Prelude [Heirs of Darkness 0.5]
Prologo
Allora, ragazzi…
Innanzi tutto volevo dirvi che questa… ‘roba’ …
nasce come before di una fanfiction
che ho scritto tempo fa e che devo finire.
Quello che
leggerete adesso non è altro che un prologo scritto ad uno scopo ben
preciso: se vi piace, continuo; altrimenti basta dirlo, cancello tutto e
buonanotte.
L’argomento
non è dei più leggeri, vi avverto: è
per questo che ho messo un rating non troppo basso.
Non ho altro da
dire, credo…
Ah, si: se vi piace
la aggiornerò una volta ogni due settimane (lo so, è tanto, ma
non è detto che vi piaccia, no?).
Oh, e NON è
una slash, anche se in questo capitoletto può
sembrare che Draco e Vincent…
Sono solo ed
esclusivamente AMICI, ok???
Detto questo…
Buona lettura!
Reese a.k.a. Shinko a.k.a. Ryuko
La sala comune di Serpeverde era deserta, come sempre dall’inizio dell’anno.
I figli dei Mangiamorte catturati preferivano restarsene in camera loro
facendo finta che la battaglia del Dipartimento Misteri, l’anno prima,
non fosse mai avvenuta, a leccarsi le ferite o ancora a progettare assurdi piani
di vendetta su Potter & Co.; mentre i pochi Serpeverde non
solidali alla causa si tenevano ben lontani da quella stanza desolatamente
deserta.
*Quasi* deserta, si corresse mentalmente Draco
oltrepassando a passo svelto l’entrata del dormitorio.
Sulla poltrona più
vicina al camino stava seduto, infatti, Vincent Theodore Nott, lo
sguardo perso nelle fiamme brillanti, le braccia appoggiate rigidamente
lungo i fianchi e gli occhi ambrati lucidi come se stesse piangendo in
silenzio.
Cosa che, con ogni
probabilità, aveva fatto sino ad adesso e stava
continuando a fare.
Draco sospirò sconsolato e scosse la testa.
Erano ormai più di
dieci anni che si conoscevano, lui e Vincent, ma non
lo aveva mai visto così disperato, così com’era diventato
dalla morte del padre.
Doveva essere stato un brutto
colpo, per lui.
Quel ragazzino intelligente
tutto pelle e ossa sembrava scomparso, inghiottito dal nulla insieme a quell’ultima
parvenza di famiglia rimastagli; lasciando il posto ad un ragazzo dall’aria
smarrita con gli occhi perennemente offuscati e un triste sorriso inciso sul
viso delicato.
Scosse ancora la testa,
coprendosi gli occhi con una mano.
Gli faceva quasi male vederlo
così, ridotto a meno di un ombra di ciò
che era stato.
Anche se in molti stentavano
a crederlo, le sue amicizie non si limitavano certo a quei due scimmioni dei
suoi tirapiedi: certo, a scuola preferiva la compagnia di Tiger
e Goyle per ovvi motivi, ma conosceva Nott
e Zabini praticamente da tutta la vita, e li
considerava un po’ come fratelli.
Ed ora ecco dov’era, uno dei migliori amici che
avesse mai avuto: solo, isolato volontariamente dal mondo, quelle
stramaledettissime erbacce babbane come unica
compagnia…
Non poteva continuare
così.
Si avvicinò alla
poltrona e appoggiò una mano sulla spalla di Vincent,
sentendolo
irrigidirsi sotto il tocco gelido della sua pelle.
-Ancora così, Nott? Quella robaccia ti manderà a
monte il cervello.-
Vincent, che aveva voltato di scatto
la testa castana, con gli occhi sgranati come quelli di un cervo braccato,
sembrò tirare un sospiro di sollievo alla vista di Malfoy.
-Oh, sei tu… no, Draco, fidati, non… non c’è pericolo…
è dolce… così dolce… tutto
si fa sfocato… un sogno…- sospirò chiudendo gli occhi,
mentre un’espressione appagata gli si dipingeva sul volto angelico.
-Ma che… che diavolo vai blaterando, Nott?- chiese il
biondino sollevando un sopracciglio, sicuro di aver capito male.
-Si… si, si, è così… credimi! Non c’è…
più nulla… e la realtà… la realtà
non esiste, è solo un sogno… un incubo, che presto
sparirà!- continuò lui infervorandosi, gli occhi sbarrati sull’immenso
vuoto che fissava davanti a sé.
-Vincent, che cazzo dici?!- urlò Draco
allarmato, afferrandolo per le spalle.
Ma che diamine c’era in
quell’erbaccia che aveva preso a fumarsi, per Giove?!?
