LA CENA
Camille aveva passato l’ultimo quarto d’ora a torturarsi le mani tenendo la testa china, erano stati i quindici minuti più lunghi della sua vita, ma finalmente l’auto di Matt accostò e i due ragazzi scesero.
-Qualcosa non va?- chiese Matt prendendole la mano .
-No … no, tranquillo.- rispose Camille guardando la sua mano intrecciata con quella di Matt.
Era strano, molto strano ma per riconquistare Enrique era pronta a tutto.
-Che dici, entriamo?- chiese Matt chiudendo l’auto e avvicinandosi al cancello.
-Oh certo.- disse Camille lasciando la mano del ragazzo e iniziando a frugare nella sua borsa -Eppure le chiavi le avevo messe qui dentro …-
-Se vuoi suoniamo.- propose Matt.
-Meglio.- disse Camille suonando al citofono.
Il cancellino si aprì e i due ragazzi percorsero il lungo vialetto che portava al portone d’ingresso.
-Bella.- commentò Matt guardando la maestosa costruzione che si trovava davanti.
-L’ha progettata mamma.- disse Camille con un velo di malinconia -Vorrei tanto che tornasse più spesso … mi manca.-
Matt si avvicinò a Camille e la abbracciò da dietro stringendola forte.
-Adesso ci sono qui io.- disse Matt sorridendogli.
Camille senza rispondere aprì la porta d’ingresso con l’altro mazzo di chiavi che lasciava sempre sotto il tappetino davanti all’ingresso ed entrò in casa.
-Ciao David, sono a casa.- urlò lanciando la borsa sul divano.
-Ahi.-
-David?- chiese sorpresa Camille.
-La prossima volta tira più piano, mi hai fatto male.- rispose David mettendosi a sedere sul divano.
-Scusa, non volevo farti male … come mai sei qui? Non stai bene?- chiese preoccupata.
-No, è che ero un po’ stanco e volevo riposar…-
-David? Ci sei?- chiese Camille passandogli una ano davanti agli occhi.
-Lui … lui chi è?- chiese David indicando Matt che se ne stava in piedi davanti alla porta d’ingresso.
-E’ … è Matt, sì Matt.- rispose Camille raccogliendo da terra la borsa.
-Matt chi, scusa?- insistette David.
-Matt … Matt un amico … esatto, un amico, ma uno molto speciale.- disse Camille tentennando -Ci conosciamo dai tempi del liceo.-
-Va bene … non fate troppi casini solo, intesi?- si raccomandò David.
-Non preoccuparti fratellone.- disse Camille sorridendo -A che ora arrivano?- chiese salendo i primi gradini seguita a ruota da Matt.
-Verso le sette e mezza.- disse David distendendosi sul divano.
Camile e Matt salirono velocemente il resto delle scale e poi si chiusero in camera della ragazza.
-Questo è il mio regno.- disse Camille lanciandosi sul letto -E adesso … che si fa?-
-Ehm … aspettiamo e nel frattempo ti aiuto a scegliere un vestito per questa sera.- propose sorridendo Matt.
-Mi sembra un’ottima idea.- disse Camille togliendosi le scarpe.
-Non trovi che faccia caldo?-
-Forse un po’, se vuoi apro la finestra.-
-No, tranquilla, non aprirla, mi tolgo io la maglietta … sempre se per te non è un problema.- disse Matt passandosi la mano dietro la testa
-Eh … no, tranquillo … nessun problema.- disse Camille imbarazzata.
-Hey, rilassati.- disse Matt vedendo la ragazza un po’ a disagio -Non fare la timida con me, dai.- aggiunse accarezzandole le spalle.
-Eh che mi ci devo abituare … forse col tempo sarà più facile.- disse la ragazza mettendosi a sedere sul letto -Sai sono sempre stata piuttosto imbranata con i ragazzi.-
-Io non direi, eri solo troppo timida forse.- disse Matt sedendosi sul letto accanto alla ragazza.
