare una conversazione.
Alzo il mio sguardo e i nostri occhi si incontrano: sento le farfalle nello stomaco, questo è quel che succede quando due semplci occhi verdi incontrano due neri come il 
carbone, ma così profondi e luminosi.
'Ok, è il tuo momento Harry' penso.
-Hey- dico sorridendole sperando in una risposta.
-Ciao- sussurra lei abbassando di nuovo lo sguardo.
Ci sono alcuni minuti di silenzio che mi sembrano ore, se provassi a dirle altro sembrerei ancora più stupido di quanto non sia adesso. Così faccio la stessa cosa di ciò che 
ho fatto ieri, mi alzo e vado a lavoro.
Louis mi grida addosso che ho fatto ancora di più la parte del coglione, che se le avessi parlato sarei sembrato un tipo più sicuro, mi dice che non si deve sembrare deboli 
agli occhi delle donne.
Annuisco assente mentre penso al modo in cui ha detto 'ciao'.
Quattro lettere.
Tre sillabe.
Una consonante.
Una parola.
Un saluto.
Forse per lei non significa niente, ma per me conta davvero tanto. Mi venne un tonfo al cuore quando mi rispose. E' questo l'effetto dell'amore?
Comunque adesso che so che sa rispondermi, domani sarò più sicuro e spavaldo, le chiederò come va.
Sempre se avrò il coraggio...
 
Quindi eccomi, di nuovo alla panchina, a leggere il giornale, mentre la fisso. 
Finalmente Mandy mi nota.
-Perchè leggi lo stesso giornale?- chiede indicandolo. 
-Eh?- dico distrattamente.
-Sono tre giorni che hai lo stesso giornale- dice abbassando lo sguardo.
Io ancora non ci credo che abbia incominciato lei una conversazione. Sento che ho un uragano nello stomaco.
-Ohw, già, non me ne ero accorto- dico grattandomi la testa.
Lei ride.
La sua risata è bellissima, è dolce, coinvolgente, sincera, spensierata, qualcosa di completamente diverso dal suo volto, non che lei sia brutta (anzi, è bellissima), ma 
lentamente il suo viso si sta scavando, logorando, sgretolandosi come un pasticcino, però rimaneva sempre la più bella ragazza che avessi mai visto.
Andai avanti per giorni salutandola con un gesto della mano, o con un semplice 'ciao'.
Un giorno, in un gesto di coraggio, le chiesi come andava, lei fece un lugno sospiro, portò indietro la testa e la poggio sulle pareti dell'esterno della chiesa.
Chiuse gli occhi.
-Spero sempre in una vita migliore- disse con voce un pò spezzata.
-E' tanto orribile?- dissi avvicinandomi a lei.
-Si- disse fissando per terra -non riesco a pagare l'affitto della mia 'casa'- disse facendo le virgolette in aria -mi ritrovo piena di debiti, e devo trovare lavori assurdi per 
sdebitarne un pò- si rannicchia, mettendo la testa sopra le ginocchia, tenendosi le gambe.
Io mi siedo affianco a lei e sembra che ciò non la disturbi, e per questo sono molto felice.
La guardo mentre lei fissa un punto nel vuoto difronte a lei.
-Se vuoi posso pagarti io l'affitto- so che è una grande cazzata perchè i soldi del mio stipendio riescono a pagare a malapena il mio di affitto e le altre spese.
Mandy lentamente gira la testa verso di me, ha un sopracciglio alzato e un'espressione abbastanza confusa e contrariata.
-Non credo proprio- dice ritornando a fissare il suo punto nel vuoto -Posso farti una domanda?- mi chiede dopo qualche secondo di silenzio.
-Certo- dico guardando l'orologio notando che sono incredibilmente in ritardo per il lavoro.
-Perchè sei così gentile?- questa domanda mi fa rimanere spiazzato. Insomma, non so veramente come risponderle.
-Beh...pensa che in questo mondo alla fin fine qualcuno di gentile c'è- dico facendole l'occhiolino. Poi mi alzo e dopo qualche passo mi giro per salutarla e con mia grande 
sorpresa, lei ricambia il mio gesto con uno dei suoi più bei sorrisi.
Quella ragazza mi fa impazzire.
 
