“Can I show you the snow?”
Harry
non aveva mai visto la neve, non l’aveva mai potuta
toccare, assaporare, carezzarla con la punta della lingua;
non
aveva neppure potuto appallottolarla e buttarla addosso
al primo che passava.
Harry
non aveva mai visto la neve perché era sempre stato
costretto a vivere al buio, perché la sua era vita di casa e
perché dove viveva
non nevicava mai; ma da quando , giovane quattordicenne , si era
ritrovato a
vivere a Londra, aveva cominciato a nutrire il desiderio di vederla.
Harry
non aveva mai visto la neve , eppure sapeva che gli
sarebbe piaciuta, sapeva che il suo piccolo cuoricino adolescenziale
sarebbe
scoppiato in un tripudio di fuochi d’artificio , sapeva che
sarebbe stato un
momento magico e sapeva che lo avrebbe vissuto con qualcuno.
E
quando – vieni–
uno sconosciuto gli aveva
detto, non si era soffermato nemmeno per un secondo a pensare che quel
giovane
dagli occhi di ghiaccio, i capelli brizzolati dal vento bianco e dal
sorriso di
un bambino innocente , che lo aveva afferrato per mano, lo stesse
portando in
un luogo magari anche pericoloso. Anche.
E
quando – Louis
– si era presentato,
stringendogli timido la mano, Harry già lo amava.
E
quando – il
tuo nome? – gli aveva sorriso, il
suo cuore aveva stranamente deciso di fermarsi e di cedere il passo ad
un
martello che sbatte forte e deciso nell’inchiodare quello che
vuole affiggere
alle pareti.
E
– Harry
– sorrise di rimando - ma
dove andiamo? – disse poi curioso,
arrossendo un poco ,anche se l’altro
sembrava non essersene accorto e lo fissava con aria di chi ha detto
qualcosa
di ovvio e scontato.
–A vedere la neve! –a
quell’affermazione per nulla soppesata,
spontanea e allegra grazie all’espressione di beatitudine
eterna che sembrava
avere dipinta in volto Louis, Harry sorrise.
Come faceva quel ragazzo a conoscere il
suo sogno?
-
E perché?
– lo provocò allora e
Louis , di rimando, lo guardò spaesato come se, ancora una
volta, la risposta
fosse ovvia :
-
Come
perché? Tutti amano la neve!- sorrise.
-
Dici?
–ora era il riccio ad essere
sempre più spaesato, ma in un certo qual modo
l’espressione di Louis continuava
a rassicurarlo e a suggerirgli di andare avanti in quella esperienza
che forse
lo avrebbe portato a vivere qualcosa di magico
-
Dici? Ci sono quelli
che dicono di odiarla,
ma sono solo ignoranti perché nessuna gli ha mai insegnato
la bellezza della
neve – e Harry lo vide il luccichio nei
suoi occhi, lo vide e allora
capì che Louis era la persona che aspettava di conoscere da
una vita .
Nel
momento stesso in cui due fossette si scavarono tra le
guance colorite del riccio, il cielo divenne ancor più
bianco e quello che
prima era solo un lieve venticello si tramutò prima in una ,
poi in due ed
infinite macchie bianche, che calarono giù a fiotti, sulle
loro teste, rendendole
simili alla brina che percorreva prati interi ormai da giorni.
Tanti,
tantissimi fiocchi di neve si posarono sui loro nasi
gelati e i loro occhi sembrarono essere ricoperti da una luce nuova,
calda,
pronta a riscaldare qualsiasi cosa, sulle loro orecchie fredde, ma
pronte ad
udire la melodia suonata dal cielo, sulle loro labbra screpolate, ma
piene
della frizione forte e decisa dei canditi fiocchi di neve, quasi le
guarissero,
quasi le risanassero come se fossero le più potenti tra le
medicine.
- Vedi? La neve
è stupenda! Come si può non amare qualcosa di
così puro
e senza peccato? E’ vero che c’è chi
muore per colpa sua, in apparenza, ma è
l’uomo che provocando la natura, si ritrova a dover
“combattere” con quello che
egli stesso ha provocato.
La
natura è meravigliosa e ci da tanto , come
… -
Louis si bloccò di scatto e al – come? – impaziente di
Harry - Questo!-
gli lanciò in faccia una
piccola palla di neve, che già da una buona decina di minuti
stava prendendo
forma tra le sue dita lunghe e affusolate, unite dietro la schiena.
Era
vero. Louis era proprio una persona, la
persona , che Harry aspettava da
tempo di incontrare.
Si lanciarono palle a destra e a manca per tutta la mattinata e per
tutto il
pomeriggio, dimenticandosi anche di tornare a casa per il pranzo e ,a
sera, Louis
propose ad Harry di passare la notte da lui così che
avrebbero potuto stringere
maggiormente la loro amicizia appena sbocciata, proprio come un piccolo
fiore
che, timido, si fa largo tra le fitte coltri di neve e , deciso,
cresce,
proprio come cresceva in Harry il desiderio di ritrovarsi a parlare
ancora con
quel giovane di lui poco più grande di due anni.
Per
fortuna, i genitori del riccio furono molto
accondiscendenti e con la felicità nel cuore, lasciarono che
il loro piccino
spiccasse il primo volo e che lasciasse il nido accogliente di casa
Styles per
scoprire, finalmente, il mondo.
Lui
e Louis si divertirono tutta la notte a parlare, ridere
scherzare, a mangiare la pizza insieme, imboccandosi l’un
l’altro come se
fossero amici da una vita.
Harry
e Louis si divertirono perché il castano era colui che
gli aveva mostrato la bellezza della neve e della natura e
perché era colui che
aveva realizzato il suo desiderio di cambiamento nel modo
più semplice
possibile: giocando
E
quando, accartocciati in mezzo ad una tiepida coperta,
intorno al fuoco e riscaldati più dai loro corpi che dai
riscaldamenti a loro
circostanti, Harry disse a Louis di volergli bene, non ci fu
più bisogno di
parole. Solo il lento cadere della neve che, silenziosa, cullava il
loro sonno,
accompagnava i loro respiri, fitti, poi lenti , fievoli, belli,
assonnati,
dormienti.
Ennessima os che pubblico oggi!
Qualcuno mi ucciderà? U.U
Ho ricevuto delle minacce nel caso non avessi pubblicato, so, enjoy it! Se non vi piace, ditemi i vostri motivi! :)
bacioni
fat