A whisper
A whisper, a whisper, a whisper, a
whisper
A whisper, a whisper, a whisper, a
whisper
Sussurri
incomprensibili, sospiri inconsapevoli, labbra che si cercano, bocche affamate
di qualcosa di proibito . Il battito è irregolare, da quanto non batteva così?
O forse è il suo e tu sei già così vicino da poterlo avvertire. Cosa diavolo
state facendo? Te lo chiedi ma non razionalmente, te lo chiedi mentre le slacci
il corpetto e la pesante tunica da Lord Cancelliere scivola dal tuo corpo, te
lo chiedi mentre sono le tue mani a scivolare sul suo. La afferri per la vita,
la fai indietreggiare e la adagi sul letto dolcemente, è come una fragile
bambola che vuoi proteggere, ma che non ti accontenti di guardare. Insinui le
mani sotto la sua sottoveste, senti la pelle calda dei fianchi, del seno, ma
non ti basta; le baci il collo, le spalle nude, le sciogli i capelli e ti perdi
nel loro profumo. Lei sussulta, trema, si morde un labbro; tu la guardi e
trattieni un sorriso, un sorriso che fa quasi male.
Fa
male perché la vuoi, fa male perché sai di non poterla avere, fa male perché
sta per essere tua e sembra solo un’illusione.
I
hear the sound of the ticking of clocks
I remember your face
That
remembers you when you are gone
Thomas scosse la testa e si passò una mano sulla
fronte, continuando a camminare avanti e dietro nervosamente. Il rumore di
passi, le voci lontane lo facevano viaggiare nei ricordi in quell’interminabile
attesa. Era passata mezz’ora almeno, o forse solo dieci minuti, chi poteva
dirlo? Lui non di certo che, notoriamente dissimulatore di sentimenti e
tendenzialmente calmo, sembrava essersi trasformato improvvisamente, ma già
ringraziava il fatto di non essere stato cacciato dal castello di The More fuori
nella neve di Gennaio.
Il cigolio della porta lo fece fermare e muovere in
direzione dell’entrata il vigile sguardo. Pochi secondi ed apparve Caterina in
tutta la sua regalità; mosse un passo verso di lei d’istinto, poi si arrestò
nuovamente incerto. Due mesi erano passati dall’ultima volta che si erano
visti, due mesi di silenzio, due mesi di lettere respinte, due mesi di tormento
e sensi di colpa, per lui nei confronti di lei e per lei, forse, nei confronti
di Dio e del Re, un marito a cui in fondo non era più dovuta alcuna fedeltà.
Just
a whisper, a whisper, a whisper, a whisper
Just
a whisper, a whisper, a whisper, a whisper
“No”
non sai chi lo dice, ma qualcuno mormora quel sussurro, anche se le labbra e le
mani non si fermano.
Le
sue mani seguono le tue: sembra volerti fermare, ma non ci riesce, non ci prova
nemmeno per davvero; poi sei tu a fermarti, a guardarla e forse a realizzare.
“Hermosa”
sussurri al suo orecchio e poi copri il suo sorriso spontaneo con un altro
bacio.
E’
bellissima davvero, glielo dici nella sua lingua madre, la continui a baciare e
potresti continuare all’infinito… Ti sembra di capire finalmente cos’è l’amore,
anche se non è proprio amore il modo in cui descriveresti quell’improvvisa
passione.
“Guardatemi”
Un
sussurro, un altro, ti perdi nei suoi occhi e sei dentro di lei. Percepisci
ogni sua emozione in quello sguardo: sorpresa, desiderio, piacere e come un
lampo senso di colpa. Ma per adesso, decidi di non pensarci.
I
hear the sound of the ticking of clocks
Come
back and look for me,
look
for me when I am lost
Quel sentimento lo rivedeva adesso nello sfuggevole
sguardo di lei, puntato ovunque tranne che su di lui. Riprese a camminare e
stavolta le afferrò le braccia prima che quella sorta di timore reverenziale lo
fermasse di nuovo. Una frase tagliente, un’occhiata sprezzante, uno schiaffo
perfino, non voleva questo, ma gli sarebbe anche potuto bastare; gli sarebbe
bastata qualsiasi cosa, ma voleva i suoi occhi.
“Guardatemi”
Thomas lo sussurrò di nuovo come allora e in un
sussulto seppe che la scarica di ricordi aveva raggiunto anche lei. Occhi
contro occhi, non si chiese cosa ci si potesse leggere nei suoi scuri, ma nel
cielo azzurro che aveva davanti la burrasca era evidente.
“Perché mi fate questo?” chiese Caterina esasperata
sfuggendo nuovamente quel contatto visivo, intima reticenza di un’intimità che
avevano superato di molto ma che adesso diveniva impossibile da sopportare.
“Fare cosa?” chiese di rimando lui, allentando la
presa.
Lei si divincolò del tutto e rise amaramente, forse
la divertiva vederlo fingere di non capire. Ma lui non stava fingendo, non
capiva per davvero.
Night turns to day
And
I still have these questions
Bridges
will break
Should
I go forward or backwards?
Night
turns to day
And
I still get no answers
Una mano sotto il mento, la costrinse ad alzare lo
sguardo di nuovo. La notte che avevano vissuto insieme perdeva valore alla luce
di un giorno in cui tornavano in solitudine, ma adesso in quella stanza remota
erano di nuovo insieme e stava per farsi notte di nuovo. E Thomas non voleva
brancolare nel buio, aveva bisogno di risposte e voleva le sue domande.
“Ditemi che non è stato un errore” le disse
afferrandole una mano, quasi un’ancora di salvataggio in quella burrasca che
stava ricadendo su di lui.
Lei lo fissò per qualche momento, poi scosse la
testa debolmente e una lacrima le scivolò su una guancia.
“No”
Un mezzo sorriso gli increspò le labbra. Solo un
sussurro, la risposta che voleva.
Just
a whisper, a whisper, a whisper, a whisper
Just
a whisper, a whisper, a whisper, a whisper
NDA:
Cos’ ho fatto? Ahah Avevo voglia di scrivere
qualcosa di diverso ed è uscita una cosa “leggermente” OOC direi LoL E’ la
prima arancione che scrivo per il fandom tra l’altro… Ci si vede alla prossima,
sperando sia meno folle di questa!! ;)