Ormai era diventata un'abitudine parlare con Mandy prima di andare a lavoro, e nonostante non si fidi ancora del tutto di me, credo che comunque trovi piacere nella mia 
compagnia. Continua a non accettare i miei soldi però.
Un giorno di questo avrei voluto chiamarla, ma mi sono reso conto che non ha il cellulare.
Ogni giorno mi regalava emozioni diverse.
Lei dice che 'le cose peggiori ci arrivano gratis e siamo nelle mani della fortuna' ed ha ragione, questa esperienza l'ha resa molto matura e saggia per i suoi vent'anni.
Sono così felice oggi nonostante la durissima giornata di lavoro: oggi, Mandy, mi ha sorriso quattro volte e mi ha chiamato per nome!
Mi sento veramente alle stelle, sento che posso toccare il cielo con un dito! E' una sensazione fantastica.
Sto canticchiando la mia canzone preferita in macchina con la musica a tutto volume.
'No, aspetta. Non può essere' penso.'
Forse sono diventato pazzo, veramente, sono così innamorato che penso di aver visto Mandy sull'autostrada.
Le sue parole mi fiondano veloci nella mente.
non può essere.
Spalanco gli occhi frenando. Sbatto le mani contro il volante, sento che sto per andare nel panico.
Faccio marcia indietro e mi apposto difronte a lei. 
Eccola, non è la stessa Mandy di cui sono innamorato: è truccata pesantemente, ha una sigaretta in bocca e un corpetto molto aderente che lascia intravedere le curve del 
seno. La gonna, molto corta, arriva molto più sopra delle ginocchia; è molto più alta del solito, quindi immagino abbia anche dei tacchi abbastanza alti.
-Che ci fai qui?!- dice scontrosa.
-Cosa ti sei ridotta a fare...- dico deluso.
-Non sono affari tuoi su quel che faccio- dice incrociando le braccia al petto.
-Potrei pagarti io i debiti, l'affito e il resto- dico alzando un pò di più la voce.
-Scusa, ne riparliamo più tardi, ora ho dei clienti- dice lei allontanandosi verso una macchina dietro la mia.
Apro lo sportello scendo dall'auto e le urlo da dietro:
-E tu li chiami clienti quelli? Sono dei mostri!- sono senza parole.
-Ti ho ripetuto che non sono affari tuoi, Styles!- dice girandosi con la faccia arrabbiata. -Odio quando sei gentile! Perchè tanto so che sei come tutti gli altri, che mi stai 
mentendo e che non lo faresti mai!- le sue parole fanno davvero male,perchè io le avrei fatte veramente tutte quelle cose.
-Io giuro che avrei pagato tutte quelle spese- dico mettendomi una mano sul cuore.
-Perchè dovresti farlo?!- urla esasperata lei.
-Perchè ti amo!- urlo di conseguenza anche io.
Una volta, da piccolo, giocavo nel giardino mio nonno, mi ero arrampicato su di un albero però poi caddi e l'impatto fece svuotare, per qualche secondo interminabile, l'aria 
dentro i miei polmoni. In quel momento mi sentivo esattamente così, stavo cercando di imparare a respirare.
Non so perchè l'ho detto, non so con quale coraggio mi è venuto fuori.
Lei è più sorpresa di me, sbarra i suoi grandi occhi neri,poi torna con la sua solita faccia indifferente.
-Scusa, Harry- dice.
Sento che mi è crollato il mondo addosso. Abbasso lo sguardo per non far vedere che ho gli occhi lucidi. 
Sento che Mandy si gira e va verso l'auto.
Mi accascio a terra disperato, mentre sento le lacrime scorrermi sulle guance. Mi metto le mani nei capelli mentre urlo bestemmie.
Perchè lei 'amava' tutti eccetto me? Forse per lei ero solo uno dei tanti che cercava di concquistarla, di portarla a letto per ricevere soldi.
Stupida puttana.
Stupido me.
Stupido amore.
Mi ci vuole un'ora per calmarmi e asciugare le lacrime. Mia madre mi ha chiamato sette volte, e l'avviso per dirle che non andrò a trovarla dato che non mi sento tanto 
bene.
Durante il viaggio di ritorno cerco di auto convincermi che non fa per me, che non è mia, che non lo sarà mai e che per lei sono un degli altri.
Dimenticare è veramente difficile, sopratutto una persona come Mandy.
 