Matt era proprio come se lo ricordava, forse era addirittura meglio, il suo fisico era semplicemente perfetto, i suoi muscoli sembravano scolpiti nel marmo dal miglior scultore greco, i suoi occhi quasi verdi brillavano più della luna e delle stelle e il suo sorriso spontaneo e allegro era quanto di più perfetto esistesse.
-Sei uguale a come ti ricordavo.- disse Matt interrompendo il silenzio degli ultimi minuti.
-Perché tu ti ricordavi di me?- chiese Camille sorpresa.
-Certo, ti ho pensata spesso in questi anni, sai mi ero preso una bella cotta per te.- rispose Matt passandosi una mano dietro la testa.
-Wow! Credevo che Sam scherzasse …-
-Mi sono chiesto spesso che fine avessi fatto, desideravo tanti rincontrati un giorno e adesso … beh, adesso eccoti qua.- disse Matt sorridendo -Allora, scegliamo qualcosa dal tuo guardaroba?-
Camille annuì e saltò velocemente giù dal letto.
-Seguimi.- disse facendogli cenno con la mano.
Matt scese dal letto e seguì Camille dentro il suo armadio a parete al di là della quale si apriva un’enorme cabina armadio degna delle più grandi star di Hollywood.
-Cavoli!- esclamò Matt stupito -E’ fantastico qui, è il sogno di ogni ragazza questa stanza.-
-Già ... allora, cosa mi consigli?- chiese Camille saltellando qua e là tra i vestiti.
-Lasciami cinque minuti, o forse dieci.- rispose Matt sorridente tuffandosi negli abiti della ragazza per trovare quello giusto.
-Allora? Che te ne pare?- chiese Matt togliendo le mani dagli occhi di Camille.
-Sei stato bravo, non male come prima volta.- commentò la ragazza guardandosi allo specchio.
-Quindi ti piace?-
-Certo, e poi è comodissimo questo abito!-
-Bene, il mio lavoro qui è terminato … o quasi, dobbiamo solo aspettare il tipo.- disse Matt sistemando i capelli della ragazza -Adesso sei perfetta.- aggiunse soddisfatto del risultato.
-Grazie.- disse Camille sorridendogli.
-Sai per caso dove ho messo la mia maglietta?-
-Credo sia di là in camera.-
-Vado a recuperarla allora.- disse Matt uscendo dalla cabina armadio seguito da Camille.
-Che ore sono Matt?- chiese Camille mettendosi un po’ di gloss sulle labbra.
-Le sette e quaranta.- rispose il ragazzo guardando il suo orologio da polso -Saranno qui a brevissimo.-
Non appena Matt finì di parlare il campanello suonò.
-Eccoli.- disse Camille guardandosi un’ultima volta allo specchio per poi uscire insieme a Matt dalla sua stanza.
I due ragazzi scesero le scale mano nella mano e giunti nel grande salone d’ingresso si salutarono con un bacio sulla guancia.
-A domani piccola.- disse Matt dirigendosi verso la porta.
-A domani.- disse Camille stando ferma al centro della stanza.
-Passo a prenderti alle otto e mezza allora.-
Dopo aver salutato Camille con un cenno della mano Matt percorse a passo svelto il vialetto che portava al cancellino e salì in auto per partire alla volta del palazzo in centro Miami dove abitava. Intanto Anna, Enrique e David si erano già accomodati nella sala da pranzo.
-Ciao a tutti.- disse Camille entrando nella stanza.
-Ciao bella, come stai?- chiese Anna alzandosi e andando ad abbracciare la ragazza.
Anna era davvero una brava ragazza, le era sempre piaciuta, era simpatica, molto gentile e sempre disponibile e nonostante stesse con l’uomo che lei amava non trovava nessun motivo per odiarla almeno un po’.
-Bene, grazie. Tu? Tutto bene?-
-Benissimo direi, da quando mi ha chiesto di sposarlo non riesco a smettere di sorridere.- disse la ragazza con un enorme sorriso stampato in faccia.
Anna era davvero radiosa, non era mai stata così felice, o almeno Camille non se lo ricordava, sembrava che la proposta di Enrique le avesse dato nuova vita.
-Sei bellissima questa sera.- le disse Camille.
