“Cameriere! Dieci porzioni di stufato di manzo, quindici piatti di arrosto con
patate e… almeno tre di queste coscettine di
pollo in salsa piccante!”
Ceiphied che bello avere denaro contante e tintinnante con me!
Dall’altra parte del
tavolaccio, Gourry mi guardava esterrefatto.
Ovviamente. Ma si sa, i maghi devono mangiare per
recuperare le forze e vi assicuro che portarselo volando fino alla locanda mi
era costato un certo sforzo!
“Tu non ordini?”
Un gomito sulla tovaglia, il
mento appoggiato al pugno, Gourry si accigliò.
“Scusa, hai appena
ordinato roba per un esercito… pensavo fossi stata un pochettino
abbondante per solo due persone invece… Dieci porzioni di stufato di manzo, quindici piatti di arrosto con
patate e… almeno tre di queste coscettine di
pollo in salsa piccante,” ripetè rifacendomi il verso, “erano per
TE?”
Mi rabbuiai. Detestavo chi mi
prendeva in giro. E quando mi arrabbiavo… bè,
le cose avevano la tendenza ad esplodere e ridursi in
mucchietti di cenere. Ok, anche quando non ero arrabbiata
ma non è il caso di sottilizzare sempre!
“Perché no? Io
ho i SOLDI e posso ordinare quello che mi pare.”
Sporsi la bocca facendo il
broncio e strizzando gli occhi. Gourry
scimmiottò la mia espressione e poi sospirò.
“Gne
gne gne non lo vuoi dire? No perché mancava. Sei proprio una bambina.”
Una vampata di furia mi investì. Le guance dovevano essermi diventate
rosso acceso mentre mi pizzicavano le mani dalla smania di friggerlo. Eppure si
salvò. Si salvò in corner e solo perché la sua faccia
stitica venne coperta da un vassoio enorme e, a
giudicare dal sudore che imperlava la fronte del cameriere, pesantissima.
La tua buona stella brilla in
cielo, Gourry, e non te ne sei neanche accorto!
“Signori. La
vostra… uff… cena.”
Mi tuffai sul pollo e Gourry mi imitò. Con un
balzo felino si avventò sull’arrosto e prese a divorarlo come uno
che non vede cibo da giorni.
“Hei…
gnam… Gourry… gnam gnam, questa è… slurp…
roba mia!”
La bocca piena di pollo,
riuscivo a malapena a farmi capire ma con una mano libera gli mollai uno
schiaffone sulla testa. Perché diavolo mi ero
portata dietro quell’approfittatore?
“Ma dai…
gnam… ragazzina… crunch… mica puoi
mangiare tutto… glug… lascia che ti… gnam… dia una mano!”
Allungò una forchetta
verso le patate, il sugo che gli colava sul mento. Gli lanciai il coltello che
però venne parato e volò in aria, prima
di conficcarsi nel legno. Che riflessi!
“Maleducata!” sputacchiò patate e sugo, “Una brava ragazzina
non cerca di pugnalare i suoi ospiti!”
“Cafone!”
la bocca impastata dalla salsa piccante. “Ma chi
ti ha invitato a questa tavola?”
Mi aveva salvato la pellaccia
con la cerbottana, questo non voleva dire che IO avrei
pagato per lui!
Proseguimmo così per
tutta la cena, litigando, gozzovigliando, mandando giù sorsate di birra
cattiva, calda come piscio.
Tre ore dopo, con lo stomaco
gonfio, mi dondolavo sulla sedia pulendomi i denti con uno stuzzicadenti quando
mi sovvenne che avevo bisogno di una camera per dormire. Non potevo certo
campeggiare all’addiaccio e non avevo voglia di mercanteggiare per la
spada di Gourry dopo tutto quel mangiare. E
poi… qualcuno meritava una lezione!
Schioccai le dita e il
cameriere, torvo, arrivò.
“Signorina?”
“Desidero sapere se ci
sono camere disponibili per questa notte.”
L’uomo annuì,
senza cambiare espressione. Forse il macello sul tavolo e l’enorme pila
di piatti sporchi, per non parlare del fatto che ormai eravamo rimasti solo
noi, non lo aggradava.
“Bene, vorrei la
migliore.” Estrassi da una tasca del mantello un piccolo rubino.
“Pensa che questo possa valere la mia cena e la camera?”
Il luccichio negli occhi
dell’uomo mi disse che sì, poteva valerli. Il suo sguardo divenne
untuoso.
“Ah,”
aggiunsi sorridendo in modo malevolo, “conti separati per me e il signore.”
Gourry rimase in panciolle. Il cameriere sparì e
tornò con un enorme abaco. “Dunque, quattro piatti di
questo… cinque di quello… una botte di birra… più
questo… più quello… fanno 5 monete
d’oro, 2 d’argento e 25 di rame.”
L’aria da gatto
soddisfatto e sonnolento di Gourry svanì di
colpo. Si sbilanciò e cadde dalla sedia.
“Ma…
veramente… io…”
Le mie labbra si piegarono
ancora un po’ all’insù. Sapevo che non poteva avere
così tanti soldi, non aveva né mantello né sacca da
viaggio, pareva non possedere altro che sé stesso,
degli abiti spiegazzati, e quella spada. Gli avrei offerto la cena,
l’avrei fatto davvero se non mi avesse fatta
impazzire durante il volo, agitandosi come un’anguilla e facendomi fare
una fatica spropositata per poi essere così simpatico durante la cena. Ben gli stava, quindi! Mi alzai,
battendo le mani.
“Buona notte, Gourry!”
