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Autore: Yuuki_92    12/01/2013    2 recensioni
La piccola Emanuela è stata educata come futura erede al trono del regno Delle Due Lune, cresciuta tra gli agi un castello non sa come comportarsi con l'arrivo di un ospite inaspettato che la metterà in seria difficoltà.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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Fin dalla prima infanzia fui educata alle arti magiche, in quanto mia madre era una delle streghe nere più potenti di cui avevo sentito parlare, ma avendo sposato mio padre la mia era una magia bianca e pura. Vivevo in un piccolo regno,conosciuto con il nome "Delle due Lune", ero la seconda donna che sarebbe diventata regina al momento della morte di mio padre, o a meno che lui decidesse di abdicare. Avevo tutto ciò che si potesse desiderare, ma ciò nonostante mi sentivo come un uccellino in una gabbia d'oro. Sapevo che nonostante fossi circondata di tutto ciò che volevo mi mancava qualcosa, e quel giorno forse lo capì. Avevo ancora dodici anni quando lo vidi per la prima volta, e in quella mattina di primavera sapevo che la mia vita sarebbe cambiata definitivamente. - Principessina Emanuela...gli ospiti che aspettava vostro padre sono arrivati. Con queste parole la mia Tata mi riportò con i piedi per terra. - Gli amici di Papà sono tutti antipatici!- dissi io. Lei mi guardò attentamente, fece una smorfia assurda: non dovevo essere molto presentabile... Mi fece cambiare tre vestiti diversi! Alla fine indossavo un vestitino turchese, secondo me lo indossavo molto bene, ma era sempre mamma a decidere se era consono o no all’occasione. Portavo i capelli lunghi, castani e pieni di boccoli , e secondo la mia personale opinione ero piuttosto carina. Ero certa che tutti gli amici e i parenti dei miei genitori fossero terribilmente antipatici,e quel giorno fu la conferma di tutti i miei sospetti. Arrivata nella sala vidi "lui" ridere con il suo fratellino. Questo ragazzo dal sorriso sghembo e dai capelli scuri attirò subito la mia attenzione, forse però non tanto come quella che io attirai in lui. Andai vicino a mio padre, mentre quell'idiota di mio fratello Nicolas riempiva di domande quel ragazzo, anche se io non ne capivo il motivo. - Andrea...lei è la nostra principessa Emanuela!- disse mio padre avvicinandosi insieme a me. Il ragazzo mi squadrò, come se volesse spogliarmi: mi sentivo molto in imbarazzo. - Bellissima!- sussurrò tenendo lo sguardo fermo nel mio . La risposta: semplice smorfia di imbarazzo sul mio viso... cercai in tutti i modi di congedarmi da quell'incontro che , a parte gli occhi di quel tizio fissi su di me, era noiosissimo. Ci riuscii, così mi recai di nuovo in giardino, c'era una così bella giornata di sole, l'ideale per stare vicino al laghetto. Qualcosa in me stava cambiando, lo sapevo bene, forse stavo solo crescendo, ma conoscere Lorance, credo mi avesse fatto entrare in contatto con l'amore. L'unica cosa che mi faceva stare in pensiero era il fatto che mio padre non avrebbe mai dovuto sapere ciò, non avrebbe mai tollerato una mia probabile relazione con un domestico del palazzo. - Emanuela... Non riconobbi quella voce, ma appena mi voltai capii chi fosse. - Principessa prego!- risposi pronta. Il signor Andrea si avvicinò per guardarmi negli occhi, e questo mi diede tanto fastidio; cominciò a giocare con i miei capelli. - Siete bellissima Principessa Emanuela!- mi disse. La mi risposta? Vergogna! Vergogna! Vergogna! Il mio viso sicuramente era andato in fiamme. - Pedofilo!- sbuffai e scappando ( anzi "afrettandomi", perché una principessa non corre). Mi rinchiusi in camera, per tutto il giorno, rifiutandomi di uscire, mi sentivo troppo in imbarazzo. Ovviamente cercarono di farmi uscire in tutti i modi, ma non ci riuscirono. Andai a letto senza cena, non riuscivo a prendere sonno, mi sentivo irrequieta. Le lune illuminavano la camera enorme, ma sta notte stranamente la luce mi infastidiva,il letto troppo grande,le coperte, tutto mi infastidiva, così mi alzai, ma rimasi scioccata, dal vedere un'ombra che mi fissava. Era lui! Un urlo squarciò il silenzio della notte del palazzo. La paura mi immobilizzò a letto, era come se ogni mio muscolo stesse tremando, tanto da non accorgermi che mi avevano raggiunta mia madre con mio fratello. - Cosa è successo?- chiese mia madre. -C...c...c...c'era qualcuno che mi fissava... -Amore...no!