Per cinque giorni, passo davanti alla chiesa senza fermarmi, anche se ogni tanto dò qualche occhiata per vedere se la 'traditrice' era lì.
Che poi non mi ha tradito, è solo che mi ero semplicemente illuso. Illuso di un qualcosa fra noi.
Avrà deciso di cambiare postazione, penso che sia meglio così, faccio spallucce e vado a lavoro.
Da quella sera la mia faccia è una maschera d'indifferenza e alla domanda 'come va?' rispondo con uno sfacciato 'bene, tu?'.
Louis è l'unico che ha capito che sto morendo dentro, quindi si avvicina a me con una smorfia triste in volto e mi dà un pacca sulla spalla.
-Questo è l'amore- dice per poi andarsene. Io mi limito ad annuire consapevole.
 
Sono quindici giorni che non vedo Mandy e credo di riuscire a resistere ancora un pò.
Sono ventitrè giorni e comincia a mancarmi.
E' quasi un mese e mi sento vuoto senza lei.
Un mese e sei giorni di assenza e mi chiedo ancora come una persona che mi ha fatto soffrire in quel modo possa mancarmi così tanto.

Sono quasi tre mesi e mi manca così tanto che mi siedo al suo solito posto. Riesco ancora a sentire il suo magro corpo affianco al mio; porto la testa indietro poggiandola 
sul muro della chiesa sbuffando e chiudendo gli occhi.
Una vecchia, probabilmente la custode della chiesa, mi sta guardando. Di conseguenza la guardo anch'io con fare interrogativo.
-Cerchi Mandy?- ma questa mi legge nel pensiero?!
-La conosce?- chiedo speranzoso. Lei annuisce.
-La trovi a questo indirizzo, dice scrivendolo su un cartoncino- per la prima volta dopo tanti mesi sorrido.
Dopo aver abbracciato con un caloroso abbraccio la vecchia mi fiondo a casa di Mandy, non curando il ritardo a lavoro.
Busso alla porta tre volte, ma nessuno apre. Aspetto cinque minuti e poi riprovo; continuo così per quasi venti minuti quando comincio a preoccuparmi.
Sfondo la porta, che non è difficile da buttar giù, e piombo dentro casa sua. La cerco dovunque quando arrivo alla sua camera.
E' distesa su letto con un barattolo pieno di pillole in mano.
No, non è possibile. 
Mi lascio sfuggire un gemito di spavento e corro verso di lei per accettarmi che sia viva.
Digito il più velocemente possibile il numero dell'ambulanza. Sto tremando, e sto per piangere.
-Mandy- la scuoto -Mandy!- alzo la voce.
Sento il suo cuore battere e questo mi solleva un pò.
-Harry- sibila con un filo di voce accarezzandomi i capelli.
-Perchè lo hai fatto?- dico tra le lacrime.
-Non sono stata forte- dice guardandomi negli occhi.
I suoi neri, incontrano i miei verdi.
Lei sorride, io le stringo la mano.
-Ti salverai, vedrai, ce la farai- le dico incoraggiandola.
-Ma io non voglio salvarmi- dice imbronciandosi.
Io sorrido perchè fece lo stesso broncio che mi fece quando mi parlò per la prima volta.
-Ti amo, Mandy, non puoi andartene- dico singhiozzando.
-E' troppo tardi, Harry- dice lei imparziale.
-No!- urlo tenendola stretta a me.
Sento che lei sospira e le lascio un bacio sulle labbra.
Per un momento, so che lei ha ricambiato quel bacio, ma ormai è troppo tardi.
Dopo venti minuti arriva l'ambulanza, ma Mandy, il mio angelo, è già volato via, nonstante faccia troppo freddo fuori per gli angeli per volare.
Al funerale siamo io e qualche persona della chiesa.
Sono seduto sulla mia sedia con la testa fra le mani disperato.
 
Per giorni, settimane e mesi non esco di casa perchè ogni cosa mi ricorda lei.
Un giorno, trovo la forza per farlo. Passo vicino alla chiesa dove l'ho incontrata; dopotutto so che non è morta, ma è ancora vicino a me.
-Non importa dove sei, con chi sei, o cosa provi per me, io rimarrò qui ad aspettarti- sussurro all'aria.
 
 
 











It's too cold outside for angels to fly.




















yeppa.

*canticchia The A Team*
penso che abbiate capito di che canzone stavo parlando ee.
Ed Sheeran è un fottuto poeta asdfghjkl.
Comunque mi sono venuti i lacrimoni alla fine della storia nel leggerla çç spero vi sia piaciuta.
Boh, Harry è troppo dolce, voglio trovare un ragazzo come lui ç________________ç

Baci, abbracci e biscotti 


 
-unisaur
  
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