Serie TV > Dr. House - Medical Division
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Autore: piccy6    30/07/2007    1 recensioni
Questa storia mi è venuta in mente dopo aver visto la replica della puntata "Fedeltà". Ad un certo punto il marito della paziente si pone la domanda alla quale Greg non trova risposta: perchè dovrebbe mentire? su questo evento ho scritto una ff.
"Gregory House
un nome, una certezza. Un uomo di 47 anni burbero, cinico, misantropo ma affascinante. Un uomo con numerose qualità, ma altrettanti difetti.
Un solo valore fondamentale, una sola certezza: tutti mentono."
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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FINALE 2

Perchè? Perchè si è comportato così? Accidenti a lui! Io non ce la faccio a continuare in questo modo! Non può ogni volta illudermi con un suo gesto o una sua parola, per poi lasciarmi cadere nello sconforto della delusione! È un uomo senza cuore, non riesco più a sopportarlo! Lo detesto! Ormai non ho più intenzione di avere a che fare con lui! Mi ha fatto troppo male!
Sto camminando, anzi correndo per il corridoio del terzo piano, la testa china verso il pavimento.
Non posso mostrare il mio viso pieno di lacrime a tutti, farebbero troppe domande!
Arrivo davanti alla porta della sala riunioni, entro e mi tolgo il camice, appoggiandolo sull'attaccapanni.
Recupero la borsa ed esco dalla sala, dirigendomi verso gli ascensori.
Quando le porte si aprono, entro senza curarmi di chi vi si trova già su.
L'ascensore comincia la sua discesa e in poco tempo mi ritrovo nell'entrata del PPTH.
Esco e vado verso la mia macchina.
Cerco le chiavi nella borsetta, ma non le trovo.
Guardo nelle tasche della giacca e dei pantaloni, ma nulla. Non ci sono.
Comincio a maledirmi mentalmente: dove le avrò cacciate?
-Cercavi queste?
Mi volto sorpresa e scocciata contemporaneamente.
-Perchè diavolo hai tu le mie chiavi?
-Ti erano cadute mentre eri in ascensore.
-Sì, certo! E io dovrei crederti?
-Beh, sì. Perchè è vero!
-Ne sei proprio sicuro?
-Certamente! Oppure pensi che te le abbia tirate fuori dalla borsa mentre guardavi con estremo interesse le porte dell'ascensore?
-Perchè? Non è successo così?
-Tu... tu credi che io sia così insensibile e bast***o da fare un cosa del genere?
Lo guardo con un'espressione scettica.
-Ok. Potrei esserne capace.
-Lo immaginavo...
-Comunque ti sono veramente cadute.
-Bene. Ora che ci siamo chiariti, vorresti per cortesia ridarmele? Vorrei tornare a casa!
-Ehm...
-House! Ridammi le chiavi!
-No!
-Cosa? Perchè no?
-Perchè non ne ho voglia...
-Che cosa? House non fare il bambino! Dammi le chiavi!
-No. Te le darò solo se la smetterai di chiamarmi House!
-Ma che stai dicendo? Che significa?
-Quello che ho detto!
-House, sono stanca. Non ho intenzione di giocare. Voglio solo andare a casa a riposare...
-Mi stai ancora chiamando per cognome! È così difficile il mio nome?
-Adesso basta! Se non mi ridai subito le chiavi mi farò dare un passaggio da qualcun'altro!
-Fai pure come vuoi... ma ricordati che se te ne vai, le chiavi vengono via con me!
-Piantala!
-Io la smetto, solo se mi chiami Greg... te l'ho detto!
-E quando ti avrò chiamato per nome, mi ridarai le chiavi?
Silenzio.
-Allora?
-Tu chiamami per nome...
-Umf... d'accordo... Greg, potresti ridarmi le chiavi della mia macchina? Per favore...
-Lasciami pensare... ehm... NO!
-Cosa? Tu mi avevi che se ti chiamavo per nome me le avresti date!!
-Io non ti ho detto proprio niente...
-Adesso basta! Che intenzioni hai? Vuoi farmi soffrire di nuovo? Non ti è bastato ferirmi prima, sul tetto?
-Io... io non...
Sembra veramente impacciato, imbarazzato, ma io non ce la faccio più... non aspettare che sia lui a fare la prima mossa.
I miei occhi cominciano a lacrimare.
No! Non posso piangere davanti a lui.
Mi volto.
All'improvviso sento dei passi e infine una mano che mi prende la spalla, facendomi girare.
Mi ritrovo faccia a faccia con lui.
-Mi dispiace... mi dispiace di averti fatto soffrire. Mi dispiace di essermi rimangiato le parole che ti avevo detto. Mi dispiace di non essere stato in grado di amarti come avrei dovuto. Mi dispiace.
I miei occhi osservano i suoi: sono sinceri, sta dicendo la verità.
Senza accorgermene, gli cingo la vita con le mie braccia e lo stringo a me. Non mi aspetto che lui risponda al mio abbraccio, voglio solo sentirlo vicino al mio corpo, al mio cuore.
Dopo una decina di secondi lo lascio andare.
Cerco di fare un sorriso, invano.
Il mio volto è spento e osserva il suo, altrettanto vuoto.
-Senti...
Ora sono io quella impacciata. Non so che cosa dire.
Lui capisce e per interrompere questo imbarazzante momento, mi getta le chiavi.
Non so più cosa fare: andarmene o rimanere?
Opto per la prima opzione.
-Buona serata,House. Ci vediamo domani.
-Ciao Allison...
Mi blocco. Per la seconda volta mi ha lasciato senza parole.
-Come mi hai chiamata?
-Allison... non è il tuo nome?
-Sì, ma... non mi hai mai chiamata per nome...
-Ora l'ho fatto. Buona notte...
Si gira e si dirige verso la sua moto.
Lo osservo mentre vi sale e si infila il casco.
Accende il mezzo e si volta a guardarmi.
Mi fa un cenno con il capo e se ne va.
Io rimango ferma, in mezzo al parcheggio, senza sapere cosa fare.
Sto per salire in macchina, quando...

