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Autore: Burzin_Iluvatar    12/01/2013    3 recensioni
Quando la vita è un inferno si spera in un domani migliore, una vita più soddisfacente e felice. La felicità ci rende sereni e ottenerla è un’impresa assai ardua .
Cercherò di narrare nel modo più sbrigativo e renderò alcuni concetti maggiormente comprensibili di questo strano viaggio che ha stravolto la vita di un comune mortale, persino io come narratore di queste vicende non le comprendo appieno e penso possa essere difficile cogliere alcuni particolari senza apposite spiegazioni.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Quando la vita è un inferno si spera in un domani migliore, una vita più soddisfacente e felice. La felicità ci rende sereni e ottenerla è un’impresa assai ardua .
Cercherò di narrare nel modo più sbrigativo e renderò alcuni concetti maggiormente comprensibili di questo strano viaggio che ha stravolto la  vita di un comune mortale, persino io come narratore di queste vicende non le comprendo appieno e penso possa essere difficile cogliere alcuni particolari senza apposite spiegazioni.
Quando la vita ci viene servita su una tavola viscida, putrida e marcia  essa non può fare a meno di essere macchiata, o almeno abbiamo l’impressione che sia cosi, non possiamo né cercare di prevedere il futuro né riuscirci. E’ impossibile conoscere ciò che avverrà.
Il centro di queste vicende sarà Svart. Sin dalla nascita la sua vita è stata un disastro. La madre è morta nel parto, il piccolo Svart appena nato era perfettamente sano a parte, forse, qualche problema con la sua “testa”, ma di questo tema tratterò più tardi. Il padre, sconvolto per la morte della donna della sua vita, si rifugiò nell’alcool e nella droga. Incolpava sempre la prole di tutti i problemi che lo circondavano, anche se non aveva modo di dirglielo data la tenera età del figlio,  concludendosi con un suicidio. Avrebbe potuto raggiungere la sua dolce metà ove i morti trovano pace eterna, se questo era il suo desiderio.
Svart, orfano alla tenera età di due anni, non aveva ricordi dei genitori, fu ben presto affidato ad un orfanotrofio. Queste poche righe che dedicherò alla parte biografica del personaggio, mi rendo conto di quanto possano essere noiose o insignificanti, sono necessarie a una migliore comprensione di tutta l’opera e prego il lettore di attendere e godersi questo prologo in attesa di una continuazione più entusiasmante e dinamica. Detto questo non vi saranno ulteriori interruzioni nell’arco narrativo.
 Per il piccolo Svart l’orfanotrofio e le lotte psicologiche equivalevano a disperazione e terrore. Il giovane infatti, per quel che ricorda, ha sempre udito strane voci. Da quel che ricordava, per quel che la sua mente  si sforzava e tentava di rammentare, quei sussurri, lamenti o bisbigli riempivano da sempre la sua testa. Queste lo seguivano e non gli concedevano alcun attimo di tregua, le voci avevano e avrebbero per sempre segnato la sua vita.
Ogni tanto capitava che vedesse delle ombre sbiadite e non bene definite comparire dal nulla, si materializzavano e si smaterializzavano, ma pareva solo lui fosse a vederle.
 Tante erano le voci, rifugiavano nella giovane testa di Svart, che facevano impazzire lui e chi lo circondava, sfogava la sua rabbia sugli altri e rendeva loro un tormento minimamente simile al suo.
Gli altri bambini, suoi coetanei o più grandi, gli adulti e tutta la società lo disprezzavano, lo ritenevano un bugiardo. Mentiva, sapeva solo mentire, era questo che pensavano di lui. Poco a poco, cominciò ad odiare tutti, sempre più. Dovevano stargli alla larga come Svart stava alla loro larga senza infastidirli, lo capivano e non si facevano problemi a non accettare quel rapporto.  Il tempo passava, nulla cambiava. Era peggio, anzi, sempre peggio, diventava sempre più odiato, era un cattivo ragazzo, perché qualcuno lo aveva definito come tale e il resto della comunità non si era creata grandi preoccupazione nel cancellare quelle buffonate e bugie riguardanti il giovane. La gente non ragiona con il proprio cervello bensì con quello  degli altri,   si muovono  nelle greggi, come mandrie di pecore prive di pastori ,sempre se la mente umana possa essere paragonata a quella animale, gli animali non sono stupidi.
Con l’arrivo dell’adolescenza Svart cominciò a distinguere qualche parola  che  udiva nelle voci, o almeno cosi pensava, ma senza grandi cambiamenti.
