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Autore: Reese    23/07/2004    3 recensioni
-Ma finiscila! Mi ucciderà, dici, eh? Ma che cazzo vuoi saperne tu, eh? Che ne sai del dolore? Che ne sai di quello che *davvero* uccide? Hai mai sofferto davvero, tu? Uh? Sei mai stato solo? Che c’è, solo perché mezza scuola ti da corda nel tuo immenso melodramma credi davvero di essere l’unica, povera vittima di tutto questo? …se è così sei solo un moccioso viziato che si crogiola in un finto dolore per attirare l’attenzione generale, ecco!- Vincent Theodore Nott a Draco Malfoy...
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Prelude [Heirs of Darkness 0

Prelude [Heirs of Darkness 0.5]

 

Prologo

 

Allora, ragazzi…

Innanzi tutto volevo dirvi che questa… ‘roba’ … nasce come before di una fanfiction che ho scritto tempo fa e che devo finire.

Quello che leggerete adesso non è altro che un prologo scritto ad uno scopo ben preciso: se vi piace, continuo; altrimenti basta dirlo, cancello tutto e buonanotte.

L’argomento non è dei più leggeri, vi avverto: è per questo che ho messo un rating non troppo basso.

Non ho altro da dire, credo…

Ah, si: se vi piace la aggiornerò una volta ogni due settimane (lo so, è tanto, ma non è detto che vi piaccia, no?).

Oh, e NON è una slash, anche se in questo capitoletto può sembrare che Draco e Vincent

Sono solo ed esclusivamente AMICI, ok???

Detto questo…

Buona lettura!

                                                                                     Reese a.k.a. Shinko a.k.a. Ryuko

 

 

La sala comune di Serpeverde era deserta, come sempre dall’inizio dell’anno.

I figli dei Mangiamorte catturati preferivano restarsene in camera loro facendo finta che la battaglia del Dipartimento Misteri, l’anno prima, non fosse mai avvenuta, a leccarsi le ferite o ancora a progettare assurdi piani di vendetta su Potter & Co.; mentre i pochi Serpeverde non solidali alla causa si tenevano ben lontani da quella stanza desolatamente deserta.

 

*Quasi* deserta, si corresse mentalmente Draco oltrepassando a passo svelto l’entrata del dormitorio.

Sulla poltrona più vicina al camino stava seduto, infatti, Vincent Theodore Nott, lo sguardo perso nelle fiamme brillanti, le braccia appoggiate rigidamente lungo i fianchi e gli occhi ambrati lucidi come se stesse piangendo in silenzio.

Cosa che, con ogni probabilità, aveva fatto sino ad adesso e stava continuando a fare.

 

Draco sospirò sconsolato e scosse la testa.

Erano ormai più di dieci anni che si conoscevano, lui e Vincent, ma non lo aveva mai visto così disperato, così com’era diventato dalla morte del padre.

Doveva essere stato un brutto colpo, per lui.

 

Quel ragazzino intelligente tutto pelle e ossa sembrava scomparso, inghiottito dal nulla insieme a quell’ultima parvenza di famiglia rimastagli; lasciando il posto ad un ragazzo dall’aria smarrita con gli occhi perennemente offuscati e un triste sorriso inciso sul viso delicato.

 

Scosse ancora la testa, coprendosi gli occhi con una mano.

Gli faceva quasi male vederlo così, ridotto a meno di un ombra di ciò che era stato.

Anche se in molti stentavano a crederlo, le sue amicizie non si limitavano certo a quei due scimmioni dei suoi tirapiedi: certo, a scuola preferiva la compagnia di Tiger e Goyle per ovvi motivi,  ma conosceva Nott e Zabini praticamente da tutta la vita, e li considerava un po’ come fratelli.

 

Ed ora ecco dov’era, uno dei migliori amici che avesse mai avuto: solo, isolato volontariamente dal mondo, quelle stramaledettissime erbacce babbane come unica compagnia…

 

Non poteva continuare così.

 

Si avvicinò alla poltrona e appoggiò una mano sulla spalla di Vincent, sentendolo

irrigidirsi sotto il tocco gelido della sua pelle.

 

-Ancora così, Nott? Quella robaccia ti manderà a monte il cervello.-

 

Vincent, che aveva voltato di scatto la testa castana, con gli occhi sgranati come quelli di un cervo braccato, sembrò tirare un sospiro di sollievo alla vista di Malfoy.

 

-Oh, sei tu… no, Draco, fidati, non… non c’è pericolo… è dolce… così dolce… tutto si fa sfocato… un sogno…- sospirò chiudendo gli occhi, mentre un’espressione appagata gli si dipingeva sul volto angelico.

 

-Ma che… che diavolo vai blaterando, Nott?- chiese il biondino sollevando un sopracciglio, sicuro di aver capito male.

 

-Si… si, si, è così… credimi! Non c’è… più nulla… e la realtà… la realtà non esiste, è solo un sogno… un incubo, che presto sparirà!- continuò lui infervorandosi, gli occhi sbarrati sull’immenso vuoto che fissava davanti a sé.