- mi abbracciò stretta mentre io iniziavo a piangere disperata. - E' stato solo un brutto sogno!- mi disse e cullandomi dolcemente mi addormentai. Trascorsi la notte con mia madre che mi fece tranquillizzare, ma avevo mille dubbi; avevo davvero visto qualcuno? O avevo sognato tutto? Ma se ciò era vero dovevo farmi forza e scendere a fare colazione, con il sorriso migliore che potessi mostrare. Il mio stomaco brontolò; avevo fame! Vestita di rosa uscii dalla mia camera, percorsi il corridoio pieno di finestre, raggiunsi la lunga scalinata. Raggiunta la sala da pranzo, non vidi nessuno, credevo di essere arrivata in ritardo,invece ero in anticipo. Da brava principessina mi sedetti al mio posto, tamburellando con le unghia la scansione dei secondi sull'enorme tavolo, che ormai le cameriere avevano finito di sistemare. Quando qualcuno entrò in sala... -Nervosa Principessa?- mi chiese l'ospite. -Qualcuno ha disturbato il suo sonno sta notte?- continuò dicendo. -Eravate voi?- ero sotto shock. Mi si avvicinò lentamente, mi spostò i capelli di lato, mi baciò il collo, brividi mi invasero lungo la schiena, e mi sussurrò all'orecchio: - Sei bellissima a letto! Per fortuna arrivarono gli ospiti insieme ai miei genitori. - Come ti senti piccola?- mi chiese mio padre baciandomi delicatamente sulla guancia. Ovviamente la fame svanì, ma dovevo mangiare anche solo qualcosa, riuscii a prendere solo il mio solito latte. Andai in biblioteca, quel giorno era una noiosissima giornata di studio, speravo che studiando potessi riuscire a non pensare al mio Lorance Non l'avevo ancora visto ,forse stava lavorando, sicuramente mi stava pensando, anche lui aveva saputo della notte precedente e probabilmente anche lui era preoccupato per ciò che avevo visto. Improvvisamente sentii i passi di qualcuno venire verso di me. Mi girai e vidi il mio professore di "storia della magia" che mi guardava accigliato, come se volesse dirmi qualcosa. Da quell'espressione capii che dovevo rimettermi a studiare. Allora posai lo sguardo sul libro; gli occhi del professore erano ancora fissi su di me. Ne percepivo la presenza. Dovevo leggere il "Mito del Dragone", sembrava interessante! Parlava della prima regina donna che era salita al trono Giselda, era stata una strega molto potente, infatti era stata lei a salvare lei il popolo da Aldeniore e dal suo possente drago Spirenonde. Da allora il mio regno non aveva più avuto scontri con i regni confinanti. Mi sarebbe piaciuto diventare come la mia antenata Giselda, forte e coraggiosa, ma non c'erano motivi di battaglie, e il Regno viveva in perfetta tranquillità. Ma la cosa che più mi faceva innervosire era quel Aldeniore che voleva conquistare e poi distruggere il pianeta. Ma perché voleva farlo? Non gli bastava il suo? Troppe manie di grandezza...mi stavo annoiando, dopotutto eravamo noi povere streghette a dover imparare queste "favole". Sospirai e guardai fuori dalla finestra, le lune stavano sorgendo quindi era quasi buio, era già sera? Possibile? Mi girai e non vidi nessuno, ero rimasta sola, da quanto tempo ero li? Chiusi il libro e ne aprii un altro. -Principessina! Mi voltai, ero ancora alle prime armi con l'uso della magia, ma ciò nonostante ero in grado di percepire ogni piccolo movimento che provenisse nella camera in cui stavo. E adesso, qualcuno era entrato nella biblioteca, ma non ero riuscita a sentirlo, mi ero concentrata troppo sulla lettura e forse ero anche un po’ debole, e miei poteri avevano abbassato la guardia. Volevo capire da dove provenisse quella voce così flebile. Tornai ai miei libri, cercando ancora di percepire qualcosa ma mi sentivo debole e non individuai nulla. Però sentivo la sua presenza, il suo odore e più indistintamente il suo respiro, il suo battito del cuore. E finalmente eccolo...stava arrivando. Ero terrorizzata. Ma chi era? Cercai di riprendere la lettura , non volevo voltarmi, ma qualcosa nella stanza cambiò nuovamente. -Principessina...continuate a studiare? Era lui, appoggiato all'enorme libreria, non mi guardava , ma spogliava svogliatamente un libro. -Oggi c'era molto sole...perché un bimba vivace come voi non è uscita a giocare?