Gli volsi la schiena sorridendo
allegramente e lo lascia in balia del cameriere, a spiegare balbettando che non
aveva così tanti soldi. Le grida dell’uomo mi accompagnarono per
buona parte delle scale verso le camere.
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* - * - * - * - *
- * -
Al mattino, scendendo a colazione fresca e riposata come
un bebè, trovai Gourry seduto al tavolo che mi
fissava a braccia conserte, la bocca una linea sottile. Aveva le occhiaie e le
mani cotte, arrossate.
“Lavato qualche
piatto?”
Il suo sguardo si incupì ulteriormente. Che noioso! Sarebbe stato
peggio se gli avessi lanciato una Palla di Fuoco all’inizio della cena,
no?
“Parliamo di affari: a
quanto mi fai la tua spada?”
“IO non ho ancora
finito. Sono un attimo in pausa ma per ripagare quello che il cameriere ha
deciso fosse la mia parte dovrò lavorare qui
DEI MESI!”
Alzai le sopracciglia.
“Bene, ti faccio un buon prezzo per la spada così ti ripaghi la
cena e ti rimane qualcosa in tasca!”
Ghignai avidamente. I miei
genitori erano mercanti e se c’era una cosa che ero brava a fare era fare soldi. Certo, andare per briganti avevo notato che era
più veloce e redditizio ma anche il vecchio metodo di mercanteggiare a
volte poteva ancora venirmi utile.
Gourry si passò l’indice sulle labbra, poi
storse la bocca. Le sue unghie erano rosicchiate.
“Questa spada…
questa spada è… insomma, porta sfiga.”
Una spada maledetta?
Veramente? Stavo per farmela sotto dall’emozione! Evviva, un oggetto
incantato… il primo che trovavo da quando viaggiavo da sola! Certo per uno ignorante in materia come sicuramente era Gourry, la spada portava
sfiga ma di sicuro intendeva che attirava guai e quindi era quasi di certo
stata toccata dalla magia.
Tesi la mano, gli occhi pieni
di stelline luccicanti. Buttata alle ortiche la pretesa di una qualche
transazione impersonale, dovevo costringermi a non
strappargliela di dosso.
Gourry mi fissò con quei suoi occhi azzurri, serio. “No, davvero. Io…” Di nuovo abbassò
lo sguardo e si mangiucchiò le unghie. Abbassò le spalle. “Ok, va bene. Prenditela. Ma
sì, prendila tu.”
Pagai il suo conto.
Presi la spada.
Mi accompagnò alla
porta, in silenzio.
Il sole faceva scintillare la
rugiada, mentre la bruma si sollevava dai prati incolti.
“Ragazzina? Stai
attenta…”
Gli strizzai l’occhio
mentre mi allacciavo la spada alla cintura. Il mondo mi sembrava bello, potevo
cercare un carretto pieno d’erba tagliata e scroccare un passaggio,
potevo fermarmi nelle vicinanze di un fiume a pescare e determinare la magia
negativa della spada, se davvero c’era, potevo bivaccare o cercare una
locanda, comprarmi abiti nuovi, assalire banditi. Potevo farmi un nome e
diventare meglio di mia sorella. Potevo… una mano si abbattè
sulla mia spalla.
Chiusi gli occhi e presi un
respiro.
“Gourry.”
“Ragazzina.”
Perché diavolo poi
aveva voluto sapere il mio nome se continuava a chiamarmi ragazzina???
“Che vuoi.”
“Magari… magari
potrei accompagnarti ancora un po’… fino… bè,
fuori da Elmekia. Mi servirebbe una spada
perché bè, uno spadaccino senza
spada…”
Mi girai lentamente verso di
lui. “Sei uno spadaccino.”
Sì, aveva una spada. Ma una spada non faceva di una persona uno spadaccino. E uno
spadaccino non vendeva la sua arma così, a cuor leggero. Per Ceiphied, la sfiga della spada
iniziava a fare effetto? Io volevo viaggiare DA SOLA! Non volevo zavorre
né –orrore!- qualcuno che mi mettesse in ombra.
Annuì, quasi
timidamente. Che imbranato… scommettevo che
anche con la spada non dovesse essere granchè.
Anche se… bè, il mio coltello lo aveva
deviato in modo veloce e preciso, pulito.
Che tipo strano, questo Gourry. Tutto solo vestito come un
barbone, senza soldi, spadaccino con una spada da vendere.
E che mi voleva seguire, per
un po’.
“Oh, non
è che vuoi fregarmi la spada, vero?”
Gourry alzò le mani. “Piuttosto, dopo quello che ti ho visto fare al bandito di ieri sera potrei
avere paura io di te.”
Mi stava prendendo in giro,
ne ero certa. Non aveva visto ancora niente!
“Va bene, usciamo insieme
da Elmekia e poi ci separiamo.
D’accordo?”
La sua testa
ballonzolò.
“Non fare così,
sembri stupido!”
Mi sorrise. Ricambiai,
mettendomi in marcia.
ANGOLO DELL’AUTRICE:
forse troverete i caratteri di Gourry e Lina magari un po’ diversi, soprattutto Gourry. Entrambi sono molto giovani, Gourry
è appena fuggito con la spada, non è ancora diventato mercenario,
non è abituato ad avere a che fare con le ragazze. Non ho segnalato l’ooc perché… perché questo Gourry e questa Lina sono i Gourry
e Lina che conosciamo in divenire quindi il loro modo di essere non può
essere identico a 12 e 17 anni rispetto a quando ne
avranno 16 e 21. Lina penso abbia più o meno un
carattere simile, di base, mentre Gourry me lo vedo
più timoroso, ancora da formare. In ogni modo spero la storia vi
piaccia. Buona lettura!