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Autore: telesette    12/01/2013    3 recensioni
Sua Maestà la regina, vittima di un qualche intrigo di corte, è stata avvelenata. L'unico medico probabilmente in grado di salvarla è un uomo di nome Dajenau, di cui si sono perse le tracce anni addietro. D'Artagnan e i moschettieri devono dunque trovare quest'uomo, ovunque esso sia, e non hanno molto tempo a disposizione...
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Re Luigi XIII, Regina Anna, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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D'Artagnan e gli altri stentavano a credere che quel tizio magro dai capelli brizzolati, sporco e malridotto, fosse lo stesso uomo che stavano cercando.
L'uomo che avevano davanti non corrispondeva all'immagine che si erano fatti di lui.
A detta di molti, Dajenau era un individuo eccezionale: una persona profondamente eclettica, con un forte spirito di sacrificio ed abnegazione; una persona che aveva consacrato tutto alla sua professione, rendendo possibile l'impossibile, e salvando così molte vite; una persona che aveva scelto di andare contro i suoi stessi interessi, rischiando persino la morte, pur di non rinnegare ciò in cui credeva...
Vedere quella specie di relitto, vestito di stracci e ubriaco fradicio, non rinnovò certo le speranze dei moschettieri.
Dajenau sollevò il braccio, scuotendo stancamente la fiaschetta ormai vuota ( e certamente non l'unica, vista la quantità di bottiglie sparse attorno sul pavimento ), dopodiché gettò un'occhiata di traverso su D'Artagnan e i suoi compagni.

- Ti hanno mangiato la lingua, ragazzo - brontolò, rivolgendosi a D'Artagnan. - Che cosa volete, si può sapere?
- Lei è il dottor Antoine Dajenau, giusto? - domandò Athos.
- Mai sentito - rispose l'altro, ruttando sonoramente.
- Allora perché ci avete aperto la porta, dopo aver sentito quel nome?
- Molto furbo, signorino - sottolineò l'ubriaco, accostandosi ad Athos per osservarlo negli occhi. - Sì, hai un'aria familiare... Mi ricordi tanto un pollo vestito a festa!

Athos non si scompose, malgrado l'orribile zaffàta che gli giunse alle narici, e si limitò a scuotere la mano con evidente disgusto.
Dajenau passò dunque lo sguardo da un volto all'altro dei presenti, mostrando evidente la propria nel mettere a fuoco le immagini, eppure sembrò riconoscere la donna che aveva accompagnato i moschettieri fino a casa sua.

- Che diavolo t'è saltato in mente? - esclamò. - Mi sembrava d'averti detto che non voglio vedere nessuno!
- Questi uomini sono moschettieri al servizio di Sua Maestà - si giustificò lei. - Monsieur De Tréville ha incaricato loro di cercarvi e...
- "De Tréville" - ripeté Dajenau, come se il nome gli avesse improvvisamente ricordato qualcosa. - Vorreste farmi credere che, dopo tanti anni, De Tréville vi ha incaricato di scoprire se il sottoscritto era ancora in grado di respirare ?!?
- Ha detto che gli salvaste la vita - sottolineò Athos. - Non ha mai dimenticato il debito riconoscenza nei vostri confronti, anche dopo avervi aiutato a lasciare Parigi, e le posso assicurare che la sua stima e considerazione verso di voi non è mutata col tempo!
- Ma davvero - fece Dajenau con una smorfia. - E' strano perché, vedete: lui ed il caro amico Beauchamp, ai tempi in cui servivamo ancora assieme presso lo stesso reggimento, non dissero nulla del genere nel processo a mio carico...
- L'accusa veniva da Sua Eminenza, il Cardinale Richelieu in persona - scattò dunque Aramis. - Cosa mai avrebbero potuto fare Beauchamp e De Tréville per aiutarvi, mettendosi contro una sentenza già scritta, se non rischiare di farsi condannare anche loro come eretici ?!?
- Farvi fuggire in un secondo momento, era l'unica soluzione possibile - fece eco Athos. - Una soluzione sofferta, senza dubbio, ma l'unico modo per sottrarvi da una condanna a morte ingiustificata...
- ... E farmi trascorrere gli ultimi anni di vita in questo modo - puntualizzò Dajenau con rabbia. - Andare a seppellirmi in un bosco, per non mettere in pericolo nessuno, e dimenticare ciò per cui ho vissuto... Sarebbe stato più "umano" tagliarmi la testa con una scure piuttosto, il vostro capitano non ha la più pallida idea di quello che ho passato!
- Possiamo capire la vostra collera - osservò Athos. - Eravate un uomo importante, forse uno tra i più importanti dell'intera Francia, e siete stato ripagato con qualcosa che non meritavate!
- Tuttavia c'è bisogno di voi, adesso - intervenne dunque nuovamente Aramis. - Una persona è in pericolo di vita ed è vostro preciso dovere aiutarla, siete un dottore e...
- Non più, ormai - sussurrò l'altro tristemente. - Antoine Dajenau è morto, è inutile che lo cerchiate!
- Ma che state dicendo ?!?