Quel che il giovane non sapeva era che la sua testa stava lentamente apprendendo quel linguaggio, i suoni e gli accenti, e forse un giorno lo avrebbe potuto adoperare in qualche modo.
La situazione migliorava sempre più e all’età di sedici anni riusciva in qualche modo a staccarsi da quelle fastidiose voci, cosi usava chiamarle, arrivando a riuscire ad annullarle per brevi periodi, questi momenti di pace lo rendevano sereno. Stava finalmente facendo progressi, le cose stavano andando per il verso giusto. Proprio quando si pensa che tutto vada per il meglio ci rendiamo conto che non è cosi, la vita ci strappa quel poco che riusciamo a guadagnare con tanta fatica.
E questo è proprio quel che successe a Svart, ragazzo ormai uomo in quanto aveva raggiunto la maggiore età. Uscito da quel carcere per bambini, come lo chiamavano la maggior parte degli infanti che uscivano da quel luogo. Trovò un lavoro e cercò una sistemazione, non era il massimo ma ci si poteva accontentare.
Tutto andava bene, ma il culmine della sofferenza giunse proprio allora.
Le voci erano diventate ossessive, fortissime e indistinte, non vi era modo per lui di tentare di spegnerle o disattivarle. Non riusciva a staccarsene mai e gli rendevano quel poco che aveva un fastidio. Non riusciva a lavorare, i rapporti sociali cessarono e li sostituì con droghe, alcool e stupide perdite di tempo. Per cercare di scacciare i pensieri, lamenti e battaglie con la propria testa arrivò perfino a contare i fili di erba che costituivano il giardino, e come spero che sappiate non è certo un qualcosa di fattibile bensì un esaurimento nervoso, della vecchia signora della porta accanato, in quanto il suo giardino era del tutto incolto ed appassito.
Ma qualcosa stava per cambiare, una notte di stelle può cambiare una vita infernale cercando di renderla migliore.
Gli ultimi giorni che trascorse sul mondo che siamo abituati a conoscere furono disastrosi e dolorosi. Tutte quelle voci, le cui principali parevano essere due, si fecero un po’ più vivide e capibili. Svart riusciva a distinguere alcune parole come vacanza, divinità o morte.
 Era come un richiamo, c’era qualcuno che si interessava a lui e che voleva qualcosa dallo stesso, ma non comprendeva cosa potesse mai volere. Come tutti ben capirete e saprete non bisogna fidarsi degli estranei e tanto meno delle entità sconosciute, non si sanno mai le loro intenzioni e se bramano inganni o tranelli di strano tipo.
 Quanto il nostro protagonista stava per perdere la testa per la disperazione, si verificò quel che si può definire una strana cosa, in tutti i sensi e sotto tutti i punti di vista.
Era notte fonda e Svart Teneva la testa tra le mani, all’improvviso si svuotò. La testa era come svuotata da tutti quei bisbigli che la riempivano e per lui era una sensazione nuova e fantastica. Ma la cosa si fece pericolosa quando avvertì il centro della stanza avvolgersi su se stessa come una spirale. Ben presto questo strano fenomeno cessò, velocemente , allo stesso modo in cui era giunto.
Svart era sbalordito, due figure dall’aspetto strano e ovviamente non umano si trovavano dinanzi a lui.
Erano due personaggi del tutto singolari, ecco come li avrebbe descritti nell’ormai prossimo futuro, quel futuro che gli mutò il modo di vivere. Cercherò di dare una descrizione abbastanza dettagliata di questi personaggi cosi singolari anche se è un’impresa ardua in quanto essi sul nostro mondo si presentano in forme non ben distinte.
Come ho già detto questi due strani personaggi erano due, uno era bianco ed era luminoso e dinanzi ad esso si poteva confonderlo con una stella che illumina l’universo, non vi era nulla che non si illuminasse al suo cospetto. Ovviamente l’unica eccezione era la figura accanto ad essa, nera e cupa, pareva che tutto soccombesse, marcisse e si deformasse intorno ad essa, sicuramente un qualcosa di poco rassicurante.
 Svart era rimasto in un angolino, a bocca aperta per lo stupore e per la paura, mentre queste due figure cominciarono allegramente a conversare, non so se possa definire allegramente ma erano parole e idiomi di grande prestigio e la conversazione era molto animata.
Quasi si dimenticarono dello sbalordito Svart, continuarono le loro chiacchiere per un bel periodo.
Finalmente si resero conto della sua presenza, parole sagge e strani linguaggi gli sarebbero stati rivolti da questi visitatori non attesi.
   
 
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