-disse provocandomi -Lo studio è importante! A quella mia affermazione scoppiò in una risata fragorosa, così virile, da farmi vergognare a morte. Volevo essere forte ma la vergogna mi induceva a scappare, eppure ero incapace di distogliere lo sguardo da lui, nonostante che i miei poteri non fossero ancora molto sviluppati, non sentivo provenire da lui nessuna fonte magica o simile. Chi era costui che mi attirava così in un baratro senza vie di uscita. In due giorni dalla sua comparsa aveva già turbato la mia serenità in quella vita fatta solo di lusso. - Vi prego Emanuela non scapate...- mi sfiorò impercettibilmente, e quel tocco mi provocò un brivido, un tuffo ai centri nervosi . Il mio nome pronunciato da quella voce bassa e roca mi fece battere il cuore all'impazzata, voleva quasi uscire fuori dal petto. - Voglio andare via...- sussurrai, ma la mia voce mancava di convinzione, forse volevo essere partecipe di quel dannato gioco che aveva iniziato? - Oggi è il mio compleanno, sapete?- cambiò argomento all'improvviso tanto che non me ne accorsi subito. Possibile che sapeva prendere ogni mio punto debole? Forse per questo l'odiavo tanto, più del dovuto. Quando mi era intorno, dentro di me si mischiavano emozioni in continuo contrasto tra loro, non riuscivo ad essere lucida, credo che persino i miei poteri che sentivo precari, si affievolivano, perché non riuscivo più a concentrarmi sulle stanze o sulle persone che mi circondavano. Possibile che ciò che mi stava succedendo fosse causa dell'adolescenza? No, non penso,non ero una ragazza comune; non potevo piegarmi così sotto qualcuno che conoscevo da così poco tempo, eppure non ero innamorata di quell'inserviente di nome Lorance? Raccolsi un po’ della mia debole forza, per rispondergli:- No! Mi dispiace non ho neanche un regalo per voi... - Vi sbagliate Emanuela!- mi rispose pronto:- Il regalo che voglio è qui, tutto per me, è tutto ciò che voglio! Forse perché ero sempre cresciuta in mezzo agli agi, ed ero una ragazzina viziata e al volte schizzinosa, ma non riuscivo a cogliere la minaccia in quello che aveva detto, ma mentre la cercavo, le sue labbra furono sulle mie . Mi dibattevo contro le sue mani che cercarono con forza di avvicinarmi al suo petto. Mi stringeva forte a se, e ogni forma di resistenza da parte mia contro la sua forza sovraumana era inutile. Con forza entrò la sua lingua nella mia bocca, che non era mai stata esplorata da nessuno, ero vicina alle lacrime, mi sentivo violata . Sentivo il suo corpo attaccato al mio,indossava un paio di jeans , che strofinavano lungo le mie gambe scoperte dalla gonna, forse un po’ troppo corta. Avrei dovuto smetterla di mettere vestiti di questo genere con lui che mi ronzava intorno. Si allontanò subito dopo aver goduto nel aver preso il mio primo bacio. Non guardò subito me, ma guardava verso la porta, mentre io volevo solo scappare, rifugiarmi in un posto segreto del palazzo, dove lui non potesse trovami, dove non potesse torturarmi con le sue odiose battutine e adesso persino con i suoi baci, ma lui mi tratteneva. - Grazie per il regalo principessa! Il suo tocco, il suo bacio mi avevano turbato in una maniera tale, da non capire se stessi godendo di quel tocco così intimo e mi vergognai a morte al solo pensiero di quel bacio e al suo tocco diabolico. - I vostri servi mi spiano principessa! La sua voce mi riportò con i piedi per terra, pensai a Lorance, avrebbe potuto vedere ...sicuramente aveva visto tutto! Dovevo cercarlo e spiegargli che non era successo niente. Come prima cosa però dovevo calmarmi, così andai in camera mia, ma con mia grande sorpresa era già lì che mi aspettava. - Emanuela, come avete potuto farmi questo? Io mi fidavo di voi... Le lacrime mi velarono gli occhi, il ragazzo di cui ero innamorata si sentiva tradito da me, ma io davvero non avevo fatto nulla... -Ti giuro...che non è come credi...io non volevo... - Non mentite principessa! A voi piace il Duca, sicuramente godete mentre vi bacia! Lorance, il mio Lorance non mi credeva e mi feriva ripetutamente. Le parole mi morirono in gola, per la frustrazione di essere perseguitata da un uomo ossessionato da me, ma lui non riusciva a vedeva ciò che stava succedendo? Mi avvicinai a lui, sentivo il desiderio di toccarlo, di abbracciarlo, ma lui mi respinse freddamente. - Perché non mi credi?- domandai piangendo. - Perché siete solo una ragazzina frivola!- mi disse lui ancora più freddo. In quel momento entrò Andrea, la causa di tutti i miei problemi, guardò Lorance con un tale disprezzo. - Vi prego diteglielo voi...che non sono… stata io a baciarvi...