L'AMORE LONTANO

Era in situazioni come quella che capiva davvero cosa fosse l'amore. Non aveva più bisogno di conferme, né di parole o di dimostrazioni. Si sentiva sicura, in un certo qual modo. Era una strana sensazione, come di calore nella pancia. Gli capitava spesso, in sua presenza, di sentirsi insicura: del fatto che lui l'amasse o che sarebbero rimasti insieme fino alla fine o che lei ce l'avrebbe fatta ad affrontare tutto questo. Ma in momenti come quello tutto ciò spariva, come avvolto nella nebbia della certezza. Non le interessava più di nulla.

Lei sapeva che lui l'amava. Non aveva bisogno di nient'altro. Non era necessario nemmeno udire la sua voce, o vedere i suoi occhi, perchè ogni particella del suo essere sentiva, lo percepiva, che lui era accanto a lei. Anche se metri e metri li distanziavano. Era sempre stato così: anche se Remus era lontano, quando Tonks aveva bisogno di lui, lo sentiva vicino. All'inizio le pareva una sensazione assurda, quasi un controsenso: come poteva essere così sicura del suo amore proprio quando lui mancava? Perchè la consapevolezza del loro legame era più salda, quasi indissolubile avrebbe osato dire, proprio quando lei si sentiva più sola? Dopo un po' ci aveva preso l'abitudine e aveva smesso di porsi domande. Era diventata quasi una sensazione piacevole. Non che non soffrisse per l'assenza di Remus, anzi, il suo cuore era lacerato quando lui se ne andava, però provava anche una sorta di serenità e calma interiore perchè sapeva che sarebbe tornato. Non aveva idea da dove arrivasse questa consapevolezza. Non era logica, non era razionale, niente e nessuno avrebbe scommesso nemmeno un calzino sul fatto che davvero lui ogni volta avrebbe fatto rientro a casa. Eppure era così. Ogni volta lui tornava. Ed era per lei un piacere, ma non un sollievo perchè lo stava già aspettando, udire l'uscio di casa schiudersi e i suoi passi strascicati dirigersi in camera da letto. Quando lo vedeva arrivare, tutto arruffato e con quell'aria colpevole ma allo stesso tempo felice, non poteva che illuminarsi tutta di una gioia così pura che più di una volta non era riuscita a trattenersi dal saltargli addosso. Nessuno dei due parlava in quei momenti, non c'era proprio nulla da dire. Tutto era già risolto, lei sapeva che lui non se ne era mai andato davvero. E lui sapeva che non sarebbe mai riuscito a scappare, per quanto ardentemente l'avesse voluto.

Chissà perchè proprio ora si trovava a fare quelle riflessioni. Era proprio il momento peggiore: intorno a lei imperversava la battaglia e i mangiamorte non le lasciavano un attimo di tregua. Eppure, proprio quando il lampo di luce verde aveva individuato la sua traiettoria, lei non aveva potuto fare a meno di sentirsi così: felice e serena nonostante tutto.

Nonostante sapesse che stava per morire.

Nonostante avesse un bambino che amava più della sua stessa vita.

Nonostante non avrebbe più rivisto Remus. Né i suoi genitori, né nessuna delle persone che amava.

Felice, nonostante la morte.

Felice perchè, nonostante la morte, aveva amato ed era stata riamata. E forse, si disse mentre con l'ultimo barlume di sensibilità sentiva il pavimento gelido sotto di lei, ne era valsa la pena. Di combattere, di soffrire, di arrabbiarsi, di piangere per poter dire nell'ultimo istante di vita, con l'ultimo freddo, debole alito di vita -Ti amo.-





 Salve a tutti!
Premetto che è da molto tempo che non scrivo nulla, e probabilmente avrei dovuto iniziare da qualcosa di più "divertente", ma l'ispirazione mi aveva preso così! :P Ero particolarmente malinconica quando ho deciso di mettere suu carta i miei pensieri...cercando di renderli adatti a Tonks! Spero di esserci riuscita! Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate...ho bisogno di ritrovare il mio stile e solo voi potete indicarmi la strada! Ogni critica, quindi, è ben accetta! Alla prossima!
Un bacio,
v91;)