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Autore: junika    12/01/2013    3 recensioni
Ma forse, il dolce ed ingannevole richiamo delle tenebre già allora li stava attirando a sé.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David/Jiro, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Nathan/Ichirouta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quei due avevano davvero molto più in comune di quanto potessero immaginare, e poco importava che provenissero da scuole diverse: sebbene uno studiasse alla Raimon e l'altro alla Royal Academy, si somigliavano in parecchie cose, troppe per insinuare che si trattasse di semplici coincidenze.

Entrambi combatterono al fianco del “loro” capitano quando questa grande avventura da noi chiamata “Inazuma eleven” ha avuto inizio: un ragazzo abbandonò l'atletica per la sopravvivenza del club di calcio, l'altro obbediva senza mai ribattere alle direttive di Ray Dark, il mentore di colui che tanto ammirava.

Ma forse, il dolce ed ingannevole richiamo delle tenebre già allora li stava attirando a sé.

Tentavano di nasconderlo agli occhi degli altri mentendo spudoratamente, il carisma dei “loro” capitani gli opprimeva facendoli sentire sempre più inadeguati. A livello razionale una simile verità era inaccettabile, convinti di poter sopprimere i propri sentimenti sotto la profonda stima che Mark Evans e Jude Sharp sapevano trasmettere a chi li circondava.

Tuttavia, fu solamente una questione di tempo prima che quell'ammirazione si trasformasse lentamente in una frustrazione latente alla quale non si poteva porvi rimedio.

In un caso fu la Zeus il fattore scatenante, nell'altro la Genesis, ma si ottenne il medesimo risultato: l'oscurità prese il sopravvento nei cuori dei due ragazzi, concretizzandosi nella sfrenata voglia di rivalsa nei confronti dei “loro” capitani.

Uno si sentiva tradito perché la persona che più di tutte avrebbe voluto eguagliare, lasciandosi alle spalle la Royal Academy e il suo passato, lo aveva di fatto rinnegato. L'altro, venne messo di fronte ai proprio limiti perdendo così la volontà di continuare a combattere, così ossessionato dall'idea di non essere abbastanza veloce, ossessionato dall'onnipresente sensazione di diventare un peso per la squadra.

Entrambi volevano rassomigliare, seppur vagamente, ai “loro” capitani, ma la realtà rendeva questo loro desiderio irrealizzabile.

In quelle condizioni, soggiogarli al fascino della pietra di Alius divenne la più logica delle conseguenze, un cambiamento dettato da un desiderio mai espresso e continuamente soffocato: la consapevolezza di trovarsi costantemente all'ombra di qualcuno che, anche non volendolo, non faceva altro che opprimerli.

Ora, avvolti fra le spire del male, per quei due fu quasi liberatorio poter rivelare al mondo come si sentissero veramente e superare coloro che avevano tanto ammirato e che, in condizioni normali, sarebbero rimasti irraggiungibili: utilizzare tecniche proibite come il Pinguino Imperatore numero 1 o cedere volontariamente al potere della pietra di Alius non appariva più tanto proibito.

Ma alla fine, i soggetti di quell'odio smisurato divennero dei salvatori, che annichilendosi e lottando disperatamente, li riportarono alla normalità.

Col senno di poi, ogni singolo atto della storia di questi due ragazzi si riassumeva in uno stupido sbaglio.

In quel periodo, abbiamo mostrato il peggio di noi stessi tanto eravamo disperati”

Lo so David, ancora adesso faccio fatica a perdonarmi per tutti i problemi che ho causato a Mark e gli altri”

È così anche per te, non è vero Nathan? Non riuscire nemmeno a guardarsi allo specchio senza inorridire per quello che siamo diventati”

Eppure, nonostante tutto, quelli che volevamo annientare alla fine ci hanno salvato”

Dovremmo ritenerci fortunati ad avere degli amici così”

Già, in fondo, di persone del genere ne esistono poche ”

Quei due avevano davvero molto più in comune di quanto potessero immaginare, ma solo adesso capivano quale grande fortuna avessero, di come i sentimenti negativi perdessero la propria ragione d' esistere se posti di fronte alla vera e sincera amicizia.

E il merito di tutto ciò andava attribuito solamente a Mark Evans e Jude Sharp: i “loro capitani”.

   
 
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