Stanco e addolorato, in preda agli evidenti postumi della sbornia, Dajenau si buttò a sedere su un logoro giaciglio tenendosi la testa tra le mani. Era chiaro che gli ultimi anni trascorsi a fuggire, vivendo come un rinnegato della società, dovevano aver inciso profondamente su quelle che erano le sue convinzioni.
Dal giorno della sua fuga da Parigi, cercando disperatamente un luogo ove nascondersi, erano successe tante cose.
Certo, De Tréville e Beauchamp non avevano nessuna colpa nei suoi confronti ( questo lo sapeva benissimo anche lui ). Ma il dolore provato, assieme all'impotenza e al senso di frustrazione, lo aveva fatto cadere in una profonda depressione.
Per Dajenau non era facile rievocare certi ricordi.
Un tempo Antoine Dajenau era un uomo assai diverso, un uomo per il quale la vita del prossimo veniva prima della propria, ora invece non sembrava neppure l'ombra di sé stesso.
D'Artagnan non riusciva assolutamente a concepire come un uomo tanto eccezionale potesse essersi ridotto così.
Nel vedere il medico ubriaco razzolare tra le bottiglie sul pavimento, cercando invano un goccio residuo di qualcosa, il giovane non fu più capace di trattenersi.

- BASTA, ADESSO - urlò D'Artagnan, afferrando Dajenau per il bavero con entrambe le mani.
- D'Artagnan, calmati - fece Athos, cercando di farlo ragionare.
- Io e i miei amici abbiamo messo le nostre spade e le nostre vite al servizio di qualcosa - esclamò D'Artagnan furibondo, guardando Dajenau dritto negli occhi. - Anche noi abbiamo visto ingiustizie ed iniquità, molte delle quali spesso impossibili da raddrizzare, ma non per questo abbiamo rinunciato a lottare... Perché un uomo che rinuncia a lottare, abbandonando perfino la volontà di fare qualcosa, è un uomo senza speranza!

Dajenau sbarrò gli occhi.
Già una volta aveva sentito un uomo, un moschettiere, dire le stesse identiche parole di quel ragazzo.
Ora che lo osservava meglio infatti, con quella luce che ardeva limpida nel suo sguardo, costui sembrava in possesso di una maturità che andava ben oltre i suoi anni.

- Eravate un medico - proseguì D'Artagnan. - Un ottimo medico, uno tra i migliori, perciò non avete il diritto di rinnegare quello che siete: lasciando morire una persona che ha bisogno di voi, senza nemmeno voler fare il tentativo di salvarla, è assolutamente imperdonabile da parte vostra!
- Come ti chiami, ragazzo?
- Il mio nome è D'Artagnan, moschettiere e figlio di un moschettiere, servitore fedele di Sua Maestà Re Luigi XIII e del popolo di Francia!
- Ora capisco - sorrise Dajenau. - Sei il figlio di Bertrand, vero? Avrei dovuto capirlo dagli stessi occhi di tuo padre!

D'Artagnan parve stupito da quella osservazione, tanto da mollare subito la presa, e ammutolì di colpo.

- Voi... Voi conoscevate mio padre ?!?

Dajenau annuì.

- Puoi essere fiero di lui, figliolo - esclamò il medico, massaggiandosi il collo con noncuranza. - Bertrand era un uomo con le idee molto chiare, proprio come te, e difficilmente esiste uomo a Parigi che non gli debba almeno qualcosa!

D'Artagnan era talmente sorpreso da quella rivelazione che non si accorse nemmeno della mano di Athos sulla sua spalla.
Il pensiero di Bertrand sembrava aver fatto breccia in qualche modo nella dura scorza di Dajenau. Questi infatti, tuffando la testa entro un bacile pieno d'acqua, si sforzò di recuperare sufficiente lucidità per ascoltare i suoi interlocutori.

- D'accordo, allora - tagliò corto il medico, soffiandosi il naso e gocciolando dappertutto. - Spiegatemi di che si tratta!

 

( continua col prossimo capitolo )...

   
 
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