Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: __aris__    11/01/2013    6 recensioni
Una sera Masumi Hayami, al termine di una lunga giornata di lavoro, decide di fare una passeggiata per la città. Mentre si trova nel paro vede Maya che medita sotto un albero. Dopo pochi istanti la ragazza sviene e Masumi decide di portarla a casa sua... -- questa è la mia prima fanfiction, spero che possa interessare a qualcuno e che venga recensita. buona lettura.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Masumi camminava piano. Metà della sua figura illuminata di rosso e l’altra metà in ombra. Maya non aveva parole per descrivere quanto il suo ospite fosse affascinante in quel momento: grazie alla luce particolare i capelli dell’uomo percorrevano tutte le sfumature dal biondo grano al rosso rame; il volto era rilassato da un vero sorriso (non il solito risolino caustico e sardonico) che Maya non gli aveva mai visto. Camminava lentamente, quasi assaporando gli attimi, con una mano in tasca mentre l’altra ciondolava leggermente e non spostando mai i suoi occhi dalla ragazza sbigottita sul letto. Ogni tanto Maya aveva notato una strana luce negli occhi dell’uomo, ma quella che di solito era solo una fugace scintilla ora una luce abbagliante che rendeva il cobalto dei suoi occhi ancora più brillante e resistente al rosso intenso della stanza.
Quei pochi passi sembrarono infiniti all’attrice, le sue guance ormai erano rosso vivo “S ignor Hayami…” furono le sole parole che riuscì a balbettare. Che stava succedendo? Lui cosa stava facendo? Era un sogno o uno scherzo crudele?
Non disse niente, si sedette sul bordo del letto e Maya rimase a fissarlo impietrita mentre allungava una mano sulla sua fronte.
La febbre non c’è più. Devo ammetterlo: sei piccolina ma hai la scorza dura ragazzina!” la giovane era troppo sconvolta per notare che Masumi aveva faticato per mantenere il suo solito tono sprezzante.
Maya avrebbe voluto replicare e se le circostanze fossero state diverse gli avrebbe risposto a modo, sicuro! Ma il busto di Masumi si era improvvisamente proteso in avanti con fare deciso e le parole morirono in gola divorate da una dubbio: che farà adesso? mi dirà che è l’ammiratore delle rose, che mi ha vegliata e protetta in silenzio per anni, oppure si prenderà nuovamente gioco di me? Questa era la domanda che attanagliava Maya dal ritorno dalla Valle, un tarlo che la rosicava lentamente. Celato dietro un mazzo di rose era capace di dimostrare una gentilezza infinita ma di persona era sempre così scostante e solo raramente lasciava trasparire il suo lato umano. Per anni lo aveva odiato, con tutta la forza di cui era capace,  ma scoperta la verità l’odio aveva lasciato il posto ad un sentimento di tutt’altro segno; appena aveva capito che nonostante tutte le cose orribili che gli aveva detto (e che di sicuro l’avevano ferito) lui era rimasto a vegliare su di lei come un angelo invisibile ed imperturbabile. Sapeva  che era fidanzato, ed anche se non lo fosse stato l’aveva sempre trattata come una bambina mai come una donna; e che il suo era un sentimento impossibile; si doveva accontentare solo delle rose. Questo lo avrebbe anche potuto sopportare, con il tempo, ma quel comportamento così … schizofrenico (per quanto ci aveva provato non aveva trovato altro aggettivo) era atroce! Davvero non capiva come facesse a passare così facilmente da angelo custode ad indisponente affarista pronto a schernirla davanti a tutti!
Ma l’uomo si limitò a protendersi verso il bottoncino incastonato nella testiera del letto per far portare qualcosa da mangiare a Maya senza dire una parola. Quel gesto gli era costato una fatica immensa. Mentre raggiungeva il letto aveva pensato a come fosse baciare Maya; non i suoi soliti baci da pervertito rubati a fanciulle indifese ed incoscienti, ma un vero bacio, uno ricambiato: sarebbe stato ardente di passione o leggero come la brezza marina? In realtà la sua mente era andata anche ben oltre i baci. Quando poi si era seduto sul letto e l’aveva vista da vicino aveva dovuto pregare tutti i muscoli, i tendini, le ossa ed ogni fibra del suo corpo per non saltarle letteralmente addosso e seguire l’istinto. Oltrepassala senza nemmeno sfiorarla, infine, aveva richiesto una concentrazione degna del migliore eremita tibetano!
Dopo qualche istante in cui nella stanza non si mosse nulla Masumi chiese con faccia seria e voce penetrante “Cosa facevi sotto quell’albero?
Maya girò il viso per allontanare lo sguardo dagli occhi indagatori dell’interlocutore; temeva che avrebbero potuto leggerle la verità stampata sul viso. Non rispose nemmeno, d’altronde cosa gli poteva dire “sono andata a meditare perché da quando sono tornata non faccio che pensarla e questo mi fa stare peggio ogni giorno!”? Non era decisamente il caso!