***

Non posso comportarmi così! Non posso lasciarla andare. Non posso permetterle di vivere insieme ad un altro uomo. Al diavolo la mia fot***a paura! Lei ha bisogno di me, come io ho bisogno di lei! Devo dirglielo! Ma... come? Non ne ho il coraggio. Non dopo quello che è successo! Credevo che sarebbe stato tutto più semplice, allontanandola di nuovo. Ma mi sbagliavo. Non posso fare a meno di lei, dei suoi sorrisi, delle sue parole, dei suoi sguardi. Delle sue prediche quando faccio qualcosa di poco professionale e moralmente e eticamente riprovevole. Non posso rinunciare alla possibilità di essere felice con la donna che... amo! Già, che amo! Che ho sempre amato. Che ho aspettato per tutta una vita e che finalmente è arrivata! Oh, Alli! Tu non sai come ho sofferto per te e con te in tutti questi anni. Cercavo in qualunque modo possibile di allontanarti da me. Di farti capire che io non ero la persona con cui volevi realmente passare gli ultimi anni della tua e della mia vita. Ma tu non hai mai ceduto. Sei caduta molte volte, sotto il peso della mia ingratitudine e del mio rifiuto, ma sei stata capace di reagire. Ti sei rialzata e hai camminato a testa alta, verso di me, verso un'altra frecciatina. E hai sopportato, hai subito. Non credevo che dentro un corpo così fragile, si potesse nascondere un cuore e una determinazione tanto grandi. Nemmeno io sono così, Allison. Non sono forte e bast***o come sembro. La mia storia, la mia vita, sono state dure da sopportare. E non voglio che tu stia male per me.
Mentre la mia mente formula questi pensieri, svolto l'angolo che mi riporta nel parcheggio dell'ospedale. Sei ancora lì, in piedi, che ti accingi a salire in macchina. Ma non posso permetterti di andare via, non più.
Mi vedi e ti fermi, di nuovo.
Mi avvicino a te, spengo il motore della moto e scendo.
Ti guardo negli occhi, cominciando a parlare.
Le dico tutto ciò che mi era passato per la testa nei pochi istanti precedenti.
Lei osserva il mio volto, sconvolta.
Cerca di parlare ma non le esce di bocca nessuna parola.
Allora continuo.
-Mi dispiace molto per tutto ciò che ho fatto.
-Ma...
-Cosa?
-Perchè ti comporti così, House?
-Così... come?
-Prima sei disposto ad aprirti con me, poi ti richiudi a riccio e infine mi parli di nuovo, a cuore aperto. Perchè?
-Beh... perchè... non lo so nemmeno io il perchè. Sono così...
-Già. Sei così...
-Senti Allison, io ti ho detto che mi dispiace. Ma se tu non vieni incontro, non saprò che fare!
-Ti sono sempre venuta vicino, ho sempre cercato di aiutarti. Eri tu quello che mi allontanava.
-Hai ragione.
-Perchè?
-Perchè... cosa?
-Perchè mi allontanavi da te?
-È difficile da spiegare...
-Provaci!
-Ecco, vedi Allison. Io avevo paura di soffrire. Non volevo essere avvicinato da qualcuno, provare un sentimento come l'amore, di nuovo. Temevo di essere lasciato solo. Come è successo una volta, con...
-Ho capito. Ma io non sono come lei! Io non ti avrei mai abbandonato. Sono stata sempre pronta ad ascoltarti! E tu non hai mai voluto accettare il mio sentimento. Tu mi credevi una stupida crocerossina... ma non volevo stare con te perchè eri... danneggiato. Io ti ho amato dal primo momento che ti visto. E non chiedermi per quale motivo mi sia innamorata di te, perchè non saprei risponderti.