- lo supplicai - Che sta succedendo qui? Il mio mondo mi crollò addosso. A quel punto guardò anche me con disprezzo e distacco, cercavo un appoggio in lui, ma a quanto sembrava non voleva collaborare - Emanuela...non dovreste negare ciò che avete desiderato così a lungo! E così dicendo confermò i sospetti di Lorance. Avrei voluto dire qualcosa, ma non ci riuscii. Andrea mi sorrise malizioso e uscì dalla camera. Mi voltai per guardare di nuovo Lorance che stava in silenzio: - Ti giuro che non è ciò che sembra! - Principessa...se lui è qui un motivo ci sarà...non credete? Secondo voi, vostro padre lo lascerebbe venire qui così tranquillamente? Siete promessa a lui! Tra noi non potrà mai esserci nulla! Ero sotto shock, come poteva pensare davvero questo? Ma poteva essere davvero questo il motivo per cui Andrea e la sua famiglia si trovavano al palazzo? E se fosse stato davvero questo il motivo come avrei reagito? Mentre questi pensieri mi tormentavano, mi lasciò sola, con le mie lacrime, con il mio dolore, con la mia tristezza. Per l'ennesima sera mi rinchiusi in camera, con la mia depressione, ormai avevo bagnato tutto il cuscino, quando sentii aprire la porta. Mi alzai di botto e guardai verso di essa, e vidi mia madre, così in un gesto rapido mi asciugai gli occhi anche se non potevo fare molto. - Piccola...stai male?- era preoccupata. - Tutto ok! Sono solo un po’ pensierosa...-le risposi mentre prendeva posto accanto a me e mi accarezzava i capelli. - A cosa pensi? Pensavo a tante cose, ma mi vergognavo al solo pensiero che il duca Andrea aveva rubato il mio primo bacio. Così le dissi solamente ciò che mi preoccupava davvero. - Perché il Duca Andrea e la sua famiglia sono qui mamma?- le domandai. - Per il semplice fatto che tuo padre e il padre di Andrea sono amici fin da giovani, e volevano ricordare un po’ i vecchi tempi!- mi rispose, continuava con le sue amorevoli carezze. - Mamma...io sarò libera di amare chi vorrò?- le domandai cercando una risposta alla domanda che non riuscivo a farle. - Tesoro ancora sei così piccola! Per caso ti sei innamorata di Andrea? E' molto carino! Mi sorrise affettuosa, come solo lei sapeva fare, ma io non riuscivo a sentire nulla per Andrea se non odio. - No mamma, non è come pensi! Ti ho fatto un'altra domanda, sarò libera di scegliere chi amare?- ero decisa di sapere la verità, non avrei sposato Andrea neanche se mi avessero obbligato. - Tesoro...perché pensare al matrimonio alla tua giovane età? Ancora le tue labbra non hanno toccato neanche quelle di un uomo...- sorrise accarenzandomi, come si sbagliava. Forse mi sarei dovuta consigliare con lei ma mi vergognavo troppo per dirle ciò che era successo. - Comunque...- riprese:- Non credo che tuo padre ti lasci sposare un uomo qualunque, intercederà sempre lui nelle tue scelte. Mamma non aveva nominato Andrea, ma adesso si era fatta molto seria. E se adesso quella supposizione fosse vera? - Riposati piccola mi sembri piuttosto stanca. Mamma mi diede un bacio e mi lasciò sola nella stanza. Il giorno dopo non vidi Andrea per tutta la mattina, e non si presentò neanche a pranzo. Adesso quello che si nascondeva era lui? Come facevo di solito mi rintanavo nella mia camera dopo il pranzo, era stupenda con le finestre aperte che davano sull'enorme giardino e il sole pomeridiano che illuminava di arancione tutta la stanza, e l'aria primaverile mi facevano sentire sempre meglio, nei miei momenti no. All'improvviso, qualcuno disturbò il mio momento di riflessione bussando alla porta. Era il duca Andrea. - Cosa volete ancora?- domandai quasi in preda alla disperazione. - Ho pensato fino ad un momento fa a ciò che è successo ieri, e sono qui per chiedervi scusa.-mi sorrise :- Per questo per farmi perdonare vi ho portato questo piccolo dono!- e solo in quell'istante mi accorsi che portava un vassoio con dei biscotti e del the. Forse valeva la pena di rivalutare l'accaduto, seduti davanti a una tazza di the, dopotutto era stato un baciò cosa poteva succedere? - Posso...?- mi domandò indicando il tavolo, acconsentii non poteva succedere nulla. Mi versò del the aveva un odore particolare, tipo lavanda. - Ha un buon profumo!- dissi. Lui sorrise languido. Iniziai a sorseggiare il liquido profumato, ma all'improvviso il volto del ragazzo che mi stava davanti iniziò a volteggiare insieme alla stanza, e quella fu l'ultima cosa che ricordavo.
  
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