-Grazie.- disse Anna allontanandosi dalla ragazza per guardarla meglio -E tu sei favolosa, questo abito ti sta benissimo.-
-Allora signore, avete finito con le chiacchiere?- chiese David interrompendo le due ragazze.
-Oh, certo David, vado solo un attimo in bagno, posso?-
-Certo Anna, va pure.- disse David alzandosi dalla sedia -Io invece vado a vedere a che punto è Mary, la nostra cuoca.- aggiunse allontanandosi nel lungo corridoio e lasciando pericolosamente soli sua sorella e il suo migliore amico.
-Chi era quello?- chiese Enrique tenendo lo sguardo fisso sul piatto davanti a lui
-Non si saluta più adesso?-
-Ti ho fatto una domanda.-
-E io te ne ho fatta un’altra.-
-Lo sai che non si risponde a una domanda con un’latra domanda?-
-Sì, lo so, ma non me ne frega niente.-
-Chi era?-
-Un amico.-
-Amico eh? Adesso li chiamate così voi ragazzine … amico.-
-Se hai intenzione di tenermi il muso tutta la sera … beh allora quella è la porta.- disse Camille indicando l’enorme porta-finestra che dava accesso al giardino.
-Camille.- disse Enrique per ottenere l’attenzione della ragazza.
-E adesso che c’è?- chiese lei scocciata.
-Ma davvero per te è finita?- chiese Enrique guardandola negli occhi.
-Non è questo il momento e il luogo adatto per discuterne.- rispose Camille troncando sul nascere il discorso.
-Ok, ok, come vuoi.- disse Enrique tornando a fissare il piatto -Ma sappi che per me non è finita.-
-E allora perché st…- Camille si bloccò di colpo vedendo arrivare Anna e suo fratello.
-Continuate pure.- disse David sedendosi a tavola.
-Non vogliamo annoiarvi con questioni di lavoro.- tagliò corto Enrique.
Camille gli sorrise, aveva salvato la situazione e nessuno aveva avuto più nulla da ridire.
-Fate bene, siamo qui per divertirci questa sera.- disse David mettendosi nel piatto una porzione del primo che aveva cucinato Mary.
-Allora, avete già deciso la data delle nozze?- chiese Camille fingendosi entusiasta dell’evento.
-No, non ancora … Enrique deve prima pianificare bene i suoi impegni, il nuovo disco, il tour e la promozione.- rispose Anna felice di parlare di un argomento che le stava molto a cuore e che la rendeva davvero felice.
-Avete una stagione che preferite ad altre?- chiese David versandosi un po’ di vino rosso nel bicchiere.
-Mi piacerebbe tantissimo sposarmi in primavera, ma come ho già detto dipende tutto dall’agenda lavorativa di Enrique.-
-Capisco … e all’abito hai già pensato?-
-Beh, sinceramente ci penso da quando ho più o meno cinque anni ma non sono ancora arrivata alla scelta finale, però ho già selezionato una decina di modelli tra i quali ci sarà il mio abito.- disse Anna passando il piatto a David per il bis.
-E tu Camille che progetti hai per il futuro prossimo?- chiese Enrique passandole il sale.
-Oltre a finire il disco … beh … trovare l’uomo della mia vita.- rispose Camille guardandolo dritto negli occhi.
-Oh, che cosa romantica.- commentò Anna -E’ per caso il moro che era qui prima il fortunato?-
-Oh … beh, no, lui è solo … solo un amico, tutto qui.- disse Camille titubante.
-Insomma, si stanno ancora conoscendo.- disse David passando i quattro piatti a Mary perché li portasse in cucina.
-E’ da poco che uscite insieme?- chiese Anna incuriosita.
-Da un paio di settimane.-
-E’ ancora presto allora.- disse Anna sistemandosi i capelli in una coda di cavallo -Ma tu non uscivi con un altro ragazzo prima? Tuo fratello mi ha etto che sembravi molto innamorata.-
-Ah … sì, ero molto innamorata, ma adesso è tutto passato, credevo fosse quello giusto ma poi lui mi ha tradita, mi sono sentita usata e … beh ho detto basta, anche se non è stato facile.- disse Camille tenendo lo sguardo fisso sugli occhi di Enrique.