-Allison, io... io credo che...
-Tu credi cosa, House? Vuoi rimangiarti di nuovo le parole che hai detto?
-No, non ne ho alcuna intenzione.
Mi avvicino a lei, le prendo le mani e le tengo tra le mie.
Sono così piccole e fragili, ho quasi paura di farle del male.
-Mi sono reso conto solo adesso che la mia vita è stata solamente una lunga attesa...
Mi guarda, confusa.
-L'attesa della cosa più bella della mia esistenza... ed ora è qui, davanti a me... Allison Cameron, quella cosa sei tu... con il tuo amore e la tua determinazione, hai abbattuto tutte le mie difese... sei entrata nei miei pensieri e non ne sei più uscita. Quando cercavo di allontanarti e vedevo il tuo volto spegnersi, soffrivo con te. Perchè sapevo che non ti meritavi la mia arroganza. E io pensavo di non meritarmi il tuo affetto. Ma mi sbagliavo: non sono io quello che deve decidere chi devi amare, sei tu. Ed io ti dic...
Non riesco a terminare la frase: lei ha lasciato la mia stretta e ha posato la sua mano sulle mie labbra.
Mi guarda con gli occhi lucidi.
No, ti prego Allison. Io non merito le tue lacrime. Non piangere per me, ti supplico.
-Allison...
-Shh! Non dire niente! Non rovinare questo momento con inutili parole...
Non riesco più a riflettere. Sto per fare una pazzia... ma credo che sarà la pazzia più bella della mia vita!
Avvicino il mio volto al suo e le nostre labbra si toccano, in una dolce carezza, attesa da tanto tempo, ma che nessuno di noi due ha mai avuto il coraggio di donare all'altro.
Le sussurro due semplici parole all'orecchio.
A questo gesto lei mi abbraccia e affonda il suo viso nel mio petto.
È scossa dai singhiozzi, ma le lacrime che le rigano il volto non sono più simbolo di tristezza. No! Rappresentano felicità e soddisfazione, sono l'emblema del legame che ora ci unisce.
Senza pensare, l'accompagno vicino alla mia moto.
Vi saliamo e metto in moto.

Ci lasciamo alle spalle l'ospedale e la città di Princeton.
Non so dove stiamo andando ma poco importa.
Perchè sto viaggiando con lei, con la mia Allison!
E mentre sento le sue braccia allacciate alla mia vita, osservo il sole tramontare e lasciare il posto alla luna.
E quel sole rappresenta la mia esistenza: lascio dietro di me il passato, per cominciare una nuova vita, con lei.
Lei che in questo momento è la luna, che illumina la notte in cui ho vissuto fino ad ora.

***

E con questo ultimo finale posso finalmente dire che la ff si conclude!! Ora sta a voi scegliere quale finale vi sia piaciuto di più... io li adoro entrambi ma personalmente e oggettivamente preferisco il primo (come ho scritto nel finale precedente...). Comunque spero di non avervi deluso e chiedo ancora scusa per il lungo tempo che vi ho fatto aspettare nella pubblicazione dei vari capitoli... Ora vi lascio! Spero di tornare presto con una nuova ff, e spero di non deludervi!! Grazie ancora a tutti coloro che mi hanno seguito e commentato!!

  
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