Ma Masumi voleva una risposta! Aveva passato le ultime venti ore a torturarsi il cervello ed il cuore con quella domanda senza risultato; adesso Maya avrebbe dovuto rispondergli! Le prese il mento tra due dita girandole il viso per poterla nuovamente guardare negli occhi: “Allora dimmi perché ti trovavi in un parco poco illuminato ed isolato in piena notte a meditare!”. Non poteva più scappare, la presa dell’uomo era delicata ma salda e le impediva perfino di abbassare lo sguardo. Non posso … non devo … non posso rispondere e dire la verità!
Il giovane presidente la fissò intensamente per un attimo ancora, il tempo di vedere delle lacrime farsi strada tra le ciglia senza scendere sulle guance diventate improvvisamente pallide. La lasciò e si girò verso la porta con lo sguardo basso. Sei un idiota Maumi Hayami presidente della Daito Art Production! Sei un idiota tanto quanto è altisonante il tuo titolo! Prima ti avvicini a lei con pensieri molto poco casti, e poi nella tua ricerca disperata di risposte per alleggerirti la coscienza la riduci in questo stato! Sei un vero idiota e dovresti solo vergognarti di te stesso!
Se non vuoi dirmelo fai pure. Ma se non fossi arrivato appena in tempo davvero non so cosa sarebbe stato di te!” Fin da piccolo gli avevano insegnato a dissimulare ed a mettere un vetro tra lui e gli altri affinché questi non lo potessero vedere e toccare, ma in quel momento nessuno di questi insegnamenti sembrava essere stato appreso: le mani giunte, lo sguardo basso e le parole dette in un sussurro carico di preoccupazione e pentimento troppo grandi da restare dentro di lui.  Maya non poteva resistere a quella visione e decise che se non tutta almeno una parte della verità la doveva dire, almeno al suo ammiratore:
Da qualche tempo non riesco più a concentrarmi come dovrei e non riesco più a diventare la Dea. Più il tempo passa e più o la sensazione di fare dei passi indietro, per cui ho deciso di ripetere un esercizio di meditazione che la sinora Tsukikage aveva fatto fare a me ed Ayumi nella Valle … non mai stata così vicino alla Dea come in quel momento ... ma il tempo è passato senza che me ne accorgessi … l’assicuro che non voleva darle pensiero!” Si era interrotta diverse volte cercando le parole giuste, parlando piano e lentamente.
Mano a mano che l’attrice parlava l’espressione contratta di Masumi si rilassava, alzò gli occhi e li portò in direzione dell’attrice come se fossero attratti da una forza invisibile. Avrebbe voluto allungare una mano per accarezzarle una guancia ed infonderle un po’ di calore, ma il provvidenziale bussare della cameriera gli impose di rimanere immobile. Si chiese se non avesse una sorta di sesto senso per scegliere i momenti meno opportuni in cui comparire, se avesse aspettato dietro la porta proprio quel momento o se era semplicemente un modo in cui l’universo gli ricordava che il semaforo era e rimaneva rosso.
Oramai erano quasi al buio e la cameriera dovette accendere la luce per portare il carrello vicino al letto ignorando, molto faticosamente, i pugnali di odio profondo che lanciavano gli occhi del suo datore di lavoro. Scoprì il piatto sul carrello: “Serve altro signore?”disse mentre mentalmente implorava: dica di no e non solo prometto di non chiedere mai aumenti di stipendio ma giuro che sparisco dalla stanza alla velocità della luce!
Puoi andare!” rispose il principale cortesemente, abilmente nascondendo il reale “sparisci o ti licenzio in tronco!”
Letteralmente grata a Dio ed a tutti i Santi del Paradiso la cameriera corse via dalla stanza terrorizzata. Mentre scendeva le scale che portavano alle cucine anche lei comprese quello che già Mizuki aveva assodato da anni e si chiese come sperasse di poter celare ancora un sentimento così profondo alla donna che lo ispirava ed al resto del mondo, per non parlare poi di trascorrere tutta la vita sposato con un'altra donna. Folle … signore lei è un folle!
Aggiorno la storia perché vorrei fare una sorta di sondaggio per coloro che decideranno di concedermi qualche minuto del loro tempo! Nel prossimo capitolo (o in quello successivo, dipenderà dalla lunghezza del cap 5) Masumi suonerà qualcosa al pianoforte. Io amo la musica classica, anche se non la conosco benissimo, ed avevo deciso fin dall’inizio questa scena. Il problema è che non riesco a trovare il pezzo giusto e vorrei, se fosse possibile il vostro aiuto! Le tre alternative sono queste:
1 CHOPIN notturno Op 9 n 2 http://www.youtube.com/watch?v=rSQZWluOVFE
  2  LISTZ  Sogno d’Amore
http://www.youtube.com/watch?v=TKKGpE4T1Gw
3 DEBUSSY Claire de Lune
http://www.youtube.com/watch?v=ZIsQPdC9YnY
 
La scelta è molto importante perché da questa dipenderà anche il tono dell’intero capitolo. Il problema è che, almeno per me sono tutti talmente belli che sceglierne uno è davvero difficile per cui spero che qualcuno di voi mi possa aiutare!
Grazie anche solo per aver letto!
   
 
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