-Mi dispiace tanto, ma se ti ha trattata così vuol dire che non ti meritava, è stato solo uno stupido.- disse Anna passandole una mano sulla schiena.
-Qualcuno vuole il dolce?- chiese David alzandosi dalla sedia.
Tutti i ragazzi alzarono la mano e così David si diresse in cucina. Un paio di minuti dopo era di ritorno.
-Ecco, la torta speciale che solo la nostra Mary sa preparare.- disse David appoggiando i quattro piatti sul tavolo.
-Sembra buonissima.- disse Anna prendendo il suo piatto.
-E’ buonissima.- la corresse David.
Erano le nove passate da un pezzo quando David si portò via Anna per una quarantina di minuti, sapeva che lasciare sua sorella e il suo migliore amico da soli non era la migliore delle idee ma non gli capitava spesso di trascorrere del tempo da solo con Anna ed era disposto a correre il rischio.
-Allora noi andiamo di sopra.- disse David alzandosi dal divano.
-Sì.- dissero in coro Enrique e Camille.
-Ok … a dopo.- disse David controllando l’ora sul suo cellulare.
Anna e David uscirono dalla sala e, giunti nell’ingresso, salirono i ventisette gradini della maestosa scala che portava al piano superiore.
-Adesso possiamo parlare?- chiese Enrique avvicinandosi a Camille.
La ragazza non rispose.
-Camille …- sospirò Enrique mettendosi dietro la ragazza e appoggiandole le mani sulle spalle -Ti prego, c’è una spiegazione a tutto, te lo giuro.-
-No, no … ancora non me la sento, è presto, troppo presto.-
-E’ tardi piccola, è molto tardi, ma se me ne darai l’opportunità rimedierò a tutto.- gli sussurrò nell’orecchio.
-Ora semplicemente non mi va.- disse fredda Camille.
Enrique lasciò le spalle di Camille e si avvicinò lentamente al piano. Quando si fu seduto ed ebbe tolto il panno che copriva la tastiera e la proteggeva dalla polvere, posò le sue mani sullo strumento e iniziò a suonare alcune note. Camille riconobbe immediatamente a quale canzone appartenevano, era sempre stata la sua preferita: Hero.
-E’ per te.- disse Enrique indicandola e guardandola negli occhi.
Camille era sorpresa e confusa ma decise di avvicinarsi al piano e godersi quella meravigliosa canzone e la splendida voce di Enrique.
-E’ perfetta.- sussurrò Camille con occhi sognanti quando Enrique ebbe finito di cantare.
-Tu sei perfetta.- disse lui accarezzandole il viso.
Alcune lacrime rigarono il viso di Camille ed Enrique prontamente le asciugò.
-Perché piangi?- chiese prendendole il viso tra le mani.
-Non è niente.- rispose Camille abbassando lo sguardo -Va tutto … tutto bene.-
Vederla piangere e soffrire per causa sua era l’ultima cosa che Enrique avrebbe voluto, avrebbe voluto invece cancella re il passato e ricominciare da zero ma questo purtroppo non era possibile e la colpa era solo sua.
-Non reagire male.- disse Enrique guardandola negli occhi.
Immediatamente dopo Enrique avvicinò Camille a sé e la baciò, le loro labbra rimasero unite per diversi secondi, forse per più di un minuto.
-Non te la puoi cavare così … sappilo.- disse Camille sfidandolo con lo sguardo -Buna notte.- aggiunse uscendo dalla sala.
my space ... prima cosa scusate il ritardo *occhi dolci* è che con la scuola e tutte queste cose ... beh, adesso avrò due settimane di pausa didattica e spero di aggiornare un po' ;) che dire, grazie mille a tutti quelli che leggono e a quelli recensiscono/seguono la storia :) spero vi piaccia il capitolo anche se scrivendolo non mi convinceva molto, in ogni caso se vi va lasciate una piccola recensione bye bye :D