Sei chino sul libro di Trasfigurazione e di te vedo solo la folta chioma bionda sopra ad una sottile striscia di pelle bianca che si tuffa la tua divisa. Basta questo, solo questimmagine limitata che, di colpo, rende tutto cosģ difficile da sopportare, tutto cosģ troppo piccolo da poter contenere questo straziante desiderio che mi attanaglia, che mi logora e mi squarcia da dentro come una bestia famelica che impazzisce dentro di me.
Di colpo, questinutile biblioteca, i suoi libri e i suoi banchi scompaiono, resti tu solo, tu con il tuo sorriso sghembo che taglia il tuo volto pallido e ogni volta ha lo stesso effetto di una dolce pugnalata, tu con la tua voce languida che sembra dar vita ad un nuovo strumento non ancora conosciuto, tu tu e nientaltro.
E poi ci sono io. Io che non ho di che sfamare questo mio tormento, io che mi limito ad osservarti da dietro un libro, io galeotta e traditrice, io che vorrei ma non posso.
No, non posso.
Non si puņ andare contro al sangue, deludere gli occhi di chi ti ha sempre guardata con amore,
non si puņ tradire quella mano che ti ha raccolta quando sei caduta per la prima volta dalla bicicletta,
non si puņ correre contro lo stesso muro che ti ha protetta dai mali del mondo, che ti ha cullata e ti ha sorretta quando, per obbligo della vita, hai dovuto iniziare a camminare da sola.
Ma allora perché affogo nel mare dei tuoi occhi?
Perché vorrei colorare il tuo viso pallido di quel rossore che dipinge solo gli innamorati?
Chissą se mi stai pensando?
Chissą se ascolti i miei pensieri?
Chissą se mai potremo fondere i nostri colori?
Troppe domande a cui, mio malgrado, trovo troppo poche risposte.
Cassandra