 

-Vincent, che cazzo dici?!- urlò Draco allarmato, afferrandolo per le spalle.

Ma che diamine c’era in quell’erbaccia che aveva preso a fumarsi, per Giove?!?         -Torna in te! E molla quella robaccia, prima che ti uccida del tutto!-

 

D’improvviso, Nott sembrò tornare lucido e si scrollò di dosso l’amico, alzandosi in piedi a dir poco infuriato, gli occhi ridotti a due sottilissime fessure.

 

-Ma finiscila! Mi ucciderà, dici, eh? Ma che cazzo vuoi saperne tu, eh? Che ne sai del dolore? Che ne sai di quello che *davvero* uccide? Hai mai sofferto davvero, tu? Uh? Sei mai stato solo? Che c’è, solo perché mezza scuola ti da corda nel tuo immenso melodramma credi davvero di essere l’unica, povera vittima di tutto questo?

Eh? È così? Bhè, se è così… se è così sei solo un moccioso viziato che si crogiola in un finto dolore per attirare l’attenzione generale, ecco!-

 

Draco rimaneva lì, immobile, allibito a fissare il compagno, incerto su cosa fare e senza sapere che dire, mentre l’altro sembrava improvvisare un’orazione a beneficio di un pubblico visibile solo a lui.

 

-Ma guardatelo! Povero tesoro, non vi fa pena? Il suo paparino è confinato ad Azkaban, povero caro! Compatitelo, no? Non è sfortunato? Non è sfortunato ad avere un padre lontano ma vivo, una madre, una *famiglia*, qualcuno per cui faccia differenza che lui viva o muoia? Altro che gli ignobili orfanelli, giusto? Giusto, Draco? Fottetevene di loro, no? Tanto non meritano niente, giusto?-

 

Forse per la prima volta in vita sua, Draco si trovò spiazzato.

Cosa rispondere davanti ad uno sfogo simile?

D’altronde, non aveva neanche tutti i torti…

… ehi, ma che diavolo stava pensando?!

Non l’avrebbe mai data vinta a quello schizzato buono a nulla, mai!

Non ora che passava le giornate fumando quella… quella… cosa!

 

-Sei… sei geloso, Nott? Sei geloso di me! È questo, vero? Sei invidioso perché *mio* padre non è stato talmente idiota da farsi ammazzare come…- si bloccò.

“…come il tuo.”

Non poteva dirgli una cosa del genere, non poteva!

Forse non era stata la risposta migliore a cui potesse pensare, no, no…

E ora..?

Ora Vincent gliel’avrebbe fatta pagare cara, e ne aveva ben ragione…

Non che non sapesse tenergli testa, ma…

Dove diavolo erano Tiger e Goyle quando servivano?!

 

Contrariamente ad ogni sua aspettativa, Nott si limitò a fissarlo come se avesse voluto incenerirlo, per poi girarsi e dirigersi in silenzio verso i dormitori del sesto anno.

Quando ebbe aperto la porta si fermò, sussurrando senza neanche voltarsi.

-Non sono geloso, né tanto meno invidioso, di nessun fottutissimo figlio di papà come te, Draco. Sono solo obiettivo. Buonanotte.- concluse in un sibilo, entrando e sbattendosi la porta di legno alle spalle.

 

Draco si lasciò sprofondare nella poltroncina che era stata occupata dall’amico fino a pochi minuti prima, e sbuffò.

 

Era agghiacciante vedere qualcuno passare da uno stato di beata inettitudine ad una gelida razionalità come se niente fosse, come aveva fatto Vincent pochi secondi prima.

Per un attimo gli era quasi parso di trovarsi davanti  Lucius, freddo e diretto come sempre…

 

Rabbrividì.

 

Dietro di lui sentì il fruscio di una tenda e un singhiozzo soffocato.

Forse, dopotutto, l’orazione di Nott non era rimasta senza spettatori…

Ma ora era troppo stanco per occuparsi di qualche piccolo ficcanaso…

Ci avrebbe pensato poi.

Il giorno dopo.

 

E fu con quel pensiero che si addormentò lì, sulla poltroncina più vicina al fuoco, senza notare un fazzoletto ricamato dimenticato sotto la tenda.

 

 

Allora, che ve ne pare?

Io adoro Draco, ma pensavo che avesse proprio bisogno di una lavata di capo, ogni tanto…

E chi meglio di Nott (che la Rowling in persona considera pressoché l’unico fra i ‘ragazzini’ che possa far ragionare Draco) poteva svolgere questo gravoso incarico?

Come avrete capito (spero) la storia, almeno nei primi capitoli, si incentrerà molto su Vincent/Theodore.

Cerchiamo di capire anche lui, poverino!

Ok, detto questo…

Non mi rimane altro che chiedervi di COMMENTARE, please!

Altrimenti come faccio a sapere che ne pensate???

 

                                                                                     Reese a.k.a. Shinko a.k.a. Ryuko

  
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