-Torna in te! E molla quella
robaccia, prima che ti uccida del tutto!-
D’improvviso, Nott sembrò tornare lucido e si scrollò di
dosso l’amico, alzandosi in piedi a dir poco infuriato, gli occhi ridotti
a due sottilissime fessure.
-Ma finiscila! Mi ucciderà, dici,
eh? Ma che cazzo vuoi
saperne tu, eh? Che ne sai del dolore? Che ne sai di quello che *davvero* uccide? Hai mai sofferto
davvero, tu? Uh? Sei mai stato solo? Che c’è, solo perché mezza
scuola ti da corda nel tuo immenso melodramma credi
davvero di essere l’unica, povera vittima di tutto questo?
Eh? È così? Bhè, se è così… se è così
sei solo un moccioso viziato che si crogiola in un finto dolore per attirare l’attenzione
generale, ecco!-
Draco rimaneva lì, immobile, allibito a fissare il
compagno, incerto su cosa fare e senza sapere che dire, mentre l’altro
sembrava improvvisare un’orazione a beneficio di un pubblico visibile
solo a lui.
-Ma guardatelo! Povero tesoro, non vi fa pena? Il suo
paparino è confinato ad Azkaban, povero caro! Compatitelo, no? Non è sfortunato? Non è
sfortunato ad avere un padre lontano ma vivo, una
madre, una *famiglia*, qualcuno per cui faccia
differenza che lui viva o muoia? Altro che gli ignobili orfanelli, giusto? Giusto,
Draco? Fottetevene
di loro, no? Tanto non meritano niente, giusto?-
Forse per la prima volta in
vita sua, Draco si trovò spiazzato.
Cosa rispondere davanti ad uno sfogo simile?
D’altronde, non aveva
neanche tutti i torti…
… ehi, ma che diavolo
stava pensando?!
Non l’avrebbe mai data
vinta a quello schizzato buono a nulla, mai!
Non ora che passava le
giornate fumando quella… quella… cosa!
-Sei… sei geloso, Nott? Sei geloso di me! È questo, vero? Sei invidioso
perché *mio* padre non è stato talmente idiota da farsi ammazzare
come…- si bloccò.
“…come il tuo.”
Non poteva
dirgli una cosa del genere, non poteva!
Forse non era stata la
risposta migliore a cui potesse pensare, no, no…
E ora..?
Ora Vincent
gliel’avrebbe fatta pagare cara, e ne aveva ben
ragione…
Non che non sapesse tenergli
testa, ma…
Dove diavolo erano Tiger e Goyle
quando servivano?!
Contrariamente ad ogni sua aspettativa, Nott si limitò
a fissarlo come se avesse voluto incenerirlo, per poi girarsi e dirigersi in
silenzio verso i dormitori del sesto anno.
Quando ebbe aperto la porta si fermò, sussurrando senza neanche voltarsi.
-Non sono geloso, né tanto
meno invidioso, di nessun fottutissimo figlio di
papà come te, Draco. Sono solo obiettivo. Buonanotte.-
concluse in un sibilo, entrando e sbattendosi la porta
di legno alle spalle.
Draco si lasciò sprofondare nella poltroncina che
era stata occupata dall’amico fino a pochi minuti prima, e sbuffò.
Era agghiacciante vedere
qualcuno passare da uno stato di beata inettitudine ad una gelida
razionalità come se niente fosse, come aveva fatto Vincent
pochi secondi prima.
Per un attimo gli era quasi
parso di trovarsi davanti Lucius,
freddo e diretto come sempre…
Rabbrividì.
Dietro di lui sentì il
fruscio di una tenda e un singhiozzo soffocato.
Forse, dopotutto, l’orazione
di Nott non era rimasta senza spettatori…
Ma ora era troppo stanco per occuparsi di qualche
piccolo ficcanaso…
Ci avrebbe pensato poi.
Il giorno dopo.
E fu con quel pensiero che si addormentò
lì, sulla poltroncina più vicina al fuoco, senza notare un
fazzoletto ricamato dimenticato sotto la tenda.
Allora, che ve ne
pare?
Io adoro Draco, ma pensavo che avesse
proprio bisogno di una lavata di capo, ogni tanto…
E chi meglio di Nott
(che
Come avrete capito
(spero) la storia, almeno nei primi capitoli, si incentrerà
molto su Vincent/Theodore.
Cerchiamo di
capire anche lui, poverino!
Ok, detto questo…
Non mi rimane
altro che chiedervi di COMMENTARE, please!
Altrimenti come
faccio a sapere che ne pensate???
Reese a.k.a. Shinko a.k.a. Ryuko